Il miglior spettacolo in città.
Lo
sgombero degli insediamenti dei coloni da parte di Israele è una pagliacciata.
Di Uri Avneryi di gush-shalom.
Traduzione
di CV. Da ZNet
Italia.
23 Giugno 2003.
Il
regista pił dotato non avrebbe saputo fare di meglio. E' stato uno spettacolo
perfetto. I telespettatori televisivi di tutto il mondo hanno visto sui loro
schermi gli eroici soldati israeliani che si battevano con i fanatici coloni.
In primo piano facce sconvolte dalla eccitazione, un soldato steso su una
barella, una giovane donna in un pianto disperato, bambini in lacrime, ragazzi
infuriati, persone che lottavano l'una contro l'altra. Una battaglia di vita
e di morte.
Non
c'è posto per il dubbio: Ariel Sharon sta conducendo un'eroica battaglia
contro i coloni per mantenere la sua promessa di rimuovere gli avamposti "non-autorizzati",
anche quelli "abitati". Il vecchio guerriero fronteggia ancora un nemico determinato
senza indietreggiare.
La conclusione è di per sé evidente, sia in Israele che nel
resto del mondo: se c'è una tale tumultuosa battaglia per un piccolo
avamposto, abitato a malapena da una dozzina di persone, come ci si può
aspettare che Sharon possa rimuovere 90 insediamenti come è stato promesso
nella Road Map? Se le cose stanno così quando deve togliere una manciata
di tende ed un piccolo edificio di pietra - come si può immaginare
di evacuare i veri insediamenti, dove vivono dozzine, centinaia o anche migliaia
di famiglie?
Questa cosa deve aver fatto molta impressione a George Bush e alla sua gente.
Purtroppo non ha impressionato me. Mi ha fatto ridere.
In questi ultimi anni sono stato testimone di dozzine di confronti con l'esercito.
So come sono. L'esercito israeliano ha già demolito migliaia di case
palestinesi nei territori occupati. Ecco come avviene: alla mattina presto,
centinaia di soldati circondano il terreno. Dietro di loro arrivano carri
armati e bulldozers e comincia l'azione. Quando la disperazione induce gli
abitanti a resistere, i soldati li colpiscono con i bastoni, lanciano bombe
di gas lacrimogeno, sparano proiettili di metallo rivestito di gomma e se
la resistenza è più forte, anche munizioni vere. I vecchi sono
buttati a terra, le donne trascinate via, i giovani ammanettati e spinti contro
il muro. Dopo pochi minuti è tutto finito.
Bene, diranno, è quel che fanno con gli arabi. Non lo fanno con gli
ebrei. Sbagliato. Lo fanno anche con gli ebrei. Dipende da chi sono gli ebrei.
Per esempio io sono ebreo. Sono stato attaccato con gas lacrimogeni cinque
volte fino ad ora. Una volta si è trattato di un gas speciale e per
qualche momento ho temuto di morire soffocato. Durante un blocco a Ramallah
avevamo deciso di portare cibo alla città assediata. Eravamo circa
tremila pacifisti israeliani, sia ebrei che arabi. Al checkpoint di A-Ram,
a nord di Gerusalemme, un gruppo di poliziotti e di soldati ci ha fermato.
C'è stato uno scambio di insulti e molte urla. Improvvisamente siamo
stati inondati da gas lacrimogeni. Dispersi a migliaia in preda al panico,
tossendo e soffocando, qualcuno trascinato pesantemente; uno del nostro gruppo,
un vecchio ebreo kibbutznik di 82 anni è stato ferito.
Sono stato testimone di dimostrazioni in cui i proiettili rivestiti di gomma
sono stati sparati contro cittadini israeliani (generalmente arabi). Una volta
mi sono trovato nelle stanze piene di gas di una scuola a Um-al-Fahem in Israele.
Se l'esercito voleva realmente evacuare Mitpe-Yizhar in modo rapido ed efficiente,
avrebbe dovuto usare del gas lacrimogeno. Tutto quanto si sarebbe concluso
in pochi minuti. Ma in tal caso non ci sarebbero state le drammatiche immagini
alla TV e George W.Bush avrebbe chiesto al suo amico Arik: "Hey, perché
non finisci con tutti gli insediamenti in una settimana?"
In altre parole, è stato uno spettacolo ben confezionato per la TV.
Pochi giorni prima, i capi dei coloni si erano incontrati con Ariel Sharon.
Appena usciti e davanti alle telecamere hanno lanciato fosche minacce, ma
tutti quelli che li conoscono ed hanno visto le loro facce in TV potevano
dire che non erano in preda a forti emozioni. Ovviamente gli "Yesha rabbis"
(Yesha è il nome dei coloni nella West Bank) un gruppo di funzionari
politici barbuti, hanno invitato i soldati a disobbedire agli ordini e hanno
chiesto al Signore ed al messia di venire in loro aiuto, ma anche loro erano
privi di vera passione.
