"CI SENTIVAMO
PIU' SICURI SOTTO I TALEBANI", DICHIARANO GLI ABITANTI DI
KABUL
AFP
(TRAMITE L'HINDUSTAN TIMES, 25 GENNAIO 2002
febbraio 2002, Traduzione
di Diana Girardelli
AFP a Kabul: a sole due settimane dall'abbandono di Kabul, gli Afghani dichiarano che si sentivano più protetti sotto il rigido comando militare talebano ora sconfitto piuttosto che sotto il governo provvisorio, basato sulla divisione dei poteri, che lo ha sostituito.
Uccisioni, furti e razzie nella capitale, scontri tra fazioni a nord e a sud del paese, situazione instabile a Kandahar ed episodi di terrorismo sulle strade che collegano i centri principali cominciano a corrodere l'ottimismo che aveva accolto l'inaugurazione del periodo di interim nell'amministrazione del paese il 22 Dicembre.
Francesc Vendrell, funzionario in pensione delle Nazioni Unite, ha dichiarato che "c'era motivo di preoccuparsi" circa la situazione della sicurezza in Afghanistan. "Ci sono centinaia di migliaia di persone armate" ha detto Vendrell, sostituto dell'inviato speciale delle Nazioni Unite in Afghanistan, Lakhdar Brahimi.
Ha aggiunto che la situazione nel sud del paese era ancora "poco chiara" e che sarebbero servite fino a 30.000 truppe internazionali per proteggere le città, i centri urbani principali e le strade accidentate che costituiscono i principali collegamenti nel paese distrutto dalla guerra.
L'International Security Assistance Force (ISAF), che dovrebbe proteggere il nuovo governo provvisorio nei sei mesi di durata e che è presente solo nell'area di Kabul, è limitata a 4.500 truppe. A Kabul, dove c'è ancora il coprifuoco notturno, si sentono spari ed esplosioni durante la notte. Gli abitanti hanno dichiarato che solo mercoledì sono state uccise tre persone. Il portavoce John Kincannon ha riferito che la settimana scorsa un "ordigno incendiario" è esploso contro una delle mura che circondano la sorvegliatissima Ambasciata degli Stati Uniti a Kabul, senza però causare alcun danno.
Le fonti diplomatiche hanno dichiarato che a Kabul si è verificata una crescita di instabilità. "Questo è chiaro", ha detto un diplomatico, aggiungendo che in Afghanistan ci sono circa 700.000 persone armate. "Hanno la cultura del Kalashnikov. Non vogliono gettare le armi".
In alcune parti della città l'accesso è assolutamente vietato e gli abitanti la sera si barricano in casa. "Le persone non si sentono al sicuro, per questo hanno accolto positivamente la presenza dell'ISAF", ha detto il diplomatico.
Il capo della polizia di Kabul, Abdul Basir Khan Salangi ha negato che la città fosse non protetta, aggiungendo che chi dichiarava il contrario erano "nemici e persone che vogliono diffamare il nuovo governo".
Ha continuato dicendo che la polizia afghana aveva il controllo totale della situazione. Ha però riconosciuto che la sicurezza della città lo soddisfaceva "solo al 10%", e che le sue forze armate erano costituite solamente da 12 veicoli di pattuglia, quando ne sarebbero serviti circa 250.
Questa settimana sono aumentate le preoccupazioni per la sicurezza in altre zone del paese, quando Syed Noorullah, sostituto del generalissimo di etnia uzbeca Abdul Rashid Dostam, ha dichiarato che alcuni scontri erano sorti negli ultimi giorni dalle parti di Qala-e-Zal, 60 km a nord-est di Kunduz.
Una fonte dei servizi segreti ha riferito che giovedì scorso, nella città sud orientale di Khost, i capi di due tribù rivali sono stati responsabili di una lotta che minacciava di trasformarsi in un combattimento vero e proprio