Porto Marghera: il costo del
capitalismo.
La
sentenza del processo a Porto Marghera afferma che al petrolchimico non e
successo niente: per i giudici del processo di Marghera uccidere operai non
è reato. Di Loris Brioschi. Dicembre 2001.
La
sentenza del processo a Porto Marghera, emessa nei primi giorni di novembre,
afferma che al petrolchimico non e successo niente. Tutto si è svolto
nella legalità. Le leggi non esistevano ed allora tutto era permesso:
inquinare, avvelenare, assassinare lentamente i lavoratori. La
strage Queste
le dichiarazioni di Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente
: Il
disastro ambientale Ma
che cos'è successo? Scrive
Greenpeace in un suo report : I
costi del disinquinamento ...."Siccome
non è mai successo, si pensa che non succederà neppure questa
volta. Si confida nell'appello, nella Cassazione, in qualche transazione. Ed
è molto probabile, infine, che l'accordo citato prima, abbia influito
non poco sulla decisione finale dei giudici del processo, unitamente al vento
della restaurazione che soffia in Italia dall'avvento del governo di destra
del Cavaliere. Non
ci sono colpevoli ? Sapevano
come emerge chiaramente da brani di questa intervista al Pubblico Ministero
Casson Sapevano
che lavorare in quella maniera quelle sostanze, avrebbe portato gli operai
a contrarre malattie irreversibili, ma non hanno detto nulla, perché
la verità avrebbe portato proteste e rivendicazioni e quindi perdite,
derivate dai blocchi alla produzione. Hanno taciuto perché la logica
del capitalismo è solo questa: sfruttamento di persone su altre persone,
che risponde a una specifica logica e una specifica funzione: il profitto,
il profitto sopra tutto ed a qualsiasi costo. Quei
28 dirigenti non sono solo i complici di questa strage, ma servi fedeli degli
interessi padronali che andavano difesi e salvati e così è stato.
In questi ultimi anni il lavoro è stato reso precario, frazionato,
reso invivibile e pericoloso da una politica padronale che da un lato intendeva
frammentare la classe, per poter meglio dominare i lavoratori. Da un altro,
ridurre ai minimi termini il costo del lavoro: condizioni lavorative che modellano
la vita dell'operaio sulle esigenze padronali e senza alcuna garanzia di sicurezza
(in Italia muoiono di lavoro 4 operai al giorno). E
centrosinistra e sindacato ? Come
non essere d'accordo con Paolo Cacciari che in un suo articolo pubblicato
sul numero 1 dell'aprile 2000 della rivista Capitalismo Natura Socialismo
(http://www.quipo.it/ecologiapolitica/4/articoli/cacciari.htm
) scriveva: A
tutto ciò, si è arrivati anche a causa di chi, nella sinistra,
continua a vedere volti umani nel capitalismo: non c'è capitalismo
buono o cattivo, è un sistema economico che produce solo sfruttamento
o miseria, crea sacche crescenti di povertà nel pianeta e ricchezze
sempre più incalcolabili per pochi eletti che detengono il dominio. Qualche
considerazione Per
questo motivo è importante ricomporre dalla base una unità di
classe ripartendo dalle lotte per i diritti, perché il capitalismo,
mai come oggi, può permettersi di imporre la propria organizzazione
produttiva, in tutto il mondo, con la cosiddetta globalizzazione, in termini
di sfruttamento sempre più devastanti su tutto e sulla vita di tutti. E'
necessario lottare con decisione e complessivamente contro ogni forma di sfruttamento
e prevaricazione. E questo orizzonte può avvicinarsi, se tutti, ricominciamo
a partecipare, a fare qualcosa, anche minima. Per
esempio sostenere e divulgare l'appello promosso dal Comitato per la giustizia
e la verità su Marghera ( http://web.tiscali.it/medicinademocratica/Appello.rtf
) Per
esempio sostenere e far conoscere il ricorso al Tribunale Internazionale da
parte di Medicina Democratica ( http://web.tiscali.it/medicinademocratica/bollettino2/tribunale.htm
) Per
esempio sottoscrivere e pubblicizzare l'appello sul "rischio di incidente
rilevante nel polo chimico di Marghera" redatto da SOS. Marghera (http://digilander.iol.it/sosmarghera/
) composto da numerose associazioni Per
esempio lanciando l'obiettivo della costruzione di una manifestazione nazionale
a difesa della salute e dell'ambiente dentro i posti di lavoro e sul territorio. Togliendo
ognuno un sasso si possono anche spostare le montagne.
Ripercorriamo i punti salienti di questa vicenda che ha dell'incredibile.
Al petrolchimico di Marghera ci sono stati 157 lavoratori morti per tumore
a causa della nocività del lavoro e delle materie chimiche trattate
e 103 lavoratori ammalati delle stesse patologie tra gli operai addetti alle
lavorazioni del PVC.
