Convegno nazionale di Alternativa Sindacale.
Niente buone nuove dal convegno di Viareggio del giugno 1998: gli eccessi di prudenza della minoranza della CGIL. Pubblicato sul mensile REDS. Giugno 1998.


Il 26-27-28 giugno si é tenuto a Viareggio il convegno nazionale di Alternativa Sindacale.
Alternativa Sindacale é la corrente di minoranza della CGIL e a Viareggio si sono dati appuntamento i "quadri" di questa area programmmatica. Più o meno 300 persone.
Qual era il nodo di questa riunione? Si trattava di confermare la riunificazione di Alternativa Sindacale con l'"Area programmmatica dei comunisti". Come si ricorderà già all'indomani del congresso si era verificata una scissione che aveva comportato la fuoriuscita dei compagni più legati ai vertici del PRC. Quella scissione era stata organizzata a freddo, dai vertici del partito, senza alcuna base politica e al di sopra delle volontà dei militanti, sia di Alternativa sia del PRC. Dietro c'era un calcolo di piccolo cabotaggio. I vertici del PRC immaginavano di poter capitalizzare a livello di influenza sindacale i successi di immagine che allora incassava il partito. È accaduto però che il PRC ha perso appeal, che il governo di centrosinistra ha determinato un generale disincanto, e l'"Area programmatica dei comunisti" non é mai decollata. Insomma: un fallimento. I vertici del PRC mal tolleravano (e mal tollerano) che Alternativa Sindacale fosse (e sia) sostanzialmente diretta da un ceto politico sindacale in gran parte proveniente da DP e che, pur avendo votato all'ultimo congresso insieme alla maggioranza del partito la mozione 1, non si ritiene dipendente dai voleri di Cossutta e Bertinotti.
Così ci sarà la riunificazione. Nessuno ha stappato bottiglie di spumante: solo fino a qualche mese fa le due parti se ne dicevano di tutti i coloro (e in qualche caso se le davano anche). L'unico momento di suspence c'é stato quando é intervenuto Cremaschi, il più autorevole rappresentante dell'ala "critica" della maggioranza della CGIL, al quale era stata offerta la possibilità di integrare questa nuova corrente. Cremaschi però ha fatto un gran discorso alla fine del quale comunque si é reso disponibile solo a una specie di "forum" di discussione, ma senza alcuna intenzione, così pare, di essere intruppato all'interno di una corrente di minoranza.
E ora qualche sparsa considerazione. Alternativa Sindacale é composta alla sua base, e in qualche caso anche in posti di responsabilità, da compagni seriamente impegnati a dare battaglia dentro il sindacato, ma nel suo complesso é una corrente che ha una gran paura di vedersi tolti alcuni piccoli spazi che la maggioranza lei lascia in cambio di una situazione di sostanziale non belligeranza.
Quali spazi? Un bel po' di distacchi, funzionari, finanziamenti ai convegni, ecc. Il prezzo che si paga é alto e l'ha chiarito bene Cofferati, il segretario generale, nella sua introduzione: se Alternativa Sindacale dovesse passare da area di minoranza ad area di opposizione "bisognerebbe rivedere le regole". In questi due nomi "minoranza" e "opposizione", magia del sindacalese, é concetrato il succo di due modi completamente diversi di stare dentro la CGIL contestandone le scelte. Un modo morbido, tutto dedicato a convegni finanziati dalla CGIL , tutti interni all'apparato, dove si discute e ci si confronta e si critica pure (tanto non ascolta nessuno), qualche conferenza stampa quando si é davvero arrabbiati e poi, via, a casa a dormire. Poi c'é una maniera completamente diversa che significa fare opposizione sul serio nella CGIL, organizzandone il dissenso tra i lavoratori anche fuori dalle strutture, costruendo l'opposizione a partire dalla base. Ma se si scegliesse questa seconda strada salterebbero un bel po' di teste e di distacchi. Ragion per cui la prudenza la fa da padrone. Da Viareggio, dunque, niente buone nuove.