PALADINE DELLA LIBERTA'
SI
FA CHIAMARE TAHMEENA FARYAL E LOTTA PER MIGLIORARE LA VITA DELLE
DONNE IN AFGHANISTAN, DOCUMENTANDO LE SOFFERENZE INFLITTE LORO
DAL REGIME TALEBANO.
dicembre 2001. New York, 30
ottobre. Traduzione di Giovanna Gagliardo
Per il suo impegno Faryal, così come tutte le altre donne dell'Organizzazione rivoluzionaria delle donne afghane (RAWA) è l'oggetto di un fatwah, o editto religioso, emanato dai talebani e che prescrive la sua condanna a morte.
Ospite della trasmissione Good Morning America, Faryal si è detta consapevole dei rischi che corre a causa della sua attività, ma allo stesso tempo ha chiaro il bisogno di documentare la situazione delle donne in Afghanistan. Per proteggere la propria identità, durante le interviste usa un nome fittizio ed indossa un velo.
Faryal ha raccontato la agghiacciante esecuzione, nel 1999, di una donna accusata di aver ucciso il proprio marito che la maltrattava. La donna non era stata sottoposta a nessun processo, e la famiglia del marito l'aveva perdonata perché aveva sette figli. Ma i talebani ordinarono ugualmente la sua morte perché "era troppo colpevole per essere perdonata".
L'esecuzione è stata ripresa in segreto da un membro di RAWA; il filmato mostra come la donna venga fatta scendere da un veicolo e fatta inginocchiare. Poi un guerriero talebano le spara nella nuca con un fucile automatico.
"Quando i membri di RAWA hanno visto come venivano fatte morire le donne nello stadio pubblico" ha detto Faryal "hanno capito che se fossero state arrestate con quella cassetta sarebbero state uccise immediatamente in quello stesso stadio".
Il sito web del gruppo, RAWA.org, documenta anche altre esecuzioni commesse dai talebani, compresa la lapidazione di una donna in uno stadio nel maggio 2000.
Donna dell'anno
Faryal, che lunedì sera ha ricevuto il premio di donna dell'anno dal Glamour magazine, lavora per RAWA al di fuori del Pakistan. E' stata negli Stati Uniti per una campagna in favore delle donne afghane.
Dopo gli attacchi terroristici dell'11 settembre, RAWA ha cercato di attirare l'attenzione mondiale sulla situazione delle donne afghane.
RAWA è stata fondata a Kabul, capitale dell'Afghanistan, nel 1977, due decenni prima che i talebani arrivassero al potere. La fondatrice, la poetessa femminista Meena Keshwar Kamal, è stata assassinata nel 1987.
Il gruppo, che attualmente ha circa 2000 membri e la sede in Pakistan, è nato lottando per un governo democratico in Afghanistan. Dopo l'invasione sovietica del 1979, e durante la guerra civile che ne è seguita, il gruppo ha continuato a fornire istruzione e servizi sanitari alle donne ed ai bambini afghani.
Adesso si batte contro i talebani, la setta estremista islamica che dalla sua entrata al potere nel 1996 ha virtualmente cancellato le libertà delle donne afghane.
Prima che i talebani prendessero il potere, le donne avevano il diritto all'istruzione, erano rappresentate nel governo e potevano lavorare fuori casa. Il 40% dei medici del Paese erano donne.
Vivere sotto il regime talebano
Sotto il regime talebano le donne non hanno il permesso di lavorare o ricevere un'istruzione. Possono comparire in pubblico soltanto se sono accompagnate da un parente maschio ed indossano la burqa, il mantello che le copre dalla testa ai piedi, nascondendo anche il viso. Sotto il regime talebano le donne non possono ridere, parlare a voce alta in pubblico, fare rumore quando camminano. Se si truccano o mostrano le caviglie rischiano di essere frustate.
RAWA organizza scuole segrete per ragazze ed aiuta a gestire ambulatori medici clandestini, con medici ed infermiere donne, a cui i talebani hanno vietato di lavorare negli ospedali afghani.
Nascondendo le telecamere sotto le burqa riescono a documentare le azioni di violenza commesse dai talebani sulle donne. I video e le informazioni sul gruppo sono disponibili sul sito web.
Svolgere tutte queste attività nel territorio occupato dai talebani è estremamente pericoloso. Molte donne sono state arrestate, e la punizione decretata dai talebani per la partecipazione a RAWA è la morte per lapidazione. Quando Faryal porta avanti il suo lavoro a favore delle donne, è sempre sorvegliata ed in clandestinità.
Durante la cerimonia di premiazione di Glamour, Faryal ha letto una poesia scritta da Kamal, la fondatrice di RAWA. L'originale è in persiano, e potrebbe tradursi così: "Sono la donna che si è svegliata. Ho trovato la mia via e mai tornerò indietro"