SPARGERE I SEMI DELLA
RIVOLUZIONE.
TRADUCIAMO
UNA BELLISSIMA INTERVISTA RILASCIATA IN GIAPPONE DA UN MEMBRO
DI RAWA CHE CHIARISCE LA POSIZIONE DELLE DONNE DI FRONTE AL NUOVO
GOVERNO.
febbraio 2002, di Stephanie
Coop, The Japan Times, traduzione di Sandra Grieco
La fine del regime talebano significa forse che la popolazione afgana piò ora guardare a una nuova era di pace e libertà? Non secondo la Revolutionary Association of the Women of Afghanistan, convinte che se tutti i gruppi fondamentalisti del paese non vengono disarmati sicuramente si arriverà a una replica della brutalità e del caos del periodo pre-talebano. Il Japan Times ha parlato con Mariam Rawi, membro del RAWA, delle loro attività e della crisi in Afghanistan durante la sua visita a Tokyo all'inizio del mese, dove ha ricevuto a nome del gruppo l'Asian Human Rights Award per il 2001[DIDASCALIA FOTO PRIMA PAGINA: Come altri membri del gruppo, Miriam Rawi, portavoce del RAWA, usa uno pseudonimo e nasconde il volto nelle foto a causa delle continue minacce da parte dei fondamentalisti.]
Da che ambiente proviene? Come si è avvicinata a RAWA?
Sono nata a Kabul nel 1974. Mio padre, combattente per la libertà contro i russi, è stato ucciso quando avevo 9 anni. Anche molti dei miei zii e cugini sono stati arrestati o uccisi dal regime fantoccio. Non ho fratelli perciò, dopo la morte di mio padre, mia madre, le mie quattro sorelle e mia nonna sono rimaste sole. Come molte altre famiglie, abbiamo abbandonato l'Afganistan e siamo andate in Pakistan, in un campo rifugiati a Quetta, una città vicina al confine afgano. Ho vissuto nel campo senza alcun accesso all'istruzione per due anni, ma poi sono riuscita a frequentare una scuola gestita da RAWA. Dopo essermi laureata ho continuato a lavorare con RAWA.Cosa significava studiare nella scuola di RAWA?
Ero molto felice lì. Le insegnanti lavoravano parecchio ed erano gentili, e cercavano di fornirci il massimo delle opportunità. Oltre a studiare le materie normali, facevamo lezione di presa di coscienza politica, e c'era tempo per praticare sport, guardare qualche buon film e altri svaghi.Ho incontrato Meena, la fondatrice di RAWA, molte volte a scuola. Mi ha fatto una profonda impressione; era molto amichevole e confidenziale con tutti, compresi noi bambini. Ero troppo piccola per comprendere i risvolti politici delle cose, ma capivo che era una leader, e che aveva sacrificato tutto per dedicare tutto il suo tempo al lavoro con RAWA.
Ho visto che non ha il capo coperto: lei è musulmana? E le altre donne di RAWA?
Sono musulmana, sì, come lo sono le altre donne. Ma per noi la religione è una faccenda personale. RAWA ha rapporti stretti con molte altre organizzazioni e sostenitori individuali nel mondo, con persone di molte nazionalità e religioni. Ci aiutano in vari modi, e naturalmente noi rispettiamo la loro religione. Il novantanove per cento della popolazione afgana è musulmana, e noi stesse siamo tutte musulmane e rispettiamo la religione del nostro popolo.C'è una ragione particolare per cui usate la parola "rivoluzionaria" nel vostro nome?
(Ride) "Rivoluzionario" è una parola che spaventa tutti. Ma noi crediamo che in quanto organizzazione indipendente, politica e sociale di donne, in quanto l'unico gruppo di donne che combatte contro il fondamentalismo in una società arretrata e dominata dagli uomini, noi stiamo facendo lavoro rivoluzionario. Ma l'arma che usiamo è l'istruzione, non la violenza; ecco come possiamo cambiare la mentalità dei nostri uomini, delle nostre donne e della prossima generazione.RAWA ha sempre condannato tutti i gruppi fondamentalisti e si è rifiutata di scendere a compromessi con loro; siete mai state criticate perché troppo estremiste?
