La
mozione e il programma di Imola.
Le
basi programmatiche della frazione comunista alla vigilia della scissione di
Livorno. 28-29
novembre 1920.
A Imola si tiene il convegno precongressuale della frazione comunista già costituitasi a Milano il 15 ottobre 1920. Qui le varie componenti trovano un accordo che servirà da base al futuro partito che si dà per scontato nascerà all'indomani del XVII Congresso del Partito Socialista a Livorno. La mozione riportata qui di seguito è quella che verrà presentata a quel congresso. Il programma che segue, approvato insieme alla mozione, è la base politica sulla quale si costituirà il Partito Comunista d'Italia.
La mozione
Il XVII Congresso Nazionale del Partito Socialista Italiano, dopo adeguata discussione intorno all'indirizzo del Partito, basata sull'esame della situazione politica italiana e internazionale e di tutti i deliberati dell'Internazionale comunista (con particolare riguardo alle tesi del II Congresso sulle condizioni di ammissione dei partiti nell'Internazionale e alla 17a di quelle sui compiti principali dell'Internazionale);
richiamandosi ai principi marxisti, all'esperienza storica di tutta la passata attività del Partito, ed agli insegnamenti che scaturiscono dalle vicende della lotta rivoluzionaria, condotta dal proletariato mondiale dopo la grande guerra imperialistica;
adotta le seguenti deliberazioni:
1) Conferma l'adesione alla Terza Internazionale comunista, impegnandosi a tutti quei provvedimenti che sono necessari per rendere la struttura e l'attività del Partito conformi alle condizioni di ammissione, con le quali il II Congresso dell'Internazionale ha efficacemente provveduto alle necessità di vita e di sviluppo dell'organo mondiale di lotta del proletariato rivoluzionario;
2) conferma i criteri generali della revisione programmatica deliberata al Congresso di Bologna, modificando nella forma e in alcuni concetti particolari il programma del Partito, che resterà formulato secondo il testo unito alla presente mozione; e dichiara che il programma stesso dovrà costituire la base per l'adesione personale al Partito di ciascun suo iscritto attraverso la integrale accettazione di principio;
3) decide di cambiare il nome del Partito in quello di Partito Comunista d'Italia (Sezione della Terza Internazionale Comunista);
4) afferma essere
incompatibile la presenza nel Partito di tutti coloro che sono contro i principi
e le condizioni dell'Internazionale Comunista, dichiarando che si sono posti
e si pongono in tale situazione di incompatibilità:
a) tutti gli aderenti alla Frazione detta di Concentrazione ed ai suoi convegni;
b) tutti gli iscritti al Partito che nel presente Congresso daranno il proprio
voto contro il programma comunista del Partito e contro l'impegno all'osservanza
completa delle 21 condizioni di ammissione all'internazionale;
5) adotta come
fondamento dell'organizzazione e della tattica del Partito le risoluzioni del
II Congresso dell'Internazionale comunista, dichiarando obbligatoria per tutti
gli iscritti la più stretta disciplina nella loro azione alle risoluzioni
stesse, attraverso la interpretazione e le disposizioni degli organismi centrali
direttivi, internazionali e nazionali. L'applicazione di questi criteri tattici,
in relazione alle esigenze della situazione politica italiana, fissa al Partito
i seguenti compiti principali:
a) preparazione nel campo spirituale e materiale dei mezzi indispensabili per
assicurare il successo della azione rivoluzionaria del proletariato;
b) costituzione in seno a tutte le Associazioni proletarie di gruppi comunisti
per la propaganda, la preparazione rivoluzionaria e l'inquadramento delle forze
proletarie da parte del Partito;
c) annullamento immediato dell'attuale patto di alleanza con la Confederazione
Generale del Lavoro, quale espressione inadeguata dei rapporti tra Sindacati
e Partito; appello alle organizzazioni proletarie rivoluzionarie che sono fuori
della Confederazione ad entrarvi per sorreggere la lotta dei comunisti contro
l'attuale indirizzo e gli attuali dirigenti di essa. Impegno per tutti gli iscritti
al Partito, che quali organizzati e organizzatori militano nel movimento economico,
a sostenere in ogni circostanza nel seno di questo i criteri e le decisioni
degli organi del Partito, e a lottare su tale piattaforma per assicurare ad
elementi designati dal Partito le cariche direttive dei Sindacati. Distacco
della Confederazione, appena conquistata alle direttive del Partito comunista,
dal Segretariato giallo di Amsterdam e sua adesione alla Sezione sindacale della
Internazionale comunista con le modalità previste dallo statuto di questa;
d) partecipazione alle elezioni politiche e amministrative con carattere completamente
opposto alla vecchia pratica socialdemocratica e con l'obbiettivo di svolgere
la propaganda e l'agitazione rivoluzionaria, di affrettare il disgregamento
degli organi della democrazia borghese;
e) disciplinamento, con la elaborazione di un nuovo statuto interno per il Partito,
le Federazioni e le Sezioni, di tutti i rapporti di organizzazione riguardanti:
la stampa del Partito; il funzionamento delle rappresentanze elettive nei Comuni,
nelle Provincie e nel Parlamento; il movimento giovanile e femminile; l'istituzione
del periodo di candidatura al Partito per i nuovi iscritti; e le revisioni periodiche
di tutti i membri del Partito, di cui la prima dovrà immediatamente seguire
il Congresso.
