IO NON MI TIRO INDIETRO
CONVERSAZIONE
CON MALALAI JOYA, IN ITALIA PER RITIRARE IL PREMIO "DONNA
DELL'ANNO"
dicembre 2004, a cura di
G.G.
Abbiamo avuto la possibilità di conversare a lungo con Malalai, in gruppo. Volevamo conoscere il punto vista di una giovane donna radicalmente coinvolta nel processo di liberazione delle donne e del suo paese.
Malalai è una delegata di popolo, eletta come rappresentante della sua provincia dalle donne e dagli uomini che l'hanno apprezzata per la sua costante attività in campo sociale, educativo e sanitario, al servizio dei più poveri e senza -quando non contro- il sostegno dei poteri pubblici locali. I corsi di alfabetizzazione, gli orfanotrofi, un ospedale, attività produttive per le vedove, che Malalai promuove attraverso l'ONG OPAWC, non sono solo luoghi di servizio ma anche e soprattutto spazi di autorganizzazione popolare.
Dopo il suo celebre discorso alla Loya Jirga, l'Assemblea Costituente, nel dicembre del 2003, in cui Malalai ha accusato in diretta TV i signori della guerra presenti in aula per i loro crimini, e ha chiesto conto della loro nomina a presidenti di tutte le commissioni costituenti, la sua vita, già difficile, è drammaticamente cambiata. I problemi di sicurezza sono diventati ancora più pesanti e gli attentati contro la sua vita e quella dei suoi familiari si sono moltiplicati.
Malalai è diventata così un punto di riferimento per le persone e le organizzazioni democratiche di tutto l'Afghanistan, e ancora di più per le donne e per la gente più povera e analfabeta che ha saputo di lei attraverso la radio e il passa-parola.Cosa puoi dirci delle manifestazioni che hanno seguito immediatamente il tuo discorso alla Loya Jirga? E perché le proteste non si sono ancora fermate?
Quelle manifestazioni - a Farah, a Kabul, e in diverse altre città - non erano solo per me, per difendermi dagli attacchi degli integralisti. Le donne che hanno riempito le strade - non erano mai state tante a esporsi prima di allora - non manifestavano per me, lo facevano per se stesse, per le loro idee, per i loro diritti. Gridavano contro il fondamentalismo. Tante non mi conoscevano, e nella mia città, quando poi mi hanno vista, dicevano, sorprese: "E' questa, questa ragazza qui?" Molte sono uscite senza burqua, ma anche chi aveva il velo, non importa: sotto, il cervello era libero.
Ci sono stati altri disordini di piazza, ad esempio l'8 marzo, in occasione delle manifestazioni per la giornata internazionale della donna.
Io sarei dovuta arrivare per partecipare alle celebrazioni pubbliche nella mia provincia, Farah, tornando da Kabul dove avevo chiesto un incontro con Karzai. C'erano infatti gravi problemi con il nuovo governatore, che Karzai ci aveva inviato in sostituzione del precedente, cacciato via a furor di popolo, grazie alle manifestazioni seguite al mio discorso alla Loya Jirga.
Ma anche questo nuovo governatore era un noto assassino: Bashir, della città di Barlam. E' un criminale e non può rientrare nella sua città a causa dei delitti che ha commesso, lì è impresentabile.
A Kabul, dove avevo portato la documentazione di ciò che Bashir stava facendo a Farah, prima di parlare con Karzai ho incontrato delle donne di Barlan, che conoscono bene Bashir e che mi hanno messa in guardia: con quale scopo Karzai aveva inviato proprio lui a Farah, sapendo benissimo di cosa fosse capace? Così l'incontro con Karzai è andato per le lunghe, abbiamo dovuto trattare, ho incontrato anche dei ministri e altre autorità, e non sono tornata in tempo a Farah per la manifestazione.
La gente che mi aspettava, e che era tantissima, proveniente anche dai villaggi più sperduti, non vedendomi arrivare ha temuto il peggio, e ha iniziato a manifestare chiedendo conto di cosa stesse succedendo.
Alla fine Karzai ha dovuto sostituire anche questo governatore con uno nuovo, Valy. Quest'uomo non si è macchiato di delitti, ma è un debole, e ha fatto compromessi con tutti i potenti. Con la scusa di garantire la sicurezza, ha portato con se' 300 soldati dell'esercito nazionale.Questi soldati del nuovo esercito afghano, non sono una garanzia di difesa della gente contro le milizie private dei signori della guerra?
