Snafu: Durante gli anni '80 il Critical Art Ensemble era un gruppo che si
avvaleva di diversi livelli espressivi - visuale, testuale, critico, performativo - e di diversi media. A un certo punto tuttavia, avete sentito che la performance classica, "di strada", era diventata una specie di arma spuntata, bella da vedere forse, ma non più efficace. Questa impressione èstata confermata dalla percezione di una nuova configurazione del potere. Puoi ricordare la storia del Cae durante
gli anni '80, fino alla crisi della performance di strada?
CAE: Forse stai un pò sopravvalutando il caso. Innanzitutto
l'organizzazione interna del CAE, come collettivo, è rimasta la
stessa; ci serviamo ancora di un modello organico basato su una
differenziazione di competenze che si fondono per creare un tutto che
è più grande della somma delle parti. Allo stesso tempo ci
sono ancora dei fattori di omogeneità -- ad esempio, un elemento di
solidarietà è dato dalla condivisione di una prospettiva
politica comune.
Per quel che riguarda la crisi della performance, si è trattato di una crisi politica, non artistica. Il Critical Art Ensamble
si è accorto che la vecchia dicotomia tra la resistenza dinamica di strada e l'istituzione statica e autoritaria non teneva più. Con le nuove tecnologie informative e comunicative l'autorità aveva assunto una configurazione nomadica. L'autorità pancapitalista era diventata multinazionale e senza confini, mentre la capacità di resistenza che poteva essere organizzata sulle strade era costretta in spazi fisici locali e limitati. Se i vettori del potere multinazionale dovevano essere sfidati, la strada non poteva essere il campo base per lanciare questa sfida; le strade sono capitale morto. Il capitale vivo si era ritirato nel cyperspazio e quello era il terreno su cui bisognava sfidare realmente il pancapitalismo.
Tutto ciò ovviamente ha delle ricadute sul modo di fare arte e attività politica.
La strada agisce ancora come una base pedagogica fondamentale (al momento
è molto più utile della rete perché consente una maggiore operatività tattica). E' ancora un posto dove si può sviluppare un discorso di resistenza ed è ancora un luogo dove si possono sfidare vettori di potere localizzati. Le strade cioè sono sì "capitale morto", ma non sono asslutamente morte. Te lo dimostra il fatto che il CAE organizza ancora azioni di guerriglia, come quella che abbiamo fatto a Sheffield, in
Inghilterra. L'azione di guerriglia artistica non è una forma superata -- dobbiamo solo riconoscere i limiti di queste azioni.
Snafu: In ogni caso dopo aver cominciato con queste azioni localizzate
nello spazio fisico, alcuni di voi hanno sentito la necessità
di sfruttare il potenziale offerto dalle nuove tecnologie e dalla rete.
Puoi spiegarci cos'è quello che voi chiamate "il teatro
ricombinante"?
CAE: Il teatro ricombinante è un modo per prendere i migliori
elementi di differenti modelli performativi e rielaborarli in forme
ibride. Per esempio, il Critical Art Ensemble sta lavorando
attualmente a un modello che possa collegare il teatro di strada alla
performance elettronica. Ognuno di questi modelli ha i suoi vantaggi.
Il teatro di strada è diretto e partecipativo -- per "teatro di
strada", il CAE non intende l'uso di modelli performativi
tradizionali in spazi pubblici, ma piuttosto l'istigazione di situazioni da cui possano scaturire, attraverso la partecipazione pubblica, nuove percezioni e prese di coscienza. Durante queste azioni le persone
acquistano una maggior consapevolezza perché ne sono parte
integrante e ne "scrivono" direttamente il modo in cui si sviluppano. Il limite di queste azioni è che esse possono veicolare solo idee di base -- i discorsi complessi e il teatro di strada non possono essere coniugati facilmente. Sull'altro versante invece, la peformance elettronica può trattare discorsi complessi perché è interamente incentrata sullo scambio di informazioni. Tutti noi abbiamo assisto a performance che richiedono la lettura di un manuale per capire che cosa stia succedendo.