Perché? Perché ognuno di loro sapeva che tutto era stato concordato
prima. I capi dell'esercito e i capi dei coloni, compagni e soci per tanto
tempo, si sono seduti insieme ed hanno deciso che cosa doveva accadere, e,
in modo particolare, che cosa non doveva succedere: nessun attacco improvviso,
nessun tentativo di impedire a migliaia di ragazzi di raggiungere il posto
con congruo anticipo, nessun uso di bastoni, cannoni ad acqua, gas lacrimogeni,
proiettili rivestiti di gomma e nessun altro mezzo tranne l'uso delle mani
nude. I soldati non dovevano indossare elmetti e nemmeno essere protetti con
gli scudi. I coloni dovevano gridare e spingere, ma senza colpire seriamente
i soldati. L'intero show doveva essere meno violento di una normale zuffa
fra gli hooligans del calcio inglese, ma in TV doveva apparire come una battaglia
disperata fra forze titaniche.
Ariel Sharon ha esperienza in questo genere di cose. Una dozzina di anni fa
ha diretto uno show simile quando, dopo il trattato di pace con l'Egitto,
gli era stato ordinato dal primo ministro Menahem Begin di evacuare la città
di Yamit a nord della penisola del Sinai. A quel tempo, Sharon era il ministro
della difesa. E chi fu uno dei leader della drammatica resistenza? Tsachi
Hanegbi, ora ministro responsabile dell'ordine pubblico. Tutte le parti dell'establishment
hanno collaborato questa settimana al grande show. I media hanno dedicato
molte ore alla "battaglia". Dozzine di coloni sono stati invitati agli studios
e hanno parlato in continuazione - mentre, da quanto ho visto, nessun pacifista
è stato chiamato al microfono.
Anche la legge ha compiuto il suo dovere: una manciata di coloni arrestati
per resistenza violenta sono stati mandati a casa dopo aver passato uno o
due giorni in prigione. I tribunali, che non mostrano mai alcuna clemenza
quando gli arabi compaiono davanti a loro, hanno trattato i coloni fanatici
come figli che sbagliano. L'intera commedia sarebbe stata divertente se non
si trattasse di un problema molto serio. Un simile "avamposto" sembra un innocuo
gruppo di case prefabbricate in cima a una collina dimenticata da dio, ma
è ben lontano dall'essere innocuo. E' il sintomo di un cancro in crescita.
Non per nulla Ariel Sharon - lo stesso Sharon - si è appellato ai coloni
qualche anno fa per assumere il controllo di tutte le colline della "Giudea
e della Samaria ". Il morbo si è sviluppato in questo modo: un gruppo
di scalmanati occupa la cima di una collina, a qualche miglio da un insediamento,
e vi mette delle case prefabbricate.
Portano un generatore di corrente e un serbatoio per l'acqua. Sulla scena
compaiono donne con i bambini. Viene costruita una recinzione. L'esercito
invia qualche unità a presidiarla. Si dichiara che per ragioni di sicurezza
ai palestinesi non è permesso di avvicinarsi, per impedir loro di spiare
e preparare un attacco. La zona di sicurezza diventa sempre più grande.
Gli abitanti dei vicini villaggi palestinesi non possono più raggiungere
alcuni dei loro orti e dei loro campi. Se qualcuno ci prova è probabile
che gli si spari contro. Ogni colono ha un'arma e non ha nulla da temere dalla
legge se la usa contro un arabo sospetto. Naturalmente tutti gli arabi sono
sospetti. Ho una certa esperienza con Mitze Yitzhak il particolare avamposto
presentato nello show della scorsa settimana. Qualche mese fa siamo stati
chiamati dagli abitanti del villaggio palestinese di Habala per aiutarli a
raccogliere le loro olive in una piantagione vicina a questo "avamposto".
Quando i raccoglitori si sono avvicinati "all'avamposto" i coloni hanno aperto
il fuoco. Un israeliano del nostro gruppo è stato ferito da un proiettile
che ha colpito un sasso ai suoi piedi.
Gli avamposti "non autorizzati" di fatto sono stati installati sistematicamente
con l'aiuto dell'esercito in accordo con il suo programma. Quando parecchi
insediamenti mettono radici in una regione i villaggi palestinesi restano
soffocati in mezzo a loro. La loro vita diventa un inferno. I coloni e i poliziotti
chiaramente sperano che alla fine rinuncino e se ne vadano. Sharon li farà
davvero evacuare a dozzine? Dipende, naturalmente, dal suo amico Geroge W.
Se si raggiunge "l'hudna" (tregua) fra l'Autorità Palestinese e Hamas,
Bush potrebbe forse esercitare una pressione seria su Sharon. Quando ieri
ho visto Yasser Arafat mi è sembrato prudentemente ottimista. Ma anche
lui ha detto che non restano che quattro mesi per far evacuare: dal mese di
novembre il presidente americano si occuperà della sua rielezione.
Questo vuol dire che Sharon deve solo produrre qualche altro show di questo
genere alla televisione e poi lui e i coloni potranno ancora respirare liberamente.