PAKISTAN: CAMBIAMENTI SU TUTTI I FRONTI
I BOMBARDAMENTI SULL'AFGHANISTAN MODIFICANO IL QUADRO POLITICO PAKISTANO ED ACCRESCONO I RISENTIMENTI VERSO I PAESI OCCIDENTALI.


novembre 2001. Di Farooq Tariq (*), da Green Left Weekly. Traduzione di Stefano Valenti


Lahore. Dall'inizio dei bombardamenti sul vicino Afghanistan, migliaia di manifestanti religiosi pakistani, compresi giovani studenti, si sono riversati nelle strade di tutto il paese, scontrandosi con la violenza poliziesca, i lacrimogeni, le cariche con i manganelli e le armi da fuoco. Qui a Lahore oltre una dozzina di manifestazioni piccole e grandi sono state organizzate dai partiti di ispirazione religiosa. Peshawar e Quetta, le due città più vicine all'Afghanistan, sono state il luogo di manifestazioni particolarmente numerose.
L'attacco aereo sull'Afghanistan ha generato enormi risentimenti tra la gente comune. Ma il livello di rabbia varia da regione a regione. La zona di maggiore protesta anti-occidentale si trova nelle due province che confinano con l'Afghanistan, la Provincia del North-West Frontier e il Baluchistan, mentre i partiti religiosi perdono terreno nelle grandi città di Lahore e Karachi. La sensazione generale dei lavoratori pakistani è che gli Stati Uniti hanno commesso un errore lasciando ora spazio per le rappresaglie dei Talebani.
Quando, nel centro del Punjab, durante la prima notte dei bombardamenti ci siamo fermati per una tazza di tè in un caffè di Sahiwal, un impiegato dell'hotel ci ha informato degli attacchi e ci ha detto che sicuramente ciò avrebbe causato spargimento di altro sangue. "Questo non è forse terrorismo?" mi ha chiesto un meccanico quella stessa sera. "Se muoiono americani è un casino, se muoiono afghani questo non rappresenta un problema per i paesi ricchi". Il clima nelle campagne è molto più teso di quello nelle città. Nelle campagne Osama bin Laden sta diventando un eroe venerato ovunque.
L'attacco terroristico dell'11 settembre ha avuto un effetto devastante sui partiti di ogni tendenza politica in Pakistan, polarizzandoli ad un grado mai avvertito in precedenza. I mercanti e i ricchi si sono schierati dietro il regime militare del Generale Pervaiz Musharraf vedendo la possibilità di grossi affari. Ma tra la gente comune e il regime si sta creando il vuoto. Con il crescere della disoccupazione e l'aumento dei prezzi al consumo causati della cieca adesione alle misure di polizia internazionale del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale, le masse popolari stanno pagando un prezzo altissimo. Gli attacchi sull'Afghanistan hanno aumentato l'odio verso il regime e verso l'imperialismo degli Stati Uniti. Il Generale Musharraf è ben consapevole di questo e nella sua apparizione televisiva dell'8 ottobre ha chiesto agli americani di far si che l'azione militare sia corta ed efficace. Ma non c'è una via veloce ed efficace per combattere coloro che sono stati preparati e riforniti dallo stesso esercito di Musharraf e che oggi vengono dichiarati terroristi. Il Generale Musharraf consulta quotidianamente il governo; un fatto senza precedenti in Pakistan, anche se questo non sembra potere dare maggiore stabilità al suo regime.
Ogni volta che appare in televisione, Musharraf sembra contrariato e agitato e deve calibrare ogni parola che dice; sa ciò che gli può capitare. Gioca con il fuoco. Fiancheggiando l'imperialismo americano ha trasformato molti dei suoi precedenti alleati in nemici. Il 7 ottobre si è avuto un rimpasto ai vertici militari: due dei suoi più stretti collaboratori sono stati obbligati a dimettersi e il nuovo capo di stato maggiore è a quel che si dice uno stretto alleato dei fanatici religiosi. C'è un crescente pericolo di rivolta popolare contro la sua politica e altro sangue potrebbe scorrere. Ma non è cambiato tutto solo per i militari. Anche per i fanatici religiosi gli americani erano negli anni Ottanta fonte di sostegno alla Jihad; mentre ora sono diventati il grande satana. Prima dell'11 settembre ho discusso con Liaqat Baluch, vicepresidentre del più importante partito religioso del Pakistan lo Jamaat-i-Islami. Il mio principale argomento contro di lui era che i partiti religiosi hanno sempre sostenuto i regimi militari che si sono succeduti e quando i militari hanno desiderato liberarsi dei