DONNE E ELEZIONI
IN AFGHANISTAN
ottobre 2004, comunicato
stampa del Coordinamento Italiano a Sostegno di RAWA
Sembra ormai appianata la controversia sulla validità delle elezioni in Afghanistan: i brogli sono evidenti, ma dato il contesto (corruzione generalizzata, ingentissimi fondi per la campagna elettorale dovuti al traffico di droga e all'appropriazione indebita dei fondi donati per la ricostruzione, eserciti privati e assenza di uno stato di diritto, violenza e arbitrio da parte dei poteri locali, impunità, e così via) erano già messi in conto.
Quindi i candidati sconfitti - perché ben prima dell'inizio dello spoglio delle schede elettorali nessuno dubita su chi sarà il vincitore - starebbero tornando uno a uno a più miti consigli: rinunciano alla richiesta di annullare le consultazioni, e si accontentano di una commissione d'inchiesta.
In cambio, piovono offerte di vicepresidenza e di spartizione delle più alte cariche.
E' davvero una triste e brutta caricatura della democrazia quella che i mass media si piegano a rappresentare.
Ancora una volta, la presenza di una candidatura femminile e le dichiarazioni d'intenti dei candidati a proposito dei diritti delle donne, sono stati usati in modo strumentale per dimostrare il carattere progressivo del processo elettorale.
Dal momento che esistono in Afghanistan autorevoli voci femminili in grado di fare chiarezza sulla reale natura della manovra politica in atto, invitiamo la vostra redazione a dare spazio al punto di vista delle dirette interessate e a verificare sul loro sito www.rawa.org i documenti su cui si basano le denunce avanzate. Alleghiamo la traduzione italiana del comunicato del 2/10/04 di RAWA (Associazione Rivoluzionaria delle Donne Afghane) e sottoliniamo i seguenti passaggi:" Tra i candidati non c'è nessuna donna sulla quale le donne possano realmente fare affidamento (...)
Nemmeno Masouda Jalal può rappresentare le donne afgane, visti i suoi legami con il partito Jamiat-e-Islami di Rabbani e la sua collaborazione con altri fondamentalisti. I veri rappresentanti delle donne afgane sono le persone meravigliose come Malalai Joya, che osa parlare per conto di tutte le donne e gli uomini che soffrono nel paese. In effetti, il sesso del nuovo presidente non è importante; ciò che conta davvero è la posizione che il presidente che sarà eletto prenderà nei confronti dei fondamentalisti che sono alla radice della tragedia in corso in Afghanistan.
La Commissione Elettorale è occupata dai signori della guerra e dai loro agenti. Tra i 18 candidati alla presidenza, ci sono facce note come quelle di Ahmed Shah Ahmedzai, Hafizull Mansour, Abdul Hadi Dabir, Latif Pedram, Qanoni, Dostum e Mohaqiq, che erano tra i primi accusati di essere criminali traditori. Oltre 150 lettere di protesta sono state scritte dalle vittime contro i summenzionati criminali, ma la Commissione le ha respinte tutte. La Commissione Elettorale ha infranto la legge elettorale e ha spalancato la porta a questi sanguinari signori della guerra. I pochi candidati le cui mani non sono macchiate di sangue sono deboli e fiacchi contro i fondamentalisti e si pensa che siano più interessati alla propria reputazione che a ottenere voti dalle masse.
Fatto incredibile ma amaramente vero è che Latif Pedram, noto torturatore del KHAD e inviato speciale di Burhanuddin Rabbani, corre per la presidenza. Egli indossa la maschera del difensore dei "diritti delle donne", della "democrazia" e persino della "laicità", ma, in effetti, è un'ex spia del regime pro iraniano. Fatto ancora più incredibile, alcuni media a diffusione mondiale gli stanno generosamente facendo un'ampia propaganda. Forse potrà prendere in giro il resto del mondo, con il suo aspetto e i suoi abiti in stile occidentale. Di certo, non riuscirà a ingannare il popolo afghano, che non dimenticherà mai il suo passato nel Khad e nella Jehad e neppure i suoi legami con il regime iraniano.
I risultati delle elezioni sono già noti; vincerà Karzai. Questa non è una profezia. Alla gente non rimane che l'alternativa tra scegliere Karzai o scegliere i criminali. Questo accade perché il movimento democratico è debole, e non ci sono candidati autenticamente democratici, amanti dell'indipendenza e a favore della gente. Così, i pochi votanti nonostante gli errori di Karzai e il fatto che egli tratta con i criminali preferiranno decisamente Karzai ai signori della guerra. I signori della guerra non riescono a ottenere voti a sufficienza per sostituire Karzai nemmeno usando tutto il loro potere o commettendo brogli. Quindi Karzai non ha alcun merito se vincerà. La gente andrà a votare con un sentimento di disperazione, pregando che Karzai si opponga con risolutezza ai fondamentalisti.
....Questo rimescolamento del governo non solo fa il gioco dei signori della guerra, ma ritrae anche con chiarezza quanto antidemocratico e antipopolare il governo di Karzai sarà in futuro.
La dichiarazione di Rabbani e compagni a sostegno di Karzai è un altro segnale di pericolo che indica in che misura la futura amministrazione sarà contaminata dai germi del fondamentalismo. Se questi traditori non sono tenuti a bada dalle forzericostruiremo la nostra terra desolata con le nostre stesse mani
e con l'aiuto sincero delle nazioni che amano la libertà. "
Coordinamento Italiano a Sostegno di Rawa