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Settembre: quando le teorie del complotto vanno a male.
Ultimamente
sono apparse in Italia ben due libri basati sulla teoria del complotto. Dato
che queste modalità interpretative hanno un qualche successo tra i
militanti, proponiamo questa traduzione a cura dell'ottima sezione italiana
del noto sito Znet. Di David Corn (redattore di The Nation). Documento originale
When
9/11 Conspiracy Theories Go Bad . Basato sulla traduzione di Ornella
C. Grannis. 1 marzo 2002.
Per
piacere smettete di mandarmi quelle mail. Sapete di chi sto parlando. E sapete
di che mails sto parlando... D'accordo, lo dico: quelle mail che mi avete
mandato e che insinuano, anzi addirittura dichiarano, che la CIA e il governo
americano sono in qualche modo coinvolti negli orribili attacchi dell'11 settembre.
Ci
sono mail che parlano di un individuo in prigione in Canada che asserisce
di essere un ex-agente dei servizi segreti americani, e dice di aver parlato
dell'attacco con le guardie carcerarie, verso la meta' di agosto. Ci sono
mail che citano un quotidiano italiano che ha riportato che a luglio Osama
bin Laden ha ricevuto delle cure per problemi ai reni, nell'ospedale americano
di Dubai, dove ha incontrato un agente della CIA. Ci sono mail, che fanno
riferimento a un libro pubblicato in Francia, che nota che gli attacchi sono
avvenuti un mese dopo un incontro tra l'amministrazione di Bush e i Talebani
per affari di petrolio, durante il quale l'amministrazione di Bush ha detto
agli afgani, "o accettate il tappeto di oro che vi offriamo, oppure vi prendete
quello di bombe con il quale sarete seppelliti."
Capito? O Washington sapeva ma non ha fatto niente per fermare gli
attacchi dell'11 settembre, oppure li ha addirittura tramati per poter
giustificare la guerra contro l'Afganistan e favorire gli interessi
delle grandi compagnie petrolifere americane.
Una mail che ricevo in continuazione e' costituita dalla sequenza degli eventi
cosiddetti sospettosi dove la CIA sapeva che gli attacchi (dell'11 settembre)
sarebbero avvenuti e insinua la complicita' criminale del governo americano
nella loro esecuzione.
Non nego che il governo americano si presti di tanto in tanto ad infamie brutali
e omicide, ma la nozione che il governo americano abbia intercettato gli attacchi
e permesso che succedessero, o peggio, che abbia complottato l'uccisione di
migliaia di americani per lanciare una guerra in cambio del petrolio afgano
e' assurda. Tuttavia, ogni settimana continuano ad arrivarmi mail piene di
queste sciocchezze. Con tutta probabilita' questa robaccia non e' degna di
risposta, ma sono abbastanza irritato da provarci.
Contraddire le teorie complottistiche e' da gonzi. Chi puo' dire se veramente
qualcosa di cosi' bizzarro e' successo all'ospedale di Dubai? Quanto all'individuo
in prigione in Canada, sta scontando una pena per aver truffato le banche
che gli avevano rilasciato delle carte di credito, e l'unica fonte sulla storia
dell'avvertimento e' la sua parola. Il giudice in questo caso ha detto: "Non
c'e' fonte indipendente a conferma di questa colossale asserzione." Chi ama
i complotti puo' rispondere: "ma non c'era da aspettarsi che il governo
e i suoi amici in Canada rispondessero cosi'?"
Allora, cominciamo con una domanda generale: sarebbero capaci i funzionari
del governo americano di fare una cosa cosi' sporca? Capaci, nel senso di
abili nel metterla insieme e volenterosi nel farla. Per farla corta: le spie
e gli agenti segreti non sono sufficientemente scaltri, sufficientemente maligni
o sufficientemente coraggiosi per montare un'operazione del genere. Questa
conclusione e' basata in parte, oso dire, sul buonsenso, ma anche sugli anni
che ho speso con i servizi d'informazione sulla sicurezza nazionale (ho intervistato
oltre cento persone, fra agenti e impiegati, per via di un libro che ho scritto
sulla CIA).
