La Road Map.
Riportiamo una sintesi dei precedenti diplomatici che hanno portato alla "Road Map", il piano dell'amministrazione Bush concordato con Russia, Ue, ONU. Di seguito il testo dell'accordo da una traduzione tratta da Indymedia. Giugno 2003.


  sintesi dei precedenti diplomatici

Il 21 maggio 2001 il presidente della Commissione internazionale sulle cause della Nuova intifada, l'ex ministro della giustizia Usa George Mitchell, presenta un rapporto sulla situazione che prevede tra l'altro l'impegno da parte del governo israeliano e dell'Anp a porre fine alle violenze e a riprendere immediatamente la loro cooperazione. Nel giugno 2001 il capo della Cia, George Tenet, redige un piano nei fatti mai entrato in vigore, che stabilisce le modalita' per un cessate il fuoco tra le parti. Il 12 novembre 2001 il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, incontra il segretario di Stato Usa, Colin Powell, l'alto rappresentante dell'Ue, Javier Solana, e il ministro degli Esteri russo, Igor Ivanov, nel tentativo di aumentare gli sforzi diplomatici per superare la crisi. Nasce così il "quartetto". Il 24 marzo 2002 il mediatore statunitense, generale Anthony Zinni, presenta una proposta per raggiungere un cessate il fuoco tra le parti. Nel febbraio 2002 il principe ereditario saudita Abdullah propone in un'intervista al New York Times un piano che viene poi fatto proprio il 28 marzo 2002 dal vertice della Lega Araba a Beirut. Il piano prevede che in cambio di un accordo di pace e dell'allacciamento di ''normali relazioni'' con i paesi arabi, Israele si ritiri dai territori arabi occupati dal 1967 in poi e accetti la creazione di uno stato palestinese con Gerusalemme est capitale. Il 10 aprile 2002 riunito a Madrid, il Quartetto approva una dichiarazione congiunta che delinea la 'road map', un 'percorso obbligato' per porre fine al conflitto israelo-palestinese. Per il Quartetto, che accoglie positivamente il piano di pace saudita, occorre rimettere in marcia il Piano Tenet per la sicurezza, il rapporto Mitchell e la proposta Zinni, per poter quindi giungere a due Stati, uno israeliano ed uno palestinese, con confini riconosciuti e sicuri. Il 20 dicembre 2002 Ue-Usa-Russia-Onu si incontrano a Washington dove elaborano una prima bozza della 'road map'. Il 30 aprile La 'road map' viene consegnata a l premier israeliano Ariel Sharon e al nuovo premier palestinese Abu Mazen. I palestinesi la accettano. Israele esprime riserve. Il 2 maggio 2003 gli Usa presentano la 'road map' all'Onu.

testo della "Road Map"

La soluzione dei due Stati al conflitto israeliano-palestinese sarà realizzata soltanto attraverso una conclusione delle violenze e del terrorismo (quando il popolo palestinese avrà una leadership che agisce con decisione contro il terrore ed in grado di sviluppare una democrazia basata su tolleranza e la libertà) e attraverso la prontezza di Israele nel fare ciò che è necessario per uno Stato palestinese democratico; con l'accettazione libera e inequivocabile da entrambe le parti dell'obiettivo di negoziato come descritto nelle righe seguenti. Il Quartetto sosterrà la sua implementazione a cominciare dalla fase 1, comprese le discussioni dirette fra le parti. Il programma ha stabilito una timeline realistica per l'esecuzione. Tuttavia, poiché si tratta di un programma orientato al risultato, richiederà e dipenderà dagli sforzi in buona fede delle parti e dal loro rispetto degli obblighi descritti. Se le parti assolveranno velocemente i loro obblighi, il progresso verso le fasi successive può avvenire più rapidamente di quanto indicato nel programma. La mancanza di conformità agli obblighi impedirà il progresso nel Piano. Uno accordo negoziato fra le parti provocherà l'istituzione di uno Stato palestinese indipendente, democratico che viva parallelamente nella pace e nella sicurezza con Israele e gli altri Stati vicini. L'accordo risolverà il conflitto israeliano-palestinese e concluderà l'occupazione cominciata nel 1967, basandosi sulle conclusioni della Conferenza di Madrid, sul principio terra per la pace, sulle risoluzioni ONU 242, 338 e 1397, gli accordi precedentemente raggiunti dalle parti e l'iniziativa del principe saudita Abdullah, sottoscritto dalla Lega araba a Beirut, che accetta Israele come vicino in pace e sicurezza. Questa iniziativa è un elemento vitale degli sforzi internazionali per promuovere una pace completa sotto ogni profilo, compreso il versante siriano-israeliano e libanese-israeliano. Il Quartetto si incontrerà con regolarità ad alto livello per valutare i progressi delle parti nell'implementazione del Piano. In ogni fase, le parti sono tenute al rispetto dei loro obblighi in parallelo, salvo indicazione contraria.

