Messaggio
al popolo israeliano ed ebreo.
Pubblichiamo
una lettera aperta indirizzata al popolo di Israele e firmata da 130 Palestinesi,
molti dei quali hanno sostenuto in passato gli accordi di Oslo. Ora tutti
si dissociano dal "processo di pace", perché pensano che
stia portando al disastro. Da AIC. Luglio 2000.
Qui di seguito il testo di una lettera aperta
indirizzata al popolo di Israele e firmata da 130 Palestinesi, tra intellettuali,
artisti e accademici che vivono in Palestina e all'estero, molti dei quali
hanno sostenuto in passato gli accordi di Oslo. Messaggio al Popolo Israeliano e Ebreo Noi, i sottoscritti intellettuali palestinesi,
indirizziamo ad Israele e al popolo ebreo questo messaggio, chiarendo il nostro
punto di vista sull'attuale processo di pace. La maggioranza dei Palestinesi pensava che la
pace si sarebbe basata su due principi: giustizia e esigenza di un futuro
comune. Noi pensiamo di esprimere le più profonde
condanne da parte del nostro popolo quando vi confrontiamo apertamente con
queste realtà. Noi dovremo scegliere tra un insediamento che é
imposto da un equilibrio di forze schiaccianti che favorisce il vostro governo
e il vostro esercito e un insediamento che é giusto e che favorirà
sia gli Israeliani che i Palestinesi e che getterà le basi per una
convivenza a lungo termine nella stessa terra. Noi dichiariamo, con tutta chiarezza, che vediamo
solo due alternative per una giusta soluzione della questione palestinese.
E' chiaro che il negoziatore palestinese che
ha le mani legate da un equilibrio schiacciante di potere che va contro di
lui, può essere costretto ad accettare una dichiarazione umiliante
e degradante che non lo porterà a nessuna di queste soluzioni. Noi rivolgiamo questo messaggio innanzitutto
a tutti gli Israeliani che credono nei valori della giustizia e dell'equità
e a tutti coloro che desiderano la pace nel mondo. Stendiamo la nostra mano a voi per realizzare
una pace reale e giusta, e non la pace militare di coercizione, la pace dei
generali.
Ora tutti si dissociano dal "processo di pace", perché pensano
che stia portando al disastro.
L' Alternative Information Center ha intrapreso la pubblicazione della lettera
in Haaretz con la firma di 130 Israeliani che hanno dichiarato di identificarsi
con questa.
Siamo preoccupati per il fatto che quello che si sta escogitando non é
la pace, ma sono i semi di guerre future. La maggioranza dei Palestinesi,
compresi i sottoscritti, pensava che i tempi fossero maturi per concludere
un accordo storico con gli Israeliani, il quale ci avrebbe permesso di vivere
insieme, definitivamente in pace in un'unica terra, nonostante l'ingiustizia,
la sofferenza e gli espropri che ci sono stati inflitti nei decenni da parte
israeliana.
Una parte crede che l'attuale equilibrio di potere sia a suo favore e che
possa imporre un accordo umiliante all'altra parte, costringendola ad accettare
virtualmente tutto quello che decide di imporre.
L'insediamento storico sta diventando un insediamento tra gli stessi Israeliani
e non un insediamento con i Palestinesi.
Si tratta di un insediamento che soffoca i Palestinesi umanamente, territorialmente,
politicamente e dal punto di vista della sicurezza. Umanamente perché
non riconosce i loro diritti umani e storici. Territorialmente perché
li isola entro aree ristrette fatte di città e villaggi, mentre progressivamente
confisca le loro terre.
Dal punto di vista della sicurezza perché pone il sistema di sicurezza
israeliano sopra e oltre i diritti dei Palestinesi, l'esistenza e la sicurezza.
Politicamente, perché impedisce ai Palestinesi di determinare il proprio
futuro e di controllare i propri confini.
Mettiamo la scelta nelle vostre mani.
La prima alternativa si basa sul riconoscimento di uno stato palestinese con
piena sovranità sulle terre occupate da Israele nel 1967 e con Gerusalemme
come capitale, con il diritto di ritorno dei rifugiati palestinesi e il riconoscimento
da parte di Israele di tutte le ingiustizie storiche inflitte al popolo palestinese.
Lo stato palestinese si baserà sui principi di democrazia e sui valori
umani adottati dalla Dichiarazione di Indipendenza della Palestina del 1988.
La seconda alternativa é la creazione di uno stato democratico bi-nazionale
per i due popoli sulla terra storica della Palestina.
La storia é piena di esempi di nazioni che sono state costrette a dichiarazioni
che non avrebbero mai voluto e che si sono rivelate una catastrofe per entrambe
le parti.
Vogliamo dire loro che l'insediamento che la leadership israeliana sta cercando
di imporre al negoziatore palestinese non potrà essere un insediamento
accettabile per il popolo palestinese.
Sarà una dichiarazione fragile che porterà in sé i semi
della sua stessa distruzione.
Noi non la sosterremo né accetteremo.