.... A Marghera un numero altissimo di lavoratori è stato colpito
da diverse patologie. Gli operai dei reparti CVM-PVC corrono un rischio 7,5
volte maggiore del normale di contrarre un tumore al fegato e 600 volte più
alto di contrarre una rara forma di tumore epatico - l'angiosarcoma del fegato.
Un alto rischio sanitario per la popolazione che vive a ridosso dell'area
industriale: a Mestre ad esempio si registra un'incidenza di malattie respiratorie
di 2/3 volte superiore rispetto a quella di altre zone campione.....
A Marghera ci sono forti forme di inquinamento ambientale dovute agli
scarichi industriali nella laguna veneta: sono avvelenati aria, suolo, sottosuolo,
acqua; è compromessa l'esistenza della stessa fauna acquatica della
laguna.
.. Negli anni '70 venivano rilasciate annualmente 242.000 tonnellate di
fumi tossici. Ogni giorno venivano emesse in atmosfera 4,6 tonnellate di CVM,
3,5 di dicloroetano, 800 chili di acido nitrilacrilico. Attraverso le acque
venivano scaricate 22.000 tonnellate annue di composti tossici, molti dei
quali cancerogeni, comprese 45 tonnellate di metalli pesanti.
80 milioni di tonnellate di fanghi tossici sono state scaricate prima in laguna
e successivamente in Alto Adriatico.
4.000 tonnellate di scarti di produzione dell'acido fluoridrico e fosforico
venivano scaricate quotidianamente in laguna fino alla fine del 1988.
Nel Petrolchimico solo negli ultimi dieci anni si sono contati 113 incidenti.
Nel 1988, al principale scarico del Petrolchimico SM15 sono state quantificate
17 tonnellate annue di bromoformio, 47 tonnellate di fanghi, 65 chili di idrocarburi
policiclici aromatici in grado di contaminare da soli oltre 260 tonnellate
di fondali lagunari.
Nel 1994 il Magistrato alle acque stimava per lo stesso scarico l'immissione
di 70 tonnellate di solventi organici aromatici, 220 chili di cloroformio,
2 chili di tetracloruro di carbonio, oltre 2 tonnellate di dicloroetano, 320
chili di tricloroetilene, 400 di percloroetilene, oltre 22 tonnellate di bromoformio,
920 chili di dibromoclorometano e 90 chili di bromodiclorometano.
Nel 1998 nell'area del Petrolchimico sono stati censiti 1498 camini da cui
vengono immesse annualmente in aria 53.000 tonnellate di 120 diverse sostanze
tossiche e nocive:
550 tonnellate di composti cancerogeni di cui 98 tonnellate di acido cloridrico,
66 di acido solforico, 7,7 di CVM, 9 di cloroetano, 1.500 di idrocarburi policiclici
aromatici, 5 milioni di ossido di carbonio e 2 milioni di polveri.
Infine sono state localizzate 120 discariche abusive di rifiuti tossici nocivi
per complessivi 5 milioni di metri cubi. .....
Non vogliamo dilungarci ulteriormente, si vedano in proposito le inchieste
fatte negli ultimi anni, sia da Greenpeace ( www.greenpeace.it/local/venezia/one.html
)
che da Legambiente (www.legambientedoc.it/centro/documenti/2001/marghera.htm
).
Per il disastro ambientale provocato dal petrolchimico di Porto Marghera
furono chiesti a Montedison ed Enichem un risarcimento di 71 mila miliardi.
Il capitale reagì come se la richiesta, avanzata dopo tre anni di dibattimento
processuale, lo scorso giugno, fosse uno scherzo. Successivamente, a pochi
giorni dalla sentenza il Ministero dell'Ambiente e la Montedison si sono accordati
su un rimborso di 525 miliardi per la bonifica di nove aree del petrolchimico.
Questo non ripristinerà minimamente le condizioni preesistenti della
laguna. E' la solita storia, i profitti sono sempre privati mentre i costi
sono a carico di tutta la collettività.
Il mio modesto consiglio agli operatori, compresi quelli che stanno cercando
di scalare Montedison, è che farebbero bene a mettere in conto che
alla fine una cifra consistente dovrà essere pagata. Magari non saranno
71mila miliardi, ma solo 11 mila, l'indebito profitto conseguito dalle aziende
non realizzando gli interventi che avrebbero mitigato il danno
ambientale. Poiché il danno è dimostrato, Montedison ed Enichem
dovranno sborsare molti soldi.".
Questa la dichiarazione è di Paolo Leon, docente di economia pubblica
all'università
di Roma 3, amministratore delegato della Cles, la società di ricerca
che ha calcolato l'importo del danno dei 71 mila miliardi, naturalmente fatta
senza fare i conti con la politica confindustriale dei governi passati e presenti.
Le responsabilità di tutto ciò, come abbiamo visto, secondo
i giudici, non esistono.
