1980: i 37 giorni della FIAT.
Cronologia
della mitica lotta che da settembre a ottobre 1980 oppose i lavoratori FIAT
alla direzione aziendale. Quella sconfitta, avvenuta con la complicità
determinante delle direzioni sindacali CGIL, CISL e UIL, segnò
l'inizio in Italia del lungo periodo di riflusso operaio nel quale tuttora
ci ritroviamo. La cronologia è tratta dal libro "Con Marx alle
porte" a cura delle Nuove Edizioni Internazionali, scritto a più
mani a un mese di distanza dai fatti da una serie di attivisti politici e
sindacali*.
* Adriano Alessandria, Roberto alotto, Doriana Bertino,
Augusto Caffaz, Angelo Caforio, Fausto Cristofari, Paolo De Luca, Piero De
Montis, Liborio Gagliardi, Giuseppe Gentile, Mario Laudati, Alberto Malva,
Giuseppe Martellacci, Ebe Matta, Gio Palazzo, Rocco Papandrea, Edgardo Pellegrini,
Franco Ranghino, Raffaello Renzacci, Paolo Rindone. La vigilia Lunedì
1 Settembre 1980 Riaprono
dopo le ferie gli stabilimenti FIAT IVECO, Acciaio grandi nastri, parte di
Lingotto, la parte di Rivalla dove si fa la Delta, l'Autobianchi di Desio.
Termini Imerese lavora già del 25 Agosto. Nel solo mese di Luglio,
la FIAT ha portato avanti un programma di licenziamenti selezionati, a pioggia,
che ha colpito almeno 2.000 lavoratori. Martedì'
2 Settembre Riaprono
tutti gli stabilimenti siderurgici FIAT. A Rivalta, sulla linea della Delta,
aumento improvviso, non contrattato, dei carichi di lavoro. I lavoratori rispondono
con due fermate di mezz'ora. Mercoledì
3 Settembre Torino
è attraversata da una grande manifestazione dei lavoratori della Indesit.
In testa al corteo, le donne. Alla Indesit sono minacciati 12.000 posti di
lavoro. Giovedì
4 Settembre Riaprono
tutti gli stabilimenti FIAT-auto. A Cassino si chiede un immediato aumento
dei ritmi, non rispettando la decisione di Luglio, che per ritoccare i ritmi
ci sarebbe voluta, alla riapertura, una specifica trattativa. Venerdì
5 Settembre Cesare
Annibaldi annuncia che l'esigenza, per la FIAT, sarebbe quella di licenziare
24.000 dipendenti (di cui 2.000 impiegati). Comunque è possibile evitarlo
ponendo in Cassa integrazione a zero ore, per 18 mesi dal 1° Ottobre,
questi lavoratori. Sabato
6 Febbraio Pio
Galli dichiara che la FLM non è pregiudizialmente contro la mobilità
esterna. Ma aggiunge la crisi dell'auto finirà nell'82;
in quel momento la FIAT dovrà ripartire a pieno ritmo, non ridimensionata. Lunedì
8 Settembre Riapre
la Framtek di Settimo. Martedì
9 Settembre Al
direttivo dell'Unione industriali del Piemonte, Pininfarina afferma che la
scelta per la FIAT può essere solo la mobilità "senza distinzioni
di comodo tra interna e esterna". Mercoledì'
10 Settembre, primo giorno Rottura
delle trattative a Torino. Annibaldi annuncia che in giornata, al massimo
domani, saranno aperte le procedure per 12/15.000 licenziamenti. Giovedì
11 Settembre, secondo giorno Tre
ore di sciopero proclamate dalla FLM. con assemblea. Venerdì
12 Settembre, terzo giorno Quattro
ore di sciopero proclamate dalla FLM. con manifestazione davanti alla prefettura. Sabato
13 Settembre, quarto giorno Incontro
dei quadri FIAT del PCI con Pajetta. Pajetta dichiara che la mobilità
da posto a posto è accettabile. Per quel che riguarda le forme di lotta,
bisogna esprimere la massima forza, partecipazione, autodisciplina. Il PCI
deve essere, con questo orientamento, alla testa delle lotte. Domenica
14 Settembre, quinto giorno Berlinguer,
chiudendo il festival dell'Unità a Bologna, si dichiara favorevole
al ritorno della trattativa a Torino, alla trasmissione delle trattative per
radio e TV. Comunque la FIAT non ha il ruolo centrale, nel suo discorso: solo
134 righe sulle 1.500 di trascrizione sull'Unità. Lunedì'
15 Settembre, sesto giorno C'è
la Cassa integrazione a Mirafiori, Rivalta (esclusa la Delta), Lancia di Chivasso,
Lingotto (per 1.800), Carrozzerie, Presse, Costruzioni stampi. Lancia San
Paolo, ecc. Martedì
16 Settembre, settimo giorno Continua
la Cassa integrazione. Rientrano però al lavoro alle Carrozzerie di
Mirafiori la 127, la Lancia di Borgo San Paolo, 500 operai della Diesel alla
Meccanica di Rivalla. Mercoledì
17 Settembre, ottavo giorno Giornata
di mobilitazione, con manifestazioni di zona presenti i segretari della FLM,
Parla Pio Galli. Enorme la partecipazione, moltissimi giovani e donne. Gai
promette lo scopero nazionale dei metalmeccanici e che, quando ci sarà
l'ipotesi di accordo i dirigenti sindacali verranno a Torino per sottoporla
a verifica Se i lavoratori, la rifiuteranno, non si firmerà. Molti
striscioni e cartelli comunque, reclamano ancora la trattativa pubblica a
Torino. Giovedì
18 Settembre, nono giorno A
Mirafiori Carrozzerie continua lo sciopero di 8 ore e cosi' a Lingotto e alla
Lancia di Chivasso, dove prosegue il presidio ai cancelli. Manifestazione
di oltre 5.000 all'Unione industriali, anche con gli operai della Materferro. Venerdì
19 Settembre, decimo giorno A
Mirafiori assemblee con i rappresentanti degli enti locali, al primo e secondo
turno. Continuano alle Carrozzerie le 8 ore di sciopero. 6 a Meccaniche e
Presse. Grande partecipazione ache di cittadini non operai, alle assemblee.
Il sindaco Novelli afferma che se la FIAT manterrà i licenziamenti,
il prossimo incontro con lui sarà dentro la fabbrica. Interviene Antonio
Gil, operaio della SEAT, membro delle Comisiones obreras e militante della
Liga comunista revolucionaria, la sezione spagnola della Quarta internazionale.
Porta 1appoggio della classe operaia SEAT e sottolinea il carattere
unito della lotta operaia, che deve tradursi in concrete azioni comuni. Sabato
20 Settembre, undicesimo giorno Lingotto
Consiglio di fabbrica aperto alla partecipazione di altre situazioni. Introduzione
e replica rituali, di un esponente della segreteria provinciale FLM. Dibattito
molto vivo tra chi vuole andare all'articolazione e chi pone invece l'esigenza
di un ulteriore inasprimento della lotta con l'occupazione delle fabbriche
Alcuni interventi pongono il problema dell'insufficiente strategia della FLM
e lesigenza della riduzione di orario a Parità di paga. Intervengono
anche rappresentanti della Motori Avio, dellIVECO e di Rivalla. 11 CdF
si conclude con un documento che mantiene la proposta delle 8 ore per lunedì
mattina ma rimette ulteriori decisioni al Consiglione di Mirafiori convocato
per il pomeriggio. Domenica
21 Settembre, dodicesimo giorno Alla
Lancia di Chivasso prosegue il blocco totale dei cancelli. Il comitato di
lotta riceve Toledano e Gii della SEAT e Góte Kilden, dell'esecutivo
sindacale della Volvo-camion di Gòteborg, membro della sezione svedese
della Quarta Internazionale. La discussione, molto fraterna e ben approfondita,
viene trasmessa attraverso gli altoparlanti a circa cinquecento operai e alle
loro famiglie che stanno attendendo lo spettacolo organizzato per solidarietà
da un gruppo di animazione Lunedì
22 Settembre, tredicesimo giorno Prosegue
la Cassa integrazione con le stesse modalità del lunedì precedente. Martedì'
23 Settembre, quattordicesimo giorno Cassa
integrazione con le modalità del martedì precedente. Mercoledì
24 Settembre, quindicesimo giorno Assemblea
con le forze politiche sulla pista a Mirafiori. A un certo punto arriva anche
un numeroso corteo da Lingotto. Giovedì
25 Settembre, sedicesimo giorno Sciopero
generale nazionale dei metalmeccanici, generale di tutte le categorie in Piemonte. Venerdì'26
Settembre, diciassettesimo giorno A
Lingotto si cominciano a raccogliere i nominativi degli operai disposti a
far parte del servizio di vigilanza nel caso di occupazione della fabbrica,
A Rivalla numerosi cortei percorrono lo stabilimento. Uno si reca alla palazzina
e ne fa uscire gli impiegati che escono tra due file di operai che lanciano
fischi, applausi ironici, anche qualche sputo, Sabato
27 Settembre, diciottesimo giorno A
Lingotto si riunisce con Giatti il CdF. All'ordine del giorno è la
discussione sull'occupazione. La relazione e alcuni interventi propongono
una versione piuttosto rigida, che limita molto una vasta partecipazione operaia.
Dopo una discussione sulle implicazioni politiche e tecniche viene proposto
un comitato diviso in commissioni politica, di vigilanza e per i contatti
con la stampa. Opposizione (di minoranza) a questa proposta; al di là
dei compiti, tecnici, il comitato potrebbe diventare la vera direzione dell'occupazione.
Questa opposizione non è presa in considerazione; ma in realtà
nei giorni successivi sarà proprio il comitato ad assumere l'esclusiva
direzione a Lingotto. Domenica
28 Settembre, diciannovesimo giorno In
via Porpora, riunione dell'apparato torinese della FLM. Si discute la nuova
situazione. C'è preoccupazione per l'insidiosità della manovra
FIAT: si teme che il fronte di solidarietà si disgreghi. Parecchi propongono
l'articolazione della lotta. Si decide di andare alle assemblee e di scrivere
un testo di risposta alla lettera di Agnelli agli operai. Lunedì
29 Settembre, ventesimo giorno Cassa
integrazione con le stesse modalità degli altri lunedì. Martedì
30 Settembre, ventunesimo giorno Cassa
integrazione con la stessa modalità dei martedì precedenti. Mercoledì'
1 Ottobre, ventiduesimo giorno A
Mirafiori anche le Meccaniche e le Presse adottano le 8 ore di sciopero, con
presidio. Assemblee di chiarificazione sulla situazione si tengono alle Carrozzerie.
