GULAG. Il sistema dei lager in URSS.
Brani
tratti da: Il sistema dei lager in URSS. Centro Studi "Memorial".
Giugno 2000.
Dopo
la rivoluzione del febbraio 1917 il governo provvisorio emanò un'ampia
amnistia e le prigioni praticamente si vuotarono. Benché nel lasso di
tempo fra febbraio e ottobre le prigioni avessero nuovamente accolto più
di 30.000 condannati, nello stesso tempo continuò lo smantellamento dell'apparato
direttivo dei luoghi di detenzione. Dopo l'ottobre la dirigenza bolscevica cominciò
a creare un nuovo sistema dei luoghi di detenzione. Nel 1918 all'interno del
Commissariato del popolo alla giustizia fu istituita una Sezione punitiva centrale
(CKO), sotto il cui controllo passarono tutti i luoghi di detenzione. Le commissioni
straordinarie locali creavano carceri propri. Con l'inizio della guerra civile,
nel maggio 1918, la VCK (Commissione straordinaria panrussa) e la Commissione
centrale per le questioni dei prigionieri e dei profughi organizzarono una vasta
rete di campi di concentramento per gli oppositori politici. Nello stesso tempo
cominciarono a organizzarsi anche campi di lavoro direttamente subordinati alle
CK (Commissioni straordinarie) di governatorato, che spesso utilizzavano a questo
scopo dei monasteri (a Mosca, per esempio, erano famosi i lager nei monasteri
Andron'evskij, Ivanovskij, Pokrovskij ecc.). Nell'aprile 1919 all'interno dell'NKVD
(Commissariato del popolo agli affari Interni) fu creata la Sezione lavori forzati,
più tardi ribattezzata Direzione centrale dei lavori forzati (GUPR),
che operava con il sostegno della VCK. In tal modo i luoghi di reclusione risultavano
dipendere da tre istituzioni diverse: il GUPR dell'NKVD, la VCK e il CKO del
Commissariato del popolo alla giustizia (NKJu).
All'inizio del 1921 nei lager del GUPR si trovavano 51.158 detenuti, negli istituti
del CKO 55.422 nei luoghi di reclusione della VCK circa 50.000.
Nel 1922, dopo la riorganizzazione della VCK in Direzione politica statale (GPU)
e l'inclusione di quest'ultima nell'NKVD, tutti i luoghi di reclusione si concentrarono
in questo commissariato del popolo e fu creata la Direzione centrale dei luoghi
di reclusione (GUMZ), ma la GPU conservò comunque un suo sistema di luoghi
di reclusione.
Nel luglio 1923, per la lotta contro i nemici del potere sovietico, sulla base
delle GPU repubblicane si organizza la Direzione politica statale unificata
(OGPU), subordinata direttamente al Soviet dei commissari del popolo (Sovnarkom)
dell'URSS. Passano sotto la sua giurisdizione i luoghi di reclusione della GPU
della RSFSR. Poco tempo dopo si organizza il lager a destinazione speciale delle
Solovki, che diventerà tristemente famoso. Inoltre passa sotto la giurisdizione
dell'OGPU una serie di carceri.
Questo sistema dei luoghi di reclusione sopravvisse senza sostanziali mutamenti
fino al 1929. Il numero dei detenuti verso la metà del 1927 raggiunse
le 200.000 persone: dieci anni dopo la rivoluzione il numero dei detenuti era
all'incirca lo stesso che nel 1912, nonostante la sensibile diminuzione della
popolazione. Data la disoccupazione di massa esistente in quel periodo, una
grande quantità di detenuti non era occupata nel lavoro: lo stato non
aveva un'acuta necessità di forza lavoro.
Tutto mutò nel 1929. Con il varo del piano quinquennale, che prevedeva
l'industrializzazione forzata, lo stato ebbe bisogno di molte braccia per l'esecuzione
di lavori non qualificati. In conseguenza di ciò la dirigenza del paese
prese in considerazione l'idea di utilizzare il lavoro coatto dei detenuti.
