Perchè l'impresa è soddisfatta di quella firma
Secondo la Federmeccanica sono state rispettate tutte le più importanti posizioni assunte all'inizio del negoziato: dagli aumenti di salario al lavoro a termine, dalla flessibilità degli orari alla competitività. (tratto da Economy dell'8 febbraio 06) di Massimo Calearo (presidente Federmeccanica). Reds - Marzo 2006.
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Allontanadoci dalla firma del contratto dei metalmeccanici, è possibile sviluppare riflessioni meno a caldo. Anzi, è molto opportuno farlo: si tratta di un risultato importante che rappresenta anche un punto di partenza per prossimi (auspicabili) traguardi. L'intesa, infatti, è positiva per entrambe le parti anche perchè introduce la prospettiva di un nuovo modello di contrattazione che credo sia il miglior lascito che questa vicenda consegna al mondo sindacale e imprenditoriale .

Nell'immediato, rispetto cioè alle attese dei lavoratori e delle aziende, è stato ottenuto un buon livello di compromesso che permette di conciliare i rispettivi interessi. In prospettiva, è stata segnata una strada per un modo nuovo di intendere la negoziazione contrattuale.

I frutti di questo accordo si potranno raccogliere a vantaggio di tutti, nessuno escluso. Soltanto se sapremo dare nuova competitività alle aziende si potranno poi distribuire ulteriori vantaggi e prospettive. Ed è a questo che punta Confindustria, attenta sia al disagio delle imprese sia a quello dei lavoratori. L'obiettivo di federmeccanica, in tutta la trattativa per il rinnovo del contratto, è rimasto puntato sulla realtà delle aziende metalmeccaniche italiane, per la gran parte di piccole o piccolissime dimensioni, che per riconquistare quote di mercato e tornare a essere vincenti hanno bisogno di agilità, di trovare e offrire efficienza con un'organizzazione più flessibile, con la possibilità di recepire rapidamente la domanda e i mutamenti dei mercati. Consideriamo ora i temi del negoziato.

Le tesi in campo
Avevamo detto che non avremmo sottoscritto la richiesta di un aumento salariale di 105€ per il biennio e così è stato. Abbiamo chiuso a 85€ per il biennio di vigenza "naturale" (quindi da confrontarsi con i 105) più 15€ che "pagano" il prolungamento della vigenza di ulteriori 6 mesi.

Avevamo detto che non avremmo accettato l'aumento di 25€ al mese (325 l'anno) per le aziende prive di contrattazione di secondo livello (circa un quarto dei lavoratori) e così è stato, avendo concordato una erogazione di 130€ a giugno del 2007 per i soli lavoratori che non percepiscono retribuzione aggiuntiva ai minimi del contratto nazionale.

Il sindacato chiedeva con forza una percentuale unica e onnicomprensiva (il 15%) per limitare l'uso dei contratti a termine e dell'ex interinale, superando ogni previsione di legge. Avevamo detto che non avremmo accolto soluzioni in contrasto con la legge e così è stato: il contratto non prevede alcuna percentuale.

Noi chiedevamo che sul tema della flessibilità degli orari ci fosse un'innovazione, un segnale concreto (consapevoli che il rinnovo contrattuale non riguardava la parte normativa) e così è stato, avendo ottenuto la possibilità di ricorrere all'orario plurisettimanale (seppure a titolo sperimentale) per tutte le imprese del settore.

Avevamo detto che non era ipotizzabile una chiusura contrattuale senza l'Apprendistato e così è stato, avendo definito un contratto che, per dirla con le parole del professor Michele Tiraboschi, "risulta uno degli accordi più innovativi e completi di questa ultima stagione contrattuale" (quella del dopo legge Biagi, per intenderci).

Questi sono i fatti. Nell'analizzarli, non si può non tener conto delle soluzioni date alle questioni concrete affrontate nel negoziato e, soprattutto, non si può ignorare che mai un contratto dei metalmeccanici ha incassato il pressochè unanime giudizio positivo delle imprese, come è accaduto in questa occasione, senza distinzioni tra le diverse "anime" di Confindustria.