Non sufficientemente scaltri: un complotto del genere - l'esecuzione simultanea
della distruzione delle due torri, di un pezzo del Pentagono e di quattro
aereoplani, facendola apparire come l'opera di qualcun altro - e' molto piu'
avanzato del livello intellettivo dei servizi segreti americani. Il tentativo
di mettere insieme un progetto del genere richiederebbe dozzine (o centinaia)
di individui. Dovrebbero lavorare insieme, fidarsi tra di loro che nessuno
sbagli la sua parte o riveli il complotto. Dovrebbero tenersi in contatto
tra loro una quantità di agenzie: CIA, FBI, i servizi d'immigrazione
e naturalizzazione, la finanza, le agenzie statali, l'amministrazione federale
dell' aviazione, i servizi di sicurezza dei trasporti, il ministero della
difesa, ecc. ecc.
Eppure qualsiasi persona con la minima cognizione di come funziona (o non
funziona) il governo si rende conto che le varie burocrazie di Washington
- particolarmente quelle della comunita' addetta alla sicurezza nazionale
- non lavorano per niente bene insieme. Gia' l'occultamento della conoscenza
di un evento prossimo a succedere, richiede di per sè un estensivo
complotto. Se veramente ci fossero state notizie che avessero predetto gli
attacchi dell'11 settembre, queste notizie avrebbero circolato nei servizi
d'intelligenza e nei circoli politici più influenti, prima che i capi
avessero potuto sopprimerle per trarne profitti geopolitici. Un goffo complotto
del silenzio, insomma. Ed in tutti e due gli scenari del complotto - la progettazione
degli attacchi o l'esecuzione - chiunque avesse partecipato avrebbe dovuto
essere piu' che sicuro del silenzio di tutti gli altri.
Non sufficientemente maligni: piu' sleali di cosi' non si puo' essere - ammazzare
migliaia di americani, impiegati del Pentagono inclusi, a beneficio delle
compagnie petrolifere. Se il quarto aereoplano non fosse caduto in Pennsylvania,
gli agnelli sacrificali avrebbero incluso personale della Casa Bianca e membri
del congresso. Questa e' vilta' stile Hollywood, materiale per James Bond
o Dr. Evil.
In tutte queste agenzie, c'e' un numero sufficiente di persone disposte
a prestarsi a una cosa del genere? Lo dubito. Agenti della CIA e funzionari
del governo hanno fatto del male, hanno aiutato plotoni di esecuzione
e hanno usato i baroni della droga dall'altra parte dell'oceano. Hanno
assistito torturatori, disseminato manuali di morte, venduto armi
a governi terroristi, si sono insidiati in governi democraticamente
eletti e hanno aiutato dittatori che uccidono e mutilano. Hanno coperto
massacri e abusi dei diritti umani. Hanno tramato uccisioni di capi
di stato.
Queste attivita' orrende, sono state giustificate dagli esecutori, nella maggior
parte dei casi, come necessarie alla guerra fredda. E a rendere quelle giustificazioni
piu' semplici era proprio il fatto che le vittime erano persone dall'altra
parte dell'oceano. Giustificare l'uccisione di migliaia di americani a beneficio
della ExxonMobil richiederebbe ai funzionari del governo americano una forma
diversa di distacco emotivo, un taglio ancora piu' profondo con le norme della
decenza e della morale.
Mi ricordo un'intervista con un agente della CIA che amministrava una divisione
che praticava le attivita' di cui sopra, gli chiesi se la CIA aveva considerato
la "neutralizzazione permanente" di un ex-agente che aveva rivelato certe
operazioni e i nomi di chi le aveva attuate. Uccidere un americano? Rispose,
come se fossi stato pazzo a chiederlo. No, no, aggiunse, non potremmo mai
farlo. Si, nel mondo dello spionaggio certe cose non sono ammesse. E poi,
spiego', sarebbe troppo rischioso, nel senso che essere sorpresi a fare certe
porcherie potrebbe essere una minaccia alla propria carriera. Il che ci porta
a ...
Non sufficientemente coraggiosi: pensate al pericolo - il potenziale pericolo
dei cospiratori. E se i loro piani fossero stati scoperti prima, o peggio,
dopo i fatti? Chi avrebbe rischiato di essere associato con il crimine piu'
depravato nella storia degli USA? All'inizio nessuno avrebbe saputo con sicurezza
che il complotto avrebbe funzionato e che sarebbe rimasto un segreto. Quelli
della CIA - e tutti quelli che lavorano nelle agenzie governative - alle loro
carriere ci tengono.
