Puglia caput mundi!
Vendola, i democratici e la sinistra senza dignità (Di Maurizio Attanasi). Reds – Dicembre 2009.


Le elezioni regionali della prossima primavera rappresentano un nuovo nodo cruciale per parte della sinistra o presunta tale.
Sinistra Ecologia e Liberta' (SEL) la formazione guidata da Vendola che a metà dicembre ha celebrato la prima conferenza nazionale nelle consultazioni regionali rischia tantissimo, forse la sua stessa esistenza .
La fallimentare linea politica dell' autosufficienza (vedi le politiche del 2008) predicata dal PD di Veltroni e, sconfitta nell’ultimo congresso, è stata sostituita dalla corsa al centro, con la proposta di una alleanza, con l’UDC di Casini e Cesa.
Bersani ha, quindi, definitivamente smontato ogni illusione coltivata dalla Federazione della Sinistra (PRC e PDCI) di una nuova e allargata esperienza dell’Unione.

Ferrero e Di Liberto avevano, nei giorni scorsi, precipitosamente manifestato la propria disponibilità a governi di unità nazionale, accettando anche l’ipotesi della presidenza del leader UDC pur di battere Berlusconi.
In realtà più che una appello alla difesa della democrazia, è sembrato un appello a posti e a poltroncine, visto che, contestualmente, la Federazione si è dimostrata disponibile subito e senza condizioni a ripetere la già fallimentare esperienza del centro sinistra a livello regionale laddove gli alleati avessero mostrato disponibilità in tal senso.

Ma Bersani (fonte Manifesto 27/12/09) si è affrettato ad affermare che “non è detto che il centro sinistra vada dall’udc a rifondazione . Qualche errore lo abbiamo fatto anche noi… dobbiamo dare più coerenza.”. Chiaro messaggio che ai compagni sarà preclusa in linea di massima ogni intesa con il PD.

La Federazione della Sinistra si troverà ancora una volta a giocare di rimessa a rimorchio delle scelte e delle politiche di altri (PD + alleati).
Nel 2008 è stata fatta fuori la sinistra rappresentata oggi dalla Federazione della Sinistra, il 2010 sembrerebbe l’anno dedicato alla sinistra di Vendola, Mussi e Cento, tant’è che Vendola ha capito benissimo che non è in ballo solo la sua poltrona di presidente di regione ma il suo già debole progetto politico.
Un progetto politico nato monco: vi hanno aderito solo una parte dei verdi, una parte dei comunisti italiani, la quasi totalità dei socialisti di Nencini hanno, invece, detto addio.
Vendola, dunque, è partito all’attacco per difendersi!
Dopo le voci circolate sulla sua non ricandidatura da parte di D’alema, perché sgradito all’UDC e all’Italia dei Valori, ha spiazzato tutti proponendosi come candidato del centro sinistra disposto ad affrontare le primarie.
Vendola, è bene sottolinearlo, non si è detto contrario ad eventuali aperture del centro sinistra a nuovi soggetti. All’apertura della Fabbrica di Nichi (l’esperimento che Vendola sta costruendo per fare da volano alla sua ricandidatura alla presidenza), ha affermato che vorrebbe che “ si costruisse una coalizione larga, plurale, capace di stringere un compromesso necessario tra culture e interessi sociali differenti. Una coalizione innanzi tutto con il PD, con le forze politiche di opposizione alle destre, con l’Idv, con tutte le formazioni a sinistra del PD, i radicali, i repubblicani europei i pensionati, i moderati e i centristi. Non l’arca di Noè del trasformismo ma un patto per il futuro”.
Discutiamo di programma - ha detto Vendola - di lotta alle povertà, politiche per la famiglia, cose concrete su cui già ci siamo misurati.”