governi civili, hanno sempre trovato nei partiti religiosi un alleato per svolgere il lavoro sporco. Baluch si arrabbiò quando dissi che negli anni Ottanta era il dollaro americano, e non la Jihad, la luce che guidava la lotta contro L'Unione Sovietica. Ora i partiti religiosi, che hanno ricevuto ogni sorta di aiuto dai militari, sono obbligati a opporsi ai loro padroni del passato, per dare eco ai sentimenti popolari. I fondamentalisti religiosi stanno facendo, propaganda per ogni tipo di supporto a Osama bin Laden e per una guerra totale. Più di 50.000 dimostranti a Quetta il 2 ottobre, guidati da Jamiat Ulama Islam, un partito religioso che ha apertamente sostenuto i Talebani fin dall'inizio. L'effetto sulle altre forze politiche è stato altrettanto polarizzante.
Il Pakistan People Party, partito del precedente primo ministro Benazir Bhutto, sostiene ora apertamente l'adesione del regime alla politica americana. Il partito ha fatto del suo meglio per compiacere il regime militare, partecipando alle dimostrazioni il 27 settembre nel"Giorno della solidarietà" con gli americani. Nella Provincia del North-West Frontier, il National Awani Party, il più grande partito dell'etnia Pashtun, ha cambiato posizione, ed ora appoggia apertamente il regime. Prima dell'11 settembre il Pakistan Peoples Party e il National Awani Party si opponevano decisamente al regime militare e facevano parte dell'Alliance for Restoration of Democracy. Il Muttahida Quami Movement, partito dei Mohajirs, immigrati dall'India, a sud di Karachi, si è improvvisamente scoperto alleato del governo dopo essere stato oppositore. La Muslin League dell'ex Primo Ministro Nawaz Sharif sta nel frattempo seguendo i fondamentalisti islamici e, in parte, aiutando i Talebani, opponendosi al regime militare per il supporto di Musharraf agli Stati Uniti.
La posizione del movimento laburista ufficiale è di avvicinamento al regime. I principali leader della Pakistan Workers Confederation, hanno appoggiato apertamente il regime militare, contemporaneamente ad un appello agli Stati Uniti a non attaccare l'Afghanistan. L'unica eccezione è rappresentata dai leader sindacali membri del Labour Party Pakistan, che hanno lottato contro il movimento laburista per sostenere una posizione di non-appoggio alla guerra. Questi leader sindacali, incluso Yousuf Baluch, hanno ricevuto una buona accoglienza dai lavoratori. Alcuni piccoli gruppi radicali e di partiti stalinisti, appoggiano apertamente le posizioni del regime militare. "Gli Stati Uniti devono essere sostenuti nell'estirpare il terrorismo!". E' questo il grido di questi ex partiti di sinistra, inclusi il National Workers Party e il comunista Mazdoor Kissan Party. L'11 settembre ha anche polarizzato le organizzazioni della società civile ed altre figure democratiche. Alcune, tra cui la famosa attivista per i diritti umani Asma Jahangir, hanno preso la posizione "no alla guerra si a misure di responsabilità".
Altri hanno preso la posizione"No alla guerra no al terrorismo" condannando entrambi e dichiarando apertamente la loro solidarietà con il movimento internazionale per la pace. Fareeda Shaheed del Shirkat Ghah e Nighar Ahmed della Aurat Foundation sono i sostenitori di questa tendenza tra le organizzazioni della società civile. Solo la sinistra non ha cambiato posizione. La sinistra pakistana si è sempre opposta al fanatismo religioso e si è sempre opposta ai militari e all'imperialismo americano. Sfortunatamente quelli che hanno detto la verità sono in una posizione di debolezza. Vengono riconosciuti essere nel giusto ma non hanno il potere e le risorse per avvantaggiarsi di questa posizione. La posizione del Labour Party Pakistan è molto vicina alla posizione "No alla guerra, no al terrorismo". Dal primo giorno il Labour Party Pakistan, ha condannato l'attacco terroristico e l'operazione di politica imperialista americana e hanno rigettato l'idea del male minore, quella di dovere scegliere tra l'appoggio ai Talibani o l'appoggio a George Bush. Il partito ha cominciato a costruire un movimento per la pace. La prima dimostrazione si è tenuta a Lahore il 15 ottobre. Nelle prossime settimane ci saranno altre dimostrazioni a Hyderabad, Karachi e Islamabad.

 

(*) Farooq Tariq è il segretario generale del Labour Party Pakistan.