A Farah vediamo cosa accade: i soldati servono a proteggere i coltivatori di oppio, i rivenditori di oppio, il contrabbando. E vengono utilizzati contro la gente comune per reprimere le proteste.
Abbiamo visto che in molte manifestazioni di piazza i dimostranti portano cartelli con il tuo ritratto: che rapporto hai con questi movimenti?
Ci sono state mobilitazioni spontanee o organizzate indipendentemente dalle mie attività, che sono state attaccate dagli integralisti e dalle stesse forze pubbliche nella provincia di Farah, dove io vivo.
Questi disordini sono stati a volte un pretesto per attaccare con le armi la mia abitazione. Le autorità mi hanno accusata di fomentare rivolte. In realtà le proteste popolari hanno sempre dei motivi molto seri, che esigono soluzioni concrete.
Ad esempio, chi ha intervistato gli studenti che manifestavano recentemente a Farah, ha potuto sentire da loro le reali ragioni della loro protesta: chiedevano fondi (2000 euro) per la loro scuola, priva di tutto, e i finanziamenti erano stati loro negati dal governatore, proprio mentre lo stesso donava generosamente una cifra quadrupla (8000 euro) a una singola studentessa per farsi propaganda con un gesto spettacolare. Gli studenti chiedevano che i fondi stanziati per l'istruzione andassero alle scuole invece di scomparire in modo illecito. Per questo manifestavano e si erano organizzati da soli.
La gente è esasperata, a volte è impossibile controllare le reazioni nelle strade e purtroppo la folla si espone a violenze e ci sono feriti.Abbiamo letto su un rapporto di Human Right Watch (http://hrw.org/wr2k4/5.htm#_Toc58744954) che Fahim, ministro della difesa fino a due mesi fa, si è appropriato di armi destinate all'esercito nazionale, per consegnarle invece alla propria milizia personale. E che su 39 generali nominati nel nuovo esercito, 38 sono tagiki e della sua fazione politica. Cosa pensi dei soldati di questo nuovo esercito?
Durante la Loya Jirga dei soldati mi fermavano per dirmi "Sorella, siamo con te, ma dobbiamo fare questo lavoro per vivere". Qualcuno piangeva.
Pensi che Karzai, se fosse libero dalle pressioni dei signori della guerra, se questi ultimi fossero finalmente disarmati, sarebbe in grado di prendere misure democratiche a favore della maggioranza della popolazione?
A livello personale Karzai con me ha un rapporto molto buono: mi riceve a lungo, dice che sono come una figlia. Così fanno anche altre autorità: mi trattano bene e ci tengono a far vedere in giro che loro dialogano con me. E' un modo di fare propaganda per se stessi.
Quando vedo cosa fanno, come usano e non usano il loro potere, e come vive la gente, devo dire: non sono democratici, non sono giusti. E' solo una facciata.
Se Karzai volesse, oggi potrebbe imporsi. E' stato eletto, ha un mandato. Tra gli assassini e lui, la gente ha fatto l'unica scelta possibile ed è andata a votare. Anche se analfabeta, la gente riesce a distinguere tra il bene e il male, e sono andati a votare comunque, malgrado minacce, attentati, corruzione, bombe, freddo e pioggia. Da noi la gente usciva dai seggi piangendo, tanta era la speranza. Se Karzai oggi volesse fare qualcosa per la povera gente, ce l'avrebbe dietro: potrebbe togliere il potere agli altri appoggiandosi ai suoi elettori, se credesse in loro e avesse fiducia in chi lo ha eletto.
Invece lui si appoggia agli Stati Uniti: pensa di essere debole e si appoggia agli USA che non sono deboli. Potrebbe imporsi ed esigere il disarmo dei fondamentalisti. Non lo fa. Sto aspettando di vedere il suo governo cosa fa.Ora che la Costituzione è stata scritta, che ruolo ha la Loya Jirga?
Noi delegati siamo tornati nelle nostre provincie, a spiegare quali diritti e doveri sono stati approvati e come si potrebbero applicare.