L'11 luglio 1929 il Sovnarkom dell'URSS approvò la risoluzione "Sull'utilizzo
del lavoro dei detenuti". Con questa risoluzione all'OGPU veniva affidato
l'incarico di creare grandi campi di rieducazione attraverso il lavoro (ITL)
in regioni remote e scarsamente popolate.
Il numero dei detenuti nei lager un anno dopo la risoluzione era salito da 23.000
a 160.000. Per amministrare il sistema dei lager il 25 aprile 1930 fu creata
la Direzione dei lager dell'OGPU (ULAG OGPU), che all'inizio del 1931 ricevette
lo status di Direzione centrale (GULag: Glavnoe upravlenje lagerei - Direzione
centrale dei lager). Momento cruciale per la formazione del GULag fu però
la decisione di sfruttare il lavoro dei detenuti per la costruzione del canale
Mar Bianco-Mar Baltico. Originariamente la direzione di questo cantiere fu affidata
all'NKPS (Commissariato del popolo alle vie di comunicazione), mentre l'OGPU
forniva la forza lavoro per la costruzione ovverosia i detenuti dell'lTL di
Solovki. Ma alla fine del 1931 la Direzione del cantiere entrò a far
parte dell'OGPU. Con ciò l'OGPU divenne non solo fornitore della forza
lavoro, ma anche diretto esecutore dei lavori. Nello stesso tempo sulla base
del lager di Solovki fu organizzato l'ITL Belomorsko-Baltijskij. Sfruttando
le sue possibilità quasi illimitate, l'OGPU poté utilizzare per
la costruzione del canale non solo un'enorme quantità di forza lavoro
gratuita (fino a 115.000 detenuti), ma anche i migliori ingegneri idraulici
arrestati per "sabotaggio". Come risultato già nel maggio 1933
il canale fu inaugurato. La dirigenza dello stato, benché il canale fosse
stato consegnato con numerose imperfezioni, e benché la sua costruzione
avesse portato alla morte di quasi 15.000 detenuti, considerò un successo
il primo esperimento di impiego massiccio del lavoro nei lager.
Già durante la costruzione del canale si era creata una serie di lager,
prevalentemente nella parte europea del paese, e non nelle sue regioni più
remote. Fra questi vi erano sia lager di dimensioni modeste sia grandi lager
con decine di migliaia di detenuti. Nel 1932 si organizzò 1'ITL Dmiroski,
cui venne affidata la costruzione del canale Mosca-Volga e dei complessi di
impianti idraulici sul Volga. Questo lager, che contava quasi 200.000 detenuti,
era situato proprio nel centro della Russia, e una parte delle sue sottosezioni
si trovava entro i confini della capitale. Nello stesso anno venne creato l'ITL
Bajkalo-Amurskij, il più grande in tutta la storia del GULag, la cui
popolazione sfiorava i 260.000 detenuti. Sempre in questo periodo nella regione
della Kolyma sorse il famoso ITL del Nord-est, attraverso il quale in un quarto
di secolo passò circa un milione di detenuti che estrassero gran parte
dell'oro e quasi tutto lo stagno del paese. All'inizio del 1934 nei lager si
trovavano già più di 510.000 persone, cioè circa 23 volte
di più che nel luglio 1929. I lager all'epoca erano già diventati
14.
I1 10 luglio 1934, con una risoluzione del CIK (Comitato esecutivo centrale)
dell'URSS, fu formato l'NKVD dell'URSS, in cui confluì 1'OGPU, che racchiudeva
in sé, fra le altre sottosezioni, anche il GULag. I1 27 ottobre di quello
stesso anno i luoghi di detenzione che dipendevano dagli NKJu repubblicani passarono
al GULag. In tal modo entro la fine dell'anno tutti i luoghi di detenzione del
paese erano concentrati in una sola istituzione. Il numero complessivo di detenuti
al 1° gennaio 1935 superava il milione di persone: di queste circa 730.000
si trovavano nei lager. Insieme ai lager passarono all'NKVD anche le principali
imprese dell'OGPU.
