Congresso DS: che passione!
Analisi del primo congresso dei DS svoltosi nel gennaio 2000 a Torino attraverso alcune parole chiave. Inoltre tutti i dati del congresso, le sintesi dei documenti di minoranza e di maggioranza e degli interventi più significativi
. REDS. Gennaio 2000.


 

Il primo congresso dei DS offre nella sua dinamica e nella lettura attenta dei discorsi che là si sono fatti un ottima occasione per conoscere le idee e le strategie del gruppo dirigente del maggior partito della sinistra. Qui offriremo alcune sparse consi derazioni che integreremo in futuro e stralci dei documenti congressuali e degli interventi più significativi. Anche se le nostre simpatie politiche vanno in tutt'altra direzione conoscere le logiche di fondo della socialdemocrazia è un affare maledettamente importante per chi si propone di batterla all'interno del movimento operaio.

PASSIONE. È il vocabolo più inflazionato del congresso. Abbiamo assistito ad interventi di arcigni burocrati, grigi (e grigie) ministri, sindacalisti che ne hanno combinate di tutti i colori, assicurarci della loro straordinaria "passione". "È necessario che la sinistra esprima più passione", "la politica è anche passione", "rischiavamo di divenire un partito dove era sparita la passione". Visti i risultati del governo D'Alema e dei vertici della CGIL, e l'abnegazione con cui sino ad ora si sono applicati nel perseguire i maggiori obiettivi della classe dominante (entro i limiti comunque in cui un partito socialdemocratico se lo può permettere) verrebbe da dire: un po' meno passione, per favore. Cosa intendono questi dirigenti per "passione"? Cosa nasconde l'uso di questi termini? Veltroni ha capito che senza "passione" cioè senza ideali di cambiamento un partito di sinistra non esiste. Nel senso che, molto semplicemente, la gente smette di iscriversi e di voltarlo. La gestione D'Alema della tattica assurta al rango di strategia, va bene per assestare qualche brutto colpo agli avversari (ultima vittima Cossiga), ma certo non per tentare di far crescere un partito della sinistra. Chi vuol votare per l'esistente vota al centro o non vota affatto.

ASTENSIONISMO. Grande assente dalle analisi dei dirigenti DS, la perdita progressiva di consensi dei DS avvenuta spesso a causa dell'astensionismo. Analizzare perché da quando hanno vinto le elezioni con l'Ulivo nel '96 i diessini continuano a perdere voti sarebbe stato un po' troppo doloroso. Sarebbe equivalso ad ammettere che tre anni di governo di centrosinistra "hanno fatto guadagnare prestigio all'Italia", ma non hanno soddisfatto le grandi masse di lavoratori e giovani che, invece sono rimaste (a giusto titolo secondo noi) profondamente deluse o disorientate. Così i dirigenti non fanno che elencare in grandi successi di un esecutivo che avrebbe "cambiato" l'Italia, senza domandarsi come mai questo cambiamento sia così piaciuto alle classi dominanti e assai meno a quelle dominate.

Alcuni dati sul 1° Congresso nazionale dei Democratici di Sinistra


Congressi
Congressi di base

7.150

Congressi di Federazione

116

Congressi Regionali

19

Hanno votato 172.303
Delegati eletti dai congressi
Regionali

2.195

Delegati Estero

25

Delegati Assemblee Nazionali *

160

Delegati Autonomie tematiche **

135

Delegati di Diritto

303

Totale delegati

2.818

Donne *** (880/2515) 35%

*) Donne, Giovani, Lavoratori e Lavoratrici, Volontariato
**) Agricoltura, Ambiente, Agire Solidale, Aequa, Aerospazio, Altrimondi, Aurora, Energia, Impresa Più, Network, Opera, Risorsa Scuola, Salute, Turismo, Vivere Sicuri.
***) Numero di Delegate su totale Delegati eletti (Totale delegati meno i delegati di diritto)

 

