Iraq: la prova generale.
Noam
Chomsky, Professore al Massachusser Institute of Technology, fondatore della
linguistica moderna e attivista politico, è una inesauribile risorsa
del movimento anti-imperialista statunitense. Il 21 marzo ha incontrato V.
K. Ramachandran e parlato con lui per unora e mezza dellattacco
in corso in Iraq. Da Frontline.
Traduzione di Stefano Valenti. Aprile
2003.
Ramachandran: Laggressione allIraq rappresenta una continuazione o una svolta nella linea di condotta degli Stati Uniti degli ultimi anni?
Chomsky:
Rappresenta una nuova fase significativa. Nonostante non sia senza precedenti,
rappresenta ugualmente una novità. Deve essere vista come una prova
generale. LIraq viene visto come obiettivo estremamente facile e senza
difese. Hanno previsto, forse a ragione, che la società crollerà,
che i soldati passeranno e che gli Stati Uniti avranno il controllo e vi stabiliranno
basi militari e un regime di loro gradimento. In seguito si dedicheranno ai
"casi" più difficili. Il prossimo potrebbe essere nella regione
andina, in Iran o in altri paesi.
La prova generale serve a stabilire quella che gli Stati Uniti chiamano la
"nuova regola" nelle relazioni internazionali. La nuova regola è
la "guerra preventiva" (è da notare che questa nuova regola
è stata stabilita unilateralmente dagli Stati Uniti). A tale proposito,
ad esempio, quando lIndia invase il Pakistan orientale per porre fine
a orrendi massacri, non stabilì una norma dintervento militare
perché lIndia era il paese "sbagliato" e perché
gli Stati Uniti si opposero strenuamente a quella azione. Questa non è
una guerra di deterrenza; cè una differenza cruciale. Guerra
di deterrenza ha un significato, significa, ad esempio, che se aerei stanno
attraversando lAtlantico per bombardare gli Stati Uniti, agli Stati
Uniti è permesso abbatterli anche prima che essi bombardino attaccando
le basi aere dalle quali provengono. Una guerra di deterrenza è una
risposta a un attacco in corso o imminente. La dottrina della guerra preventiva
è completamente diversa; prevede che gli Stati Uniti, da soli perché
tale diritto non appartiene a nessun altro, hanno il diritto di attaccare
qualunque paese che si suppone rappresenti un potenziale pericolo. Così
se gli Stati Uniti presumono che qualcuno li possa minacciare, a qualunque
livello, possono attacarlo.
La dottrina
della guerra preventiva che era stata annunciata esplicitamente nel National
Strategy Report dello scorso settembre, ha fatto rabbrividire il mondo intero
e anche alcune istiruzioni negli Stati Uniti, dove, devo dire, lopposizione
alla guerra è inusualmente alta. Il National Strategy Report, afferma
che gli Stati Uniti governeranno il mondo con la forza, caratteristica nella
quale, lunica, essi detengono la supremazia. E in questo modo si comporteranno,
in un indefinito futuro, perché se ogni potenziale nemico dovesse sfidare
il dominio americano, gli Stati Uniti lo distruggeranno prima.
Questo
è il primo scopo di detta dottrina. Se gli Usa avranno successo, il
che è probabile data la debolezza dellobiettivo scelto, i giuristi
internazionali e gli intellettuali delloccidente, e altri ancora, cominceranno
a parlare di nuove norme negli affari internazionali. E importante stabilire
una norma di questo tipo se ci si pone il compito di governare il mondo con
la forza in futuro.
Tutto ciò
non è senza precedenti ma è abbastanza inusuale. Menzionerò
un precedente per dimostarre quanto ristretto sia lo spettro dei casi. Nel
1963, Dean Acheson, un rispettato uomo di Stato e consigliere dellamministrazione
Kennedy, tenne unimportante conferenza alla American Society of International
Law, nella quale giustificò lattacco americano a Cuba. Lattacco
dellamministrazione Kennedy rappresentava un atto di terrorismo su larga
scala oltre che un attacco economico. Interessante la tempistica; subito dopo
la crisi missilistica, quando il mondo era sullorlo di una guerra nucleare.
Nel suo discorso, Achesson disse che "non esistono istanze legali che
tengano quando gli Stati Uniti sono minacciati nella loro posizione, nel loro
prestigio o autorità" parola più o parola meno.
Questo
è un assunto fatto proprio anche dalla dottrina Bush. Sebbene Acheson
fosse una figura importante, la sua non divenne la posizione ufficiale della
politica governativa americana nel periodo post-bellico.
Oggi
si appresta a diventarlo e quello che succede ne è la prima dimostrazione.