Sì, naturalmente, ma noi siamo la voce della nostra gente, soprattutto la voce delle nostre donne. Ciò che loro provano e ciò che loro dicono è molto più forte di quello che dice RAWA. Se va ad intervistare una donne comune, il cui figlio è stato ucciso da una delle fazioni, il cui marito è stato ucciso, la cui figlia è stata stuprata, che ha perso tutto, e a cui poi non è stato permesso di avere un lavoro, e che è stata costretta a prostituirsi o a cominciare a mendicare per le strade per poter sopravvivere, ciò che lei prova e dice non può neanche essere paragonato alle nostre posizioni.
La vostra decisa posizione antifondamentalista vi rende pericoloso lavorare in Pakistan?
Sì, abbiamo molti problemi di sicurezza lì. Il governo pakistano ha riconosciuto i talebani e appoggia i gruppi fondamentalisti. Abbiamo ricevuto minacce di morte e siamo state attaccate, picchiate ed arrestate quando abbiamo cercato di fare manifestazioni pacifiche. Persino quando vendiamo le nostre pubblicazioni, in genere la polizia pakistana ci disturba, e cercano sempre di seguirci per scoprire i nostri indirizzi e contatti. Ecco perché non possiamo aprire una sede ufficiale di RAWA.Quanto ha inciso nel lavoro di RAWA la campagna militare statunitense?
Abbiamo dovuto temporaneamente interrompere il nostro lavoro in alcune zone interne dell'Afghanistan, per via dei problemi di sicurezza e del pericolo di attacchi statunitensi. Abbiamo anche avuto problemi per via della crescente pressione da parte talebana prima della loro caduta; a Kabul, per esempio, prima di essere costretti a ritirarsi non facevano altro che perquisire le case, perciò era troppo pericoloso per noi continuare con le nostre attività.Nel frattempo, il nostro lavoro dall'altro lato del confine è diventato molto più difficile. Siamo state molto occupate a concedere interviste e ad accompagnare i giornalisti a visitare i nostri progetti e i campi rifugiati. Oltre a questo, abbiamo fornito rifugio, cibo, coperte e medicine ai rifugiati appena arrivati, e li abbiamo aiutati a varcare il confine, cosa non facile. Prima di venire qui ho passato una settimana nel campo rifugiati di Jalozai, vicino a Peshwar, per aiutare a distribuire provviste di RAWA.
Com'è la situazione in quel campo?
A partire da settembre, 100.000 rifugiati sono arrivati a Jalozai e ad Akora Khatak un altro campo vicino Peshwar che è molto di più del normale. Nei campi fa molto freddo perché l'unico riparo sono le tende di plastica, e non c'è né acqua né elettricità. La gente deve varcare le montagne a piedi per arrivarci, e quando arrivano in genere sono ammalati per via del freddo e per aver camminato per così tanto tempo. Molte donne hanno aborti durante il viaggio, e molti bambini muoiono.I rifugiati in questi campi hanno lasciato l'Afganistan a causa dei bombardamenti statunitensi?
Sì, molti sono scappati dai bombardamenti, naturalmente, ma ce n'erano anche parecchi da Kabul, fuggiti per paura dell'Alleanza del Nord.I media hanno presentato l'Alleanza del Nord come i liberatori dell'Afghanistan; è così che la gente comune vede la situazione in Afghanistan?
Io ritengo che i media mondiali, soprattutto quelli occidentali, abbiano sempre giocato un ruolo molto negativo nei confronti dell'Afganistan. Per un periodo piuttosto lungo l'Afganistan è stato completamente dimenticato. Poi, dopo l'11 settembre, i media di sono concentrati sull'Afganistan, ma in modo assai negativo, poiché parlavano come se i talebani fossero l'unico problema e dimenticavano i quattro anni, fra il 1992 e il 1996, in cui l'Alleanza del Nord, con il nome di Stato islamico dell'Afghanistan, ha controllato Kabul.Quei quattro anni furono uno dei periodi più bui della nostra storia. Diversi gruppi armati controllavano molte parti del paese, e usavano missili e bombe gli uni contro gli altri, e contro la nostra stessa gente. Solo per vendetta, quando un gruppo all'opposizione conquistava una nuova zona, stuprava le donne, uccideva uomini, donne e bambini, saccheggiava le case e giustiziava la gente. Molte giovani ragazze si sono suicidate perché avevano paura di essere stuprate, o sono state uccise dopo essere state violentate, e molte donne sono state sequestrate. Non c'era nessuna sicurezza.