Nel cyberteatro, si prenda l'esempio di Stelarc. Per capire il suo lavoro devi conoscere la configurazione del computer e la sua relazione con il corpo -- guardare semplicemente Stelarc non ti dà alcun informazione a riguardo -- infatti la performance rappresenta solo un uomo connesso a un computer e il suo contrarsi, anche se concettualmente la situazione è molto piùcomplessa. Ci vuole un libro per capirla. La performance elettronica ci permette di organizzare le informazioni e di presentarle in una forma attraente -- tutte le varietà dei dispositivi di seduzione (come le narrazioni letterarie e la grafica veloce) possono essere configurati per incoraggiare gli spettatori a comprendere il messaggio. Miscela questi due modelli e otterrai una performatività informativa veramente esplosiva.
Snafu: In un paragrafo di "The Electronic Disturbance" il CAE si sofferma
sul concetto deleuziano del corpo senza organi e lo utilizza come una sorta di metafora a due facce. Da un lato il corpo senza organi è"trasparente, perfetto, riproducibile all'infinito, privo di profondità (desiderio) ed è sempre al lavoro anche se "in absentia". Questo corpo, secondo il CAE, funziona come una sorta di modello finale che va copiato ed imitato se si vogliono potenziare l'intelligenza, la salute, la bellezza. Ma l'accesso a questi segni passa attraverso il consumo di ogni tipo di merce o di artefatto culturale.
Allo stesso tempo, secondo il CAE, se vogliamo inceppare questo tipo di
meccanismo imitativo, abbiamo bisogno comunque di un corpo senza
organi. Perché? Ci puoi spiegare meglio questo concetto?
CAE:Ogni tanto il gruppo spera di non aver mai scritto a proposito del corpo
senza organi, perché è un concetto così arcano, ma è troppo tardi ormai.
Utilizzando la nozione di CsO, il CAE si riferiva al continuum tra il
naturale e il sintetico. Il CsO è il grado zero di un'energia e/o
massa, produttive e indifferenziate. In questo continuum il CsO
assume molte forme differenti -- alcune desiderabili altre no. Quella che
hai citato tu non è desiderabile. Quel CsO è il corpo
spettacolare o il corpo dello schermo -- queste costruzioni senza organi
sono fatte per essere emulate come se fossero organiche. D'altro
canto, il CAE parla anche di un CsO che ha un potere produttivo
desiderabile, come il pianeta stesso, una folla in una zona autonoma, o un gruppo emergente di hacker interconnessi. Il CsO lotta contro sé stessso in uno stato perpetuo di anarchia creativa.
Snafu: Non credi che
il corpo organico continui comunque a trasmettere un'ampia gamma di
emozioni e sensazioni che il CsO non può trasmettere?
CAE:Assolutamente! I membri del CAE sono strenui difensori del corpo
organico. Lo spazio organico è ancora lo spazio
rappresentativo della vita e il corpo è un punto chiave dello
scontro tra l'autorità e la resistenza a livello locale. Il corpo
organico deve essere parte del teatro ricombinante affinché
esso possa avere il massimo impatto. Allo stesso tempo, il teatro organico
ha i suoi difetti e deve essere potenziato con il teatro
elettronico. La lezione in questo caso è di utilizzare tutti
gli strumenti disponibili, in modo selettivo, il che vuol dire
utilizzarli tatticamente.
Snafu: In Disobbedienza Civile Elettronica, il CAE cerca di mettere a
punto una contro-strategia per resistere al potere nomadico
decentralizzato. Il primo punto riguarda l'organizzazione di una
nuova avanguardia, tecnicamente preparata per combattere il potere
nella sua nuova configurazione elettronica. In un certo senso le
azioni di Zapatismo Digitale o i net strike più in generale
rappresentano una realizzazione pratica della teoria. Ora, queste
azioni sono pubbliche, simboliche e dimostrative. Colpiscono la vetrina --
un sito web prescelto -- ma non i dati nel cuore del sistema, che
sono ben protetti da serrature elettroniche, leggi e corpi speciali.