Ma i democratici non sono d’accordo e allora la soluzione è proprio nella stessa regione a Bari.
Si chiama Emiliano, sindaco sceriffo del centro sinistra, ex magistrato capace da alcuni mesi di governare il capoluogo pugliese con una maggioranza che vede ben cinque liste civiche, sinistra democratica (sinistra per Bari), una sua lista personale (che ha ottenuto il 15% dei voti circa) e poi c’è anche l’udc e il movimento della senatrice Poli Bortone, gia Msi, poi AN ora leader del movimento Io sud, ex sindaco di Lecce donna di spessore della storica destra meridionale.
Ed è proprio la sua esperienza in comune che Emiliano vuole portare in regione, e tale esperienza “per la Puglia significa far parte di un percorso nazionale che porta alla costruzione di una nuova alleanza per un vero governo alternativo a quello di Berlusconi.”

Di primarie il buon sindaco non ne vuol sentire parlare perché anche se si facessero e dovesse vincerle Vendola il fronte dei partiti non lo acceterebbe.
E seppelliamo quindi le primarie celebrate quando si doveva incoronare, ieri Prodi oggi Bersani!!!

Ma il PD non è compatto ed è questo che può lasciare ancora qualche dubbio, sulla sorte di Vendola.
Dicevamo che Vendola ha capito la portata della posta in gioco, così come è ben argomentato nella dichiarazione di SEL pubblicato sul manifesto del 27 dicembre. Nella dichiarazione di Luigi Neri si sostiene che la questione Vendola deve diventare una questione nazionale, facendo così chiaramente intendere agli alleati democratici che la Puglia sarà un punto di riferimento per tutta la strategia delle regionali di SEL. In altre parole Vendola sembra voler minacciare il PD di abbandonarlo se si dovesse sacrificare il suo leader per l’UDC. Ma francamente Vendola e soci non hanno i numeri per dare l’aut aut a Bersani.
Vendola non vale Casini !!!
SEL parla di scatto di orgoglio, di un progetto ordito dal PD finalizzato a far fuori la sinistra intera (anche se questo non lo scrivono).
Ma di quale orgoglio parla, ma di quale sinistra parla?
Quella succube del PD? quella che ha pensato di allargare e ad aprire a Casini e soci?


Di primavera pugliese, quella che Vendola continua a richiamare in continuazione, d’altronde è passata (se mai c’è stata) da un pezzo.
Giustamente scrivono i consiglieri regionali pugliesi del PRC “Come sembra remota quella stagione di entusiasmo, subito consunta da un iperrealismo politico di Vendola che privilegiò gli equilibri e le compatibilità, che abbandonò i comitati, vissuti dal centrosinistra ma anche ahi noi da Nichi come possibili disturbatori, che affidò i settori nodali ad assessori inaffidabili (rimossi poi purtroppo fuori tempo massimo). Tutto ciò si è andato via via solidificando in politiche di autoconservazione, oggi risolte in un tentativo goffo di accreditarsi come l’artefice di un allargamento della maggioranza all’UDC, con una apertura non tanto velata al movimento “Io Sud” della postfascista Adriana Poli Bortone (la quale insieme con Lombardo, il pregiudicato Cito e gente simile sventola oggi la bandiera della questione meridionale)” (Liberazione 9 agosto 2009).

E’ triste quello che sta succedendo in Puglia anche perché i partiti che avevano fortemente polemizzato con Vendola (leggi la Federazione della Sinistra) lo appoggiano apertamente, con la motivazione solita secondo cui lo schieramento alternativo sarebbe peggio, e sarebbe veramente molto peggio.
Antonio Moscato, nel suo sito, non se la sente di dire a Nicky “ te la sei voluta”, ma è quello che pensa lui e, chi scrive, con lui.
Continua certa sinistra a non vedere alleanze che non siano riedizioni più o meno ampie e nuove del vecchio Ulivo, con pericolose aperture anche ad esponenti di provienza fascista (vedi la Poli Bortone in puglia). Con il risultato di apparire accatoni che mendicano prebende dai potenti PD, IdV e UDC rinunciando a ogni dignità e orgoglio!
Altro che “comunisti”, altro che “di sinistra”!!!