AFRICA. Per risvegliare le passioni sopite dei poveri militanti diessini, Veltroni si affanna, da quando è segretario, a trovare "grandi temi", "vasti orizzonti", "a volare alto", e quindi la democrazia in Birmania, i morti per fame nel mondo, la campagna a favore dell'Africa... Tanto lontano, il più lontano possibile... dal governo. Tutte queste "grandi" preoccupazioni per la sorte del mondo paiono il colmo dell'ipocrisia per un partito che è stato complice (con la dissidenza della sua sinistra interna) di una... guerra! Al governo D'Alema prudono le mani per dare un colpo alle pensioni, mentre i militanti diessini dovrebbero traboccare di "passione" per l'Africa. Le cosacce sporche in Italia e gli "ideali alti" il più lontano possibile. Ed anche così senza un minimo di coerenza tra il dire e il fare. I DS adorano Suu Kji? Perché allora l'Italia che essi governano non rompe le relazioni diplomatiche con la Birmania e non promuove un dibattito all'ONU per approvare delle sanzioni contro il regime militare? I DS si preoccupano dell'Africa? Molto bene, dunque perché non dirottano parte dei proventi delle privatizzazioni per progetti di solidarietà? Perché internano in piccoli lager (definizione dei verdi governativi) gli immigrati clandestini? Per i diessini è meglio occuparsi dei neri che stanno in Africa, ben lontani da noi, che di quelli in carne ed ossa che affollano le nostre metropoli, ed infatti una mozione presentata in chiusura e che chiedeva di chiudere i "centri di accoglienza" è stata respinta. Veltroni ha detto che è contro tutti gli embarghi. Bene, dunque perché il governo non prende ufficialmente posizione all'ONU contro l'embargo all'Iraq dichiarando che se non verrà tolto lo violerà unilateralmente?

MALI DEL MONDO. Veltroni ha cercato di commuovere tutti elencando le tristi cifre dei disastri prodotti nel mondo dal capitalismo. Solo che... non ha mai nominato il capitalismo. Tutti i disastri di cui ha parlato (inquinamento, discriminazione, povertà, sfruttamento dei minori, incidenti sul lavoro) non hanno alcun colpevole. Dato che non vengono individuati gli avversari le soluzioni che i diessini trovano hanno un carattere assistenziale. I mali del mondo sono come i temporali: se ci sono, che possiamo farci? Di fronte ad un uragano che travolge ogni cosa ecco piombare Veltroni a offrire, con passione: un ombrello.

DONNE. Il Congresso ha stabilito una "norma antidiscriminatoria" per gli organismi dirigenti - a pena di scioglimento o di automatica correzione - che vuole che nessun sesso sia presente nell'organismo con percentuale inferiore al 40%. Si tratta dell'iniziativa più audace intrapresa da un partito di sinistra nell'ambito della filosofia delle "quote". In realtà i DS rimangono un partito dominato pienamente dai maschi e dove le donne hanno un ruolo marginale quanto in altri luoghi. Le quote risponderebbero sul serio alla funzione per cui sono state create se le dirigenti fossero scelte da altre donne, perché in quel caso dovrebbero rispondere a chi le ha elette. Invece quel 40% dovrà rispondere ai maschi che comandano nel partito e che le hanno scelte nel chiuso dei loro uffici.

ANTIPROIBIZIONISMO. La Sinistra Giovanile aveva presentato una mozione direttamente accolta dalla Commissione Politica (segno di grande consenso) che chedeva la liberalizzazione delle droghe leggere e la somministrazione controllata di quella pesante. Solo che il giorno dopo è accaduto un putiferio: sono insorti gli alleati centristi della coalizione di maggioranza. E subito, coi delegati appena tornati a casa, la ministra Livia Turco si precipita a dichiarare che "l'antiproibizionismo non è nel programma di governo". Episodio estremamente significativo dell'ipocrisia di questo congresso, che ha mostrato grande apertura verso i soggetti sociali oppressi come donne, giovani, ecc. Ma a queste prese di posizione non seguirà assolutamente nulla, dato che l'alleanza strategica con il centro impedisce di portare avanti qualsiasi cosa sappia di progressista. Così i DS lanciano parole d'ordine radicali, tanto poi ci pensa il governo da loro diretto a far cadere tutto.

