Solidarizzare 
    con le vittime e assolvere i carnefici
    Decine 
    di milioni di cittadini statunitensi esprimono opinioni che, nei fatti, sono 
    a sostegno degli autori di crimini contro l'umanità, siano essi nella 
    Casa bianca e nel Congresso. (di James Petras: traduzione a cura del Centro 
    di Cultura e Documentazione Popolare) Reds – Gennaio 2009.
 
    
    
    L'amministrazione Clinton è stata democraticamente rieletta nel 1996, 
    dopo aver deliberatamente imposto un embargo che portava la carestia in Iraq 
    e aver montato un'implacabile e incontrastata campagna di bombardamenti per 
    quattro anni ininterrotti, contro questo paese devastato, causando la morte 
    documentata di oltre 500.000 bambini e un numero di gran lunga superiore di 
    adulti indifesi. La maggioranza dei cittadini statunitensi ha rieletto Bush, 
    sapendo che aveva scagliato guerre che hanno provocato la morte di oltre un 
    milione di civili iracheni, decine di migliaia di afgani, migliaia di pakistani, 
    e sapendo che aveva dato il suo pieno appoggio ai massacri israeliani di civili 
    palestinesi e al blocco alimentare e di acqua e combustibili messo in atto 
    da Israele sui territori occupati, per non parlare dei frequenti bombardamenti 
    del Libano e della Siria, culminati, nel corso del secondo mandato Bush, nei 
    raccapriccianti bombardamenti israeliani di città e villaggi libanesi 
    che hanno ucciso migliaia di civili. Sappiamo che questa brutalità 
    ha ricevuto il sostegno incondizionato dei presidenti delle 52 principali 
    organizzazioni ebraiche statunitensi e di migliaia tra i gruppi affiliati 
    (per un totale di oltre un milione di aderenti).
    
    Sappiamo che per ogni assassinio di un palestinese da parte israeliana, ogni 
    sequestro di terre e case dei palestinesi e sradicamento dei frutteti e vigneti 
    e l'avvelenamento dei pozzi, vi è una campagna sistematica qui [negli 
    Stati Uniti] per cancellare le nostre libertà democratiche di espressione 
    e associazione e soprattutto il nostro diritto di condannare pubblicamente 
    Israele e denunciare i suoi agenti che operano tra i potenti statunitensi.
    
    Avendo imparato per esperienza, la maggior parte dell'opinione pubblica statunitense 
    ora riconosce i pericoli del militarismo e sta lentamente accorgendosi quale 
    profonda minaccia costituisca la radicata organizzazione di potere sionista 
    per le nostre "quattro libertà" [riferimento al discorso 
    di Franklin D. Roosevelt del 1941: ogni essere umano deve avere libertà 
    di espressione e di fede e deve essere liber(ato) dalla povertà e dalla 
    paura, NdT]
    
    Questo è buon segno. Tuttavia, questi progressi nell'opinione pubblica 
    sono lontani dall'essere sufficienti. Il pubblico statunitense ha appena eletto 
    un nuovo presidente che promette di aumentare la presenza militare imperialista 
    in Afghanistan e stipare i posti chiavi di governo con noti militaristi e 
    sionisti del precedente regime del Presidente "Bill" Clinton.
    
    Ciò che è sfuggito al pubblico è la quasi totale scomparsa 
    del movimento per la pace e il suo assorbimento nella macchina elettorale 
    pro-guerra del Partito Democratico creata dal Presidente neo-eletto Barack 
    Obama. Allo stesso modo, la stragrande maggioranza degli opinionisti "progressisti" 
    degli Stati Uniti ha abbracciato, con saltuarie riserve di poco conto, la 
    candidatura di Obama e, in effetti, sono entrati a far parte dell'"ampia 
    coalizione" alleandosi con zelanti sionisti miliardari, truffatori finanziari 
    di Wall Street, militaristi "umanitari" clintoniani, impotenti burocrati 
    sindacali miliardari e una vasta e varia gamma di politici "minoritari" 
    e cacciatori che vogliono elevarsi socialmente ed economicamente. I progressisti 
    inebriati dalla vuota retorica elettorale di "cambiamento", sono 
    disposti a sacrificare i loro più elementari principi al servizio del 
    male, pensandolo un "male minore". In nome del "male minore" 
    passano sopra a nuove guerre imperialiste, alla complicità con la ferocia 
    coloniale di Israele e al progressivo impoverimento del popolo statunitense, 
    mentre gli stessi intellettuali progressisti statunitensi non mostrano scrupoli 
    (im)morali quando si tratta di condannare i movimenti di resistenza anti-imperialista 
    in Asia (soprattutto in Medio Oriente), Africa e America Latina.
    