Più di 50.000 persone sono state uccise a Kabul durante quei quattro anni, ed il mondo se ne è completamente dimenticato. E' interessante che i media abbiano parlato della distruzione delle statue di Buddha da parte dei talebani, ma non parlano del fatto che sono stati innanzitutto i gruppi dell'Alleanza del Nord a distruggere completamente e saccheggiare il Museo di Kabul. La gente, soprattutto le donne, non dimenticherà e non perdonerà i crimini e le atrocità commesse dai fondamentalismi in quei quattro anni.
Dovremmo ricordare che nel 1996 i talebani sono stati ben accolti dal nostro popolo, perché aveva sofferto per più di quattro anni le atrocità dei gruppi dell'Alleanza del Nord e credeva che i talebani portassero pace e sicurezza. Naturalmente, abbiamo imparato presto che non erano diversi dai loro fratelli dell'Alleanza del Nord.
Ora sta ricominciando tutto da capo, via via che l'Alleanza del Nord acquista potere. Non c'è assolutamente alcun segno di pace e sicurezza. Perciò come facciamo a dire che i talebani e l'Alleanza del Nord sono diversi? RAWA è ancora costretta ad operare in clandestinità in Afghanistan, perché le condizioni di base sono le stesse; i fondamentalisti sono ancora al potere e sono bel consapevoli del nostro contributo alla denuncia dei loro crimini.
Come ha reagito la gente comune alla campagna militare statunitense?
E' una questione molto difficile per la nostra gente, perché da un lato hanno patito orribili sofferenze a causa dei talebani ed eravamo felici di vedere la fine del loro governo, ma d'altro lato hanno anche sofferto a causa degli attacchi statunitensi, che hanno comportato la morte di centinaia di vittime innocenti. Avete visto che la gente non ha reagito all'attacco come se fosse un'aggressione, come accadde con l'invasione russa. I talebani annunciarono ovunque che si trattava di una jihad contro un'aggressione straniera e che gente dove comportarsi come aveva fatto con i russi, ma tutti si sono messi a ridere. Per loro era stupido combattere contro l'America, perché era ovvio che gli Stati Uniti volevano la fine del governo talebano.Ma sappiamo anche che quella situazione era il risultato di politiche disumane ed ingiuste di paesi stranieri come gli Stati Uniti e altri paesi occidentali, insieme alla Russia, all'Iran, al Pakistan e all'Arabia Saudita, che nel corso degli anni ha fornito un grande aiuto e supporto ai gruppi fondamentalisti. Questi ultimi hanno preso il potere, hanno conquistato l'Afghanistan, ed ovviamente sono finiti fuori controllo. Forse il governo statunitense non ha mai pensato che da una sua stessa creazione sarebbe sorto un pericolo; forse pensava che le atrocità si sarebbero limitate all'Afghanistan, che solo le donne afgane avrebbero sofferto, che soltanto in Afghanistan ci sarebbero state distruzioni.
Ma come abbiamo visto, sono riusciti anche a distruggere il World Trade Center a New York. Il governo statunitense sembra essersi completamente dimenticato che sono stati i gruppi dell'Alleanza del Nord lo Stato Islamico dell'Afghanistan che ha preceduto il regime dei talebani ad accogliere Osama Bin Laden in Afghanistan e a fornirgli un passaporto afgano. Noi crediamo che se verrà dato un qualche appoggio all'Alleanza del Nord, o se gli verrà offerta una qualche possibilità, nel futuro ci sarà un altro Bin laden e un'altra rete di al-Qaeda.
Vede un futuro migliore per le donne afgane, adesso che i talebani hanno perso il potere?
E' ovvio che il problema che devono affrontare le donne afgane è il fondamentalismo stesso non solo se devono o meno indossare la burqa o se possono andare al cinema. E quelli dell'Alleanza del Nord sono fondamentalisti.