Nel periodo dal 1935 alla metà del 1937 la quantità di detenuti
rimase praticamente allo stesso livello, aumentando per questo periodo del 10%
circa, mentre il numero dei lager salì a 17.
Con l'inizio del "grande terrore" il flusso di detenuti verso il GULag
crebbe bruscamente. In nove mesi (dal 1° luglio 1937 al 1° aprile 1938)
la loro quantità aumentò di oltre 800.000 unità, arrivando
a superare i 2.000.000 di persone. Anche il numero dei lager crebbe di conseguenza.
All'inizio del 1938 erano diventati 31.
La tendenza all'aumento del numero dei lager perdurò anche negli anni
successivi. All'inizio del 1940 esistevano già 57 direzioni di lager,
e 77 all'inizio del 1941. Il sistema dei lager, così gonfiato, era ormai
difficilmente governabile ed era necessaria una riforma strutturale. All'inizio
della guerra nei luoghi di reclusione si trovavano più di 2.350.000 persone,
mentre i lager funzionanti o in fase di organizzazione erano 82.
Con l'inizio della "grande guerra patriottica", naturalmente, s'invertì
la tendenza alla crescita del sistema dei lager. Già il 28 giugno 1941
si fermarono i lavori in 60 cantieri in cui lavoravano detenuti. Fra questi
c'erano le costruzioni di impianti idrotecnici e praticamente tutte le imprese
dell'NKVD nell'Occidente dell'URSS. Un po' più a lungo proseguì
la costruzione della BAM. Nel contempo cominciò a ridursi rapidamente
anche il numero dei detenuti: all'inizio del 1942 ne rimanevano circa 1.750.000,
e alla fine dello stesso anno all'incirca 1.500.000. Nel 1944 i detenuti rimasti
erano praticamente la metà di quelli dell'inizio della guerra: circa
1.200.000.
Subito dopo l'inizio della guerra le condizioni di vita dei detenuti peggiorarono
radicalmente. Fu ridotta la razione alimentare, aumentò la durata della
giornata lavorativa Ciò porto a un brusco aumento della mortalità,
soprattutto nei primi anni di guerra. In certi lager la mortalità mensile
superava il 10%. Solo nel 1942, secondo i dati no- toriamente ottimistici della
sezione sanitaria del GULag, nei lager e nelle colonie morirono 351.360 persone,
cioè quasi una su quattro. Nel 1943 per i condannati per collaborazionismo
con gli occupanti furono introdotti i lavori forzati, che prevedevano un regime
di reclusione più duro.
Il primo anno dopo la fine della guerra non portò sostanziali mutamenti
nel quadro della vita del lager. L'amnistia del 1945, che per la verità
non toccò i detenuti per motivi politici, ridusse un poco la popolazione
sovietica dei lager e il numero delle direzioni di lager (il 1° gennaio
1946 erano 48). Ma nello stesso tempo al lavoro coatto furono inviati circa
2.500.000 prigionieri di guerra dei paesi della coalizione hitleriana e del
Giappone.
Il sistema statale si orientava per molti aspetti verso il lavoro coatto, e
non sorprende che con il graduale rimpatrio dei prigionieri di guerra dalla
seconda metà del 1946 ricominciasse a crescere sia il numero dei detenuti
sia quello dei lager. Già alI'inizio del 1948 le direzioni di lager erano
oltre 90, e i reclusi nei lager e nelle colonie erano tornati ad ammontare a
2.000.000 di persone. Queste cifre continuarono a crescere anche in seguito.
La quantità dei detenuti in lager, colonie e carceri raggiunse il massimo
nell'aprile-maggio 1950, superando le 2.800.000 persone. Nei successivi tre
anni questa cifra si ridusse un poco, stabilizzandosi al livello di 2.600.000-2.700.000
persone. Ma i lager continuavano ad aumentare e nel marzo 1953 funzionavano
o si trovavano in fase di organizzazione 175 lager e sezioni di lager autonome.
