Le torture filmate con i cellulari
Le
immagini, girate con un cellulare, raccontano di pestaggi, botte, insulti
ad opera degli uomini di Kadirov, il premier ceceno, filo-russo. Di Nico Guzzi
(Fonte: www.warnews.it). REDS - Settembre 2006.
La Cecenia torna ad essere visibile agli occhi dell'informazione
mondiale anche meno attenta grazie ad un orribile e crudele video che ha diffuso
il New York Times sul proprio sito web. Si tratta di una donna cecena di 23
anni trasferitasi a casa di una zia dopo che il marito l'aveva accusata di
adulterio.
La polizia russa, come accade ormai da anni, apparentemente senza motivo,
l'aveva prelevata e rinchiusa in una cella. Le immagini, girate con un cellulare,
raccontano di pestaggi, botte, insulti ad opera degli uomini di Kadirov, il
premier ceceno, filo-russo; la donna è stata poi rasata e la sua testa
dipinta di verde, colore che rappresenta l'islam, sulla fronte è stato
infine disegnato il simbolo della guerriglia cecena ed in questo modo è
stata costretta a farsi vedere anche in pubblico.
Il filmato dimostra molto nitidamente le violenze che ancora si perpetrano
in Cecenia nonostante la guerra finita da tempo. Repubblica afferma che sarebbe
ormai da mesi che tra la milizia di Kadyrov si è diffusa questa turpe
abitudine di riprendere le torture con i cellulari e scambiarsi i video, come
fosse un qualsiasi altro passatempo. In uno di questi appare la testa mozzata
di un presunto terrorista esposta su un palo nel villaggio di Kurchaloi, poi
usata per una partita a calcio tra soldati ed infine appoggiata sul bancone
di un bar, coperta con un cappello e con una sigaretta tra le labbra.
Il dramma dei diritti civili calpestati sembra tutt'altro che risolto; proprio
il 30 Agosto infatti, come riferisce Prague Watchdog in un articolo di Ruslan
Isayev, un centinaio di donne hanno manifestato nella capitale Grozny contro
le sparizioni, le catture e le detenzioni illegali dei propri familiari.
Tutte insieme a tenere tra le mani le foto dei propri figli, mariti dei quali
aspettano invano notizie ufficiali dal governo e dalle forze di polizia. Le
autorità appaiono indifferenti al problema nonostante i numerosissimi
incontri svolti tra le parti coinvolte in questo tragico giro di vite fantasma.
I problemi che si presentavano di fronte alla popolazione e all'esercito regolare
dopo i cosiddetti accordi di Khasavyurt del 31 Agosto 1996, che avevano segnato
la fine della prima guerra russo-cecena e dato vita ad una pace precaria durata
fino all'autunno del 1999 (inizio del secondo conflitto), sembrano essere
rimasti in tutta la loro gravità.
Bisogna sottolineare però che proprio il 28 luglio scorso l'Onu, per
voce dello stesso Kofi Annan, ha annunciato che è stato declassato
dal quinto livello (detto anche di evacuazione e tale dal 5 Marzo 1999) al
quarto il livello di allarme in Cecenia.
Una notizia positiva in quanto, al di là delle valutazioni sulla situazione
di fatto, ciò permetterà all'Onu di riaprire propri uffici sul
territorio ceceno, con la conseguente possibilità di maggior coordinamento
ed implementazione di piani di sviluppo e stabilizzazione, inserendosi nel
complesso rapporto tra autorità locali con cui collaborare e popolazione.
Proprio da quest'anno diverse organizzazioni dipendenti dalle Nazioni Unite
e 13 non-governative hanno iniziato a spendersi in accordo con le amministrazioni
locali.
E' dunque doveroso non sottovalutare il futuro stanziamento dell'Onu sul territorio
ceceno non solo per gli aiuti che potrà offrire e migliorare, ma anche
per l'opportunità di osservare da vicino ciò che accade esattamente.