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Stralci dell'intervento di Aldo Tortorella
1° CONGRESSO DEI DEMOCRATICI DI SINISTRA


Torino-Lingotto, 13-16 Gennaio 2000

 

(...) E conosciamo le cifre preoccupanti del passaggio all'astensione di tanti elettori di sinistra e le dure perdite nelle elezioni amministrative. Dobbiamo chiederci perché questo é avvenuto dopo tre anni e più di governo. Non ci debbono interessare le accuse anche qui portate a questo o a quello ma la comprensione di ciò che é accaduto e il modo di farvi fronte. (...)

Noi viviamo in società nelle quali il posto subordinato del lavoro dipendente é la regola e in cui l'esclusione non é una aberrazione ma una condizione costitutiva, allo stesso modo dell'estrema ricchezza poiché entrambe forniscono il deterrente o lo stimolo alla competizione verso l'alto cui, per altro, la immensa maggioranza non arriverà mai. (...)

Ha fatto bene Veltroni a ricordare i paurosi squilibri del mondo ma, come ha giustamente ricordato la Bandoli, tutta quella disperazione e quella fame hanno dei responsabili nell'Occidente e chiedono non solo opere di solidarietà ma impegni, che non ci sono, per il mutamento del modello di sviluppo. (...)

Il capitalismo esiste e va nominato. Esso ha dimostrato la sua capacità di cambiare il mondo e di cambiare continuamente se stesso, come Marx aveva detto nel Manifesto. Ma il fatto che abbia vinto, non significa che non meriti di essere criticato. Jospin continua a criticarlo anche ora che é Presidente del Consiglio, perché produce il danaro per il danaro e non ha come fine gli esseri umani. (...)

Non si sa più chi condannare e più si condanna più si chiede di condannare fino a fissare l'immagine di Togliatti nella frase di una polemica feroce, come se di lì non si fosse pi mosso, come se non fosse stato - come fu - uno dei protagonisti con Nenni, De Gasperi, Einaudi, della ricostruzione democratica dell'Italia. Il problema é capire il perché delle cose giuste e degli errori commessi, come fu l'errore di una speranza che durò fino a Gorbaciov, nonostante la rottura aperta e piena operata, ricordiamolo, da un compagno caro come Enrico Berlinguer combattuto da vivo e da morto. (...)

 

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