Parla Gialli. Al fungo delle Meccaniche il relatore è Balli. Giovedì'
2 Ottobre, ventitreesimo giorno Arriva
alla porta 5 di Mirafiori il pullman dell'ATM, affittato a prezzo politico
per farne il centro di coordinamento. Un grande Marx viene dipinto e affisso
davanti alla palazzina. Assemblea con Bentivogli e Serafino. Venerdì
3 Ottobre, ventiquattresimo giorno Continuano
i presidi, numerosi, davanti alle fabbriche. Radio lotta, notiziario registrato
e trasmesso da auto con trombe, da oggi, al centro di coordinamento FLM Mirafiori-Rivalta-Lingotto,
annuncia che al Centro ricerche di Orbassano continua il presidio dello stabilimento. Sabato
4 Ottobre, venticinquesimo giorno In
tutti gli stabilimenti prosegue il presidio ai cancelli. Al centro di coordinamento
FLM della porta 5 arrivano messaggi di solidarietà (tra gli altri quelli
del nuovi sindacato Solidarnosc della FIAT polacca, di 8.000 delegati delle
Comisiones obreras di Catalogna, della CGT e della CFT francesi e della Federazione
sindacale europea). A Bruxelles e Waterloo i lavoratori belgi della FIAT scioperano
per solidarietà e bloccano le vetture che Agnelli ha richiamato sul
mercato italiano. Domenica
5 Ottobre, ventiseiesimo giorno Presidi
davanti ai cancelli; in più parti, spettacoli. Lunedì'
6 Ottobre, ventisettesimo giorno Giornata
di lotta dei lavoratori FIAT con ingresso nei piazzali dei lavoratori posti
in Cassa integrazione. Gli stabilimenti FIAT sono fermi in tutta Italia. A
Sulmona entrano anche nei reparti i 75 messi in Cassa integrazione. Martedì
7 Ottobre, ventottesimo giorno Prosecuzione
di tutti i presidi. Mercoledì
8 Ottobre, ventinovesimo giorno Una
e mezza di notte, Mirafiori. Cominciano a concentrarsi folti gruppi di capi.
Ronde di picchettanti li tengono lontani. Giovedì
9 Ottobre, trentesimo giorno Mirafiori,
verso le 4 del mattino. Nuovo concentramento di capi segnalato a Stupinigi;
li hanno visti operai che vanno a Rivalta per i picchetti. I capi riescono
a travolgere il picchetto alla 31, ferendo alcuni picchettanti. Venerdì
10 Ottobre, trentunesimo giorno Sciopero
generale nazionale di tutte le categorie. La manifestazione a Torino si fa
alla 5 di Mirafiori per rafforzare la centralità della lotta alla FIAT.
Oltre 40.000 persone si raccolgono per l'occasione: numerose le delegazioni
di altre fabbriche le lavoratrici. i giovani. I pensionati distribuiscono
un volantino di solidarietà con la lotta FIAT. Sabato
11 Ottobre, trentaduesimo giorno Giornata
di manifestazione nazionale dei giovani in appoggio alla lotta FIAT. Da piazza
San Carlo, verso le 9, si muove un corteo di circa 25.000 giovani. Quando
sfila davanti al Lingotto, entusiastica accoglienza del picchetto. Dopo il
lungo percorso, arriva alla porta 5. Comizio con un delegato di Mirafiori,
una studentessa che riporta i contenuti su cui è stata indetta la manifestazione,
una compagna dell'lntercategoriale donne CGIL-CISL-UIL che mette in relazione
l'attacco contro il lavoro delle donne con quello sull'aborto. Conclude Garavini,
con un intervento che concede molto a una fraseologia demagogicamente rivoluzionaria.
Al termine, Ivan Della Mea canta "O cara moglie", una canzone sui 61 e "Bandiera
rossa", con tutti in coro. Nel pomeriggio, festa popolare ancora con Della
Mea e altri gruppi. Vari spettacoli un po' dappertutto. Benvenuto ha diversi
incontri ai picchetti. Radio lotta annuncia che Psichiatria democratica ha
sottoscritto un milione. Anche il sindacato dei lavoratori della PS annuncia
un contributo. Il vescovo di Ivrea, mons. Bettazzi, aderisce alla sottoscrizione
dei sindacati e il cardinale Ballestrero invita a intervenire a favore delle
famiglie dei lavoratori "con ogni tipo di contributo". Domenica
12 Ottobre, trentatreesimo giorno Continuano
i picchetti in tutte le situazioni. Lunedì
13 Ottobre, trentaquattresimo giorno Continuano
i picchetti in tutte le situazioni. Martedì'
14 Ottobre, trentacinquesimo giorno Mirafiori,
porta 5. Manifestazione dei lavoratori delle mense. Mercoledì
15 Ottobre, trentaseiesimo giorno Già
nella notte si è diffusa la notizia dell'ipotesi di accordo. Giovedì
16 Ottobre, trentasettesimo e ultimo giorno Si
tengono le assemblee per l'ipotesi di accordo. Segue a queste note di cronaca
la ricostruzione complessiva del voto. Lama alle Carrozzerie, Benvenuto alle
Presse e Carniti alle Meccaniche. Tutti e tre a Mirafiori. Tensione ovunque
altissima. Dopo
la conclusione delle assemblee si formano alcuni cortei (da Lingotto e da
Mirafiori) che confluiscono alla porta 5. Una proposta di fare subito un'assemblea
per decidere come organizzarsi viene fatta saltare da un settore estremista
che sull'esasperazione del momento, riesce ad organizzare un corteo che vuole
andare alla RAI. Qualcuno, poco dopo, sfascia anche una macchina della RAI,
una telecamera e ferisce l'operatore. Arrivano
in forze, approfittando della stupida provocazione, polizia e carabinieri
e la carica è evitata per un pelo. I delegati delle varie situazioni,
gli operatori della V Lega. giunti proprio allora, e un certo numero di operai
riprendono il controllo della situazione, fanno dei cordoni e concordano un
percorso di corteo con la polizia: si arriva così a Lingotto, spiegando
per strada ai cittadini che l'accordo è stato respinto dalle assemblee
al secondo turno. Sera.
Un comunicato CGIL-CISL-UIL annuncia che l'accordo si ritiene approvato. Sempre
in serata, riunione in via Porpora dell'apparato torinese della FLM. L'apparato
decide di far proprio il comunicato dei confederali. Viene indicata l'esigenza
di fare assemblee e di recuperare il rapporto con i Consigli di fabbrica.
Nella notte si tolgono i presidi. Solo alla porta 3 di Mirafiori a a Chivasso
restano, fino all'alba, i picchetti.
Si riunisce a Roma la commissione Barattieri, instaurata dal ministro Bisaglia
per elaborare il piano di settore per l'automobile.
La FLM e CGIL-CISL-UIL si incontrano a livello regionale. Dalla
riunione emerge che 47 aziende, per lo più metalmeccaniche, hanno chiesto
per Settembre/Ottobre la Cassa integrazione per oltre 13.000 addetti.
I sindacati torinesi si incontrano con gli amministratori comunali e regionali.
Dalla riunione esce una richiesta alla FIAT di investire, per reggere lo scontro
con le grandi case automobilistiche mondiali. I sindacati si dichiarano disponibili
alla mobilità interna, al blocco del turn over e al prepensionamento.
Si richiede un rapido intervento del governo per la definizione del piano
di settore, finalizzato a evitare i licenziamenti.
Intervenendo a Bologna al festival dell'L'Unità, il sindaco di Torino
Novelli rivendica al Comune di non essere più una dépendance
della famiglia Agnelli.
La dirigenza FIAT si fa ricevere da Cossiga, La Malfa, Foschi, De Michelis.
Illustra un lungo documento, di cui per ora non si sa nulla. Nel pomeriggio
Cesare Annibaldi, responsabile delle relazioni industriali della FIAT, incontra
Galli, Mattina, Bentivogli, Veronese, Sabattini e Morese.
Ad Ariccia, convegno della CGIL sugli impiegati. Nella relazione di Paolo
Franco, autocritica per lo scarso impegno del sindacato nei loro confronti.
Il sindacato deve promuovere l'affermazione di figure professionali più
ricche "di competenza, di spazio, di potere" e pagate meglio. Ci deve essere
una maggiore differenziazione salariale, che premi la professionalità.
La FLM dirama una nota in cui ribadisce di essere contraria "in queste condizioni"
alla mobilità esterna, perché essa significherebbe solo una
mascheratura dei licenziamenti. E' invece favorevole conferma
a mobilità interna, blocco del turn over, prepensionamenti, corsi di
formazione per un riequilibrio anche qualitativo degli organici.
Viene giudicata inopportuna la dichiarazione pubblica di Cesare Del Piano
(segretario confederale CISL) che si è dichiarato favorevole alla riduzione
dell'orario di lavoro.
Benvenuto, segretario generale della UIL, si dichiara favorevole anche alla
mobilità interaziendale "purché da posto a posto".
A Cassino, per la questione dei ritmi, sciopero alla Verniciatura. La FIAT
mette "in libertà" 3.200 operai.
Comune, provincia e regione incontrano la delegazione FIAT e dichiarano la
propria soddisfazione nel sentire che l'azienda vuole mantenere/recuperare
mi ruolo di primo piano tra i produttori mondiali. Lamentano che non vengano
fornite indicazioni sulla strategia e sui programmi del gruppo.
Alla segreteria CGIL-CISL-UIL emergono posizioni divergenti in merito al documento
da presentare alla prossima consultazione di quadri sindacali (la nuova EUR).
I dissensi sarebbero sullo 0,50 per cento, sull'orario di lavoro e sulla FIAT.
Benvenuto
dichiara che il sindacato deve fare un salto da una cultura di opposizione
a una cultura di governo.
Scatta la Cassa integrazione fino al 30 Settembre, due giorni a settimana,
per 74.000 lavoratori FIAT.
All'Unione industriali di Torino cominciano gli incontri tra le delegazioni
FIAT e FLM. La FIAT lamenta grossi stock e la FLM ritiene non attendibili
i dati forniti. La FIAT afferma di dover porre in Cassa integrazione per 15
mesi, a zero ore, 24.000 lavoratori, metà dei quali non potranno rientrare
in fabbrica.