SOCIALDEMOCRAZIA. Al Lingotto è nato chiaramente un partito socialdemocratico. Tutti coloro che dipingono i DS come partito "liberale", di centro, ecc. dovrebbero ragionare su questo: avrebbero assistito ad un congresso simile in casa PPI? Evidentemente no. I dirigenti del PPI o dello SDI non hanno alcun bisogno di cercare affannosamente valori di "sinistra", come l'uguaglianza, ecc. non si sognerebbero mai di dire, come ha fatto Veltroni, di essere espressione del lavoro dipendente e delle "nuove professioni". Direbbero di essere un partito dei cittadini, o delle "persone oneste". La dirigenza diessina ha voluto chiaramente ancorare il partito a sinistra, nei ceti sociali che le danno il voto, perché hanno capito che questa è la maniera migliore per gestire la propria politica governativa di destra. Sperano con una caratterizzazione a sinistra di recuperare i voti che le politiche governative moderate fanno perdere elezione dopo elezione. Chi nega la patente di socialdemocraticità ai diessini è perché ha una visione edulcorata della altre socialdemocrazie europee. Veltroni non è peggio di Jospin. Come tutti i socialdemocratici i dirigenti diessini sono nazionalisti (a ciò equivale tutto il rilievo che danno alla parola "competitività dell'Italia"), come tutti gli altri socialdemocratici guardano alla loro destra invece che alla loro sinistra (con le poche parole sprezzanti riservate al PRC). Come tutti i socialdemocratici si ripromettono di "governare" il capitalismo, di renderlo un po' più soffice, perché di un'altra società per la quale combattere non vogliono sentir parlare.

Mozioni: I risultati ufficiosi delle votazioni

Risultati ufficiosi delle votazioni nei congressi preparatori

Regione

Mozione 1

%

Mozione 2

%
AOSTA

64

69,6

28

30,4

PIEMONTE

4769

72,5

1808

27,5

LIGURIA

3733

80,5

907

19,5

LOMBARDIA

9833

76,7

2988

23,3

VENETO

4605

77,6

1326

22,4

BOLZANO

86

81,9

19

18,1

TRENTO

541

90,6

56

9,4

FRIULI VENEZIA GIULIA

1335

78,9

357

21,1

EMILIA-ROMAGNA

17202

87,5

2455

12,5

TOSCANA

11976

82,9

2464

17,1

MARCHE

4267

79,8

1083

20,2

UMBRIA

3061

82,9

632

17,1

LAZIO

11644

79,3

3042

20,7

ABRUZZO

4053

79,4

1053

20,6

MOLISE

889

84,1

168

15,9

CAMPANIA

19351

70,4

8127

29,6

BASILICATA

2922

74,1

1022

25,9

PUGLIA

8457

87,1

1258

12,9

CALABRIA

13434

82,5

2852

17,5

SICILIA

10394

81,9

2302

18,1

SARDEGNA

4514

86,9

678

13,1

ITALIA

137130

79,8

34625

20,2

ESTERO

477

87,0

71

13,0

TOTALE

137607

79,9

34696

20,1

Riepilogo

Voti

Mozione 1

137607

Mozione 2

34696

Totale

172303

 

BORGHESIA. La borghesia, che per i diessini non esiste, ha guardato attraverso i propri quotidiani con malcelata ostilità il congresso diessino. Ormai siamo allo scontro referendario e i padroni non possono permettersi vie di mezzo. I diessini stanno dall'altra parte e dunque devono essere attaccati, prima per essere privi di identità (sperando che assumessero quella liberale), poi, quando hanno indossato quella socialdemocratica, per essere poco "moderni".

CGIL. Veltroni ha stretto un bel patto con la burocrazia sindacale della CGIL (e della UIL che ha portato più di diecimila truppe cammellate ai congressi suscitando qualche reazione stizzita alla base), inserendo qualche quadro in posti di rilievo (dirigenza dei DS del Piemonte, ecc.), fa parte del suo progetto di radicamento nel "sociale che c'è", e il sindacato vale quanto il volontariato.