    Progressisti statunitensi e i movimenti di resistenza nel terzo mondo
    Neanche uno tra i più eminenti intellettuali progressisti (EIP) degli 
    Stati Uniti ed Europa, scrittori, blogger, e accademici, mostra lo stesso 
    "pragmatismo" della scelta del "male minore" quando si 
    tratta di altri paesi con conflitti in atto. Non c'è un solo EIP che 
    sosterrà gruppi democraticamente eletti, quale Hamas in Palestina, 
    Hezbollah in Libano o il nazionalista Muqtada al-Sadr in Iraq (che ha un forte 
    consenso popolare) o ancora i Talebani in Afghanistan (che si oppongono all'occupazione 
    del loro paese), o che appoggerà il diritto, riconosciuto dalle leggi 
    internazionali, del popolo iraniano di sviluppare l'energia nucleare per scopi 
    pacifici – quali che siano i loro difetti. Questi sono "mali minori".
    
    Cerchiamo di esaminare la questione in modo più dettagliato. Gli EIP 
    hanno giustificato il sostegno a Obama sulla base della retorica elettorale 
    a favore della pace e della giustizia, ignorando il fatto che egli ha votato 
    a favore dei bilanci per la difesa e i programmi di aiuti esteri presentati 
    da Bush che hanno fornito i mezzi finanziari per l'assassinio di centinaia 
    di migliaia di iracheni, afgani, palestinesi, colombiani, somali e pakistani 
    e la spoliazione e l'esodo di almeno 10 milioni di persone dalle loro città, 
    fattorie e case. Gli stessi EIP respingono e rifiutano di adottare il criterio 
    di "male minore" a sostegno di Hamas, l'amministrazione palestinese 
    di Gaza democraticamente eletta, che è in prima linea nella lotta contro 
    la brutale occupazione coloniale israeliana, perché Hamas è: 
    "violento" (il che significa che reagisce alle aggressioni armate 
    quasi giornaliere israeliane), vorrebbe stabilire uno stato "teocratico" 
    (analogo allo stato "ebraico" di Israele, anch'esso posto su basi 
    teologiche) e reprime i dissidenti (con saltuarie azioni contro i funzionari 
    e le milizie di Fatah, organizzazione che riceve fondi dalla CIA). Nel migliore 
    dei casi, gli EIP si interessano solo alle vittime palestinesi dell'embargo 
    di cibo, acqua, carburante e medicinali messo in atto da Israele e che provoca 
    un genocidio; protestano contro le palesi aggressioni di stampo razzista da 
    parte dei coloni giudei-fascisti quando assalgono bambine che vanno a scuola 
    o anziani agricoltori che lavorano nei loro frutteti; protestano contro i 
    rallentamenti premeditati e arbitrari ai posti di blocco militari israeliani, 
    che hanno provocato la morte di palestinesi con malattie gravi impedendo loro 
    di raggiungere le strutture mediche. In altre parole, gli EIP sostengono i 
    palestinesi in quanto vittime, ma li condannano come combattenti che sfidano 
    i loro carnefici. Il sostegno alle vittime fornito dagli EIP è una 
    solidarietà che non costa nulla e conferisce credibilità all'etichetta 
    di "progressisti"; l'opposizione ai combattenti assicura, a chi 
    è al potere, che la critica degli EIP non comprometterà la costruzione 
    dell'impero statunitense e degli alleati israeliani.
    
    I più franchi intellettuali progressisti del mondo occidentale, auto-proclamatisi 
    "libertarians" [probabile riferimento al Libertarian Party, partito 
    xenofobo di estrema destra, contrario a qualsiasi intervento di stato – 
    meno tasse, meno intervento dello stato, più libertà. Alcuni 
    libertarians hanno appoggiato Obama, NdT] e "democratici" affermano 
    di sostenere l'autodeterminazione nazionale e opporsi alle conquiste imperialiste, 
    ma essi immancabilmente respingono i movimenti popolari di massa esistenti 
    che lottano per l'autodeterminazione e sono in prima linea nella lotta contro 
    il giogo imperialista e l'occupazione straniera. Quasi senza eccezione essi 
    denunciano i movimenti di resistenza nazionale perché non coincidono 
    con i loro preconcetti di giustizia ideale, tolleranza pacifica e laica, principi 
    democratici, che secondo loro un movimento di resistenza dovrebbe incarnare. 
    Tuttavia, gli EIP non impongo questi criteri verso i candidati nei loro paesi.
    
