I rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza nel pubblico impiego.
Qualche indicazione utile per muoversi nei posti di lavoro. Di Margherita Corsi. Novembre 1999.


Perchè la distinzione tra pubblico impiego e privato

E' molto semplice, sebbene il D.Lvo 626/'94 sia valido per tutti i luoghi di lavoro (tranne alcuni casi specifici) le applicazioni riguardanti le modalità di elezione ed il comportamento che un RLS deve tenere con l'amministrazione sono regolamentati da accordi di settore e dai contratti di lavoro. L'accordo per il pubblico impiego è quello dell'ARAN. Ciò nonostante alcune note scritte nel presente articolo sono applicabili anche al privato.

Compiti del RLS

Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza ha diversi compiti, primo fra tutti, quello di salvaguardare la salute e la sicurezza dei lavoratori. Questo è un principio che deve sempre essere presente onde evitare di cadere nelle trappole che verranno tese dalle varie amministrazioni. La tendenza delle amministrazioni è quella di convincere gli RLS di essere delle figure tecniche e non sindacali, di essere delle persone che devono collaborare con l'azienda e rendersi conto delle difficoltà oggettive che essa incontra.

Per evitarlo é fondamentale innanzitutto conoscere quali sono i diritti del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.

L'RLS deve ricevere un'adeguata formazione sui problemi di salute e sicurezza a spese dell'azienda per un totale di ore non inferiore a 32. I corsi a cui vengono mandati gli RLS spesso non analizzano i problemi in modo oggettivo, ma tendono a trasmettere un messaggio particolare che, detto crudamente, si può tradurre in: non siete sindacalisti, dovete collaborare, comunicare e non disturbare. Occorre quindi assimilare da questi corsi quante più informazioni tecniche possibili, ma rimanere critici rispetto alle valutazioni di parte.

L'RLS deve avere il documento di valutazione dei rischi (molte aziende hanno la tendenza a farlo consultare, ma non a consegnarlo - bisogna fare pressione affinchè tale documento sia consegnato) se necessario anche tramite l'intervento dell'RSU.

L'RLS deve essere messo nelle condizioni di potersi muovere liberamente e non può subire pregiudizio alcuno per il lavoro che svolge. L'accordo ARAN prevede che ogni RLS ha a disposizione 40 ore annue per l'espletamento delle proprie funzioni (se intende ispezionare un luogo di lavoro è tenuto a comunicare il giorno e l'ora all'amministrazione la quale può decidere di partecipare)

L'RLS deve partecipare a tutte le riunioni indette in materia di prevenzione e sicurezza ed in particolare l'azienda è tenuta a fare almeno una riunione periodica all'anno.

L'RLS deve poter accedere a tutta la documentazione inerente i rischi, gli infortuni, le malattie professionali ecc.

Non si possono accettare compromessi con l'amministrazione, l'RLS non può e non deve trattare in quanto la salute dei lavoratori viene prima di qualsiasi mediazione al ribasso. E' chiaro che se una situazione specifica non è particolarmente allarmante, si possono discutere con l'amministrazione le modalità ed i tempi d'intervento, ma entro certi limiti. Occorre comunque tener presente che gli obblighi dell'amministrazione nei confronti degli RLS, in caso di inadempienza, sono sanzionabili, tradotto semplicemente, il Datore di Lavoro deve pagare, di tasca propria, una multa.

Per quanto concerne invece il comportamento che un RLS dovrebbe tenere nel proprio luogo di lavoro, dipende molto dalla coscienza individuale e dal proprio vissuto personale. E' importante ricordare che l'interlocutore principale dell'RLS è il lavoratore. Se in un posto di lavoro esistono più RLS occorre organizzare delle riunioni periodiche per scambiarsi opinioni e decidere insieme le modalità d'intervento; in questo senso è bene mettersi d'accordo sul fatto che se uno degli RLS viene a conoscenza di un problema di sicurezza deve darne informazionee anche agli altri e non consentire, nei limiti del possibile, che uno di loro abbia un rapporto privilegiato con l'amministrazione.

Come rispondere alle segnalazioni dei lavoratori e come segnalare i problemi.

