Ricordare,
non celebrare!
Il governo di centro- destra celebra in grande stile la vittoria
nella grande guerra, con il beneplacet del quirinale, che riprende un vecchio
progetto caro anche a Ciampi! Ma abbiamo motivo di celebrare? Di Maurizio
Attanasi Reds – Novembre 2008.
8.538.315 morti tra tutte le nazioni partecipanti al conflitto !
650.000 morti e mezzo milione di mutilati tra gli italiani!
“Da 200 milioni, il disavanzo era salito a 23 miliardi, l’inflazione
galoppava, il costo della vita era quadruplicato”.
Questo il contesto in cui, in quel quattro novembre di 90 anni fa si diffondevano
le parole del famoso proclama del generalissimo Cadorna, della vittoria alata
e delle truppe austriache che prima baldanzose e poi bastonate risalivano
le strade.
L’Italia e il mondo intero erano stati trasformati profondamente da
quella che una retorica italica definì la grande guerra!
La guerra era stata diversa da quella che sino a quel momento gli uomini avevano
conosciuto.
Era stata una guerra che aveva coinvolto milioni di uomini, usati come carne
da macello e come cavie in combattimenti che, a differenza dei precedenti,
avevano coinvolto pesantemente e ampiamente le popolazioni civili.
La grande guerra sperimentò i progressi della tecnica: dalla artiglieria
pesante alla terribile guerra chimica!
In Italia, rappresentò forse il primo vero momento di unità
nazionale, con uomini che da tutto il paese si concentrarono nella zona di
guerra, il nordest del paese, in un mescolarsi di dialetti, usi e costumi,
confronto tra uomini e situazioni sconosciute fino al giorno prima.
La grande guerra fu la guerra del contadino soldato!
Fu la guerra delle decimazione, dei processi sommari!
Di uomini e donne strappati alla loro vita in nome di altisonanti parole e
meschini interessi!
La grande guerra fu la guerra dei pescecani; di capitalisti integerrimi che
fecero le proprie fortune sulla sciagura collettiva, creando a volte le premesse
per un solido impero industriale!
Questo oggi a 90 anni di distanza vogliamo e dobbiamo ricordare.
Uomini strappati alle proprie famiglie, dove spesso erano risorse economiche
indispensabili, per essere sbattuti a combattere in posti e luoghi sconosciuti!
Celebrare la Vittoria, la grande guerra rientra nel progetto di ripristino
di valori nazionalistici e miti guerrieri propri di una destra che è
sempre fedele a se stessa, e che approfitta dello smarrimento e dell’assenza
di una vera opposizione per effettuare un decisa e definitiva riscrittura
della storia, della cultura e dei valori della nostra Italia.
In questo celebrare armi, vittorie e sacrari voglio ricordare gli uomini e
le donne morte per l’egoismo e gli interessi di altri uomini, strappati
alle loro famiglie e al loro lavoro quotidiano.
Voglio e devo ricordare quanti furono mandati allo sbando a morire per conquistare
un pezzo di terra che chiamavano sacro suolo, o quelli che furono fucilati
perché non accettavano l’ottusa disciplina di generali incompetenti
e vili!
Voglio ricordare chi fu ucciso dall’iprite mentre dormiva in una trincia
fangosa, o chi è stato ucciso nel sonno tra le fredde cime di terre
sconosciute!
E mentre si esalta il tricolore e inutili parole vengono sparse per tutta
la penisola, vorrei consigliare di vedere dei film come “la grande guerra”
o “uomini contro”, oppure leggere le poesie di ungaretti o il
bel libro di emilio lussu “un anno sull’altipiano”.
Non si devono dimenticare gli orrori di quella guerra mondiale, che si ritrovano
in tutte le guerre fino ai nostri giorni.