Fase 1

Fine del terrore e della violenza, normalizzazione della vita palestinese, ristrutturazione delle istituzioni palestinesi a maggio 2003
I palestinesi immediatamente arrivano ad una cessazione incondizionata della violenza secondo i punti qui descritti: tale azione sarà supportata da adeguate misure di appoggio israeliane. I palestinesi e gli israeliani riprendono la cooperazione sulla sicurezza basata sul Piano Tenet per porre fine alla violenza, al terrorismo ed incitamento alla violenza con i servizi di sicurezza palestinesi ristrutturati ed efficaci. I palestinesi intraprendono una riforma politica completa in preparazione di uno Stato, compresa la redazione di una costituzione palestinese e libere elezioni. Israele prende tutte le misure necessarie per contribuire a normalizzare la vita palestinese. Israele si ritira dalle zone palestinesi occupate dal 28 settembre 2000 (data della passeggiata di Sharon sulla spianata delle sinagoghe) e le due parti ristabiliscono lo status quo ante. Israele, inoltre, congela tutta l'attività di stabilimento di nuove colonie, coerentemente al rapporto Mitchell. All'inizio della fase 1 i vertici palestinesi rinnovano in dichiarazioni ufficiali il diritto di Israele di esistere in pace e sicurezza e ribadisce il cessate il fuoco immediato ed incondizionato per mettere fine ad ogni attività militare e a tutti gli atti di violenza contro israeliani ovunque. Tutte le istituzioni palestinesi ufficiali smettono di incitare alla violenza contro Israele. La leadership israeliana rende pubblica una dichiarazione inequivocabile che afferma l'impegno alla visione dei due Stati, con uno Stato palestinese indipendente, effettivo, sovrano, che vive nella pace e nella sicurezza accanto ad Israele, come espresso dal presidente Bush e afferma la fine immediata delle violenze contro i Palestinesi dappertutto. Tutte le istituzioni israeliane ufficiali mettono fine a incitamenti alla violenza contro i palestinesi.

Sicurezza
I palestinesi dichiarano l'inequivoca fine della violenza e del terrorismo e intraprendono visibili sforzi sul terreno per arrester, distruggere e ostacolare individui e gruppi che attuano e pianificano attacchi violenti contro Israele ovunque.
I ristrutturati servizi di sicurezza dell' Autorità Palestinese inziano operazioni coerenti con questi obiettivi di smantellamento della capacità offensiva terroristica.
Il governo israeliano non intraprende nessuna azione che possa minare la fiducia, inclusa la deportazione, gli attacchi ai civili, la confisca o la demolizione di case palestinesi come misura punitiva o per facilitare insediamenti israeliani, la distruzione di istituzioni o infrastrutture palestinesi e adotta le misure previste nel Piano Tenet.
Rappresentanti del Quartetto cominciano il monitoraggio informale e consultazioni con le parti sullo stabilimento di meccanismi formali di monitoraggio e sulla sua implementazione. Il Quartetto supporta ogni sforzo per giungere al cessate il fuoco totale. Tutti i servizi di sicurezza palestinesi sono concentrati in tre servizi che relazionano ad un premier dai poteri accresciuti. Il nuovo esercito palestinese e l'esercito israeliano riavviano progressivamente la cooperazione per la sicurezza e per l'attuazione del Paino Tenet, compresi incontri al vertice con la partecipazione di ufficiali dei servizi americani. Gli Stati arabi eliminano finanziamenti pubblici e privati e qualunque altro tipo di supporto a gruppi terroristici. Man mano che si accresce la sicurezza, l'esercito israeliano si ritira progressivamente dalle aree occupate dal 28 settembre 2000. In queste aree si ridispiegano le forze palestinesi.