Serve a stabilire un precedente per il futuro. Queste "norme" valgono
solo per il potere occidentale e non per altri e dimostrano il fondamento
razzista della cultura occidentale, che da seguito a secoli dimperialismo,
una cultura così radicata da essere ormai inconscia. Credo quindi che
questa guerra sia un nuovo e importante passo, con tutta lintenzione
di esserlo.
Ramachandran: Anche il fatto che gli Stati Uniti non siano riusciti a trascinare altri con loro, rappresenta una nuova fase?
Chomsky: No, questa non è una novità. Nel caso della guerra in Vietnam, per esempio, gli Stati Uniti non tentarono nemmeno di avere lappoggio internazionale. Ciò nonostante hai ragione a sottolineare la particolarità di questo caso: si tratta di un caso nel quale gli Stati Uniti erano costretti, per ragioni politiche, e a tentare di convincere il mondo ad accettare la loro posizione e non ne sono stati capaci. Questo rappresenta una novità, perché, in altri casi il mondo è capitolato.
Ramachandran: Questo rappresenta anche un "fallimento diplomatico" o la ridefinizione stessa del significato di diplomazia?
Chomsky:
Non la definirei diplomazia per niente, semmai un fallimento nellopera
di coercizione. Raffrontiamola con la prima Guerra del Golfo. In quel caso
gli Stati Uniti obbligarono il Consiglio di sicurezza ad accettare la loro
posizione, anche se buona parte del mondo si opponeva. La Nato andò
avanti e lunico Paese che si oppose allinterno del Consiglio,
lo Yemen, venne severamente punito. In ogni sistema legale legittimo, le imposizioni
coercitive non sono considerate valide, ma negli affari internazionali regolati
dalla potenza le imposizioni coercitive vengono chiamate diplomazia. Ma in
questo caso è interessante notare come la coercizione non abbia avuto
successo. Ci sono stati Paesi, la maggioranza, che hanno mantenuto caparbiamente
la loro posizione che peraltro rappresentava quella della maggioranza delle
loro popolazioni. Il caso più drammatico è quello della Turchia,
un Paese vulnerabile alle ritorsioni americane. Nonostante questo il nuovo
governo, con la sorpresa di tutti e ha mantenuto il diniego alluso delle
basi appoggiata nella sua scelta dal 90% della sua popolazione.
La Turchia,
così come la Francia e la Germania hanno subito pesanti reprimende
per avere tenuto fede alla volontà della gente. I paesi che hanno avuto
encomi, i cui leader hanno obbedito supinamente agli ordini di Washington,
sono Italia e Spagna, nonostante che anche in questi paesi la stragrande maggioranza
della gente fosse contraria allintervento. E questo rappresenta un altro
passo. Non mi ricordo un altro caso nel quale sia stata dimostrato tanto disprezzo
per la democrazia, e non solo dai governi, ma anche dai commentatori.
Cè
molta letteratura oggi secondo la quale Francia, Germania eTurchia cercano
di minare gli interessi americani.
E
inconcepibile per il think-tank mondiali ritenere che tali posizioni
siano state prese in rispetto della volontà della maggioranza delle
popolazioni e in rispetto della democrazia. Si tratta di disprezzo per la
democrazia, così come ciò che è accaduro allOnu
rappresenta totale disprezzo per il sistema di regole internazionali. Dal
Wall Steet Journal, al governo americano si alza una voce che chiede
lo scioglimento delle Nazioni Unite. La paura che gli Stati Uniti provocano
al mondo è straordinaria; così estrema da essere discussa perfino
dai principali media. La copertina del prossimo numero di Neewsweek
tratta del perché il mondo abbia tanta paura degli Stati Uniti; Il
Post aveva una copertina simile alcune settimane fa. Naturalmente la
conclusione è che si tratti di un errore del mondo intero, che cè
qualcosa di sbagliato nel mondo con il quale abbiamo a che fare, ma si riconosce
che esiste anche qualcosa di innegabile.