Comitato della Frazione Comunista
Bombacci, Bordiga, Fortichiari, Gramsci, Misiano, Palano, Repossi, Terracini
Il programma
Il Partito comunista d'Italia (Sezione dell'Internazionale comunista) è costituito sulla base dei seguenti principi.
1. Nell'attuale regime sociale capitalistico si sviluppa un sempre crescente contrasto fra le forze produttive ed i rapporti di produzione, dando origine all'antitesi ed alla lotta di classe tra il proletariato e la borghesia dominante.
2. Gli attuali rapporti di produzione sono protetti dal potere dello Stato borghese, che, fondato sul sistema rappresentativo della democrazia, costituisce l'organo per la difesa degli interessi della classe capitalistica.
3. Il proletariato non può infrangere né modificare il sistema dei rapporti capitalistici di produzione, da cui deriva il suo sfruttamento, senza l'abbattimento violento del potere borghese.
4. L'organo indispensabile della lotta rivoluzionaria è il partito politico di classe. Il Partito comunista, riunendo in sé la parte più avanzata e cosciente del proletariato, unifica gli sforzi delle masse lavoratrici, volgendoli dalle lotte per gli interessi di gruppi e per risultati contingenti alla lotta per la emancipazione rivoluzionaria del proletariato; esso ha il compito di diffondere nelle masse la coscienza rivoluzionaria, di organizzare i mezzi materiali d'azione e di dirigere nello svolgimento della lotta il proletariato.
5. La guerra mondiale, causata dalle intime insanabili contraddizioni del sistema capitalistico; le quali produssero l'imperialismo moderno, ha aperto la crisi di disgregazione del capitalismo, in cui la lotta di classe non può ché risolversi in conflitto armato tra le masse lavoratrici ed il potere degli Stati borghesi.
6. Dopo l'abbattimento del potere borghese, il proletariato non può organizzarsi in classe dominante che con la distruzione dell'apparato statale borghese e con la instaurazione dello Stato basato sulla sola classe produttiva ed escludendo da ogni diritto politico la classe borghese.
7. La forma di rappresentanza politica nello Stato proletario è il sistema dei Consigli dei lavoratori (operaie contadini), già in atto nella rivoluzione russa, inizio della rivoluzione proletaria mondiale e prima stabile realizzazione della dittatura proletaria.
8. La necessaria difesa dello Stato proletario, contro tutti i tentativi contro-rivoluzionari, può essere assicurata solo col togliere alla borghesia ed ai partiti avversi alla dittatura proletaria ogni mezzo di agitazione e di propaganda politica, e con l'organizzazione armata del proletariato per respingere gli attacchi interni ed esterni.
9. Solo lo Stato proletario potrà sistematicamente attuare tutte quelle successive misure d'intervento nei rapporti dell'economia sociale con le quali si effettuerà la sostituzione del sistema capitalistico con la gestione collettiva della produzione e della distribuzione.
10. Per effetto
di questa trasformazione, economica e delle conseguenti trasformazioni di tutte
le attività della vita sociale, eliminandosi la divisione della società
in classi, andrà anche eliminandosi la necessità dello Stato politico,
il cui ingranaggio si ridurrà progressivamente a quello della razionale
amministrazione delle attività umane.