La differenza fra l'Alleanza del Nord e i talebani riguardo ai diritti delle donne è che l'Alleanza del Nord ha perpetrato i suoi crimini e le brutalità contro le donne senza pubblicizzarli, mentre i talebani li hanno resi leggi ufficiali. Per esempio, quando l'Alleanza del Nord, che è stata la prima a definire le scuole femminili "cancelli verso l'inferno", era al potere, molte donne avevano paura ad andare a scuola o a lavorare, perché temevano di essere sequestrate o stuprate. Ma quando sono arrivati i talebani, questi hanno dichiarato ufficialmente e a chiare lettere che le donne non potevano uscire da casa, o lavorare, o avere un'istruzione.
Adesso è di moda parlare di diritti delle donne, ed è per questo che persino i capi dell'Alleanza del Nord parlano di democrazia e di diritti delle donne, ma noi non crediamo che abbiano cambiato atteggiamento.
RAWA è stata invitata ai recenti negoziati di Bonn?
Sì, una dei nostri membri è stata invitata a far parte della delegazione del re. Ma non le è stato consentito di registrarsi ufficialmente con il nome di RAWA per via della pressione dei fondamentalisti presenti nelle altre tre delegazioni, e persino di alcuni nella delegazione del re. Noi abbiamo sempre detto chiaramente che intorno al re ci sono molte persone che cercano il compromesso con i gruppi fondamentalisti, che li temono, e che hanno paura di slogan come democrazia e secolarismo in Afghanistan.
Lei crede che l'inclusione di donne nei negoziati e la scelta di inserire due donne nel governo provvisorio contribuirà a migliorare la situazione delle donne in Afghanistan?
Le donne che entrano a far parte di un governo, in qualunque parte del mondo, rappresentano un cambiamento positivo, naturalmente, e possono rappresentare l'inizio di un cambiamento ancora più positivo in futuro. Ma noi crediamo che l'unica misura per giudicare se qualcuno abbia la qualifica di vera rappresentante delle donne afgane è l'essere chiaramente e decisamente contro il fondamentalismo, perché questo è il peggior nemico delle donne. E sfortunatamente molte donne che hanno preso parte ai negoziati o fanno compromessi con i fondamentalisti, o hanno con essi collegamenti diretti, come Amena Afzali, che era nella delegazione dell'Alleanza del Nord.
Sima Samar, la nuova ministra per le Questioni Femminili, è membro del Comitato Cantrale di Hezb-e-Wahdat, il Partito Unito, che è un gruppo fondamentalista di etnia Hazara, uno dei più brutali ed odiati, appoggiato dal governo iraniano e basato nell'Afghanistan centrale. Perciò come fa ad essere autenticamente rappresentativa di tutte le donne, avendo una tale posizione in quel partito? Per rappresentare le donne, non basta essere una donna. Certo, lei è di sesso femminile, ma non è antifondamentalista, e per essere autenticamente rappresentativa delle donne devi essere contro il fondamentalismo, cosa che sfortunatamente lei non è.
La copertura che le hanno dato i media è stata molto positiva, dicendo che gestisce un ambulatorio in Pakistan, dove è considerata un'eroina locale tra le persone con cui lavora; non si è fatto alcun accenno ai suoi legami con i fondamentalisti.
Be', abbiamo molti documenti sui suoi viaggi per conto di quel partito, e copie di almeno due interviste in cui è presentata come membro del Comitato Centrale dello United Party. Abbiamo anche spezzoni filmati in cui la si vede seduta a discutere con i leader dell'UP. E' molto nota in Europa e in America ed ha molti aiuti, molti fondi da parte di parecchie ONG (organizzazioni non governative), ma la gente non sa che ha collegamenti con i gruppi fondamentalisti.
Naturalmente, se gestisci un ospedale, che tu sia fondamentalista o meno, la gente vuole venire lì per curarsi. E dato che lei è Hazara, e lavora soprattutto con la gente Hazara, loro si fidano più facilmente di lei. Ma la cosa importante è la sua posizione politica, e politicamente lei sta dalla parte dei fondamentalisti.
Secondo RAWA, cosa dovrebbe fare la comunità internazionale a livello politico per l'Afghanistan? Lei crede che il governo provvisorio riuscirà a portare la pace nel paese?
