Proposta per nuove regole di democrazia e di rappresentanza.
La
tesi alternativa presentata dal gruppo dirigente di Lavoro Società
al XV congresso Cgil. Luglio 2005.
Diritti
nel lavoro e democrazia sindacale sono sempre stati elemento determinante
della qualità della democrazia del nostro Paese.
Con la conquista dello Statuto dei Lavoratori e con la successiva battaglia
per la sua applicazione, diritti e democrazia riuscirono a varcare i cancelli
dei luoghi di lavoro.
L’affermarsi dei diritti sindacali nei luoghi di lavoro contribuì
a dare vita ad una importante stagione di democrazia, partecipazione e diritti
sociali nel Paese.
Anche oggi si pone l’esigenza, non più rinviabile, di dare certezza
alle lavoratrici e ai lavoratori, di poter contare e decidere sulle proprie
condizioni.
Un eventuale accordo tra sindacati non può essere sostitutivo di una
normativa legislativa, che ha la caratteristica di essere comunque esigibile
dai lavoratori e dalle lavoratrici, anche nel caso di dispareri tra le organizzazioni
sindacali. Per queste ragioni la CGIL riconferma la necessità di una
legge su rappresentanza, rappresentatività e democrazia sindacale e
perseguirà in ogni caso tale obiettivo.
La CGIL intende ricercare con CISL e UIL un accordo sui contenuti della legge,
come già avvenuto per il pubblico impiego, che rappresenterebbe la
condizione migliore per il suo ottenimento,.
Tale accordo ha lo scopo di realizzare un sostanziale avanzamento nella costruzione
di un processo unitario, democratico e partecipativo, per l’affermazione
della parità dei diritti e delle garanzie democratiche per i lavoratori
e le loro associazioni e per la verifica della rappresentatività e
della piena titolarità alla rappresentanza.
La CGIL avanza pertanto le seguenti proposte , da realizzare in parte per
via legislativa e in parte per accordo tra organizzazioni sindacali.
1. Generalizzazione dell’elezione delle RSU (Rappresentanze sindacali
Unitarie) in tutti i luoghi di lavoro e contestuale certificazione degli eletti,
superando il concetto delle quote riservate ai delegati nominati dalle OO.SS.;
R.S.U. elette con voto libero, segreto e con sistema proporzionale, dotate
di poteri certi di contrattazione in ambito aziendale e territoriale.
2. Deve essere assunta la prassi di eleggere delegazioni trattanti certificate
composte da RSU titolate a condurre con le OO.SS. la contrattazione ed alle
quali viene riconosciuto il diritto di voto sui risultati conseguiti prima
che essi siano sottoposti all’insieme delle lavoratrici e lavoratori,
nonché il diritto alla circolazione di eventuali posizioni differenti.
3. L’insieme dei delegati e delle delegate eletti/e nelle RSU e regolarmente
certificati esprimono con voto la propria valutazione di merito, rispetto
a piattaforme e ipotesi di accordo. Tale valutazione, unitamente a quella
delle OO.SS., viene consegnata alle assemblee dei lavoratori.
4. Le piattaforme e le ipotesi di accordo devono essere presentate in tutti
i luoghi di lavoro, discusse e votate in modo certificato dai lavoratori e
dalle lavoratrici in assemblea per la loro convalida. L’esito del voto
è vincolante per le OO.SS.
5. Le OO.SS. sono tenute ad indire la consultazione referendaria a scrutinio
segreto fra tutti i lavoratori e lavoratrici qualora essa sia richiesta da
una percentuale minima di lavoratrici e lavoratori (che potrà variare
da settore a settore) oppure da una percentuale minima di delegati e delegate
eletti e regolarmente certificati. La consultazione referendaria sarà
indetta anche qualora ne facesse richiesta una delle Organizzazioni Sindacali
Rappresentative.
E’ altresì necessario realizzare una validazione democratica
delle piattaforme rivendicative e degli accordi raggiunti nella contrattazione
sociale territoriale.
La CGIL, in ogni caso, fino alla conquista della legge, considererà
vincolanti e applicherà questi principi nell’ambito dei propri
iscritti, rendendo cogente quanto già previsto dal proprio Statuto.
Democrazia e rappresentanza sindacale debbono essere diritti di tutti i lavoratori
e lavoratrici del Paese: per questo è necessario estenderli anche nelle
imprese sotto i 16 dipendenti, alle quali va esteso l’art. 18 dello
Statuto dei Lavoratori.
Gian Paolo Patta
Seguono 25 firme di componenti del Direttivo Nazionale CGIL