L'arresto e il boicottaggio di questi dati richiede un'attività
segreta e clandestina. Credi che questi livelli differenti, pubblico
e segreto, possano lavorare insieme o vanno tenuti rigorosamente
separati?
CAE:Su
questo punto il CAE è sempre stato chiaro. Il boicottaggio dello
Spettacolo per fini pedagogici è rivolto a un cambiamneto
della percezione e a una presa di coscienza. La sua funzione è
quella di dare un esempio vivente che lo status quo non deve
necessariamente permanere e in questo senso prepara il terreno per l'azione
politica. L'azione politica, tuttavia, deve essere necessariamente
sotterranea, allo stesso modo in cui l'azione antispettacolare deve
essere publica. Le due non possono intrecciarsi realmente, o le azioni
dei dissidenti politici (criminali, agli occhi del potere legittimo)
saranno facilmente scoperte ed eliminate. Sarebbe bello se i due
livelli potessero coordinarsi, ma le condizioni pratiche lo impediscono.
Snafu: Questa domanda ci conduce direttamente alla questione di
quello che voi chiamate lo "scisma tra attivisti e hackers". Uno
scisma prodotto nella vostra analisi da una divisione sociale del
lavoro talmente complessa da produrre, per riflesso, una forte
settorializzazione dei linguaggi e un'incomunicabilità tra
comunità che dovrebbero invece lavorare assieme. Per sanare
questa frattura il CAE raccomanda la formazione di piccoli gruppi
indipendenti in cui l'artista, il teorico, l'hacker possano
cooperare. Puoi sviluppare questo concetto prendendo l'esperienza del
CAE come esempio?
CAE:Il CAE spera di poter agire
in questo modo, ma noi siamo anzitutto un collettivo culturale
antispettacolare. Siamo figure molto conosciute pubblicamente e sotto
il controllo di diverse agenzie di polizia. Abbiamo avuto diversi problemi
-- sorveglianza delle e-mail, uno dei membri sta per essere
licenziato per ragioni politiche e così via. Per un hacker
politicizzato lavorare con noi sarebbe suicida e anche se fossimo a
conoscenza di certe attività, non ne parleremmo in pubblico
per ovvie ragioni. Nei termini in cui questo modello funziona per
l'azione culturale, lo raccomandiamo certamente. La rispota alla tua
domanda è solo troppo lunga. Il CAE ha scritto un saggio
sull'azione culturale collettiva, che pubblicheremo tra breve sul
nostro sito http://www.critical-art.net per i lettori
interessati.
Snafu: Il vostro gruppo è un esperimento che cerca di fondere
esplicitamente arte e politica. Partendo dalla vostra esperienza,
credi che la rete possa facilitare la fusione di queste due linguaggi
differenti o questa divisione sociale del lavoro li terrà
comunque separati -- l'artista con l'artista, l'attivista con l'attivista?
CAE: L'intersezione di arte e politica in diversi ambiti rappresenta
attualmente un motivo di speranza. La maggior parte degli artisti
capiscono che le leggi autoritarie impediscono l'invenzione e/o
l'intervento, ad eccezione di ciò che è al servizio
della macchina da guerra. In questo senso, sono costretti ad assumere
una posizione di resistenza e questo è il motivo per cui,
storicamente parlando, c'è stata una vicinanza così stretta
tra arte e politica radicale negli ultimi cento anni. Il CAE fa solo
parte di una lunga tradizione di artisti/attivisti che hanno tentato
questa sintesi. Ciò che bisogna ricordare è che che questa
forma di azione è molto instabile e temporanea. Il panorama
politico cambia rapidamente e le risposte devono cambiare di
conseguenza -- i modelli hanno bisogno di meccanismi di adattamento in
modo tale che possano reagire continuamente e ricombinarsi per
incontrare nuove condizioni (l'idea della progettazione di lungo
periodo, comunque perdente, probabilmente è declinata perché
è un processo troppo lento). Per questa ragione il CAE
concorda con te sul fatto che la negoziazione tra le due
attività è un processo in via di sviluppo.