La Costituzione garantisce uguaglianza a uomini e donne, afferma diritti fondamentali, ma li subordina ai sacri dettami dell'Islam. Questo restringe nella realtà tutti gli spazi. Durante la Loya Jirga, nelle commissioni, ho sostenuto con molti altri che è importante mantenere distinto lo Stato dalla religione. Molti delegati non volevano che apparisse la parola "Islam" nel primo articolo della Costituzione: il nostro paese è islamico per la sua cultura, la sua storia, non è necessario etichettarlo nella Costituzione. Io ho fatto notare che persino l'Arabia Saudita, dove si trovano i luoghi sacri dell'Islam in cui i musulmani (ricchi) di tutto il mondo devono fare un pellegrinaggio almeno una volta nella vita, persino lì lo Stato non viene definito "islamico". Ho detto che la religione appartiene alla coscienza, è personale. Mi hanno accusata di essere infedele e comunista.
I criminali hanno bisogno di usare l'Islam per legittimare il loro potere e giustificare i loro delitti.
I delegati della Loya Jirga adesso si riuniscono localmente, e mandano i loro rapporti a Kabul che resta il punto di comunicazione centrale. Restiamo in carica per 4 anni, poi ci saranno altre elezioni.
Intanto, in primavera, verrà eletto il Parlamento, che è un altro organo previsto dalla Costituzione.Pensi di candidarti? Attraverso quale partito?
Molti mi chiedono di accettare anche questa delega. Può darsi, io non mi tiro indietro. Preferisco però restare indipendente dai partiti e dover rispondere direttamente agli elettori. Molti partiti mi hanno avvicinata per propormi di candidarmi con loro. Non posso fidarmi, e anche incontrare personalmente gli esponenti di queste organizzazioni, per me è molto rischioso, per questioni di sicurezza. Molti partiti sono spuntati dal nulla, da gente venuta dall'estero, è molto difficile capire chi c'è dietro. Quasi sempre si camuffano dietro nuove sigle personaggi legati ai vecchi fondamentalisti.
L'unico partito che mi sembra meriti fiducia è Hezb-e-Hambastagi Afghanistan. Ho avuto parecchi riscontri positivi sul loro operato da gente di base, e solo dopo ho incontrato alcuni loro esponenti, compreso il presidente. Mi hanno offerto di candidarmi con loro, ma io preferisco restare indipendente. Voglio far capire che se una donna in Afghanistan ha le donne dalla sua parte, può farcela.
Dentro Hambastagi ci sono comunque parecchie donne; questo partito è sostenuto ad esempio da un'altra delegata alla Loya Jirga che stimo moltissimo, una donna di etnia Hanood (una minoranza etnica) che si è molto esposta ed è stata gravemente aggredita e malmenata all'interno dei locali della Loya Jirga, durante i lavori delle commissioni. Lei si chiama Anar Kali. Sono felice di vederla ancora attiva a Kabul e organizzata con forze democratiche che si stanno radicando ed espandendo in tutte le provincie.E' possibile creare un'economia diversa in Afghanistan?
In questo momento i contadini piantano oppio invece del grano, sotto il controllo degli Stati Uniti.
Con tutti i soldi arrivati per la ricostruzione si sarebbero potuti ricostruire non uno ma due Afghanistan. Ma i soldi non vanno nelle mani giuste. Le ONG hanno fatto poco, e solo a Kabul e in qualche città più grande.Le ONG veicolano ingenti somme. Come le spendono?
Oggi ci sono circa 2000 ONG nazionali e più di 300 ONG straniere in Afghanistan. Ad esempio fanno scuola, formazione: un servizio essenziale. Nelle scuole pubbliche statali non ci sono soldi per pagare gli insegnanti. Esistono insegnanti bravissimi, ma non vengono assunti. Le ONG invece possono pagare stipendi migliori, e gli insegnanti cercano lavoro lì. Gran parte delle ONG però spende solo una parte dei fondi per pagare gli insegnanti, e il resto se li mangia. Gran parte dei bambini crescono senza educazione, imparano solo la violenza.
Come possono circolare le informazioni con il 90% di analfabeti?
Dopo l'episodio della Loya Jirga, tutti vogliono avere una radio. Anche le donne analfabete e chiuse in casa, mentre fanno i lavori domestici se possono ascoltano la radio.
Una volta Rabbani, quando era al potere, ha dichiarato in un'intervista che il suo sogno era dare ad ogni afghano una palla per giocare a calcio.
Io vorrei dare a ogni donna una radio!