Ricostruzione delle istituzioni palestinesi
Immediata azione per arrivare alla redazione di una Costituzione dello Stato palestinese. Appena possibile, una commissione costituzionale darà vita ad una Costituzione palestinese, basata su una forte democrazia parlamentare, un governo e un primo ministro dai poteri accresciuti, e la sottopone a pubblico dibattito. La commissione costituzionale propone un documento da approvare dopo le elezioni da parte delle istituzioni palestinesi. Nomina di un premier ad interim o di un governo con accresciuti poteri.
Il governo israeliano facilita gli spostamenti dei rappresentanti palestinesi per le sessioni del Parlamento e del governo, riunioni internazionali sulla sicurezza, attività elettorali e di riforma, ed ogni altra attività correlata agli sforzi di riforma.
Regolari riunioni dei ministri palestinesi con poteri aumentati si terranno per riforme strutturali. Completamento delle tappe per arrivare ad una effettiva separazione dei poteri, inclusa ogni riforma necessaria per questo obiettivo. Stabilimento di una Commissione elettorale palestinese indipendente. Riforma della legge elettorale. Riforme in materia di giustizia e amministrative, con indici economici, sono stabiliti da una Task Force internazionale sulle riforme palestinesi.

Appena possibile, basandosi sulle misure sopra descritte e in un contesto di libero confronto e candidature trasparenti, in una campagna elettorale libera e multipartitica, i palestinesi tengono libere elezioni. Il governo israeliano facilita l'assistenza alle elezioni della Task Force, la registrazione degli elettori, i movimenti dei candidati e il voto. Il governo riapre la Camera di Commercio palestinese e altre istituzioni palestinesi chiuse in Gerusalemme est, sulla base di un'intesa che preveda che queste istituzioni operino in stretto accordo con i patti stipulati dalle parti.

La questione umanitaria
Israele adotta misure per migliorare la situazione umanitaria. Israele e i palestinesi implementano in toto le raccomandazioni del rapproto Bertini per migliorare le condizioni umanitarie, rimuovendo limitazioni alla libertà di movimento di cose e persone e consentendo l'accesso sicuro ed incondizionato del personale internazionale di assistenza umanitaria.

Insediamenti
Israele smentella immediatamente gli insediamenti installati dal marzo 2001. Coerentemente con il rapporto Mitchell, Israele congela ogni altro insediamento, inclusa la crescita naturale degli insediamenti.
Fase 2: transizione
Giugno 2003 - Dicembre 2003
In questa fase gli sforzi sono concentrati sulla creazione di uno Stato indipendente palestinese con confini provvisori e attribuzione di sovranità basata sulla nuova Costituzione, come tappe verso uno status definitivo. Questo traguardo è raggiungibile quando la dirigenza palestinese agirà decisamente contro il terrore, implementerà un sistema democratico basato su tolleranza e libertà. Con questa dirigenza, riformate istituzioni civili e strutture di sicurezza, i palestinesi avrannop il supporto del Quartetto e della comunità internazionale nella creazione di uno Stato indipendente.

I progressi nella Fase 2 saranno basati sul consenso del Quartetto sulle condizioni di avanzamento implementate da ambo le parti. Con l'obiettivo di ulteriori sforzi di normalizzazione della vita palestinese e delle istituzioni palestinesi, la Fase 2 comincerà dopo elezioni palestinesi e finirà con la creazione di uno Stato palestinese indipendente con confini provvisori nel 2003. Suoi obiettivi principali saranno la sicurezza e la cooperazione sulla sicurezza, la normalizzazione della vita in Palestina e delle istituzioni palestinesi, il raggiungimento degli obiettivi della Fase 1, la ratifica della costituzione democratica palestinese, lo stabilimento dell'ufficio del primo ministro, il consolidamento delle riforme politiche, la creazione di uno Stato palestinese con confini provvisori.