Claudio Sabattini, segretario nazionale FLM, rilancia la proposta già
resa nota dal sindacato, aggiungendo che la Cassa integrazione dovrà
essere a rotazione.
A Napoli la polizia carica un corteo di 2.000 disoccupati.
Al ministero del Bilancio, a Roma, incontro dei sindacati con il ministro
La Malfa per analizzare i termini della crisi economica. Non emerge una linea
di accordo su come affrontarla.
Il presidente
della Confindustria, Merloni, si incontra con Agnelli, Orlando, Mandelli,
Mattei e altri mèmbri del direttivo dell'organizzazione padronale.
Affermano che è necessario adottare misure impopolari per allontanare
conseguenze negative più
ampie. Dicono: licenziare oggi, per avere più posti di lavoro domani.
Al consiglio
comunale di Torino la DC propone la creazione di una commissione regionale
per la mobilità esterna e un gruppo di lavoro a livello comunale per
il reperimento di posti di lavoro.
La Malfa
incontra i dirigenti della Confindustria, che chiedono al governo di intervenire
con un progetto di riforma della scala mobile.
A Rivalta, al secondo turno, gli operai già in sciopero per
i ritmi bloccano la fabbrica e fanno un corteo fino alla Indesit inneggiando
a Danzica.
Alla Lancia di Chivasso il Consiglio di fabbrica proclama il blocco e il presidio
dei cancelli.
A Mirafiori gli operai delle Carrozzerie, dopo la mensa, scendono in sciopero
e bloccano i cancelli.
All'esecutivo
della UIL, Raggerò Ravenna dichiara che è impossibile la difesa
dello status quo nell'occupazione.
Incontrandosi
con un redattore della Repubblica, Pierre Carniti afferma che l'apparato sindacale
è conservatore, burocratico, quindi tende a esortare alle lotte frontali.
Invece la strada è quella di gestire lo 0,50 per cento perché
questo permetterà di gestire una parte, sia pur piccola, dell'economia.
A Lingotto passa la proposta di prolungare lo sciopero fino alla fine del
turno e di andare in corteo a Mirafiori. Il "nazionale" Regazzi non è
d'accordo e tenta maldestramente una contro-assemblea che naufraga sul nascere.
A Mirafiori ci va un grosso corteo. Il secondo turno mantiene la forma di
lotta delle 8 ore di sciopero.
A Rivalta, scioperi di 3 ore con assemblee nei settori; corteo in Meccanica,
partecipazione eccezionale specie nella Verniciatura (oltre il 90 per cento
partecipa al corteo).
A Mirafiori, primo turno, si decide lo sciopero di 8 ore. Assemblea alla porta
5. Parlano quelli di Mirafiori e parlano quelli di Lingotto. Angelo Caforio,
dei 61 licenziati, lancia un appello a tutte le fabbriche italiane per l'immediata
unità della lotta contro un attacco che non è solo alla classe
operaia FIAT ma a tutta la classe operaia italiana. Secondo turno. Presse.
Si lavora mezz'ora, poi tutti in sciopero. L'eccezionale partecipazione femminile
dice già che le donne saranno tra le protagoniste assolute di questa
lotta. Un grande corteo. E qui appare Carlo Marx. Al termine del corteo, quando
si vanno a presidiare i cancelli, Marx sarà appeso a una porta. Si
riprodurrà, si moltiplicherà, riapparirà in piccoli quadri
e in giganteschi teloni. Fino alla fine, Marx sarà alle porte con la
classe operaia in lotta.
Foschi incontra la FLM e poi la delegazione FIAT.
L'Unione industriali piemontese "scopre" che nell'area di Torino sono 15/16.000
i posti di lavoro vacanti.
Dalla Lombardia arriva la notizia che sono scese in lotta l'Autobianchi di
Desio e la OM a Milano e a Broscia. Da Mantova, l'annuncio di un grande corteo
a Suzzara. Da Termoli, che la FIAT si è fermata per tutto il giorno.
Cosi' a Cassino e Termini Imerese. Ferma a Modena la FIAT trattori.
Per la
direzione del PCI Chiaromonte afferma che è accettabile la mobilità,
purché sotto controllo sindacale e indirizzata alla difesa del lavoro.
Al festival
bolognese dell'Unità, Lama dichiara che le proposte del sindacato consentivano
un alleggerimento di manodopera superiore a quello chiesto dalla FIAT.
Il sindaco
Novelli si dice convinto che esistono tutte le condizioni per trovare una
via d'uscita.
Lingotto. Si decide subito, all'entrata, per le 8 ore. Alcuni lavoratori restano
a discutere in fabbrica con pochi gruppi che non vorrebbero scioperare: un
forte dibattito, per convincerli della portata dello scontro. Il secondo turno
andrà in corteo alla RAI: si chiede la diffusione, su reti nazionali
e locale, di un appello allo sciopero generale nazionale Si articolano questi
punti: no ai licenziamenti, no alla mobilità, no alla cassa integrazione,
correttezza dell'informazione, a Torino le trattative. La RAI si lmpegna a
diffondere il testo dell'appello. Ma non lo farà.
La sera, un buon numero di lavoratori si trova spontaneamente ai cancelli.
Minacciosa uscita in gruppo, alle 23 di un folto gruppo, inquadrato, di capi.
A Mirafiori, primo turno, organizzazione del corteo per la manifestazione
di piazza castello: tutti chiedono trattativa a Torino. Secondo turno, la
Carrozzeria continua con le modali tà di sciopero del giorno precedente.
Alle Presse un grosso corteo interno spazza i crumiri. Ci si unisce alle Meccaniche
e si va in giro per il quartiere a popolarizzare i contenuti della lotta
A Chivasso i lavoratori della Lancia bloccano l'autostrada Rivalta: 4 ore
di sciopero e grandi cortei. Materferro: anche qui, dopo lo sciopero, picchetti
nella notte.
Notizie da fuori: a Crescenzago ha scioperato la Magneti Marelli al 98 per
cento- A sesto ha scioperato l'Ercole Marelli, che non è FIAT. AII'Alfa
Romeo di Arese il CdF ha votato un ordine del giorno di solidarietà.
Continuano le mobilitazioni e le assemblee a Desio, a Suzzara, a Brescia.
Foschi incontra separatamente FLM e FIAT
Ottaviano Del Turco dichiara che la mobilità esterna va bene, ma solo
da posto a posto. Il cardinale Ballestrero, presidente della CEl e arcivescovo
di Torino redige un messaggio in cui auspica una soluzione positiva della
vertenza,
Dirigenti
del PCI incontrano dirigenti della FLM e testimoniano l'appoggio del partito
alle richieste della federazione dei metalmeccanici. A Pisa, l'assemblea nazionale
degli studenti medi della FGCI lamenta l'ancora insufficiente mobilitazione
attorno alla FIAT.
Agostino Marianetti incontra Giorgio Bocca e - tra l'altro - gli dice di essere
per l'autoregolamentazione dello sciopero.
Enzo Mattina dichiara che si può anche decidere la mobilità
esterna, ma solo tra 9-10 mesi, verificata la situazione del mercato del lavoro.
Questa posizione -ritiene - dovrebbe far superare le incomprensioni tra FLM
e confederazioni.
A Lingotto, primo turno, alcuni propongono di andare all'articolazione della
lotta. L'assemblea riconferma invece le 8 ore.
Corteo interno, blocco dei cancelli. L'assemblea del secondo turno riconferma
lo sciopero a oltranza. Vota cinque punti: 1. Ritiro immediato dei licenziamenti;
2. No alla mobilità esterna; 3. No alla Cassa integrazione a O ore;
4. Trattative a Torino; 5. Sciopero generale nazionale.
Corteo che va alla Stampa e ne ottiene la pubblicazione. La sera, nuova sortita
organizzata dei capi.
Manifestazione esterna alla Lancia di Chivasso, con mantenimento dei presidi
ai cancelli. Tre ore di fermata alla Delta di Rivalta. Blocco di Fonderie
e Fucine alla Teksid. Fermate alla Meccanica 3 di Mirafiori, dove non c'è
Cassa integrazione.
La Pininfarina annuncia che chiederà la mobilità esterna per
500 operai eccedenti, un quinto della manodopera.
A Pisa la Motofides (FIAT al 60 per cento) minaccia 200 licenziamenti su 1.000
dipendenti.
Dopo i nuovi incontri separati con FLM e FIAT, il ministro Foschi dichiara
che ci sono possibilità di riassorbimento della manodopera espulsa
dalla FIAT.
Benvenuto
protesta: macché Danzica! Qui ci vuole più trasparenza nelle
pratiche sindacali; qui ci vogliono i referendum tra i lavoratori!
Virginio
Gallo, segretario generale Trasporti della CGIL, annuncia che la FIAT ha fatto
sbarcare, a Livorno, 10.000 auto provenienti da Spagna e Brasile e prevede
di farne arrivare altre 15.000 nei prossimi giorni.
A Lingotto continua l'oltranza. Corteo nel quartiere fino a corso Marconi.
Al secando turno, corteo interno che invita i capi a uscire. Poi blocco della
stazione ferroviaria: breve discussione con i pendolari, molti dei quali hanno
già scioperato nel corso della mattina. Perciò si decide di
far passare i convogli, dopo un breve comizio. I lavoratori, dal treno, ripartono
salutando a pugno chiuso. La sera, durante il picchettaggio, un lavoratore
è ferito a freddo da un capo, uscito furtivamente dallo stabilimento.
Quando arriva la polizia, vorrebbe arrestare alcuni picchettanti; poi però
se ne va senza effettuare fermi.
A Rivalla, alle 8,15 la dirczione mette senza lavoro i dipendenti "causa la
mancanza di rifornimenti da Lingotto". In Verniciatura e Montaggio parte lo
sciopero, fino al termine del turno.
Alla Lancia di Chivasso, blocco totale delle merci. Tremila in assemblea.
La lotta è diretta da un comitato misto di delegati e operai. Iniziative
e comunicati sono adottati in comune dal CdF e da questo comitato di sciopero.
A corso Marconi, sede degli uffici centrali FIAT, dove la FLM ha proclamato
uno sciopero per tutta la giornata, folto picchetto fin dalle 4 del mattino.
Molti dei picchettanti sono lavoratori in Cassa integrazione.
A Mirafiori ['esecutivo del CdF si pronuncia per un indurimento della lotta.
In Carozzeria gli operai della 127 bloccano per otto ore, con manifestazione
e presidio ai cancelli.
Corteo interno alle Presse.
