"DATEMI SICUREZZA
E IO TOGLIERO' IL MIO BURQA".
TRIPLICATE
LE VENDITE DI BURQA SOTTO IL NUOVO REGIME
febbraio 2002, da The News
International, 31/01/02. Traduzione di Birgit Max
Mazar-i-Sharif, Afghanistan
La caduta dei Talebani ha portato ad un inaspettato colpo di fortuna i proprietari di bancarelle a Mazar-i-Sharif, città al nord dell'Afghanistan: la vendita di burqas sta andando alle stelle.
Il burqa, l'abito copri-tutto, che le donne erano costrette a portare sotto i Talebani, era visto come simbolo dell'oppressione esercitata dal regime fondamentalista. Ma ora che i Talebani sono cacciati dal potere, le vendite non potrebbero andare meglio, diceva Udut Qarizada, divertito, dietro la sua bancarella al mercato Mandari nel centro di Mazar-i-Sharif, città principale nelle pianure del nord.
Sotto i Talebani ne vendevo circa 50 al giorno, ora fino a 120-140, diceva mentre la luce portata dal generatore elettrico andava e veniva come per segnalare che non tutto era perfetto.Lunedì e giovedì, quando i paesani scendono dalle circostanti montagne a questa città di circa 200.000 abitanti per fare compere, sono i giorni migliori per le vendite.
"Io vendo molti più burqas di prima perché adesso le donne sono libere di uscire da sole e di scegliersi loro il proprio abbigliamento," così un altro proprietario di bancarella, Karim Wahid di 28 anni. Lui tiene una scorta di 1.000 burqas in blue e bianco e diceva che ne vende 100-120 alla settimana in confronto ai 10 sotto i Talebani che sono stati cacciati via dalla città da truppe di terra dell' Alleanza del Nord il 7 di dicembre scorso.
Dopo la caduta delle leggi severamente applicate dai Talebani, secondo le quali le donne erano escluse dal lavoro e non potevano uscire se non in compagnia di un uomo parente, adesso Wahid si trova a vendere e a guadagnare molto di più.A distanza di alcuni isolati nel suo ufficio il sindaco ed ex-combattente Ishaq Raeguzar diceva che una delle prime direttive dopo la fuga dei Talebani era di permettere alle donne di lavorare in qualsiasi campo compreso quello degli uffici pubblici.
Questa direttiva più l'arrivo di aiuti internazionali, la presenza di tante organizzazioni umanitarie e il ritorno di rifugiati dall'Iran e dal Pakistan hanno dato una piccola spinta all'economia.
Scuole per ragazze, musica e diversivi, tutto proibito sotto i talebani e la loro interpretazione puritana dell'Islam, sono riapparsi nella città ringiovanita, ma per ora il burqa rimane essenziale per la maggioranza delle donne.
"Datemi sicurezza e io toglierò il mio burqa" diceva la quarantenne Nasrim. Nascosta dietro il suo bianco abito, con una piccola rete davanti agli occhi attraverso cui guardare, raccontava di crimini da parte dei soldati che controllano la città dopo i Talebani e prima dell'arrivo di truppe straniere.