AFGHANISTAN: DALLE
ELEZIONI PRESIDENZIALI ALLE ELEZIONI PARLAMENTARI
ANALISI
DELLE CARENZE ATTUALI E RELATIVE RACCOMANDAZIONI AL GOVERNO KARZAI
E ALLE ISTITUZIONI INTERNAZIONALI
gennaio 2005, da Asia
Report N°88, 23 novembre 2004 .Traduzione a cura di Luisa
Le elezioni presidenziali dell'ottobre 2004 si sono svolte positivamente e l'Afghanistan ha per la prima volta un presidente eletto direttamente dal popolo. Invece le elezioni parlamentari, provinciali e distrettuali fissate per aprile 2005 saranno notevolmente più complicate e la fase di preparazione sta procedendo troppo lentamente. Se il voto parlamentare viene rimandato nuovamente - originariamente era previsto avvenisse in concomitanza con le elezioni presidenziali-c'è il rischio che la legittimità dell'amministrazione Karzai venga gravemente offuscata. Sia il suo governo che la comunità internazionale devono impiegare più risorse e raggiungere maggiori progressi nei prossimi mesi sul tema della sicurezza, indebolendo il potere dei signori della guerra e bloccando la crescente influenza del traffico di droga.
L'insegnamento più importante delle elezioni presidenziali è che gli afgani vogliono poter contare nella vita pubblica. La Costituzione afgana prevede una presidenza forte ed un Parlamento debole. L'importanza fondamentale di quest'ultimo è rappresentata dal fatto di rappresentare politicamente tutti gli afgani e di costituire un controbilanciamento al potere del Presidente. Data la grande polarizzazione etnica, è fondamentale che la popolazione, multietnica e multiregionale, disponga di strumenti pluralistici e partecipativi che esprimano i suoi bisogni e articolino le sue istanze attraverso le elezioni parlamentari. Un ulteriore ritardo nelle elezioni danneggerebbe la credibilità del nuovo sistema di governo, soprattutto se l'amministrazione Karzai dimostrasse di non essere inclusiva a livello etnico e regionale, rispettando le relative rappresentanze delle comunità afgane.
L'amministrazione Karzai deve velocizzare i preparativi delle elezioni di aprile. Ci sono molte sfide da superare se si vogliono rispettare i tempi previsti. La Commissione Unica per la Gestione delle Elezioni (Joint Electoral Management Body - JEMB), l'organo competente, non deve più perdere tempo. Vanno stabiliti i confini circoscrizionali e raccolti numeri precisi sulla popolazione necessari per determinare il numero di seggi all'Assemblea Nazionale attribuiti a ciascuna provincia, nonchè la composizione provinciale e distrettuale. Se si vuole che questi rilevamenti siano attendibili, il JEMB deve essere considerato un organo imparziale ed indipendente, il che richiede la presenza di nuovi membri nel consiglio. E la comunità internazionale che è stata rapida nel manifestare il proprio supporto alle elezioni presidenziali deve dimostrare maggiore sollecitudine e impegno in questo momento critico della transizione democratica.
Ad offuscare i preparativi ci sono le paure relative alla sicurezza. I ribelli, soprattutto i Talebani ma anche le forze Hizb-i-Islami fedeli a Gulbuddin Hikmatyar, hanno reso chiara la propria intenzione di disturbare le elezioni. Tuttavia, come hanno ampiamente dimostrato i voti presidenziali, gli afgani intendono partecipare al processo elettorale nonostante le minacce.
L'altro e forse maggiore rischio è rappresentato dal continuo dominio delle milizie delle varie fazioni in tutto il paese. Il controllo da parte di comandanti regionali e locali sulle risorse militari, di polizia e di intelligence, a volte tutte insieme, garantisce loro l'accesso a flussi di entrate in grado di generare clientelismo e minare lo spazio per i partiti di opposizione ed altre forze politiche. E' improbabile che tutte le milizie siano completamente disarmate e smobilitate nel prossimo futuro ma il processo deve essere accelerato ed ogni sforzo impiegato per contenere i disturbatori. Chi continua ad essere a capo delle milizie deve essere escluso dal processo politico, così come previsto dalla Legge sui partiti politici e dalla Legge elettorale.
Bisognerebbe anche porre attenzione alla lezione delle elezioni presidenziali. Il voto del 9 ottobre è stato un evento storico: sono state le prime elezioni dirette del capo di stato in questo paese. L'alto e ordinato afflusso di votanti e l'assenza di violenze, ampiamente previste, ha dimostrato il forte desiderio degli afgani di partecipare al processo politico del paese. Il Presidente Hamid Karzai ha vinto nettamente con il 55.4 per cento dei voti, ben lontano da Younus Qanuni (16.3 per cento). Tranne qualche eccezione, il voto ha comunque seguito linee etniche e regionali.