Lancia di borgo San Paolo: 4 ore di sciopero con assemblea. Ma l'assemblea
decide di prolungare l'astensione dal lavoro fino al termine del turno. Anche
a Villar Perosa i 400 dipendenti bloccano in maniera totale.
Attivo
regionale della FLM in via Porpora. Si afferma che non importa dove si svolgono
le trattative, purché siano trasparenti e chiare ai lavoratori. Opposizione
della V Lega Mirafiori.
La FIAT
annuncia l'accordo con la Peugeot: insieme produrranno "un motore rivoluzionario,
per i modelli di bassa cilindrata a consumi ridottissimi".
Alla vigilia
della riunione del governo. La Malfa si pronuncia decisamente contro l'accordo
Alfa-Nissan. La FLM organizza una delegazione operai a Roma per sostenere
Massaccesi. Il gruppo socialista alla Camera annuncia che sta lavorando a
un'iniziativa per la realizzazione di una agenzia del lavoro, per consentire
la mobilità esterna.
Davanti alla Indesit, presenti anche i lavoratori di Rivalta
Darla Bentivogli. Tende soprattutto ad appoggiare chi vorrebbe la lotta articolata
che - sostenuta qui dal CdF - trova tantissime resistenze nella base che vuole
l'oltranza.
Mattina parla in piazza Crispi.
A Ivrea la manifestazione degli operai dell'Olivetti davanti all'Unione industriali.
Altre iniziative alla Pininfarina, Ipra, ecc.
Sa Desio arriva la notizia che I'Autobianchi ha deciso il blocco degli stock.
Pomeriggio. Assemblee in quasi tutte le situazioni. Rivalta, Mirafiori Meccaniche
e Presse passano all'articolazione (un'ora di lavoro all'inizio e alla fine
del turno).
A Lingotto comincia a circolare l'ideadi un comitato di sciopero Si decide
anche di fare un documento da portare, il giorno dopo, alla riunione dei quadri
sindacali al cinema Massimo, documento in cui si richiede la riunione di tutti
i CdF FIAT per unificare l'iniziativa e le forme di lotta; la riunione, qualora
la segreteria provinciale non la convocasse, potrebbe essere fatta a Lingotto
o alla porta 5 di Mirafiori.
Alla Regione
['assessore del Lavoro, Alasia, tiene una conferenza-stampa: non c'è
spazio sul mercato del lavoro torinese dice per un'estesa mobilità.
Il dirigente
della Confindustria, Merloni, dichiara che la mobilità esterna è
indispensabile e che ci vuole l'agenzia del lavoro.
Al direttivo
della CGIL, Lama afferma che la consultazione dei lavoratori non dev'essere
lasciata alla spontaneità ne alla genericità.
Al pomeriggio sì mantengono le stesse forme di lotta che al mattino.
Nuovo corteo di Lingotto all'Unione industriali. Tentativo del collettivo
dell'Autonomia di dirottare la manifestazione alla stazione centrale di Porta
Nuova; non riesce. Concitato dibattito, davanti all'Unione industriali, tra
operai della
FLM e membri del collettivo. Parecchi operai se ne vanno.
A Lingotto, nella giornata, arrivano alcuni delegati di Rivalla che fanno
pressione perché si articoli la lotta.
Riunione di quadri sindacali al cinema Massimo. Viene letta la richiesta di
Lingotto per una riunione di tutti i CdF FIAT, sabato.
La FLM V Lega denuncia una rappresaglia padronale: un lavoratore è
stato licenziato, accusato di aver percosso un suo compagno di lavoro.
La FLM
nazionale proclama lo sciopero dei metalmeccanici per il 25. In Piemonte lo
sciopero sarà generale di tutte le categorie.
Aprendo
il Comitato centrale della UIL, Benvenuto auspica il voto segreto, il referendum
tra i lavoratori, un meccanismo di "codecisione" alla tedesca per aprire la
strada della partecipazione operaia alle imprese.
Il ministro
Foschi annuncia di aver elaborato un piano per la soluzione della vertenza.
Un altro militante della LCR spagnola della SEAT, Deosda do Toledano, interviene
a Lingotto in un'assemblea con gli enti locali e le forze politiche. Tra gli
altri intervengono Ferrara per il PCI, Caiazza per DP e Caforio per la LCR.
Quando prende la parola un esponente democristiano, è subissato da
fischi e slogan Alla testa della contestazione, le donne e settori di base
del PCI.
Operai
di Lingotto si recano quindi negli altri stabilimenti per invitare rappresentanti
delle diverse fabbriche al loro CdF, che si terrà domani. Da
Termini giunge la notizia che è stata bloccata la produzione della
Panda e che è in atto un presidio ai cancelli.
Foschi
annuncia che se la FIAT licenzia si dimetterà. Si discute sulla sua
bozza che però resta segreta. La FLM, dopo la riunione, ne nega addirittura
lesistenza. Torino, sera. Assemblea generale dei quadri operai della
LCR. Antonio Gil informa che, alla proposta delle Comisiones obreras di inviare
una folta delegazione, il sindacato italiano ha risposto: "Non occorre. Vi
informeremo noi quando tutto sarà finito".
Cossiga autorizza la firma dell'accordo Alfa-Nissan.
Intervista
di Luciano Lama all'Unità: La FIAT - afferma - vuole colpire il potere
del sindacato. Lo sciopero generale appare necessario. Le contestazioni e
le polemiche di Luglio sono un esperienza traumatica da cui trarre insegnamenti.
Tutta la strategia sindacale sarà sottoposta al giudizio della base.
A Lingotto 8 ore di sciopero su entrambi i turni. Sotto la pioggia dopo il
primo turno, corteo che fa uscire gli impiegati dalla filiale di corso Bramante.
Breve comizio agli impiegati da parte di una giovane operaia. Poi si va alla
Framtek di via Genova invitando ad una assemblea. Ma il CdF preferisce mantenere
le forme di lotta articolate.
Alla Teksid scioperi a scacchiera bloccano la produzione di tutto il gruppo.
A Rivalta la FIAT dichiara senza lavoro la Delta, in Verniciatura e Lastroferratura.
Il Montaggio sciopera dalle 8 alle 11 il primo turno e dalle 16,45 in poi
il secondo.
Alla Lancia di Chivasso, nonostante la Cassa integrazione continua il presidio
dei cancelli.
Alla IVECO, 3 ore di sciopero alla SOT e alla Ricambi Al secondo turno, un
corteo blocca il lungostura Lazio.
Al cinema
Smeraldo, prima riunione del Consiglione di Mirafiori, con oltre un migliaio
di delegati e aperto alle altre situazioni. Discussione interlocutoria: molti
interventi sottolineano la necessità di un adeguamento generale ai
livelli più alti della lotta e di andare verso l'occupazione delle
fabbriche. Viene presentato un documento finale che istituisce una commissione
(che comincia a discutere dell'organizzazione dell'occupazione) e che prevede
"forme estreme di lotta".
Foschi
riceve i presidenti delle amministrazioni torinesi e della regione Novelli,
Maccari ed Enrietti. Poi Lama, Camiti e Benvenuto che hanno appena incontrato
Galli, Bentivogli e Mattina. Cossiga riceve l'amministratore delegato della
FIAT Cesare Romiti.
Lingotto. Al primo turno l'assemblea conferma l'oltranza.
Numeroso corteo alla stazione di Porta Nuova, con volantinaggio ai treni e
lettura di un comunicato sindacale dagli altoparlanti deila stazione. Poi
delegazione in regione dove si chiede il rinvio di bollette della luce, del
gas, del telefono e un intervento degli enti locali per ottenere un rinvio
e una dilazione del pagamento degli affitti. Al secondo turno, corteo che
giunge ai confini di Nichelino con speakeraggi che chiedono la solidarietà
della popolazione. Volantinaggio ai negozi.
A Mirafiori il picchetto sbarra l'accesso alla fabbrica di impiegati e dirigenti.
In Carrozzeria gli operai della 127 si riuniscono in assemblea e decidono
lo sciopero fino alla fine del turno. Alla Materferro tre ore di sciopero
e blocco di corso Orbassano. A Porosa fermata totale. Alla Lancia di borgo
San Paolo, sciopero di 8 ore. A Rivalla, 4 ore di sciopero alla Delta in Verniciatura
e al Montaggio. 60 operai della Lastroferratura sono dichiarati senza lavoro.
Lavorano invece gli impiegati. Alla Lancia di Chivasso, dove prosegue il blocco
dei cancelli, gli operai partecipano al consiglio comunale. Alla Teksid due
ore di sciopero alle Fonderie e alle Fucine, 4 a Crescentino. AII'IVECO due
ore di sciopero ai telai, 3 a Spa Stura; nel pomeriggio corteo alla RAI.
La FIAT annuncia il raddoppio del capitale sociale: "Con questo - si dichiara
- la famiglia Agnelli smentisce nei fatti presunti disimpegni della FIAT",
Al direttivo
CGIL-CISL-UIL proposte differenziate sulle funzioni del sindacato nella crisi.
Dissensi anche sullo 0,50 per cento. Tutti però sono per un "ancoramento
alla linea dell'EUR".
Un delegato della Carrozzeria, Liberato Morcia, dice no alla mediazione Foschi
per la Cassa integrazjone a 0 ore per tremesi. Così Marchesane, del
CdF Lingotto. Poi tocca ai politici e spesso è contestazione. L'esponente
della DC (Garocchio) non riesce a parlare. Fischi e slogan quando interviene
Cicchitto, che appare decisamente un esponente del PSI al governo e non tanto
la sinistra di quel partito. In Marco Boato non si riconosce Lotta Continua
ma il Partito Radicale, di cui è deputato: contestato duramente anche
lui. E siccome se ne esce con un: "Ma è questa la vostra democrazia?"
la dose di fischi aumenta. Seguiti invece con interesse gli interventi per
il PCI (Minucci), per il PdUP (Castellina), per DP (Calamida), per la LCR
(Caforio). Stessa scena, più o meno, il pomeriggio. Solo Boato rettifica:
"Fischiate pure; questa è democrazia" e anche per lui c'è qualche
applauso. I lavoratori IVECO vanno alla Stampa, bloccano via Roma, reclamano
una corretta informazione.
Organizzata dall'intercategoriale donne di Torino, manifestazione, la sera,
a Rivalta. Si sentono operatrici sindacali e operaie sulla condizione femminile,
sulla donna in fabbrica, sulla famiglia e sulle istituzioni, su come organizzare
le donne per la manifestazione di sciopero, domani. Si decide lo striscione
"A casa non si torna". Spettacolo, con Franca Rame.