Noi abbiamo sempre sostenuto che le Nazioni Unite, il governo statunitense e gli altri paesi occidentali devono smettere di appoggiare i gruppi fondamentalisti e i paesi in grado di fare pressione, come il Pakistan, devono smettere di appoggiare i gruppi fondamentalisti, ma sfortunatamente non ci hanno mai dato ascolto. Già nel 1981, quando Meena era in Europa, diceva che i fondamentalisti erano più pericolosi dei russi. Ed oggi abbiamo la prova di quanto diceva.
Vanno immediatamente inviati in Afghanistan dei contingenti di pace; altrimenti finirà come prima, e i negoziati si dimostreranno una perdita di tempo. I gruppi fondamentalisti debbono essere disarmati, e i loro capi dichiarati criminali di guerra e giudicati da un tribunale internazionale. Il mondo intero sta chiedendo l'arresto di Bin laden e dei talebani perché riconosciuti responsabili dei terribili attacchi contro gli Stati Uniti e della morte di (più di 3.000) americani, ma i capi dell'Alleanza del Nord sono responsabili della morte di almeno 50.000 afgani, e noi crediamo che anche queste vittime meritino giustizia.
La comunità internazionale non dovrebbe cercare di far collaborare fra loro i leader fondamentalisti. Hanno commesso orribili atrocità anche quando erano deboli e divisi; se diventano più forti e più uniti, che cosa faranno? Tutti i tentativi di unire questi nemici e renderli l'unica alternativa non è affatto una buona soluzione; significa sempre la stessa cosa, indirettamente se non direttamente, cioè essere contro il nostro popolo.
L'Alleanza del Nord è al momento la maggiore forza militare, e hanno conquistato delle posizioni nel governo provvisorio: il Ministero dell'Interno, il Ministero degli Esteri e il Ministero della Difesa. Ecco perché affermiamo che la nostra unica speranza è nell'ONU e nel ruolo che svolgerà. Se lascerà l'Afghanistan in questa situazione e si limiterà a dire, OK, ecco il vostro nuovo governo, noi siamo assolutamente convinte che ci sarà di nuovo guerra e combattimenti e si ripresenterà la stessa situazione del passato.
Ha qualche messaggio per i lettori giapponesi?
Siamo molto felici di aver ricevuto l'Asian Human Rights Award per il 2001, ma riceveremo il premio più prezioso quando il popolo giapponese si rifiuterà di appoggiare il fondamentalismo in Afghanistan. Noi crediamo che la lotta in cui siamo impegnate sia di fatto una lotta per tutte le donne e gli uomini che amano la libertà e la democrazia nel mondo, e non vinceremo senza il vostro aiuto.
Alcune informazioni su RAWA
RAWA è stata fondata nel 1977 per lottare a favore dei diritti delle donne, del secolarismo e della democrazia in Afghanistan. Ha avuto un ruolo attivo nella resistenza contro le forze di occupazione sovietiche negli anni '80, organizzando manifestazioni e incontri nelle scuole e nelle università a Kabul, per mobilitare l'opinione pubblica. Ha fondato scuole e servizi sanitari per assistere le migliaia di profughi afgani in Pakistan.Nel 1981 ha cominciato a pubblicare Payam-e-Zan (La Voce delle Donne), una rivista a favore dei diritti delle donne e di denuncia delle violazioni di diritti umani da parte dei gruppi fondamentalisti afgani. Il successo delle attività ha attirato l'ostilità delle sia delle autorità che dei fondamentalisti religiosi. La fondatrice di RAWA, Meena, è stata assassinata dal KGB in Pakistan nel 1987.
Dopo la caduta del governo fantoccio appoggiato dai russi, RAWA si è concentrata sulla lotta al fondamentalismo, che considera il maggior nemico delle donne afgane. Ha documentato abusi da parte del governo dell'Alleanza del Nord fra il 1992 e il 1996 e, recentemente, dall'appena spodestato regime talebano. RAWA gestisce scuole segrete, programmi di alfabetizzazione e servizi sanitari mobili in Afghanistan, per aiutare le donne ad acquisire consapevolezza dei propri diritti e fornire un'assistenza medica di cui si ha estremo bisogno.
Nonostante gravi limitazioni finanziarie, il gruppo è riuscito a mantenere in funzione i programmi sociali in Pakistan e in Afghanistan, anche se in Afghanistan è costretto a lavorare in clandestinità per i persistenti problemi di sicurezza.
Per maggiori informazioni, consultate il sito web www.rawa.org.