Nella nostra società nulla viene prima del profitto. Cosa vale la vita
di centinaia di lavoratori, la loro salute, l'equilibrio ecologico di vastissime
aree a fronte di un bilancio aziendale? Nulla.
Sono stati tutti assolti i 28 imputati del processo sulle morti che aleggiavano
sul petrolchimico di Marghera. Ma l'aspetto che a prima vista appare più
indegno è che loro, i dirigenti (www.petrolchimico.it/Petrolchimico/imputati.htm
), sapevano.
... Dottor Casson, come iniziò la sua indagine ?
"Sulla base di un esposto presentato da un ex dipendente del Petrolchimico,
Gabriele Bortolozzo, che metteva in relazione una serie di decessi con la
lavorazione di sostanze cancerogene come il cloruro di vinile".
Come si è mosso ?
"Ho preso in esame settemila casi di operai che negli ultimi trent'anni
avevano lavorato a contatto con i reparti nocivi. Sono partito da un'esame
della documentazione clinica delle loro malattie, poi ho ristretto il campo
di indagine a 1600 casi, analizzandoli uno per uno e disponendo una serie
di consulenze e di perizie".
E i risultati ?
"Sono emerse responsabilità precise. La Montedison era a conoscenza
da tempo della cancerogenità del cloruro di vinile, lo aveva saputo
prima degli americani, prima del caso della Goodrich, nel '73. La pericolosità
del Cvm l'aveva sostenuta nel '69 il professor Pierluigi Viola della Solvay
di Rosignano, e ne aveva scritto nel '72, alla stessa Montedison, il professor
Cesare Maltoni di Bologna. Alle stesse conclusioni giunse nel '75 l'università
di Padova. Ciò nonostante la Montedison non ha mai detto nulla a nessuno
e non ha fatto alcun intervento per tutelare la salute dei lavoratori".
I vertici della Montedison conoscevano questi fatti?
"Emerge dagli atti del processo. C'era consapevolezza a vari livelli,
dai direttori di stabilimento a quelli delle divisioni competenti, dal responsabile
dello staff sanitario a quelli del personale, dagli amministratori delegati
ai presidenti delle società".
Lo sapevano anche i vertici dell'Enichem che subentrò alla Montedison?
"Ne erano tutti ben a conoscenza, ma non fecero nulla per risanare
gli impianti nè per eliminare i gravi rischi di inquinamento ambientale".
Si trattò di un problema economico?
"Quando si trattava di spese per garantire la sicurezza degli operai
e della popolazione, i cordoni della borsa sono sempre rimasti ben stretti.
Non altrettanto quando si è trattato di gestire fondi societari in
nero o per tangenti, come emerge dagli atti acquisiti presso l'autorità
giudiziaria di Milano". ...
Dobbiamo domandarci che ruolo ha avuto il sindacato in questa vicenda
? Ha difeso la salute dei lavoratori, o forse l'ha svenduta per il "mantenimento
dei posti di lavoro". Si è passati dalla monetizzazione della
salute alla monetizzazione della vita. Decisioni come queste possono passare
sulla pelle dei lavoratori?
.... Come si è potuta verificare, tra la metà degli anni
70 e la metà del decennio successivo, una progressiva e completa rimozione
dei temi ambientali e persino della tutela della salute all'interno di luoghi
di lavoro? Peggio. Una parte della sinistra quella maggioritaria nel
sindacato e nelle amministrazioni - rimane prigioniera della cultura produttivistica
che manteneva verso l'ecologia quel pregiudizio così bene descritto
da Giorgio Nebbia "... l'ecologia era uno strumento della borghesia e
dei padroni per tenere i lavoratori nella povertà e nell'arretratezza".
Ancor oggi questo è l'armamentario che un sindacato come la Fulc di
Venezia usa contro Rifondazione, gli ambientalisti e tutti coloro che osano
mettere in discussione processi e prodotti. Vale la pena ricordare che uno
dei motivi della rimozione del segretario della Camera del Lavoro di Venezia,
Alessandro Sabiucciu, è stata la presa di posizione di pubblica autocritica
("chiediamo scusa alla città") tenuta all'inizio del processo
Montedison a motivazione della costituzione della Cgil parte civile.
E' una storia già vista in molti altri siti industriali (Val Bormida,
Massa Carrara) dove la forza dell'impresa (in questo caso Montedison prima,
Eni poi) si esprime come lobby sulle amministrazioni locali e sui sindacati,
oltre che sui ministeri; agisce in modo da piegare qualsiasi forma di controllo
pubblico e resistenza operaia. ....
La sola libertà vera, è la libertà dallo sfruttamento
dell'uomo sull'uomo, questo è parte integrante della sua natura e non
ci sarà nessuna libertà finché non ci sarà liberazione
totale dalle logiche del capitale in qualsiasi angolo del pianeta.