Sarà un giugno nerissimo
Le prossime elezioni europee e amministrative potrebbero essere un altro tassello nel processo di normalizzazione della politica italiana verso il bipartitismo tricolore. (Di Maurizio Attanasi) .
Reds – Aprile 2009.


Purtroppo niente di nuovo sotto il sole!
A giugno si svolgerà un test elettorale molto importante: ci saranno le elezioni amministrative ed europee; dopo la debacle dello scorso anno sarà importante vedere se l’onda lunga della destra continuerà il suo devastante cammino, se il cambio di segreteria gioverà al pd, se il ruolo di grillo parlante pagherà per Antonio di Pietro (con l’ennesimo magistrato che si arruola nel suo movimento, vale a dire De Magistris – quello delle inchieste su Mastella e soci-) e, dulcis in fundo, cosa ne sarà della sinistra in questo paese.

A destra vedremo di cosa sarà capace la nuova creatura berlusconiana, che si presenterà, per la prima volta compatta, all’appuntamento elettorale. Il fascino carismatico del leader e l’esposizione mediatica derivata dai tristi fatti dell’Abruzzo, in cui, (con rare eccezioni) sono state enfatizzate oltre misura la bravura e la rapidità del Governo, con l'ignobile messa in sordina delle cause remote delle tragedie umane collegate al sisma, giocheranno un ruolo determinante nella performance elettorale del nuovo partito del "Popolo della libertà".
Il risultato delle europee non dovrebbe riservare sorprese in merito alla vittoria a mani basse della destra Fini-Berlusconiana; sembra invece più incerto quello delle amministrative, poichè sarà determinato dagli esiti dei vari accordi che Pdl e Lega Nord stanno cercando di mettere in atto per la spartizione delle poltrone di presidenti e sindaci, e dalla qualità degli avversari con cui dovranno confrontarsi.

Il centro è nuovamente una grande incognita! Casini sta facendo propaganda in giro per l’Italia con la sua colomba della pace, con continui inviti ai litiganti “ a smetterla di scontrarsi su questioni ideologiche mentre il paese va allo sfascio....”, e , nello stesso tempo procede nel suo progetto di costruzione di un "Partito della nazione" che, assicura, non sarà una nuova Democrazia Cristiana.
Di Pietro arruola un altro magistrato per continuare, da politico, la sua lotta contro i politici. Fa una politica di destra populista e cerca di pescare nell'elettorato Berlusconiano, con attacchi continui nei confronti di "Sua Emittenza".
Poi c’è il Partito Democratico. Che viene da una pesante sconfitta in Sardegna e che ha in pochi giorni cambiato guida politica nell'intento, come minimo, di contenere i danni. A sentire i sondaggi, quelli più benevoli nei confronti del PD, la grande emorragia di voti si sarebbe fermata ed sarebbe iniziata una lenta ma decisa la risalita.
Vedremo se le urne daranno ragione ai nuovi vertici e alla pax democratica che si è instaurata tra le diverse anime del partito.
Di certo c’è, che una nuova e cocente sconfitta provocherebbe nuovi sconvolgimenti all’interno dei democratici. Le tante anime del PD potrebbero prendere strade diverse come, sottovoce e timidamente ex esponenti della margherita , ora teodem, hanno sussurrato all’indomani della sconfitta di Soru.
Di incerto (e non è cosa di poco conto), c’è la questione della collocazione nel parlamento di Strasburgo del PD: se tra i popolari o i socialisti. A questo proposito sembrebbe che la soluzione puù gettonata sia quella dell'iscrizione in un terzo gruppo che non accontenti nessuno ma che neppure lasci l’amaro in bocca a qualcuno.

