L'assassinio di Abu Ali Mustafa.
Breve commento. REDS. Settembre 2001.

Il 25 agosto, con un azione di guerriglia che non ha precedenti in questi 11 mesi di nuova Intifada, un commando del Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina ha attaccato un campo militare israeliano posto a difesa della colonia ebraica di Neve Dakalim, nella zona sud
della striscia di Gaza. Nella striscia sono 6000 gli israeliani che vivono continuamente protetti dai militari e circondati da un milione di palestinesi.
Nell'azione sono stati uccisi tre militari israeliani mentre dei componenti del commando palestinese uno e stato ucciso durante lo scontro ed un secondo mentre cercava di sfuggire all'inseguimento dell'esercito israeliano.
L'azione di commando oltre a mettere in evidenza che il potente esercito israeliano può essere colpito, ha ridato voce alla sinistra palestinese da tempo in difficoltà a causa della crescente influenza dei gruppi di matrice islamica.

Il 27 agosto due missili sparati dall'esercito israeliano hanno ucciso Mustafa Zibri, meglio conosciuto come Abu Ali Mustafa, segretario generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina mentre si trovava nella sede dell'organizzazione a Ramallah. 62 anni, nato ad Arabba nei pressi di Jenin Abu Ali Mustafa era tornato in Cisgiordania nel 1999 dopo 32 anni di esilio, numero due del FPLP, dopo il leader storico George Habash, era stato eletto segretario
generale dell'organizzazione nel luglio 2000. Il FPLP, organizzazione storica della sinistra marxista palestinese e parte integrante dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina,
nasce dal Movimento Nazionalista Arabo nel 1964 e dopo il'67 si trasforma da Fronte Nazionale a Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. Spesso in contrasto con il Fatah di Yasser Arafat, organizzazione maggioritaria dentro OLP, il FPLP si è rifiutato di riconoscere gli accordi di Oslo del 1993 e i loro sviluppi segnalando tutti i rischi che essi comportavano per la causa palestinese.

L'assassinio di Abu Ali Mustafa segna il punto più alto della campagna mirata che Israele ha lanciato contro gli attivisti delle organizzazioni palestinesi e che ha fatto a tutt'oggi più di 50 morti.

Alla pratica dell'assassinio dei quadri del movimento nazionale palestinese Israele sta associando la ri-occupazione di zone a pieno controllo palestinese (zona A degli accordi di pace). Il 28 agosto l'esercito israeliano è entrato a Beit Jala, città della Cisgiordania, nei giorni precedenti gli israeliani avevano occupato altre aree nei pressi di Jenin, Hebron e nella striscia di Gaza.
Sono sempre più insistenti le voci che spiegano questo innalzamento del livello dello scontro, da parte israeliana, con la volontà del primo ministo Sharon di portare al collasso l'Autorità Nazionale Palestinese e allo stesso tempo di dividere i territori occupati in quattro zone separate dove andare a negoziati con singole autorità locali. Questo piano non è una novità assoluta, già mesi fa era stato descritto dal ministro israeliano per le infrastrutture Liberman.