Ramachandran: Lidea che lIraq rappresenti un pericolo immediato non ha nessun fondamento
Chomsky: Nessuno da credito a queste accuse, fatta eccezione per il popolo americano. Negli ultimi mesi cè stata una spettacolare escalation nella propaganda dei media governativi il cui effetto non ha tardato a pesare nei sondaggi dopinione. I sondaggi dimostrano come lappoggio alla guerra sia più alto negli Stati Uniti rispetto a qualunque altro paese, ma questo è fuorviante, se non si tiene conto che la situazione negli Stati Uniti è uneccezione allinterno del mondo. Dal settembre 2002 gli Stati Uniti sono lunico Paese nel quale il 60% della popolazione sia convinta che lIraq rappresenti un pericolo immediato, qualcosa che nemmeno in Kuwait o in Iran viene creduto. Inoltre circa il 50% della popolazione americana è ora convinta che lIraq sia responsabile dellattacco al World Trade Center. Questo dal settembre 2002. In fatti, dopo lattacco dell11 settembre la cifra non superava il 3%. La propaganda dei media di governo ha fatto il resto. Ora se la gente è ingenuamente convinta che lIraq sia il responsabile del più grande attacco agli Stati Uniti e trama per ripetere azioni di questo tipo, è ovvio che la essa appoggi lattacco. Questo, come ho detto, è successo dopo il settembre 2002, quando la campagna dei media governativi ha avuto inizio, guarda caso in occasione della campagna elettorale di metà mandato. Lamministrazione Bush sarebbe stata schiacciata nelle elezioni se si fossero messe in discussione le questioni sociali e politiche, si è invece preferito trattare i temi della sicurezza così gente si è affollata sotto lombrello del potere. Questo è lo stesso modo con il quale venne condotto il Paese negli anni Ottanta. Ricordiamoci che si tratta degli stessi personaggi presenti nelle amministrazioni Reagan e Bush senior. Negli anni Ottanta praticarono politiche interne dannose al popolo, che come dimostravano i sondaggi, erano fortemente contestate. Ma hanno fatto in modo di mantenere il controllo facendo leva sulle paure della gente. Così si cominciò a fare credere che lesercito del Nicaragua era a due giorni di marcia dal Texas e pronto a invadere gli Stati Uniti e che le basi aeree di Granada sarebbero state quelle da cui i russi ci avrebbero bombardato. Sommersi da ridicolaggini in continuazione. Lamministrazione Reagan dichiarò un allarme nazionale nel 1985 per ragioni di sicurezza a causa del pericolo che poteva rappresentare il Nicaragua. Se qualcuno ci avesse da Marte si sarebbe messo a ridere o forse a piangere. Stanno facendo esattamente la stesa cosa oggi, e faranno probabilmente qualcosa di simile durante la prossima campagna elettorale. Ci sarà un altro "drago da combattere", perché se lammnistrazione lasciasse spazio alle vicende interne si troverebbe in grossi guai.
Ramachandran: Hai scritto che questa guerra di aggressione avrà gravi ripercussioni sul terrorismo internazionale e sulla paura di una guerra nucleare.
Chomsky: Non posso rivendicare loriginalità di quellopinione. Cito semplicemente fonti CIA e altri servizi servizi e quelle di qualunque specialista di politica internazionale e terrorismo. Il Ministero degli esteri, quello degli interni, lAmerican Academy of Arts and Science, e lHart-Rudman Commision che si occupa di possibili attacchi terroristici verso gli Stati Uniti, sono tutti daccordo nel ritenere che tutto questo aumenterà il terrorismo e la proliferazione armi di distruzione di massa. Per due semplici ragioni: per vendetta e per difesa. Non cè altro modo per proteggersi dagli attacchi americani. Gli Stati Uniti stanno mettendo le cose in chiaro insegnando al mondo una orribile lezione. Facciamo un raffronto tra Corea del Nord e Iraq. LIraq è senza difese e debole, il regime militarmente più debole della regione e anche se è governato da un mostro, non fa paura a nessuno. La Corea del Nord invece fa paura e non viene attaccata per una semplice ragione: ha i propri cannoni puntati su Seul, e se gli Stati Uniti attaccassero è in grado di cancellare metà della Corea del Sud. Dunque gli Stati Uniti stanno nei fatti dicendo al resto del mondo: se siete senza difese, vi attaccheremo quando vogliamo, ma se avete un deterrente, ci terremo lontani, perché attacchiamo solo obiettivi senza difese. In altre parole sta dicendo ai Paesi che è meglio che sviluppino una rete terroristica e armi di distruzione di massa o qualche altro deterrente credibile, altrimenti saranno vulnerabili alla "guerra preventiva". Già solo per questa ragione questa guerra porterà ad un incremento del terrorismo e delle armi di distruzione di massa.
Ramachandran: Come credi che gli Stati Uniti affronteranno le conseguenze umane e umanitarie della guerra?
Chomsky: Nessuno può saperlo, naturalmente. Ecco perché la gente onesta e decente non si affida alla violenza, per il semplice fatto che non se ne possono prevedere le conseguenze. Le agenzie internazionali e i gruppi medici che lavorano in Iraq hanno sottolineato che le conseguenze potranno essere molto gravi. Tutti sperano di no, ma potrebbero esserci conseguenze, per milioni di persone, per questo accendere la violenza dove esistono tali pericoli è criminale. Esisteva già in quelle zone, anche prima della guerra, una catastrofe umanitaria in corso. Secondo stime ottimistiche dieci anni di sanzioni hanno causato centinaia di migliaia di morti. Se ci fosse onestà, il governo degli Stati Uniti dovrebbe pagare delle riparazioni solo per le sanzioni applicate. La situazione è simile ai bombardamenti dellAghanistan, dei quali io e te parlammo quando erano agli inizi. Era ovvio che gli Stati Uniti non ne avrebbero mai analizzato con cura le conseguenze.