Ma vediamo la sinistra (o forse è meglio dire: le sinistre).
Partiamo da quelle che fino a ieri erano presenti a Strasburgo.
Alle Europee, Rifondazione Comunista, priva della quasi totalità della corrente vendoliana, ha stretto un patto d’acciaio con i Comunisti Italiani, aggregando nella nella comitiva, sotto la falce e martello (che iconograficamente ricordano il vecchio pci) il movimento di Cesare Salvi (ex pci ed ex ds) "Socialismo 2000" e uno dei tanti movimenti dei consumatori.
Questa alleanza, che con ogni probabilità sarà riproposta in maniera sistematica alle elezioni amministrative, forse segnerà la definitiva riunificazione dei due partiti. Tale riunificazione è auspicata da gran parte di Rifondazione. Se una tale operazione dovesse andare in porto, gli esponenti e i dirigenti politici più interessanti, cioè coloro che in modo convinto si sono spesi per la reale riuscita del progetto "Rifondazione Comunista", saranno in netta minoranza con conseguente prevalenza della componente di tradizione stalinista.
Falce e martello, il gruppo di Ferrero, chi non ha seguito i compagni di Sinistra critica o gli ex bertinottiani, saranno ancora più isolati e si troveranno vincolati ad una linea politica legata al passato, e sempre meno in grado di capire i tempi moderni e incapace di essere dentro ai conflitti sociali.
Agli incontri preparatori di questa lista ha partecipato anche Sinistra Critica, che poi, non ha concluso l’accordo. Il movimento di Turigliatto, Malabarba, Cannavò e D’Angeli non parteciperanno alla competizione europee. “Non perché Sinistra Critica non abbia un progetto da rendere pubblico e da far vivere nella competizione elettorale, si legge sul loro sito. Anzi, queste elezioni costituiscono l'occasione di far vivere in Europa la Sinistra Anticapitalista che trova nel Npa francese, nella sua dinamicità e capacità di scompaginare vecchi schieramenti, un esempio efficace di rinnovamento. Ma in questa situazione, di grande confusione e dispersione di forze, pensiamo non serva un'operazione di propaganda finalizzata alla sola visibilità. Più utile, invece, lavorare nel medio periodo alla prospettiva che le mobilitazioni di Londra contro il G20 o le mobilitazioni in Francia contro i manager rendono attuale, di una Nuova Sinistra Anticapitalista. Una sinistra davvero nuova, senza riflessi identitari o sterili nostalgie, radicata nel conflitto, alternativa, davvero, al Pd e al centrosinistra oltre che alle destre, in grado di parlare alle nuove generazioni. Tutto questo manca alla sinistra cosiddetta radicale, in particolare ai suoi gruppi dirigenti mossi dal principio dell'autoconservazione.”
Parteciperanno, compatibilmente con le loro forze alle amministrative, come nel caso di Milano correranno pero da soli senza nessuna alleanza politica, ma cercando di coinvolgere compagni nei movimenti e nelle lotte.
Appare incomprensibile la decisione di questa forza politica, di essere andata in a trattative con un PRC ormai in mano a correnti di destra, e non spingere invece per un coinvolgimento in quei dibattiti di altre realtà della sinistra.
Marco Ferrando e il suo "Partito comunista dei lavoratori" si presenterà ancora una volta da solo: alle europee e alle amministrative! Sempre e solo ovunque per dimostrare la propria purezza rivoluzionaria, la propria ortodossia marxista! Ma ha senso ostinarsi a rimanere un minuscolo gruppo di testimonianza ?
Il partito di Ricci (Partito di alternativa comunista), altro ex membro di Rifondazione, difficilmente parteciperà alle elezioni europee, forze parteciperà in alcune competizioni amministrative. In alcune realtà si sta muovendo autonomamente cercando di contattare le diverse realtà di lotta presenti sul territorio.
Infine c'è Sinistra e libertà, il soggetto elettorale che per correre alle europee, ha riunito una bella e variopinta compagnia (che sotto alcuni aspetti ricorda l’armata brancaleone di Prodi). C’è di tutto. Da chi vuole rifondare la sinistra (dopo aver miseramente fallito la rifondazione del comunismo) e cioè il presidente della regione Puglia Vendola e i suoi accoliti; ci sono i Verdi, c’è sinistra democratica (gli ex ds) e poi c’è anche una formazione socialista. Hanno tenuto a precisare nella loro presentazione che non sono una alleanza elettorale ma qualcosa di più, qualcosa di diverso etc, etc.
Soliti vecchi discorsi, sentiti e risentiti da parte di una burocrazia partitica il cui unico obbiettivo è autoconservarsi tenendosi il sedere al caldo sulle sedie dei banchi parlamentari.
Anche loro come il pd hanno numerose contraddizioni interne: dai gruppi parlamentari europei a cui far riferimento (due o tre), ai rapporti col PD. Sinistra e libertà che è nata per l’Europa, non sarà presente in nei comuni e nelle province Italiani. Alle amministrative la quasi totalità dei suoi membri parteciperà in coalizioni organiche col pd. Questo vale per i verdi, per sinistra democratica. Vedremo Vendola e i suoi se si presenteranno a livello amministrativo da soli oppure faranno delle alleanze anche a livello locale per sopperire alla loro debolezza organizzativa.
L’invito ancora una volta a tutti coloro che credono in una società alternativa a quella capitalista, è quello di essere capaci di superare inutili e sterili settarismi, e di imparare a lavorare insieme per costruire dal basso movimenti di lotta e non accordi politici per spartirsi qualche seggiolina!