Nel corso della giornata, sempre a Rivalta, ci sono stati vari cortei, fino
alla vicina Indesit e picchettaggi che hanno sbarrato l'entrata impiegati.
Il direttivo delle confederazioni decide per il 2 Ottobre lo sciopero generale
nazionale di 4 ore.
La sera, il telegiornale accusa: tortissimo assenteismo all'Alfa-sud. Punte
del 40 per cento a casa. Un telegramma della direzione alla FLM. La FLM stigmatizza
gli assenteisti.
Centomila manifestanti a Torino. Le donne della FLM, del l'Intercategoriale,
del movimento femminista hanno una vivacissima presenza. Estremamente combattive
le lavoratrici della linea CIPAS, cioè delle mense aziendali. Ampia
partecipazione dei giovani ma ancora debole quella del settore studentesco.
Mattina, anche se spesso interrotto da slogan per lo sciopero generale intercategoriale,
per le 35 ore, per l'occupazione delle fabbriche può concludere senza
eccessiva difficoltà. Forti i fischi, più forti slogan quando
prende la parola Carniti. Le mani si alzano per chiedere che lo sciopero generale
sia di 8 ore. Chiude in fretta e furia, sotto la crescente contestazione,
specie della base del PCI e degli operai della LCR. Questi ultimi, appena
Carniti è sceso ed è stata data l'indicazione di scioglimento
del comizio, salgono sul palco e intonano, ripresi da molti lavoratori: "Né
mobilità, né licenziamenti/occupiamo gli stabilimenti" e "Ci
piace di più un governo in tuta blu".
A Napoli manifestazione del Centro-Sud. Parlano Pio Galli e un delegato di
Mirafiori. Anche qui grossa partecipazione, caratterizzata dalla forte presenza
dei disoccupati.
Sempre a Torino, al cinema Smeraldo, riunione del Consiglione di Mirafiori
aperto alle altre situazioni. Molto accesa la discussione. Più interventi
sottolineano che la proposta Foschi non può essere un punto di riferimento;
che così com'è la trattativa è un bluff. Si tratta di
far pesare la forza operaia: viene fori riproposta l'occupazione delle fabbriche.
Morese tenta di dimostrare che non c'è contraddizione tra la proposta
Foschi e la Cassa integrazione a rotazione. Sabattini determina col suo intervento
l'esito dell'assemblea, teorizzando che il rifiuto della mediazione Foschi
porterebbe il sindacato all'isolamento: è necessario che, se rottura
ci deve essere, sia la F IAT a operarla.
Viene cosi'
votato a maggioranza un documento che vede nella proposta di Foschi
contestata dalla maggior parte degli interventi una base accettabile
di discussione e che riconferma "forme di lotta estreme" nel caso che la FIAT
non accetti la mediazione (a proposito di Danzica, di trattativa pubblica
e di comportamenti trasparenti: non solo questa mozione non sarà mai
pubblicata ma è praticamente impossibile ritrovarne il testo integrale).
Sull'Unità
appare un appello di operai della Lancia di Chivasso per il coinvolgimento
di tutti i giovani nella lotta. Sarà sottoscritto da altri CdF e avrà
l'adesione di FGCI, FGSI, PdUP, DP, MLS, GIOC (giovani cattolici), LCR. La
stesura finale {vedi appendice} sarà frutto di un utile dibattito soprattutto
tra i rappresentanti della FGCI e quelli della LCR.
A Roma,
conferenza-stampa della FIAT. Annibaldi e Romiti affermano: chiedendo la mobilità
esterna, chiediamo solo l'applicazione del contratto (vedi in appendice l'art.
4); se la FLM non ci sta, licenziamo.
Agnelli
va da Cossiga. Qualche ora prima, è partita una lettera di Agnelli
ai dipendenti, per dimostrare la bontà della mobilità esterna
La commissione
Lavoro della Camera in una mozione approva come base di accordo la proposta
Foschi. Votano a favore anche Boato (PR) e Gianni (PdUP).
All'IVECO assemblea di treore al secondo turno. Passa in maggioranza la proposta
che se Mirafiori occuperà occuperà anche l'IVECO. Numerose prese
di posizione a favore della riduzione dell'orario.
Berlinguer parla a migliala di lavoratori a Mirafiori, a Rivalta, e a Lingotto,
alla Lancia. Al delegato Norcia, che gli chiede che cosa farà il PCI
se la fabbrica sarà occupata, risponde che vi sarà il totale
appoggio alle decisioni degli operai, con la mobilitazione e il sostegno di
tutti gli organismi di partito.
In serata. Piccoli polemizza violentemente con le dichiarazioni di Berlinguer.
Carniti le denuncia come un tentativo di scavalcare il sindacato.
Alla FIAT
di Firenze, un commando di Prima linea lancia volantini e attacca uno striscione.
L'episodio sarà fortemente strumentalizzato per far pesare il sospetto
di una "svolta armata" della lotta in fabbrica.
Sulla Repubblica
Enzo Mattina invita l'Alfasud a licenziare di più gli assenteisti.
De Michelis
firma la lettera che autorizza ta costituzione dell'ARNA (l'Alfa/Nissan).
Alle 15, sul decretone, cade il governo Cossiga.
Alle 17, la FIAT annuncia la sospensione, per 3 mesi, dei licenziamenti. Romiti
parla di ricorso alla Cassa integrazione.
CGIL, CISL, UILM e FLM ritirano lo sciopero generale.
All'Alfasud
sono licenziati per assenteismo 22 operai e 3 impiegati. La FLM minaccia di
ritirare la copertura al CdF.
A Lingotto, all'assemblea del primo turno, spaccatura tra CdF, che propone
di mantenere l'oltranza, e settori dell'assemblea che sono per l'articolazione.
Si decide infine di mantenere le 8 ore fino a mercoledì, quando nelle
altre situazioni ci sarà il rientro dalla Cassa integrazione e si potrà
quindi decidere una forma di lotta unitaria. Confermata l'oltranza al secondo
turno e corteo interno. Sciopero di 8 ore alla Delta di Rivalta. La FIAT mette
a senza lavoro i pochi che non scioperano.
A Mirafiori, 8 ore di sciopero alla 127 e agli Enti centrali.
Alla Teksid, bloccate per 8 ore Fonderie. Fucine e Crescentino. Si lavora
invece ad Avigliana e a Carmagnola.
Alla Lancia di Chivasso prosegue il presidio ai cancelli.
Alla Lancia di Borgo San Paolo, sciopero fino a fine turno.
All'IVECO, dove si lavora ai Telai e alla Ricambi, treore di sciopero articolato.
La FIAT afferma che solo a Termini Imerese, oggi, la produzione è quasi
regolare. A Desio il pretore Rambolà condanna i picchetti all'Autobianchi,
reclama la fine del blocco degli stock. Condanna anche "mandanti e istigatori".
Minaccia l'intervento della forza pubblica.
L'ufficio
personale Alfasud annuncia che i licenziamenti per assenteismo dovrebbero
diventare 500. Guarino, segretario regionale FLM, dice che gli va bene purché
quei lavoratori siano rimpiazzati da nuovi assunti, Incontro informale di
Sabattini, Morese e Veronese a Torino con la FIAT. Decisione di riprendere
l'indomani ma nel frattempo la FIAT non dovrà annunciare la Cassa integrazione.
Arriva la comunicazione che la FIAT pone in Cassa integrazione a O ore 22.884
lavoratori fino alla fine dell'anno. In alcune situazioni già se ne
appendono gli elenchi. Vengono consegnate le lettere o un tagliandino provvisorio.
Lingotto, primo turno: un grosso corteo recupera le difficoltà del
giorno precedente. Quando arriva la notizia della Cassa integrazione si decide
di aspettare le decisioni del Consiglione che si deve riunire al teatro Nuovo.
Sul secondo turno si sciopererà 8 ore. Una riunione conferma il comitato
già eletto. Ha inizio il presidio.
La riunione del Consiglione era stata ritardata per l'arrivo delle comunicazioni
di Cassa integrazione. Si decide l'immediato presidio di tutti i cancelli
e si reclama lo sciopero generale (anche la mozione di questo Consiglione
è irreperibile).
Mirafiori, Carrozzerie: assemblee dentro ai cancelli, quindi inizio del presidio.
Alle Presse e alle Meccaniche il presidio comincia al secondo turno.
A Rivalta erano proclamate 4 ore di sciopero. Se ne fanno 8. Cortei con gli
operai che sventolano le lettere di sospensione.
Inizio dei presidi.
Alla Lancia di Chivasso il presidio prosegue.
Alle Lancia di Borgo San Paolo e Verrone, sciopero di 8 ore.
Villar Porosa e Acciai scioperano per 2 ore.
All'IVECO, 3 ore di sciopero per reparto al primo turno, con il presidio ai
cancelli. La partecipazione è però modesta.
Nel pomeriggio i presidi coinvolgono anche FIAT-Avio e Energia.
A Desio, la FIAT ritira il direttore affermando che gli operai hanno estromesso
tutti gli altri dirigenti.
Chiaromonte, per il PCI, difende la proposta Foschi "già accettata
dalla FLM".
La segreteria
della CGIL-CISL-UIL annuncia che se la FIAT intende di fatto espellere migliaia
di lavoratori si andrà allo sciopero generale.
A Rivalla si entra, si bloccano tutte le linee e poi tutti ai cancelli. Un
lavoratore che minaccia di lanciarsi da un'autogru se non gli sarà
revocata la Cassa integrazione viene convinto dagli altri, dopo ore, a desistere.
Assemblea con De Alessandri.
Al Centro ricerche di Orbassano inizio del blocco con presidio.
In tutte le situazioni si tengono assemblee, la determinazione operaia di
non cedere è fortissima. I presidi sono ovunque molto folti.
Corteo all'IVECO al centro tecnico DEL. In seguito a questo corteo, peraltro
pacifico, la FIAT invierà due lettere di licenziamento.
Assemblea a Mirafiori: Angelo Caforio denuncia il carattere di rappresaglia
della lista di Cassa integrazione e lo dimostra - rispondendo più tardi
a domande dei giornalisti - con il caso della Verniciatura dove, su 5 delegati
della Finizione 127, uno è stato licenziato e quattro sono in Cassa
integrazione; e con l'esempio della cellula LCR Mirafiori, messa in Cassa
integrazione al 70 per cento.