Ramachandran: O investire i soldi necessari
Chomsky: Oh no. Allinizio nessuno si pone il problema, per cui nessuno ha unidea di cosa rappresenti un bombardamento per la maggior parte dei paesi. Poi non arriva quasi niente. Infine, non rappresentando più una notizia da prima pagina nessuno se ne ricorda più. In Iraq gli Stati Uniti faranno della ricostruzione umanitaria uno show e instaureranno un regime che chiameranno democratico, che vuol dire che seguirà gli ordini di Washington. Si dimenticheranno delle conseguenze e procederanno con il prossimo.
Ramachandran: Quanto hanno tenuto fede i media alla loro fama di modelli di propaganda, questa volta?
Chomsky: Si comportano come tifosi che fanno il tifo per la squadra di casa. Dai unocchiata alla CNN: è disgustosa ma è lo stesso ovunque. Cè da aspettarselo in tempi di guerra; i media diventano armi del potere. E molto significativo quello che è successo nella fase precedente, quella di preparazione della guerra. Il fatto che la propaganda sia riuscita a convincere la gente che lIraq rappresentasse un pericolo imminente o che fosse responsabile per lattacco dell11 settembre rappresenta una vittoria straordinaria, ottenuta, come dicevo, in soli pochi mesi. Se chiedi alla gente che lavora nei media ti risponderanno di non averlo mai detto, ed è vero; non lhanno mai fatto. Non esiste un documento che affermasse che lIraq fosse pronto a invadere gli Stati Uniti o che fosse responsabile per lattacco al World Trade Center. Veniva semplicemente insinuato, allusione dopo allusione, finché sono riusciti a convincere la gente.
Ramachandran: Parliamo della resistenza. Nonostante la propaganda, nonostante il tentativo di delegittimare lOnu, non sono riusciti nel loro scopo.
Chomsky: Non possiamo affermarlo. Le Nazioni Unite si trovano in una posizione scomoda, perché gli Stati Uniti potrebbero tentare di smantellarle. Non ci credo fino in fondo, probabilmente tenteranno di ridurne linfluenza. A cosa servono se non obbediscono agli ordini?
Ramanchandran: Da molti anni sei testimone di movimenti di resistenza allimperialismo, dal Vietnam al Centro America fino alla prima Guerra del Golfo. Cosa pensi del carattere della resistenza allattuale aggressione americana? La straordinaria mobilitazione in tutto il mondo ci ha riempito il cuore.
Chomsky:
Si è giusto, non ha precedenti. Lopposizione in tutto il mondo
è enorme e senza precedenti storici ed è lo stesso negli Stati
Uniti. Ieri, per esempio, mi trovavo ad una dimostrazione a Boston. Non era
la prima volta che mi trovavo in quel posto. La prima fu una dimostrazione
nellottobre del 1965, quattro anni dopo linizio dei bombardamenti
americani sul Vietnam del Sud. Metà del Vietnam del Sud era distrutto
e la guerra si era estesa anche al Vietnam del Nord. Non potemmo tenere la
manifestazione perché venne attaccata, principalmente da studenti,
con lappoggio della stampa e delle radio liberali che denunciavano le
persone che avevano il coraggio di protestare contro quella guerra americana.
Al contrario in questa occasione si sono tenute manifestazioni prima ancora
dellinizio della guerra e ancora il giorno dellinizio con un altissimo
numero di adesioni. Questo fatto rappresenta una radicale differenza rispetto
al passato, anche perché se non fosse stato per i motivi di paura che
ho elencato la partecipazione sarebbe stata anche più grande. Il governo
sà che non potrà condurre una guerra di aggressione per molto
tempo perché in quel caso la popolazione non la tollererebbe. Cè
un solo modo per fare una guerra oggi. Prima di tutto scegliersi un nemico
debole, uno che non abbia difese. Poi usare la propaganda per dipingerlo come
un aggressore pronto ad attaccarti.
Infine
hai bisogno di una vittoria veloce e senza grosse perdite. Un importante documento
dellAmministrazione Bush del 1989, trapelato, descriveva il modo con
il quale gli Stati Uniti dovevano condurre una guerra. Il documento diceva
che si dovevano affrontare i nemici più deboli e
che la vittoria doveva arrivare il più rapidamente possibile, altrimenti
avrebbero perso il supporto della gente. Non era più come negli anni
Sessanta, quando una guerra poteva essere combattuta per anni senza che ci
fosse alcuna opposizione. Per molte vie lattivismo degli anni Sessanta
e degli anni successivi ha fatto molto per il mondo, compreso questo Paese,
oggi, per molti versi, più civilizzato.