LA CORTE BRITANNICA CONDANNA UN SIGNORE DELLA GUERRA AFGHANO ACCUSATO DI ATROCI DELITTI
FINALMENTE LA PRIMA CONDANNA PENALE DI UNO DEI CRIMINALI AL POTERE IN AFGHANISTAN PRIMA DELL'AVVENTO DEI TALEBANI: UN PRECEDENTE STORICO PER I PROCESSI DA ISTITUIRE CONTRO I SUOI PARI CHE CONTROLLANO ANCORA IL PAESE


Settembre 2005. Da Press Association, 18 luglio 2005. Traduzione a cura di Esther Fabrizi

 

Un Signore della Guerra afghano è stato oggi condannato, a seguito del nuovo processo a suo carico presso la Old Bailey (Corte Penale Centrale, n. d. t.), per "atroci" campagne di tortura e rapimenti di ostaggi nella sua terra d’origine.
La corte ha potuto ascoltare dai testimoni che uno dei mezzi utilizzati da Zardad per mantenere il suo regime di terrore in Afghanistan, tra il 1992 e il 1996, consisteva nell’utilizzare un “cane umano” per aggredire le vittime.
Zardad è stato localizzato a Londra, dove è stato arrestato con l’accusa di aver organizzato la cattura di ostaggi e di averli torturati. Molte delle sue vittime – alcune a rischio della propria vita – hanno fornito le prove dall’ambasciata britannica a Kabul, nel corso di due processi innovativi.
Al termine del primo processo, l’anno scorso, i giurati non sono stati in grado di emettere un verdetto e il pubblico ministero ha stabilito che Zardad avrebbe dovuto essere processato nuovamente. Il costo totale del caso si stima che abbia superato i 3 milioni di sterline. I funzionari britannici hanno fatto molti viaggi in Afghanistan. Con la protezione di una scorta armata hanno localizzato le vittime di Zardad che si erano dichiarate disposte a testimoniare e hanno fatto in modo che queste potessero fornire le prove attraverso un collegamento video dall’ambasciata.
Zardad, 41enne, viveva in Gleneagles road, a Streatham, nella parte sud di Londra. Egli ha negato ogni responsabilità nel rapimento e nella tortura di ostaggi tra il 1992 e il 1996.
Dopo il rinvio a giudizio, il giudice, Justice Treacy, ha dichiarato ai giurati che erano stati coinvolti in “un caso difficile e di rilevanza storica”.
L'accusa ha sostenuto che Zardad e i suoi uomini avevano creato un regime di terrore tra la popolazione civile da lui controllata – “ e questo regime comportava inevitabilmente i crimini di rapimento e tortura”.
“Zardad controllava la strada che va da Kabul a Jalabadad, nella zona Sarobi, dove istituì dei check-point spietati”, ha dichiarato il procuratore generale Lord Goldsmith, giunto dinanzi alla corte per la prima volta dalla sua nomina come pubblico ministero all’inizio del processo.
“Riteniamo che sia la prima volta, per il diritto internazionale e di sicuro per il diritto inglese, che un paese persegua i reati di tortura e rapimento in simili circostanze”, ha osservato nel corso del primo processo, aggiungendo che era insolito per una corte penale britannica trattare un caso relativo a reati che non sono stati commessi nell’UK. "È ancora più insolito trattare questioni in cui né l’imputato, né le vittime siano soggetti inglesi. In ogni caso, vi sono dei crimini così efferati, che costituiscono un affronto tale alla giustizia, che possono essere giudicati in ogni paese”.
Al primo processo Lord Goldsmith avanzò l'accusa che un “cane umano” venisse tenuto in un buco e venisse aizzato contro i civili “mordendoli e attaccandoli per diffondere paura e terrore”. Ma durante il primo processo le prove che emersero a proposito del “cane” erano solo voci indirette.
Al nuovo processo, tuttavia, sono emerse altre prove: un testimone afghano ha dichiarato che un uomo noto come “il cane di Zardad” aveva morso un altro uomo al posto di blocco poichè quest’ultimo non era stato veloce a sufficienza nel distribuire uva ai soldati. “Gli uomini di Zardad usavano la violenza in modo indiscriminato e ingiustificato sui viaggiatori civili”, ha sostenuto l’accusa.
La corte ha avuto modo di ascoltare che gli uomini di Zardad “picchiavano, ferivano e persino sparavano ed uccidevano civili. Li catturavano e li imprigionavano. Li tenevano a scopo di ricatto o per scambiarli con altri civili presi ai check-point o altrove”. Un testimone ha riferito che era stato tenuto prigioniero per mesi e picchiato così spesso che la sua famiglia non era riuscita a riconoscerlo, al suo ritorno. Un altro ha raccontato di essere stato colpito con la baionetta e ha mostrato al giudice e alla giuria le cicatrici sulla gamba. Un ragazzo ha testimoniato d’aver visto torturare suo padre.
E' stato riferito alla corte che Zardad aveva lottato sia contro i russi che contro i talebani in Afghanistan. Zardad si è difeso dicendo che non aveva mai torturato nessuno e, anzi, aveva dato ordini contro i torturatori, e che non aveva organizzato rapimenti.
Zardad arrivò in Inghilterra nel 1998 con un passaporto falso, cominciò a vivere di sussidi e chiese asilo. Tuttavia, quando apprese che era indagato in Afghanistan, lasciò cadere la domanda di asilo. Fu localizzato nella sua casa di periferia nella parte sud di Londra da John Simpson, del programma “Newslight” della BBC. Il programma fu visto da un membro della commissione parlamentare per i diritti umani che ne informò il Ministero dell’Interno, il quale diede l’ordine agli agenti del nucleo anti-terroristico di indagare.
“Con questa sentenza, l’Ufficio del Procuratore della Regina ha dimostrato che non c’è nessun nascondiglio qui per torturatori o rapitori”, ha dichiarato il direttore della pubblica accusa, Ken MacDonald. “I nostri avvocati hanno lavorato senza posa per istruire questo processo – non risparmiandosi visite in Afghanistan – e hanno superato le difficoltà di provare crimini accaduti in un’altra nazione più di 10 anni fa. Le azioni di Zardad e dei suoi uomini furono orribili. Attraverso i nostri testimoni siamo stati in grado di parlare alla giuria del suo regime di terrore. Le vittime, molte delle quali ancora terrorizzate da Zardad, hanno mostrato grande coraggio nell’aiutarci a presentare il nostro caso.”