Annibaldi minaccia, perché gli operai attuano i presidi: la FIAT si
rivolgerà alla magistratura! Presso Bari il pretore di Modugno annulla
però il ricorso della FIAT contro i 49 delegati, che erano accusati
per il blocco delle merci.
Gli enti
locali incontrano la FIAT chiedendo il ritiro del provvedimento unilaterale.
Il presidente della regione, Enrietti, definisce il ruolo degli amministratori
come quello di "mediatori istituzionali".
L'Avanti!
se la prende con il PCI "perché è stato trionfalista".
A Lingotto viene organizzata, nel piazzale interno delle Carrozzerie, la mensa
popolare a prezzo politico.
All'IVECO l'assemblea decide 7 ore di sciopero, 1 di lavoro e presidio, che
durerà fino all'ultimo giorno.
Continuano, dappertutto, i presidi. Mattina parla a Rivalta e Galli a Chivasso.
Galli, Mattina e Bentivogli chiedono i criteri con cui sono state compilate
le liste. Affermano che le forme di lotta devono consentire di resistere il
più a lungo possibile.
Assemblee e presidi anche alla Teksid. Dalla Materferro, corteo per borgo
San Paolo.
Arrivano notizie di blocchi e cortei da Termini lmerese, Sulmona, Firenze,
Vado Ligure.
Esce sui quotidiani la pubblicità antisciopero della FIAT.
I tipografi del Corriere della Sera impongono che ugual spazio, in una pagina
a fronte, sia dato a una contropubblicità sindacale.
La FIAT fa un esposto alla procura perché valuti i contenuti delle
disposizioni sindacali in materia di presidi.
L'Unione industriali denuncia, in una lettera agli associati, il comportamento
illecito dei sindacati.
Per la prima volta, un gruppo di capi - tra cui il direttore - tenta lo sfondamento
di un picchetto, alla Teksid di Carmagnola. Sono messi in fuga.
Alle Frattocchie,
seminario del PCI sull'organizzazione sui luoghi di lavoro. Assenti giustificati
i lavoratori FIAT. La relazione afferma che il PCI ha 1.140 sezioni operaie
e 3.300 cellule in fabbrica.
Alla Materferro, mentre proseguono il blocco, i lavoratori del primo turno
organizzano una manifestazione nel quartiere di borgo San Paolo. La FLM organizza
un presidio in via Garibaldi e a porta Palazzo, per spiegare alla popolazione
la lotta dei lavoratori FIAT.
Lucio Magri, per la direzione del PdUP, incontra i lavoratori davanti ad alcuni
stabilimenti.
Le direzioni di Chivasso e Cassino vengono ritirate dalla FIAT. A Termini
Imerese viene denunciato il CdF. I direttori di tutti gli stabilimenti denunciano
con nomi e cognomi i partecipanti ai presidi.
Fine delle trattative separate Foschi-FIAT e Foschi-sindacato. Di nuovo tutti
attorno allo stesso tavolo.
La commissione Barattieri consegna a Bisaglia il piano auto: prevede l'esigenza
di nuovi modelli, il decongestionamento del Nord a vantaggio di uno sviluppo
nel Sud, la mobilità interna e quella esterna e la riduzione dell'assenteismo.
In via Garibaldi e a porta Palazzo proseguono i presidi di informazione della
città sulla lotta dei lavoratori FIAT. Anche a
Orbassano presidio di informazione, al supermercato Conti. Presidi molto numerosi
all'IVECO.
A Lingotto, la sera, proiezione del film "Bronte" con la partecipazione di
centinaia di abitanti del quartiere.
A Chivasso, riunione del CdF con una delegazione comunale che si impegna a
sottoporre alla Giunta una proposta per ridurre del 50 per cento il prezzo
della refezione scolastica e dei nidi, per la gratuità della prescuola
e del doposcuola, per dilazionare di 3 mesi il pagamento dei riscaldamenti,
per stanziare un'altro fondo di solidarietà con i lavoratori in lotta,
l'ATM e lo IACP si dichiarano disposti a confrontarsi con il sindacato per
il rinvio delle bollette; l'ENEL e la SIP dichiarano che non possono decidere
su scala torinese, che serve un'autorizzazione centrale da Roma. Grande partecipazione
di operai e cittadini alle discussioni che si tengono per tutto il giorno
alla porta 5.
II coordinamento
donne FLM, l'Intercategoriale CGIL-CISL-UIL, l'UDI, il Collettivo giuridico
e il Bollettino donne cominciano la distribuzione di un appello firmato da
Camilla Ravera, Camilla Cederna, Bianca Guidetti Serra, Natalia Aspesi, Lisa
Foa, Franca Rame, Giovanna Marini, ecc. contro l'espulsione delle donne dalla
fabbrica. Gli studenti del D'Azeglio e dell'ITIS Grugliasco convocano per
lunedì alla Camera del lavoro un'assemblea di tutti i comitati studenteschi
per organizzare la solidarietà.
La FLM
torinese chiede ai quotidiani di pubblicare gratuitamente degli annunci pubblicitari
per rispondere alla pubblicità di Agnelli.
Pajetta
incontra gli operai del PCI allo Smeraldo. Dichiara che non andrà ai
presidi "per impedire altre strumentalizzazioni".
Vittorio
Merloni dichiara all'Espresso di volere una seconda Repubblica "di tipo inglese"
(cioè col re? Mah!),
All'Alfasud
la FLM chiede una più severa regolamentazione del sistema di visite
fiscali.
A Volvara una squadracela fascista tenta una provocazione contro il picchetto.
E' sventata dagli operai, appoggiati anche da numerosi lavoratori fatti giungere
da Rivalta.
La FIAT fa affiggere comunicati che diffidano i lavoratori dall'entrare, lunedì,
negli stabilimenti.
La FLM da l'indicazione di entrare, all'alba, nei piazzali ma di tenere le
assemblee senza varcare le porte delle officine.
A Desio la FIAT insiste con il pretore perché faccia togliere i presidi
all'Autobianchi. Notizie di assemblea aperta all'OM di Broscia e di blocco
alla Lancia-IVECO di Bolzano.
Ai picchetti, visite da parte di una folta delegazione del PCI di Alessandria;
arriva anche Signorile del PSI; Sanlorenzo e Pugno vanno a Lingotto.
Sempre a Lingotto, dove vengono preparati cartelli a mano che saranno appesi
ai tram, le guardie limitano l'accesso mensa popolare che si trova all'interno
dello stabilimento.
Allo stadio comunale, manifestazione degli operai delle Carrozzerie di Mirafiori
durante Juventus-Bologna, con positive reazioni del pubblico. Dagli altoparlanti,
Monzeglio della FLM legge un comunicato.
Nella notte, rafforzamento di tutti i presidi.
A Mirafiori 20.000 lavoratori si affollano alla porta 5: c'è Io sciopero
di quattro ore dei metalmeccanici e molte sono le delegazioni di altre fabbriche.
Aloia ribadisce le posizioni della FLM sulla trattativa. Novelli dichiara
di non voler essere il sindaco di chi vuole licenziare. Si legge il testo
delle donne diffuso da sabato. Dopo il comizio, i dipendenti della CIPAS e
delle altre mense (numerosissime le donne) danno vita ad un corteo attorno
a Mirafiori, per la loro vertenza aziendale.
Al pullman, prima riunione di donne, operaie e delegate, per organizzarsi
e decidere iniziative.
A Lingotto sono 5.000 lavoratori quelli che partecipano all'assemblea del
primo turno. Si allestisce una nuova mensa sul piazzale antistante la Carrozzeria;
verrà fornita di prodotti agricoli dalle cooperative. Al secondo turno
assemblea più ridotta, con Regazzi, e gestione più rigida: viene
negata la parola ad alcuni lavoratori. A sera, proiezione del film "Trevico/Torino".
Molte iniziative e picchetti sempre più folti alla Lancia di Chivasso,
a Rivalta, all'IVECO che ora porta lo sciopero a 8 ore mentre il resto del
comprensorio mantiene l'articolazione.
Alla Teksid di Carmagnola la FIAT sospende 8 dei lavoratori aggrediti dai
capi. In Camera del lavoro i comitati studenteschi decidono di convocare per
il prossimo sabato una manifestazione nazionale dei giovani, a Torino. Appello
di FGCI, FGSI, AGLI, PdUP, DP e LCR. Si parteciperà anche allo sciopero
generale e si invierà una delegazione di giovani, operai e studenti,
a Roma.
La federazione
nazionale CGIL-CISL-UIL dichiara per venerdì 10 lo sciopero generale
di 4 ore (1 per servizi e scuola) e lancia una sottoscrizione volontaria di
5.000 lire a lavoratore, in sostegno della lotta FIAT.
A Lingotto la Eurest (mense) sospende alcuni lavoratori, senza Cassa integrazione,
proporzionalmente al numero dei sospesi FIAT.
Alla Ventana vengono scoperti a lavorare alcuni impiegati della Lancia di
Chivasso.
II coordinamento capi, ribattezzatesi "Comitato centrale del coordinamento
quadri e capi intermedi", emette un comunicato "a nome di 18.000 quadri FIAT",
attaccando i sindacati.
Solidarietà con la lotta FIAT di alcuni docenti del Politecnico di
Torino.
Notizie al pullman della porta 5: l'IVECO-OM di Broscia comunica che presidia
da una settimana e che ieri hanno fatto una assemblea di 3.000 operai. Primi
dati della sottoscrizione, diffusi da Radio lotta: 4 milioni raccolti al pullman,
100 milioni stanziati dalla regione, 50 ciascuno da comune e provincia, 10
milioni e mezzo dagli amministratori del PCI. Si distribuisce il latte offerto
da una cooperativa. Dal Belgio perviene la notizia che i lavoratori della
FIAT continuano a bloccare 2.300 vetture chiamate in Italia.
Raggiunto raccordo per la vertenza Indesit.
Presidi sindacali alle sedi industriali della Lombardia.
Forlani incontra Lama, Camiti e Benvenuto. Poi Agnelli.
Riprende la trattativa a Roma.
Patto di
alleanza tra Craxi e Longo.
A quasi un chilometro dallo stabilimento, vicino al Centro sportivo FIAT,
si forma un grosso concentramento. Verso le 330 BW una cinquantina di capi
tenta di forzare alla porta O, non molto Si sorvegliata e a cancello aperto.