Karzai ha ricevuto la maggioranza dei voti nel Pashtun orientale e meridionale ed una discreta maggioranza nell'ovest e nei centri urbani multietnici, Kabul inclusa. Qanuni ha ottenuto il 95 per cento dei voti nella propria provincia di nascita, il Panjshir, ma ne ha presi meno di quanto previsto dai Tajik di altre province. Gli altri candidati principali, Abdul Rashid Dostum e Haji Mohammad Mohaqqeq hanno ottenuto la maggioranza dei voti rispettivamente di Uzbek e Hazara. Gli altri 14 candidati hanno ottenuto, insieme, meno dell'8 per cento.
Ciò riflette chiaramente l'intensa polarizzazione etnica dell'Afghanistan e la continua indebita influenza dei leader miliziani nel processo politico. Karzai si è impegnato nella eliminazione dei signori della guerra, che ha recentemente definito come il probabile maggiore pericolo per la nazione. Tuttavia, deve affrontare anche il compito di formare un governo che abbia un forte supporto nelle province dove la maggioranza ha votato o per i leader militari, inclusi Dostum e Mohaqqeq, o per individui dipendenti dal supporto militare, come Qanuni. Ciò sottolinea l'importanza di includere tutte le componenti etniche e regionali nel processo democratico un passo fondamentale è rappresentato dalla formazione di un parlamento eletto e di istituzioni provinciali e distrettuali. Karzai deve affrontare una sfida altrettanto difficile: liberare la sua amministrazione dagli individui corrotti, anche quelli coinvolti nel fiorente traffico di droga. Non agire in modo deciso significherebbe danneggiare gravemente la sua credibilità e rappresenterebbe un precedente negativo alle riforme amministrative nel resto del paese.
Rimane molto da fare se si vuole che le elezioni parlamentari, provinciali e distrettuali rispettino la tempistica prevista. Il processo potrebbe subire delle incrinature, come le elezioni presidenziali, ma queste sono una pietra miliare nella transizione politica. Il governo e la comunità internazionale devono raddoppiare gli sforzi per assicurare che non vengano nuovamente rimandate.
RACCOMANDAZIONI
Al governo Karzai si raccomanda di:
1. Accelerare i preparativi per le elezioni dell'aprile 2005 della Wolesi Jirga (Casa del Popolo), dei governi provinciali e distrettuali e cercare i finanziamenti necessari.
2. Emanare decreti che definiscano poteri e responsabilità dei consigli provinciali e distrettuali e delimitino i confini delle circoscrizioni sulla base dei dati geografici attuali; vanno aumentati gli sforzi per ottenere numeri ufficiali sulla popolazione o stime per ciascuna provincia e va stabilito un meccanismo di soluzione delle controversie, con rappresentanze della Commissione Afgana Indipendente dei Diritti Umani, della Commissione Elettorale ad Interim, dell'UNAMA e di tutti i partiti politici.
3. Impegnarsi in una campagna di informazione pubblica soprattutto attraverso radio e televisione, per informare gli elettori ed i candidati sulle prossime elezioni.
4. Rafforzare il ruolo dei partiti politici nel processo politico, attraverso la modifica della Legge Elettorale per sostituire il sistema di voto singolo-non trasferibile con un sistema di lista di partito e per prevedere che il JEMB (Commissione Unica per la Gestione delle Elezioni) abbia il tempo sufficiente per verificare se i candidati parlamentari, provinciali e distrettuali abbiano legami con droga, al-Qaeda, la violenza dei Taliban o siano coinvolti in violazioni dei diritti umani.
5. Rivedere la Legge sui Partiti Politici in modo che il processo venga isolato il più possibile da pressioni politiche e manipolazioni, in particolare:
(a) trasferendo l'Autorità di Registrazione dal Ministero della Giustizia alla Commissione Elettorale ad Interim e
(b) prevedendo appelli contro cancellazioni attraverso successivi gradi del sistema giudiziario.
6. Comporre una nuova Commissione Elettorale ad Interim gli attuali membri devono poter essere riconfermati attraverso un processo trasparente, con una consultazione pubblica ed escludendo i candidati collegati alle milizie o responsabili di violazioni dei diritti umani.7. Rivedere gli incarichi nelle postazioni di sicurezza provinciali e distrettuali e assicurare che tutti i capi della polizia provinciale e, per quanto possibile, i capi della polizia distrettuale siano diplomati all'Accademia di Polizia.
8. Cominciare a programmare l'operatività dell'Assemblea Nazionale e dei Consigli provinciali e distrettuali, iniziando la costruzione del palazzo dell'Assemblea Nazionale; organizzare l'alloggio e il trasporto dei parlamentari, la selezione e la formazione dello staff parlamentare e costruire le strutture per i consigli provinciali e distrettuali.
9. Proseguire l'opera di disarmo, smobilitazione e reintegrazione delle milizie prima delle elezioni e di rigoroso rispetto dei principi contenuti nella Legge sui Partiti Politici, se necessario con il supporto della Forza Internazionale di Assistenza alla Sicurezza (International Security Assistance Force - ISAF) e delle forze di Coalizione.