Si ampliò anche la sfera di attività economica dell'MVD (Ministero
degli interni). A partire dal 1948 la dirigenza del paese tornò alla
pratica prebellica di edificare impianti grandiosi, che esigevano un'enorme
quantità di forza lavoro non qualificata. Come era lecito aspettarsi,
a questo scopo si crearono lager con decine di migliaia di detenuti. Progetti
giganteschi, come il canale Volga-Don e la via d'acqua Volga-Baltico, le centrali
idroelettriche di Kujbysev e di Stalingrado, furono realizzati fondamentalmente
grazie alle braccia dei detenuti dei lager.
Ma oltre alle funzioni economiche il sistema dei lager continuò a svolgere
anche una funzione punitiva e deterrente. Nel 1948, per ospitare i condannati
per motivi politici, furono creati i cosiddetti lager speciali. Qui il regime
di detenzione era simile a quello carcerario, la norma della superficie abitativa
era la metà che negli ITL, un metro quadrato per persona, e i detenuti
erano utilizzati esclusivamente per lavori particolarmente pesanti. Già
nel 1948 si organizzarono sei lager di questo genere, che in seguito salirono
a dodici. Il numero dei prigionieri dei lager speciali raggiunse le 260.000
unità, ma ciò non significa che tutti i condannati per articoli
politici si trovassero lì. Più o meno altrettanti "controrivoluzionari"
scontavano la pena negli ITL.
Con la morte di Stalin cominciò una radicale riorganizzazione del sistema
dei lager. Già il 25 marzo 1953 fu presa la decisione di interrompere
la costruzione di una serie di grossi impianti che veniva condotta con la partecipazione
dei detenuti. Praticamente nello stesso tempo furono liquidate tutte le quindici
amministrazioni produttive e direzioni dell'MVD esistenti a quell'epoca, di
cui facevano parte alcuni lager, mentre le loro strutture produttive e le opere
in costruzione furono trasferite ad altri ministeri. I lager stessi passarono
alle dirette dipendenze del GULag, a eccezione dei lager speciali, passati sotto
la giurisdizione della Direzione carceri deI'MVD. Il decreto di amnistia del
Presidium del Soviet supremo dell'URSS del 27 marzo portò alla liberazione
di oltre un milione di detenuti. Vero è che i condannati per "delitti
controrivoluzionari" non rientrarono nell'amnistia.
I1 2 aprile lo stesso GULag entrò a far parte del Ministero della giustizia.
In tal modo l'MVD cessò di essere un'organizzazione produttiva. Il numero
dei lager nel 1953 si ridusse a meno della metà: da 175 a 81.
Nell'estate del 1954 fu liquidato 1'istituto dei lager speciali. Contemporaneamente
fu dato avvio a un riesame dei casi connessi a "delitti controrivoluzionari"
e furono mitigate le pene anche ad altre categorie di detenuti. Come risultato
nel periodo dall'aprile 1954 al gennaio 1955 il numero dei detenuti diminuì
di quasi 300.000 persone e all'inizio del 1955 ammontava a poco più di
un milione. Parallelamente diminuì anche il numero dei lager: nell'ottobre
del 1956 ne rimanevano 37. I1 25 ottobre 1956 fu emanata una risoluzione del
CC del PCUS e del Consiglio dei ministri delI'URSS che riconobbe "inopportuna
l'ulteriore esistenza degli ITL". Tutti gli ITL dell'MVD delI'URSS dovevano
passare sotto il controllo degli MVD delle repubbliche dell'unione e di conseguenza
venire riorganizzati in ITK (Colonie di rieducazione attraverso il lavoro).
Il 27 ottobre il GULag ricevette un nuovo nome: Direzione centrale delle colonie
di rieducazione attraverso il lavoro (GUITK) dell'MVD dell'URSS.