La
visita di Sharon alla spianata delle moschee.
La
visita di Sharon alla spianata delle moschee e i successivi durissimi scontri
tra i manifestanti palestinesi e le forze di occupazione israeliane dimostrano
il fallimento di un "processo di pace" che non rispetta i diritti
elementari del popolo palestinese. Ottobre 2000.
Nel
momento in cui a Washington sono in corso, tra palestinesi ed israeliani ,
i negoziati per lo status definitivo, le forze di occupazione israeliane hanno
commesso dei brutali crimini contro palestinesi disarmati. Negli ultimi giorni
32 persone (N.d.T. alla data 8 Ottobre sono salite a 91), tra cui 13 bambini
compresi tra i 10 e 16 anni, sono state colpite mortalmente si contano inoltre
1500 feriti (350 bambini) e sono ancora in corso duri scontri mentre il comunicato
è stato scritto. Quello
che accade in questi giorni nei territori occupati è una sanguinosa
espressione della realtà dell'occupazione israeliana, da sommare alla
costruzione di nuovi insediamenti e alla realizzazione di corridoi che continuano
a soffocare le nostre vite. Israele è il solo responsabile di ciò
che accade in Medio Oriente la causa di tutte le morti, i ferimenti e gli
spargimenti di sangue. Ariel Sharon ha avviato la provocazione ma è
Barak ed il governo israeliano che hanno ordinato di sparare.
Gli scontri sono partiti dopo che Ariel Sharon, leader del LIKUD (N.d.T. principale
partito di opposizione israeliano), ignorando ogni consiglio, ha provocatoriamente
deciso di recarsi presso la moschea di Aksa, scortato da un numero spropositato
di forze di sicurezza. Ciò che ora accade nei territori occupati illustra
chiaramente com'è tesa ed esplosiva la situazione che i palestinesi
stanno vivendo.
Illustra bene l'inefficacia del cosiddetto "processo di pace", attraverso
il quale Israele tenta di legittimare l'occupazione e i suoi piani egemonici
ed espansionistici. Noi dell'Alternative Information Center (AIC) condanniamo
in maniera risoluta questi sanguinosi attacchi compiuti delle forze d'occupazione
israeliane. Noi dell'AIC riteniamo che qualsiasi accordo che non rispetta
i basilari e legittimi diritti del popolo palestinese (diritto al ritorno,
diritto all'autodeterminazione e il diritto alla creazione di uno stato palestinese
sovrano ed indipendente con capitale Gerusalemme), è destinato a fallire.
1. Domandiamo che l'Autorità Palestinese cessi ogni forma di cooperazione
con il governo d'Israele, compresa la collaborazione ed il coordinamento con
le forze di intelligence e occupazione israeliane.
2. Il ritorno alle decisioni di legittimità internazionale, come sancito
dalle risoluzioni delle Nazioni Unite e del consiglio di sicurezza (N.d.T.
dell'ONU), come termine di riferimento per ulteriori colloqui di pace, come
alternativa alla forzata concezione di pace d'Israele e al ruolo non imparziale
degli USA.
3. Chiamiamo la comunità internazionale e le sue istituzioni umanitarie
e legali, ad esprimere solidarietà alla causa e al popolo palestinese
nella sua legittima lotta per la libertà e l'indipendenza. Allo stesso
tempo chiediamo a tutti, e in particolare all'area progressista e pacifista
israeliana, di condannare e fare il possibile per fermare questo barbaro ed
inumano attacco contro bambini e civili disarmati.
4. Chiamiamo tutte le differenti forze della società palestinese a
stare uniti nella loro lotta contro l'occupazione, ed a difendere la propria
esistenza e i propri diritti.
5. Chiamiamo la comunità araba ad esprimere chiaramente solidarietà
verso il popolo palestinese.
6. Chiamiamo tutti i paesi dei mondi cristiano ed islamico ad essere fermi
nella loro solidarietà con il popolo palestinese, affinché possa
avere propri diritti religiosi a Gerusalemme.