Alla Commissione Unica per la Gestione delle Elezioni (Joint Electoral Management Body - JEMB) si raccomanda di:
10. Come priorità, definire e comunicare la data precisa delle elezioni di aprile 2005 per la Wolesi Jirga (Camera del Popolo), i consigli provinciali e distrettuali.11. Riaprire il processo di registrazione, in particolare nelle province dove si sono registrati meno voti alle presidenziali o un basso tasso di registrazione delle donne e creare una lista degli elettori, utilizzando il registro disponibile, i dati relativi ai votanti e i dati ottenuti attraverso il nuovo processo di registrazione.
12. Creare una commissione indipendente, composta dai rappresentanti della Commissione Afgana Indipendente sui Diritti Umani, della Commissione Elettorale ad Interim e dell'UNAMA, per verificare i ricorsi prima e dopo le elezioni da parte di candidati e elettori; la commissione dovrà rendere pubbliche le proprie decisioni e i risultati delle verifiche e dei rapporti con i candidati ed i partiti politici disponibili all'indagine.
13. realizzare le opportune misure, e tempestivamente, per regolare l'attività dei candidati parlamentari:
(a) impiego di osservatori internazionali e nazionali che non siano faziosi;
(b) misure di sicurezza visibili, in particolare nelle province remote e conservatrici, in modo da ridurre la minaccia di violenze sugli elettori, donne incluse;
(c) messa a disposizione di unità mobili per il voto nelle aree rurali cosicché il voto non sia ostacolato da problemi di viaggio;
(d) cabine elettorali separate per uomini e donne nelle aree conservatrici, con staff femminile.
Alle Nazioni Unite si raccomanda di:
14. Rendere prioritarie le operazioni di preparazione delle elezioni parlamentari, provinciali e distrettuali, in particolare prestando assistenza attiva e sostanziale nell'attività di rilevamento della popolazione, di nuova registrazione degli elettori, di demarcazione dei confini distrettuali e di organizzazione di una campagna di informazione pubblica.Ai Donatori ed alle Organizzazioni Intergovernative, si raccomanda di:
15. Spingere affinché le elezioni si celebrino nell'aprile 2005 e fornire tutto il supporto finanziario e logistico necessario perché vengano rispettate le date, in particolare allocando ed erogando fondi per:
(a) il rilevamento post-calcolo della lista dei residenti ed un censimento vero e proprio, da parte del Fondo ONU per la Popolazione (United Nations Population Fund - UNFPA) e dell'Ufficio Centrale di Statistica (CSO); i fondi dovranno garantire che l'UNFPA disponga di un numero di esperti in loco sufficiente a monitorare attentamente il lavoro del CSO;
(b) la registrazione di nuovi elettori prima delle elezioni parlamentari e la preparazione della lista degli elettori;
(c) una campagna di informazione pubblica vasta, che comprenda gli elettori di tutto il paese, l'educazione civica e con particolare attenzione verso quelle province che hanno visto il minor numero di donne votanti alle elezioni presidenziali.
16. Assicurare fondi sufficienti per l'impiego di osservatori internazionali per le elezioni parlamentari in ogni capoluogo di provincia e di distretto che sia stato dichiarato sicuro dal coordinatore della sicurezza dell'ONU.
17. Aiutare a costruire le competenze dei futuri legislatori afgani attraverso contatti diretti con altri parlamenti e scambi di delegazione.Alla NATO/ISAF ed alla Coalizione si raccomanda di:
18. assicurare l'impiego di truppe per la fase 2 dell'espansione ISAF, che coprirà l'Afghanistan occidentale, il completo dispiego prima delle elezioni parlamentari e battaglioni di intervento rapido in grado di dare rinforzi all'Esercito Nazionale Afgano ed alla polizia; si raccomanda anche di definire le tempistiche delle fasi 3 e 4, che copriranno il sud e l'est.
19. dare mandato all'ISAF ed alle Forze di Coalizione di supportare il processo di disarmo, smobilitazione e reintegrazione (DDR) attraverso il ritiro di artiglieria pesante, l'ispezione di depositi d'armi sospetti ed il rispetto degli accordi tra il ministero della difesa e l'UNAMA per il disimpiego di unità particolari delle Forze Militari Afgane (AMF).
20. avviare un'indagine sulle locazioni delle milizie non appartenenti all'AMF, nell'obiettivo di supportare il governo afgano nella smilitarizzazione dell'intero paese.
21. porre le distanze tra la Coalizione ed i comandanti delle milizie che hanno collegamenti con il traffico di droga ma stanno cooperando nelle operazioni anti-Talebani ed adottare nonché incoraggiare una strategia anti narcotici basata, nell'ordine su: divieto assoluto, rispetto della legge, sussistenza alternativa e sradicamento.Kabul/Bruxelles, 23 novembre 2004