    Gli Hezbollah vengono respinti tout court dagli EIP in quanto troppo "integralisti/clericali", 
    ma i progressisti britannici hanno appoggiato Tony Blair, il leader del Partito 
    Laburista, nel suo ruolo di complice sanguinario di Clinton, Bush, Sharon 
    e di una serie di servili regimi fantocci in Iraq, Afghanistan, Somalia e 
    altrove.
    
    In termini militari – di morti, mutilazioni e distruzione di case – 
    i democratici, i socialdemocratici e i politici del centro-sinistra in Europa, 
    promotori del "male minore", hanno un record di gran lunga peggiore 
    dei Talebani, di Hezbollah, Hamas e delle forze sadriste. Più pertinente 
    è il fatto che le condizioni di vita e la sicurezza della stragrande 
    maggioranza degli iracheni, degli afgani, dei libanesi e dei somali – 
    sotto ogni aspetto – erano di gran lunga migliori sotto il regime indipendente 
    anche se autoritario di Saddam Hussain, dei Talebani integralisti in Afghanistan, 
    dei Consigli islamici in Somalia, rispetto alle occupazioni militari USA-EU 
    e i regimi clientelari. Alcuni degli EIP evitano la vera e difficile scelta 
    e fanno finta che esistano "terze vie" proprio all'orizzonte dei 
    paesi attualmente sotto conquista e occupazione imperialista e coloniale: 
    respingono gli eserciti imperialisti e assieme la resistenza antimperialista 
    in nome di astratti principi progressisti e libertari. Il moralismo insincero 
    e l'ipocrisia sfacciata della loro posizione è lampante quando la questione 
    si pone in termini di scelte politiche all'interno del paese imperialista 
    per eccellenza. Qui gli EIP hanno mille e più argomenti per sostenere 
    uno (Obama) dei due candidati presidenziali dei grandi partiti di guerre imperialiste; 
    qui prevalgono argomentazioni basate sul "pragmatismo" e il "male 
    minore". E quali "scelte" vengono fatte! Gli stessi libertari 
    e democratici che condannano i Talebani per la distruzione di antichi monumenti 
    religiosi sostengono i candidati democratici, come Obama, che propongono di 
    aumentare l'occupazione militare degli Stati Uniti in Afghanistan e intensificare 
    le stragi in Asia del Sud.
    
    Costituisce un profondo dilemma morale e politico, scegliere in un mondo in 
    cui guerre imperialiste distruttive sono guidate da politici eletti democraticamente 
    e contrastate vigorosamente da movimenti e leader integralisti, o laici, autoritari. 
    Ma la storia degli ultimi trecento anni è chiara: l'imperialismo occidentale 
    "democratico" e la sua eredità contemporanea hanno distrutto 
    molte più vite e mezzi di sussistenza in tanti più paesi che 
    non abbia fatto, in un lasso di tempo maggiore, il peggiore dei regimi coloniali. 
    Inoltre, le guerre coloniali, condotte da regimi e da politici che rappresentavano 
    il "male minore", hanno avuto un profondo impatto distruttivo sugli 
    stessi "valori democratici" nei paesi occidentali, che gli EIP vorrebbero 
    difendere.
    
    Conclusione
    Gli EIP, scegliendo il "male minore" – l'esempio più 
    recente è stato il sostegno a Barack Obama – si auto-condannano 
    all'impotenza nella realizzazione di politiche a Washington e all'irrilevanza 
    politica per quanto riguarda le lotte di liberazione nazionale. I sostenitori 
    coerenti delle vittime delle mattanze occidentali e israeliane non prendono 
    l'elemosina dalle fondazioni; essi compiono la difficile (e costosa) scelta 
    di essere solidali con, e di dividere le sorti dei combattenti dei movimenti 
    di resistenza. L'impegno massimo che gli intellettuali progressisti negli 
    Stati Uniti sono disposti a sostenere è quello di tenere conferenze 
    presso università che offrono onorari con quattro zeri, con il beneficio 
    della crescita dell'autostima e la dignità di far parte di un movimento 
    internazionale antimperialista.