Quando un lavoratore pone un problema, lo si ascolta con attenzione, si prende nota di tutte le informazioni che è in grado di fornire e gli si pongono domande per completare il quadro della situazione. Occorre però tenere conto di alcune cose: 1 - non sempre il lavoratore ha ragione, per cui occorre spiegargli dove sbaglia e come correggere l'eventuale comportamento sbagliato, 2 - spesso i lavoratori mescolano i problemi legati alla salute e sicurezza con quelli sindacali, in questo caso bisogna chiarire loro la differenza e programmare un incontro con il sindacato. Come e se agire, dovrebbe essere deciso nella riunione settimanale, in caso d'urgenza può avvenire una consultazione telefonica o via internet. Come primo intervento, se lo si ritiene opportuno, si programma un'ispezione; successivamente si manda una segnalazione scritta al Datore di lavoro, al Servizio di Protezione e Prevenzione aziendale ed al medico competente dando un limite al tempo di attesa per la risposta. Se l'amministrazione non risponde si manda un'ulteriore comunicazione tipo diffida e se anche così non dovesse funzionare si chiama l'organo di vigilanza (unità operativa nei luoghi di lavoro) o PSAL.
Altre segnalazioni possono partire direttamente dagli RLS senza che il lavoratore li abbia consultati. Si può venire a conoscenza di un problema o pensare che un luogo di lavoro sia a rischio, in questo caso si manda una segnalazione con le stesse modalità riportate sopra, chiedendo spiegazioni ed informazioni.
Se l'atteggiamento dovesse persistere sulle posizioni di ostruzionismo, occorre coinvolgere le rappresentanze sindacali unitarie aziendali. L'RLS infatti non ha il potere di trattare con l'amministrazione, ma i sindacati aziendali sì. E' in questo senso che va ricercato una relazione tra le due strutture, l'RSU deve anche fare in modo che gli RLS siano in condizione di lavorare, siano dati loro i mezzi e le strutture per assolvere il proprio compito. Anche la semplice assegnazione di una stanza provvista di telefono, un computer con collegamento internet, possono risultare importanti.

Se alcuni RLS non dovessero funzionare o "remassero contro", le segnalazione o le richieste di dati ed informazioni possono essere fatte anche dal singolo.
Se tutti gli RLS dovessero essere inattivi ed i lavoratori dovessero trovarsi in situazioni a rischio per la propria salute, possono mandare loro stessi delle segnalazioni ai sensi dell'Art.9 dello Statuto dei Lavoratori e del D.Lvo 626/'94. Se non ottengono risposta, possono rivolgersi all'Organo di Vigilanza.

Alcune modalità di lavoro consigliabili sono l'apertura di uno sportello per raccogliere le segnalazioni dei lavoratori o semplicemente fornire loro informazioni e la distribuzione di un questionario da far circolare tra i lavoratori per conoscere a fondo le problematiche dei singoli settori e valutare il grado di conoscenza in materia di salute e sicurezza.

Fare il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza non è un compito facile se lo si vuole affrontare con coscienza e serietà, presuppone un notevole dispendio di tempo ed energie spesso anche fuori dall'orario di lavoro. E' capitato che alcuni RLS alle prime esperienze si sentissero come dei "vigilantes" sia nei confronti dell'amministrazione che in quelli dei lavoratori. E' chiaro che molti lavoratori abituati a svolgere le proprie mansioni in modo non appropriato si sentano irritati dal dover modificare le modalità di lavoro, ma anzichè aggredirli occorre fare un lavoro di sensibilizzazione, far capire loro che se si ostinano a non usare i dispositivi di protezione individuale ne va della loro salute e possono anche essere soggetti a sanzioni disciplinari da parte dell'Azienda, non dovrà mai essere l'RLS a segnalare all'amministrazione il cattivo comportamento di un lavoratore! Può succedere comunque che i dispositivi di protezione individuale siano un palliativo per non modificare l'ambiente circostante. Per esempio chi lavora in una falegnameria con macchinari estremamente rumorosi, con dispersione di polveri e segatura nell'ambiente si troverà ad operare in un luogo a rischio se:
non ci sono i dispositivi di protezione sulle macchine (per evitare di tagliarsi)
non si è provveduto a rendere più silenziosa possibile la macchina
non è stato installato un impianto d'aspirazione delle polveri
E' chiaro che il datore di lavoro può aver fornito ai lavoratori le cuffie per non danneggiare l'udito; le tute, le scarpe, gli occhiali ed i guanti per evitare scivolamenti, schegge negli occhi ecc. ma se non si è provveduto a sanare l'ambiente nel suo complesso, il lavoratore ha tutti i diritti di lamentarsi che le cuffie ti isolano e ti rimbambiscono, i guanti sono poco pratici ecc. L'RLS, in questo caso, deve attivarsi affinchè si raggiunga la sicurezza massima dell'ambiente, e verificare che i dispositivi di protezione delle macchine siano sempre inseriti.