TESTIMONIANZA N.3
UNA DONNA HAZARA RACCONTA LA SCOMPARSA DI SUO FRATELLO


settembre 2004, dalla delegazione del coordinamento italiano a sostegno di RAWA

 

Il ragazzo si chiamava Abdullah, aveva 16 anni. Scomparve nel 1993, prima dell'avvento dei talebani, a Chendacoal, un quartiere di Kabul, vicino a un cinema.
Dopo i massacri di Afshar, nel 1993, nella zona Ovest di Kabul continuavano gli scontri tra diverse fazioni.
Abdullah vendeva arance per strada, insieme al suo fratello maggiore, di 18 anni. Un giorno si avvicinarono degli uomini di Massoud e presero il fratello maggiore per portarlo via con loro. Lui non voleva e cercava di resistere, allora Abdullah si fece avanti e propose uno scambio: "Prendete me al suo posto". Gli uomini armati lo portarono via, rubando anche il denaro che aveva guadagnato con il suo lavoro. Da allora non si sa più nulla di lui.
Il fratello maggiore corse a casa a raccontare cosa era successo. La madre si precipitò al checkpoint a chiedere del figlio. Lo cercò ovunque, insieme al marito, invano, per un anno. Finché gli uomini di Massoud le dissero di smetterla, di non andare più a scocciarli, altrimenti li avrebbero messi in prigione. Il comandante al checkpoint disse che avrebbero dovuto portargli 400 lakh (1 lakh = 100.000 vecchi afghani, la valuta del tempo), ma la famiglia non li aveva. La madre chiese aiuto alla gente, chiese un prestito; "ma nessuno si fida della gente povera" e la donna non riuscì a farsi prestare del denaro.
L'uomo che trascinò via Abdullah era basso e grasso; era un comandante, ma non è mai stato identificato dalla descrizione.
Oggi la madre e il padre del ragazzo scomparso sono molto vecchi e provati; dei loro figli, rimangono la donna testimone, una sorella e il fratello maggiore. Durante gli scontri ad Afshar moltissimi uomini furono uccisi e tanti furono rapiti e scomparvero. In alcuni casi, le famiglie sono riuscite, con il pagamento di un riscatto, a riavere i propri cari rapiti.
Un giorno fu ritrovato un ragazzo ucciso. Andarono a vederlo, ma non era il fratello scomparso della testimone. Il fratello aveva una bruciatura sul petto, mentre quel corpo non l'aveva. Era uno che era stato in prigione ed era ridotto molto male.
La famiglia del ragazzo scomparso non possedeva una casa, cambiavano continuamente posto in cui stare; finalmente avevano trovato una abitazione a Kabul, ma dopo quei fatti l'hanno lasciata.