La Rete è un altro strumento nella scatola delle
possibilità tattiche. Dobbiamo ricordare tuttavia che la Rete
è una tecnologia informativa e comunicativa e che il Web è
solo una tecnologia che espone (non è un medium) e come tutte le
nuove tecnologie informative, il suo servizio primario è
destinato allo stato delle corporations. Allo stesso tempo, se tutti i segmenti
della divisione del lavoro sono risucchiati nel vortice elettronico,
potrebbe emergere un linguaggio comune in grado di facilitare una
nuova solidarietà tra i contingenti resistenziali, ma questo
è ancora da
vedere.
Snafu: Secondo il CAE, coloro che rimangono al di fuori della nuova
avanguardia hanno a che fare con un'altra grande limitazione --
l'accesso alle nuove tecnologie è generalmente limitato a una
classe tecnocratica bianca e di sesso generalmente maschile. Una classe
dunque che anche nel momento in cui verrà ad assumere delle
posizioni "progressiste" manterrà sempre una visione limitata
dei problemi sul tappeto. L'Africa, l'Asia, il Sud America sono
infatti ancora in gran parte escluse da ogni genere di accesso. Quali
sono le strategie per aprire le porte a queste culture? E' possibile
battersi per l'accesso libero solo nel cyberspazio?
CAE:Il CAE si augura che vi sia una risposta. La realtà è che
il capitale sposterà questo apparato informativo e comunicativo solo
nelle aree in cui sente che ci sono dei vantaggi che possano essere
ottenuti da questo spostamento. L'altra risposta è che culture
differenti vivono diversi stadi di sviluppo. Se l'accesso è
una questione centrale nei paesi ricchi, non è certamente un
problema nei paesi in cui larghe fette della popolazione vivono al di sotto
dei livelli minimi di sussistenza; in questo caso la Rete non
può aiutare molto a risolvere problemi materiali così
urgenti.
Per quel che riguarda i metodi di lotta, è chiaro che la
battaglia nel cyberspazio di per sé è insufficiente. La
disobbedienza civile elettronica è un metodo per fronteggiare
il potere multinazionale e alcune specie di poteri nazionali, ma questo
è quanto. Molte questioni del Terzo Mondo riguardano conflitti
locali e questi devono essere affrontati con strumenti locali. Ora,
è chiaro che la meta-causa dei conflitti nei paesi in via di
sviluppo è la plutocrazia nomadica multinazionale. Tuttavia, la
resistenza a questa causalità deve venire dalle aree
più privilegiate che dispongono dell'accesso all'apparato
tecnologico. Guardiamoci in faccia, i sollevamenti contadini non
rappresentano una minaccia per i vettori del potere multinazionale, anche
se sono la sola opzione aperta nella maggior parte del terzo mondo.
La sinistra radicale non ha le risorse per costruire un apparato
comunicativo nel terzo mondo o in qualsiasi altro posto, e anche se le
azioni di disobbedienza civile elettronica forzassero il capitale a
costruirlo, chi dispone delle risorse per educare i diversi tipi di
pubblico su come usarlo e di usarlo in modo che corrisponda a i loro
desideri politici? Chi ha le risorse per permettere a queste nuove
tecnologie di essere assimilate all'interno di diverse culture e
sotto-culture industriali e pre-industriali in modo proficuo
piuttosto che distruttivo? Di fronte a questi interrogativi i
problemi si fanno così sovrastanti e complessi che la causa
sembra persa in partenza.
