SPRECATI MILIONI DI DOLLARI DESTINATI AD AIUTI UMANITARI?
ASHRAF GHANI: PIU' DEL 90% DELL'OLTRE UN MILIARDO DI DOLLARI IMPIEGATI DALLE NAZIONI UNITE NEL 2002 PER REALIZZARE CIRCA 400 PROGETTI IN AFGHANISTAN SONO STATI SOLDI SPRECATI


Aprile 2006. Da BBC news del 26/02/06, di Toby Poston. Traduzione di Elisa Costantini

Mentre più di 5000 unità dell’esercito britannico sono dispiegate in Afganistan, sta diventando chiaro che l’ordine pubblico è ormai solo uno dei tanti ostacoli che impediscono la ricostruzione.
Certo, la sicurezza continua ad essere il maggior motivo di preoccupazione per le associazioni umanitarie, che lo scorso anno hanno visto morire ben 30 dei loro collaboratori.
Ma in alcuni casi è la dispendiosa burocrazia di queste associazioni a frenare la ricostruzione di questo paese devastato dalla guerra. Questo è quello che sostiene Ashraf Ghani che, per conto dell’ Overseas Development Insitute (ODI), ha stilato un resoconto sullo sviluppo internazionale e la ricostruzione post-bellica.
L’opinione del signor Ghani, rettore dell’università di Kabul e ministro delle finanze dell’Afganistan dal 2002 al 2004, ha sicuramente un certo peso. Quando dice che milioni di dollari destinati agli aiuti sono andati sprecati, sia i paesi donatori che le organizzazioni umanitarie ne tengono conto.

Un totale spreco di denaro
Il signor Ghani sostiene che il governo di Kabul avrebbe potuto costruire una scuola con 40000 dollari, che è solo una piccola parte dei 250000 dollari sperperati da un’agenzia di aiuti internazionali che ha assunto il compito di costruire 500 scuole.
Questo divario originerebbe nel fatto che il governo afgano avrebbe assunto contraenti locali, mentre l’agenzia internazionale avrebbe speso l’80% dei fondi per assumere tecnici dall’estero.
Un altro esempio di sperpero di denaro, riporta ancora il signor Ghani, è dato dal costo dei lavori di ricostruzione della strada che porta da Kabul a Kandhar che il governo afgano aveva stimato essere circa 35000 dollari.
Alla fine la strada è stata però ricostruita da USAID, spendendo più di 190000 dollari.
E, il signor Ghani ribadisce, questi non sono casi isolati. Egli ha stimato che circa il 90% dell’oltre miliardo di dollari che è stato stanziato per circa 400 progetti delle nazioni unite in Afganistan nel 2002, è stato solo uno sperpero di denaro.

Più male che bene
L’oltre un miliardo di dollari in aiuti che è stato convogliato negli ultimi quattro anni in Afganistan non è stata meramente una questione di spreco. La sensazione del signor Ghani è che tutti questi soldi abbiano fatto più male che bene.
Con circa 2400 tra agenzie nazionali e internazionali, più tutte le altre organizzazioni non governative (ONG) che operano in Afganistan, il governo infatti fa seriamenete fatica a mantenere il suo personale.
Duecentottantamila impiegati statali del paese guadagnano in media 50$ al mese, mentre cinquantamila afgani lavorano per organizzazioni umanitarie, dove il personale viene pagato fino a 1000$ al mese. Il signor Ghani afferma testualmente: “Nei primi sei mesi del mio incarico da ministro delle finanze, il personale migliore mi è stato sottratto dalle organizzazioni d’aiuto internazionale, con l’offerta di salari quaranta, cento volte più alti di quanto ne potessimo offrire noi”.
Questo costituisce un danno per il governo, che si trova ad avere ridotta capacità di mantenere l’ordine e offrire servizi pubblici.

Un lavoro redditizio
Gli esperti dell’ODI in questo campo dicono che il signor Ghani ha ragione.
Anche loro dicono che l’Afganistan si sta riempiendo di imprenditori e consulenti che spesso semplicemente duplicano o rimpiazzano il lavoro che potrebbe esser fatto dal governo.
Afferma Clare Lockhart, ricercatrice all’ODI e già consigliere presso il ministero delle finanze afgano: “C’è la tendenza da parte delle organizzazioni delle Nazioni Unite e da parte delle ONG di imbarcarsi in mille piccoli progetti, per cui vengono richiesti personale e autisti stranieri”.
Clare Lockart spiega inoltre che questo personale costa più per le spese extra, come l’alloggio e il rimpatrio di quanto costi il loro servizio effettivo, ma, considerato il giro di soldi, non è affatto nel loro interesse passare le loro conoscenze a colleghi afgani.
Un’inchiesta del quotidiano americano Washington post (25 novembre 2005) ha evidenziato notevoli difetti nello sforzo di ricostruzione dell’Afganistan da parte degli USA, suggerendo che corruzione e inefficienze abbiano fatto sì che milioni di dollari andassero buttati in progetti inutili.
Tuttavia Clare Lockart sottolinea anche che alcuni progetti, come il programma di solidarietà nazionale, siano invece casi da cui prendere esempio.
Questo programma ha consegnato centinaia di milioni di dollari direttamente alle comunità locali, in modo che 13000 villaggi potessero autonomamente pianificare e realizzare la ricostruzione.
Voci critiche, come quella del signor Ghani, aiutano a garantire che nel futuro il governo e il popolo afgano abbiano un maggior controllo su come viene speso il denaro per gli aiuti.
All’inizio di questo mese il lancio dell’ “Afghan Compact initiative” ha visto stanziati per l’Afganistan dieci miliardi e mezzo di dollari per i prossimi cinque anni. Questo finanziamento è parte di un accordo in cui sia il governo afgano sia i suoi finanzatori esterni si impegnano a garantire progressi nell’ambito della sicurezza, sviluppo economico e miglioramento dell’amministrazione.
Il dipartimento britannico per lo sviluppo internazionale, pagando il 70% del bilancio annuo per gli aiuti direttamente al governo afgano, costituisce il più importante contribuente al bilancio degli aiuti esteri.
Questi fondi non hanno un’allocazione specifica ed è stata data la garanzia della loro erogazione almeno per i prossimi tre anni, dando così la possibilità al governo afgano di fare piani a lungo termine.