Improwisamente la guardia apre anche il secondo cancello, i capi fanno irruzione,
i picchettanti sono travolti ed alcuni feriti. Pochi minuti dopo nuovo assalto
questa volta alla porta 11: scontro durissimo, diversi operai feriti ma riescono
a respingere l'assalto. Altro concentramento alla 1, dove d'improvviso viene
aperto anche un cancello di ingresso alla pista di collaudo. Ma è subito
coperto dal folto picchetto. Vola qualche sasso, i capi fuggono. In pochi
secondi, via sgombra e resta lì un pullman, vuoto: l'azienda aveva
evidentemente predisposto la ritirata.
Quasi alla stessa ora, a Rivalta. Capi ed elementi estranei alla fabbrica
(secondo la denuncia della VI Lega) attaccano a colpi di lanciarazzi, protetti
da un'improvvisa e certo non casuale interruzione della luce e delle comunicazioni
telefoniche tra le porte. E' la porta 3: quando i capi fanno irruzione, alcuni
picchettanti restano feriti. Quando arrivano i pullman con gli operai del
primo turno, si illuminano le officine della Lastroferratura per far credere
che lì si lavora. Tre cortei entrano nello stabilimento e si concentrano
davanti al reparto; dopo una lunga trattativa i capi, che hanno nel frattempo
consultato la direzione, escono, scortati da un cordone di operai. Nessuna
violenza, solo qualche sputo.
Fuori ai cancelli, c'è la polizia.
A Lingotto, all'arrivo del primo turno, alcuni capi cercano di convincere
gruppi di lavoratori, specie impiegati, a unirsi a loro per sfondare. Ma alcuni
picchettanti intervengono, si formano capannelli in cui si spiega che cosa
è successo a Mirafiori e Rivalta e i motivi della lotta. L'azione dei
capi fallisce.
La FIAT mette a senza lavoro la Teksid di Avigliana.
II coordinamento capi emette un comunicato in cui si afferma di essere tornati
"alle condizioni di ieri, in cui il terrorismo dettava legge in fabbrica e
fuori".
La FIAT respinge i figli delle donne in Cassa integrazione dall'asilo-nido.
Delia Guevara,
sorella del "Che", porta ai cancelli la solidarietà della resistenza
argentina.
Radio lotta annuncia che la sottoscrizione ha raggiunto i 700 milioni. Seconda
riunione, molto più affollata, di donne alla porta 5. Discussione sul
ruolo della donna in fabbrica, nella famiglia, nella società. In via
Porpora, coordinamento nazionale delle delegate FLM.
Al teatro Nuovo, riunione degli esecutivi dei CdF che presto si allarga fino
ad essere il Consiglione; la relazione di Pio Galli riferisce sulle trattative
e ripropone il ritorno alla lotta articolata. I presenti non sono d'accordo
e lo scontro si fa molto duro.
II documento finale viene modificato per ben tre volte, prima di essere approvato.
E vengono riconfermate le forme di lotta in corso.
All'Alfasud
si dimette il Consiglio di fabbrica.
Rivalta, cambio turno: circa 600 tra capi ed impiegati, in fila per tre, danno
vita a una manifestazione silenziosa fino alla palazzina. Contrasti tra i
lavoratori in sciopero, tra chi propone un'immediata contromanifestazione
per sciogliere i capi e chi dice di lasciar fare.
Alle 22, i capi vogliono uscire, in macchina, dalla porta 23.
Lunghe trattative tra polizia e FLM, alla fine i capi escono tra due file
di lavoratori, che li insultano e percuotono le auto.
Lancia di Chivasso, 5.30: un gruppo di carabinieri staziona davanti allo stabilimento
per agevolare l'ingresso dei dirigenti.
Comunicato della FLM rivolto a quei capi che non condividono la linea dello
scontro frontale: si dissocino dalle provocazioni. L'Unità titola in
prima pagina: "Hanno provato (con scarso successo) a contrapporre i 'capi'
agli operai".
A Mirafiori e a Lingotto manifestazione di donne con Franca Rame, come già
a Rivalta. Interventi molto duri contro i licenziamenti, con quel che vorrebbero
dire per le donne e più in generale per l'insieme della classe operaia.
Oltre ali'Intercategoriale donne CGIL-CISL-UIL e al movimento di Torino, che
hanno organizzato le scadenze, sono presenti anche operaie e delegate della
CIPAS, dell'Autobianchi di Desio e della Borlotti di Milano.
Alla 5, nel pomeriggio, spettacolo con Ivan Della Mea. Altro spettacolo a
Rivalta. Sempre alla porta 5, dibattito FLM-consigli di fabbnca-sindacalisti
dei giornalisti: gli operai chiedono una battaglia per ottenere dalla RAI-TV
venti minuti al giorno autogestiti dai lavoratori in lotta. Un altro spettacolo
a Lingotto e uno anche alla Lancia di Chivasso, con il collettivo Koinè,
Radio lotta annuncia che il PdUP ha versato 5 milioni e il PSI 50.
Benvenuto fa un giro per i picchetti e verifica una forte diffidenza nei riguardi
delle confederazioni.
A Venezia, nella riunione dei parlamentari socialisti d'Europa, Bettino Craxi
afferma che è "per rinnovare il regime politico'. L'uscita di Merloni
sulla seconda Repubblica, insomma fa qualche passo avanti.
A Tokio si firma raccordo Alfa/Nissan.
Il CIPI (comitato interministeriale per il coordinamento della politica industriale)
rinvia l'esame del piano auto per vizio procedurale: non è stato fatto
valutare al ministro per il Mezzogiorno.
Apre gli interventi Falcone, del CdF delle Carrozzerie Mirafiori. Benvenuto
deve caricare molto le tinte del suo discorso di fronte a una piazza attenta
che non gli consentirebbe sgarri. Tra l'altro afferma che nessuna ipotesi
di Cassa integrazione è accettabile, se restano le liste discriminatorie.
Riporta il colloquio con un operaio alla cui domanda, su come va a finire
aveva risposto : "Le strade sono due: o molliamo noi o molla la FIAT"; e l'operaio
aveva ribattuto: "No, compagno Benvenuto: o molla la FIAT o la FIAT molla".
Parla anche Antonio Gil, delle Comisiones obreras della SEAT di Barcellona
ritornato a Torino in una delegazione ufficiale; spiega l'identità
della lotta nei due complessi auto. Interviene, leggendo un lungo appello
con molte firme, una docente universitaria.
Nel pomeriggio, a Mirafiori, un cordone di polizia protegge l'uscita dei capi,
infiltratisi nello stabilimento, alta porta 14.
La FIAT annuncia che a Cassino si è costituito un comitato "contro
il blocco dei cancelli" e che esso ha inoltrato ai carabinieri un esposto.
Alla FIAT-Allis di Lecce gli operai avevano avuto il permesso di entrare in
mensa a fare l'assemblea, perché pioveva; ora vengono denunciati per
"comportamento sconfacente". Nuove denunce a Torino contro gli operai aggrediti
dai capi, alla Teksid di Crescentino e a Rivalta. Conferenza-stampa di Annibaldi:
la FIAT non vuole penalizzare i sindacalisti con le sospensioni e non è
vero che le liste prefigurano quelle di mobilità esterna. Non è
vero che colpiscano in particolare le donne.
Assemblea
delle donne del PCI a Torino, con impegni per un maggior coinvolgimento delle
donne non operaie della città.
La Stampa afferma che ieri capi e clandestini hanno prodotto 85 auto. La V
Lega smentisce.
Lettera aperta della FLM ai capi, con richiesta di poter oartecipare all'assemblea
convocata dal coordinamento capi e intermedi per il giorno 14.
A Mirafiori un capo reparto muore; colto da collasso mentre cerca di scavalcare.
Radio lotta annuncia che solo al pullman sono stati raggiunti 45 milioni di
sottoscrizione; la cifra complessiva sta andando verso i due miliardi.
Gemellaggio davanti ai cancelli degli stabilimenti con compagni che arrivano
inviati dai CdF di altre città e regioni: lombardi e toscani a Mirafiori,
emiliani a Rivalta, liguri e di Novara alla Lancia.
Lavoratori della CIPAS denunciano che un gruppetto di dirigenti ha scassinato
e fatto man bassa nella dispensa della mensa aziendale nella Carrozzeria Mirafiori.
Mirafiori, pomeriggio, porta 23: polizia e carabinieri bloccano le strade
adiacenti, isolano la zona. Intimano al picchetto di sgomberare l'ingresso.
I lavoratori, in numero insufficiente e impossibilitati a ricevere rinforzi,
non possono opporsi. Escono così 5-6 pullman aziendali con le tendine
calate; non è possibile capire quanti nè chi sono gli occupanti.
A Lingotto, in serata, il picchetto di via Passo Suole prende posizione perché
si organizzi una contropresenza al teatro Nuovo, dove i capi si sono dati
convegno per domani. Vanno a fare questa proposta (lanciata, nel frattempo,
da un volantino della LCR) al cancello Carrozzerie, dove però trovano
una secca opposizione di un operatore sindacale che sostiene che la manifestazione
dei capi sarà un fallimento, che al massimo saranno 1.500 e che comunque
andare al Nuovo significherebbe lo scontro fisico. Alcuni elementi estremisti
danno una mano all'operatore, alzando il tiro ("o si occupa il Nuovo o non
vale la pena di far niente") e facilitano l'operazione di pompieraggio.
II coordinamento capi fa sapere alla FLM che la sua presenza non è
gradita e che i rappresentanti sindacali non saranno fatti parlare nè
entrare.
I capi si mobilitano anche a Sulmona e a Termoli, dove occupano il consiglio
comunale.
Riunioni separate a Roma di CGIL, CISL e UIL. Poi riunione congiunta, le tre
confederazioni più la FLM e il coordinamento FIAT. I dirigenti spingono
perché si passi all'articolazione ma la risposta del coordinamento
è negativa.
Forlani incontra Lama, Camiti, Benvenuto e poi Foschi.
La procura emette 300 comunicazioni giudiziarie contro operai e delegati attivi
ai picchetti.
1.218 capi
e intermedi presentano alla procura, e per conoscenza al prefetto, alla FLM
e agli enti locali, un esposto contro "la violenza dei picchetti" e richiedono
ufficialmente che si faccia un referendum per vedere quanti vogliono ritornare
al lavoro.
La proposta
di Benvenuto ha trovato così un interlocutore.
La F IAT
annuncia la produzione clandestina di altre 62 auto.
Il procuratore capo Bruno Coccia e il sostituto procuratore
Bruno Tinti emettono un'ordinanza alla PS di Torino e ai Cc della cintura
perché garantiscano gli accessi alla FIAT.