Approverebbe George W. Bush certe trasgressioni, sapendo di rischiare di essere
bollato come il presidente piu' malvagio di tutti i tempi? Avra' pure il petrolio
nel sangue, ma metterebbe gli interessi delle compagnie petrolifere innanzi
ai suoi? (Di sicuro e' stato svelto a dire sayonara a Kenneth Lay e alla Enron).
E poi Bush e gli altri del governo sanno che le voci circolano. Gli specialisti
della disinformazione del Pentagono non hanno potuto evitare che il loro ufficio
finisse sulla prima pagina del New York Times. Dopo l'11 settembre c'e' gia'
troppo imbarazzo sulla presunta timidezza dei servizi segreti nei confronti
delle avversita' ed e' una fortuna, perche' certe inibizioni - per amore delle
pubbliche relazioni e delle carriere - forniscono un freno al mondo dello
spionaggio.
A questo punto vi sarete chiesti perche' mi sono dato la seccatura
di fare questo esercizio. Ma le teorie dei complotti non sono sciocchezze
da non prendere sul serio? Lo sono, ma purtroppo attraggono le persone.
Michael Ruppert, il tizio che ha messo insieme la sequenza degli eventi
che ho menzionato prima, raduna un sacco di gente alle sue conferenze.
Ha offerto mille dollari a chiunque riesca a "sfidare l'autenticita'
delle sue fonti". Ebbene, la sua sequenza di eventi include la storia
del prigioniero canadese e cita The Toronto Star come fonte, tuttavia
Ruppert dimentica di aggiungere che lo Star non ha confermato la storia
del tale, che il giornale ha riportato che chi lo ha osservato "si
e' chiesto se non si trattasse in fondo dei deliri di un pazzo", e
che il giornale, alla fine, ha detto che il giudice ha dichiarato
che la storia "non ha nulla di reale". Questo non contraddice niente?
No, non al 100%. Resta sempre la probabilita' che il tizio sta dicendo
la verita', per cui non mi aspetto nessun assegno.
Le teorie del complotto possono sembrare piu' noiose che problematiche, pero'
competono con la realta' per farsi notare. Ce n'e' abbastanza per essere esasperati
senza essere ossessionati dalle stupidaggini alla X Files. Un esempio? Il
fallimento dei servizi segreti nella protezione degli americani e il mancato
rimprovero alla CIA da parte dei parlamentari. Oppure la negazione del fallimento
del commando del Generale Tommy Franks, comandante delle operazioni militari
in Afganistan, sull'assalto a Hazar Quadam, nel quale sono morti tra quindici
e venti afgani sostenitori del governo americano. (Come possono le forze speciali
americani colpire bersagli ritenuti erroneamente Talibani o guerriglieri di
Al-Qaeda, ucciderli senza l'intenzione di ucciderli e non considerare l'operazione
un fallimento?) Una ragione in piu' per essere esasperati? Qualche mese fa
investigatori forensi hanno trovato i resti di persone torturate e uccise
nella base che la CIA aveva istituito come centro di addestramento per i Contras
negli anni '80. L'ambasciatore presso l'Honduras a quell'epoca era John Negroponte,
oggi ambasciatore presso le Nazioni Unite.
Ci sono sempre misfatti che riguardano la "sicurezza nazionale"
per i quali arrabbiarsi. Certo, non sono cinematografici come un film nel
quale loschi burocrati americani non identificati complottano per far saltare
le torri del World Trade Center e ottenere il controllo di un oleodotto nell'Asia
Centrale, ma dozzine di morti in Honduras o una ventina ammazzati per sbaglio
in Afganistan dovrebbero suscitare rabbia e proteste. In realtà teorizzare
su complotti campati in aria serve agli interessi di chi sta in alto, perché
al confronto le loro trasgressioni paiono insignificanti. (Cosa sara' mai
qualche morto in Honduras paragonato alle migliaia di New York? Perche' preoccuparsi
di Negroponte quando ci sono burocrati americani non identificati che massacrano
i civili americani per far scoppiare la guerra?).
Forse c'e' un ufficio del pentagono o della CIA che produce questa
roba. La sua missione: distrarre la gente dalle malefatte reali. Ecco,
questa e' la teoria di un complotto degno di approfondimento. Non
ha senso? Non c'e' un filo logico? Sfido chiunque a provare il contrario.