Conferenza internazionale
Convocata dal Quartetto, in consultazione con le parti, subito dopo le elezioni palestinesi, per sostenere la ripresa economica palestinese e lanciare il processo che porti allo stabilimento di uno Stato indipendente palestinese con confini provvisori. Questo vertice avrà come obiettivo una pace complessiva nel Medio Oriente fra Israele e Siria, Israele e Libano, basata sui principi descritti nel preambolo di questo documento.

Gli Stati arabi ripristinano i collegamenti con Israele precedenti all'Intifada (uffici per il commercio, etc.) Rinnovo dell'impegno multilaterale su temi quali le risorse idriche, l'ambiente, lo sviluppo economico, i profughi, il controllo delle armi. Nuova Costituzione per uno Stato democratico e indipendente palestinese approvata dalle istituzioni palestinesi. Ulteriori elezioni, se richieste, avranno luogo dopo la approvazione della Costituzione. Governo con poteri accresciuti e ufficio del primo ministro formalmente stabilito. Sicurezza e cooperazione sulla sicurezza sulla base dei punti della Fase 1. Creazione di uno Stato palestinese indipendente con confini provvisori attraverso un processo che impegni Israele e i palestinesi, lanciato dalla Conferenza internazionale. Parte di questo processo è l'implementazione di accordi precedenti per raggiungere la massima continuità territoriale e atti coerenti allo stabilimento dello Stato palestinese con confini provvisori. Ruolo internazionale nel monitoraggio della transizione con il supporto attivo, sostanziale e operativo del Quartetto.
I membri del Quartetto promuovono la ricognizione internazionale dello Stato palestinese, inclusa una possibile partecipazione delle Nazioni Unite.
Fase 3
Accordo definitivo e fine del conflitto israelo-palestinese: 2004-2005
Ingresso nella Fase 3, basato sul giudizio positivo del Quartetto: obiettivi sono il consolidamento delle riforme e la stabilità delle istituzioni palestinesi, il sostegno alla sicurezza palestinese, il negoziato fra le parti che porti ad un accordo definitivo nel 2005.

Seconda conferenza internazionale
Convocata dal Quartetto, in consultazione con le parti, all'inizio del 2004 per l'applicazione dell'accordo raggiunto sullo stabilimento di uno Stato palestinese indipendente con confini provvisori e rilancio di un processo con il ruolo attivo e operativo del Quartetto, che porti ad una soluzione definitiva nel 2005, inclusi i confini, Gerusalemme, i rifugiati, le colonie e per supportare il progressivo accordo sul Medio Oriente fra Israele e Libano e Israele e Siria , da raggiungere prima possibile. Continui, complessivi e effettivi progressi sull'agenda di riforme della Task Force in preparazione dell'accordo sullo status finale. Continui, complessivi e effettivi progressi in tema di sicurezza sulla base dei principi della Fase 1. Sforzi internazionali per facilitare le riforme e stabilizzare le istituzioni palestinesi e l'economia palestinese in preparazione dell'accordo sullo status finale.

Le parti raggiungono un accordo definitivo e complessivo sullo status finale che pone fine al conflitto israelo-palestinese nel 2005, attraverso un testo negoziato e basato sulle risoluzioni ONU 242, 338, e 1397, che pongono fine all'occupazione iniziata nel 1967 e includono un accordo equo e realistico sul tema dei profughi, negoziano una soluzione sullo status di Gerusalemme che tenga conto delle implicazioni politiche e religiose di ambo le parti e protegga gli interessi di religiosi di Ebrei, Cristiani, Mussulmani e integri la visione dei due Stati, Israele e la sovrana, indipendente e democratica Palestina, che vivano in pace e in sicurezza l'uno accanto all'altro. Gli Stati arabi accettano complete, normali relazioni con Israele e si stabilisce sicurezza per tutti gli Stati della Regione in un contesto di pace complessiva arabo-isrealiana.