CONGRESSO. Si è trattato di un congresso assolutamente burocratizzato. Quando si è votato lo statuto erano presenti solo poco più della metà dei delegati. E gli altri? Nessuno lo sa. Certamente hanno trovato posti più divertenti di quel congresso. Un delegato di base non aveva alcuna possibilità di intervenire. Non sono state create dinamiche tali (gruppi di lavoro, ecc.) che consentissero a qualcuno che non fosse ministro, segretario di qualcosa o cantante, di potersi esprimere. Gli interventi sono stati una passerella per i dirigenti, un'esercitazione a chi pronunciava il discorso di maggior successo. L'opinione della base la si poteva dedurre solo dal numero degli applausi e dalla loro durata. E tutti i giornali non hanno potuto fare a meno di notare che la massa era decisamente più a sinistra dei suoi dirigenti.

Approvata la mozione UNO
La mozione UNO è stata approvata con il 79,9% dei voti.
La mozione DUE ha ottenuto il 20,1% dei voti.

Approvato il nuovo Statuto
E' stato approvato il nuovo Statuto dei Democratici di sinistra.
 Voti a favore

 1.320
 Voti contrari

 28
 Astenuti

 333

 

SINISTRA. La sinistra DS ha raggiunto una buona percentuale, ma ha dimostrato tutta la sua debolezza politica. Non vi è alcuna differenza con la maggioranza riguardo alla alleanza strategica con il centro, e c'è la stessa disattenzione verso il PRC. La sinistra diessina è semplicemente un po' più "ideologica". Nomina il capitalismo ma senza mai lasciare intendere che un giorno forse, chissà, potrebbe anche essere superato. È una sinistra che si è caratterizzata nel dibattito precongressuale per difendere l'ancoraggio a sinistra dei DS e si è trovata spiazzata dall'impostazione di Veltroni. Assolutamente nulla a che vedere con la radicalità e la lucidità della sinistra interna al PS francese, la Gauche Socialiste.

LIBERAL. La borghesia era direttamente rappresentata nel congresso DS dall'area liberal, che non conta assolutamente nulla a livello di base ma in compenso è sostenuta dai quaotidiani della grande borghesia. Sono i Michele Salvati e i Franco De Benedetti i cui interventi battevano sul punto che l'identità diessina non doveva essere socialdemocratica ma liberal. Di qui la simpatia verso i referendum sociali dei radicali. Interessanti le parole di De Benedetti il quale teorizza che nell'assenza di una destra vera e moderna, il suo ruolo lo deve giocare la sinistra: "C'è una ragione tutta italiana per cui il riformismo liberale è di casa a sinistra. E questo perché in Italia non c'è un polo moderato con la storia e la cultura che hanno le forze moderate in Germania o in Inghilterra, in Francia o in Spagna".

INTERNAZIONALE SOCIALISTA. È stata definita il cuore dell'identità diessina. Eppure c'è qualcosa che separa la socialdemocrazia italiana da quella europea ed è la viltà. Solo in Italia c'è una socialdemocrazia che punta ad un'alleanza strategica con il centro.

IL NOVECENTO. A conclusione del congresso un filmato che riuniva spezzoni di quella che dovrebbe essere l'identità diessina: al cuore socialdemocratico si unisce quanto di più banalmente progressista possa esistere in questo secolo (peraltro odiato dai dirigenti diessini nelle sue espressioni più vere e forti). Questa volta si sono meritati la rampogna sul Corriere di Francesco Merlo che a noi non sta molto simpatico, ma che questa volta ci ha azzeccato in queste righe: "Alla fine l'uomo veltroniano è un intelligente senza scandali, ricco di una cultura da happy end come il cinema americano degli anni trenta, un professore universitario che viene da una famiglia per bene e si costruisce a sinistra le sue certezze squadrate e gozzaniane da signorina Felicita e coltiva l'illusione del miglior mondo possibile con il metodo del Photoshop, che è il ritocco digitale sulle foto utilizzato per i calendari della Marini e della Ferrilli."

 

In allegato, proponiamo ampi stralci dei seguenti documenti:

Documento di maggioranza
Documento di minoranza
Statuto dei DS

interventi di:

Walter Veltroni (relazione)
Massimo D'Alema
Sergio Cofferati
Fulvia Bandoli
Franco De Benedetti
Michele Salvati
Aldo Tortorella
Walter Veltroni (conclusioni)