Il primo dei 300 denunciati per i picchetti è rinviato a giudizio.
Sei licenziati a Rivalta, accusati di essersi opposti all'aggressione dei
capi.
Assemblea, al teatro Nuovo, del coordinamento capi. Il vicesindaco socialista
Biffi Gentili subissato da un mare di fischi e urla. Non può parlare.
Fuori c'è molta gente. La giornata sarà pagata e la FIAT ha
intimato loro di venire. La maggioranza però sta a vedere. E vede che
non c'è contromanifestazione sindacale. C'è invece l'organizzazione
del corteo. Cosi' si accodano.
I capi sono stati fatti affluire da tutta Italia. In realtà non sono
più di 10-12.000 (questa anche la prima cifra ufficiale, della prefettura).
Il corteo ha un carattere decisamente reazionario e antioperaio.
Gruppi di operai e delegati sono però per la strada. In piazza Castello
gridano slogan contro la manifestazione silenziosa che si snoda verso via
Garibaldi. Scioperanti anche davanti al comune: verso i capi, in numero enormemente
superiore, volano monetine. Forte tensione, perché gli operai bloccano
la porta. E infine i capi, tanti e tanti di più, arrotolano gli striscioni
e se ne vanno. Lasciano a terra i cartelli e gli operai li prendono: riverniciati
e con scritte più decenti, potranno essere riutilizzati, a partire
dalla manifestazione delle donne prevista per sabato: sono belli e robusti,
soldi non ce ne sono più: perché lasciarli sprecati?
La questura afferma che i capi erano 40.000. Questo diventerà il numero
ufficiale, anche se moltiplica per 3 o per 4 la realtà.
Radio lotta emette i suoi due ultimi comunicati: tra l'altro annuncia un'assemblea,
per le 21, al cinema Agnelli, convocata dai consigli circoscrizionali Mirafiori
Sud, Nord e Basso Lingotto. Sottoscrizione di 300.000 lire di un gruppo di
carabinieri e poliziotti di presidio a Torino.
Nel pomeriggio, incontro FIAT-sindacati.
Alle 22,30
la segreteria della CGIL-CISL-UIL e la FLM vanno "all'accertamento dell'ipotesi
conclusiva". Tre ore di corteo di 12.000 capi sembrano valere di più,
per Lama-Carniti-Benvenuto, di 35 giorni di lotta di oltre 100.000 operai
e di milioni di lavoratori scesi in piazza al loro fianco in tutta Italia.
All'alba l'apparato del PCI è mobilitato ai cancelli per convincere
i suoi militanti che bisogna accettarla. Arriva un volantino della federazione
torinese del PCI, che va in questo senso. Ma gli operai del PCI si rifiutano
di distribuirlo; lo fanno, molto parzialmente, quelli dell'apparato della
federazione.
I picchetti diventano enormi, perché si è diffusa la voce dell'ingiunzione
della magistratura e si prevede un intervento della polizia. Giunge anche
la notizia che alla Lancia di Verrone, protetti dai carabinieri, cento capi
hanno travolto il presidio.
Duro fronteggiamento, alle 4 del mattino, davanti alla porta 6 di Mirafiori.
Una 127 rossa della V Lega percorre i viali diffondendo questo messaggio:
"Qui Radio lotta. Invitiamo alla calma e a non forzare i picchetti. Discutiamo".
Alle 7, quattro blindati sbucano a tutta velocità da corso Unione sovietica
e si dirigono alla porta 13. Ne scendono una ventina di carabinieri con fucili
e lacrimogeni innestati. Dopo due minuti di teso fronteggiamento, risalgono
sui blindati e vanno a fare la stessa scena intimidatoria alla 14.
Davanti a tutti i cancelli discussioni, assemblee volanti.
Il GR2 annuncia l'arrivo a Torino dei dirigenti sindacali per riferire al
Consiglione l'ipotesi di accordo.
Pomeriggio. Cinema Smeraldo, riunione del Consiglione. La sala è affollatissima
di delegati, operatori sindacali, operai di tutte le situazioni. Primi slogan:
"Da Torino al Meridione/non vogliamo nessun bidone" e "E' ora, è ora
di cambiare/ la segreteria se ne deve andare".
La riunione comincia in ritardo. Il primo ad arrivare è Lama.
Qualche applauso ma soprattutto "Lama, Camiti, Benvenuto/il posto di lavoro
non va svenduto",
Ed è cosi' per tutta la riunione: interventi, proteste, slogan, fischi.
Mattina, con molta difficoltà riesce a concludere l'intervento introduttivo.
Tutta la direzione sindacale è schierata per l'accettazione dell'ipotesi.
Dicono che è l'espressione dei rapporti di forza, che negli ultimi
giorni si sono evidenziate spaccature tra i lavoratori, che si deve andare
immediatamente alla verifica delle assemblee senza passare per i Consigli.
Anche i dirigenti tradizionalmente più a sinistra sono contestati.
Molti non se la sentono neppure di intervenire perché tutto il Consiglio
è contro, tranne un paio di interventi. Anche un operatore sindacale,
d'altra parte, si schiera con i delegati i cui interventi sono molti duri
e applauditissimi. Denunciano, nell'ipotesi di accordo, la svendita della
lotta e dei suoi contenuti, i pericoli di creare spaccature questa volta si
insanabili tra i lavoratori. Attaccano le responsabilità dei dirigenti
durante tutta la conduzione della vertenza, il cedimento alle pressioni della
FIAT, del governo, dei mass media e infine alla manifestazione dei capi. Esigono
che il Consiglio vada alle assemblee solo dopo aver votato una posizione.
La replica di Camiti è rissosa e arrogante, di disprezzo nei confronti
dei Consigli. Sotto le bordate di fischi e slogan, i dirigenti sindacali abbandonano
il campo proclamando "non valido" il Consiglio.
Ma l'assemblea
non si chiude affatto. I delegati restano. Rocco Papandrea, delegato di Mirafiori,
propone una mozione che rifiuta l'ipotesi di accordo. Circa mezz'ora di interventi,
poi la mozione passa praticamente all'unanimità (uno o due contrari,
una decina di astenuti). Dopo circa 10 ore il Consiglio ha dunque potuto esprimere
la sua posizione; no all'ipotesi di accordo.
La maggioranza degli interventi è contro laccordo. Sporadici
quelli del tipo: "L'accordo non ci piace ma dobbiamo gestirlo". Molto fischiati.
Una parte degli operai se ne va prima della votazione. Arrivano invece, in
forze, proprio quando si vota, capi, intermedi e impiegati crumiri. La scena
è dappertutto quasi la stessa: gli operai che assistevano all'assemblea
sono attorno all'oratore, quando si alzano le mani per il si non le vedono,
perché sono lontane, tutto intorno e perché ci sono gli ombrelli
che nascondono la visuale. In realtà, quando vedono tutte le mani di
chi sta vicino al palco alzarsi per il no sono convinti di aver vinto.
Per questo la rabbia, lo sgomento, la convinzione di essere stati imbrogliati
al momento della proclamazione del risultato per il Sì.
Per questo
la reazione rabbiosa di alcuni, particolarmente accesa alle Meccaniche, dove
volano sassi verso l'auto in cui si è rapidamente ritirato Camiti.
Al secondo
turno, tensione ancora più alta perché gli operai sanno come
è andata al primo. Sanno anche che sono stati i capi e i crumiri a
rovesciare il risultato. Cosi in molti casi si organizzano (per esempio, a
Lingotto) per non farli partecipare al voto. Si propone, altrove, di alzare
il tesserino, per fare la conta separata dei tesserini gialli (operai) e di
quelli di diverso colore. Con queste precauzioni, in ogni modo, si ha la possibilità
di verificare che la maggioranza netta degli operai è contro l'accordo.
(Il giorno dopo verrà replicate anche il voto della Meccanica Mirafiori
del primo turno e, poiché questa volta voteranno solo gli operai, l'ipotesi
di accordo sarà respinta).
Il
VOTO SULL'ACCORDO
|
||||
SI%
|
NO%
|
|||
Mirafiori 53.989 |
Carrozzerie | mattino |
51
|
49
|
pomeriggio |
20
|
80
|
||
Meccaniche | mattino |
55
|
45
|
|
pomeriggio |
45
|
55
|
||
Presse | mattino |
55
|
45
|
|
pomeriggio |
5
|
95
|
||
Fonderie |
30
|
70
|
||
Rivalta 17.952 |
Rifiutato senza neanche passare ai voti perché ritenuto dal CdF assolutamente non corrispondente al mandato. | |||
Lancia TO 3.000 |
45
|
55
|
||
Lingotto 9.995 |
mattino |
51
|
49
|
|
pomeriggio |
5
|
95
|
||
Desio 4.400 |
In una assemblea ostile all'accordo i dirigenti sindacali non hanno messo ai voti l'ipotesi sostenendo che la decisione spettava agli operai di Torino. | |||
Cassino 10.000 |
Si vota una mozione che chiede il cambbiamento dell'accordo sui punti di mobilità esterna e sulla Cassa integrazione a zero ore, cioé sui punti fondamentali. | |||
OM
BS 5.500 |
mattino |
20
|
80
|
|
pomeriggio |
10
|
90
|
||
OM MI 2.100 |
L'assemblea non dà parere formale sull'ipotesi di accordo, e approva con soli 6 voti contrari una mozione di "severa critica ai vertici sindacali". | |||
Lancia Chivasso 8.000 |
Le assemblee non mettono ai voti l'accordo perché giudicato non corrispondente al mandato. | |||
Lancia V. 800 |
Accordo approvato con il 60% dei voti a favore. | |||
Teksid C. | Votazione caotica, più o meno i sì e i no si equivalgono. | |||
Fiat FI 1.790 |
95% contro l'accordo. | |||
Fiat BA 2.700 |
Il sì prevale di stretta misura. Il CdF era contrario. | |||
Fiat V.L. 1.750 |
Approva il 70% | |||
Fiat Termini
I. 7.200 |
Approvato a grande maggioranza. | |||
Materferro 1.900 |
Respinto in tutte le assemblee. | |||
Spa
Stura (Iveco) 8.800 |
mattino | 60% contrario | ||
pomeriggio | stretta maggioranza di sì | |||
Iveco |
Accordo approvato. | |||
Teksid Torino |
Primo turno: approvato. Secondo e terzo: respinto. | |||
Teksid Avigliana |
Approvato |