Snafu: La battaglia sul copyright è una questione centrale. I libri
del CAE sono interamente disponibili on-line e sono stampati con un
marchio anti-copyright. Le corporations difendono il copyright
ufficialmente per proteggere gli autori. Voi avete un progetto
alternativo attraverso cui finanziare i produttori culturali in modo
tale che essi possano condividere le loro scoperte gratuitamente con
l'intero corpo sociale?
CAE:Tutto quello che possiamo offrire qui è la nostra esperienza. Se
tu sei uno scrittore come Stephen King o un'altra icona pop, allora
il copyright probabilmente torna a tuo vantaggio. Tuttavia gli
scrittori che il CAE generalmente legge non vendono milioni di copie:
in questi casi non c'è alcun "generatore di soldi" da
proteggere. Nel nostro particolare, abbiamo trovato molte istituzioni
che ci hanno finanziato anche se il lavoro è anti-copyright. E
le persone che vogliono il materiale tendono ad acquistarlo piuttosto
che a scaricarlo. Ora, siamo sicuri di perdere molti più soldi
dagli scaricamenti individuali e dai mercati internazionali che
ristampano il nostro testo, ma allo stesso tempo il nostro lavoro
è stato tradotto e diffuso internazionalmente a un ritmo molto
più veloce che se fosse stato sotto copyright. Grazie a questa
rapida diffusione riceviamo molte più commissioni e lezioni e
performance a pagamento. I soldi che perdiamo ci tornano dunque
indietro in altre forme. Attualmente la pratica del CAE è
autofinanziata -- tutti i membri devono ancora lavorare per pagarsi
l'affitto ma almeno possiamo realizzare qualsiasi tipo di progetto e
andare dove abbiamo bisogno di andare. Tutto il nostro lavoro è
anti-copyright, i nostri progetti vengono sostenuti e abbiamo una
piattaforma internazionale da cui parlare. Visto il contenuto del nostro
lavoro, non credo che potremmo ottenere di più, anche se
utilizzassimo il copyright.
Snafu: I cosiddetti "transgender studies" considerano la rete soprattutto
come un grande teatro di esperienza sociale, in cui le persone
possono praticare il gioco delle identità multiple, per forzare
determinati limiti di genere, cultura, religione, ecc. Nei vostri
libri questo tipo di approccio è abbastanza ignorato; il CAE
dialoga con Foucalt, Bataille, Deleuze e Guattari, ma non con Donna
Haraway, Sadie Plant, o Sandy Stone -- sebbene si siano formate sullo
stesso bagaglio post-strutturalista o decostruzionista. Come considerate
la teoria e la pratica cyberfemministe?
CAE:Per quel che riguarda la pratica digitale transgender, se il CAE
ritiene che ci sia stato un guadagno pituttosto modesto nella
produzione online di un controspettacolo che metta in discussione
identità e ruoli totalizzanti, le perdite che questo tipo di
tattica produce sembrano molto più grandi. Il primo problema
è che il cyberspazio viene considerato come un qualcosa che esiste
nel vuoto. Questo tipo di gioco produce degli effetti insignificanti
nello spazio e nel tempo reali. Una donna "tecnologizzata" che si
esprime come un maschio online non otterrà nulla di meglio il giorno
dopo quando tornerà al lavoro. E quanto più rimane impegnata
a proiettare le sue fantasie atraverso un avatar, tanto più
rimane lontano dalle piazze, dalle azioni di hackeraggio e fuori dalla
posta in gioco, e il capitale può stare sicuro che la
situazione che lei si troverà davanti domani sarà la stessa
che si trova di fronte oggi.
Per quel che riguarda il cyberfemminismo, il CAE apprezza quelle
cyberfemministe che spostano la lotta di genere in altri territori
oltre a quelli della rete, che colgono la relazione tra questi territori e
che rileggono la storia del femminismo in maniera applicata e
interrelata. Per questa ragione ci piace decisamente Donna Haraway e
altre cyberfemministe attive come Cornelia Sollfrank, Inke Arns, Faith
Wilding, Diana McCarty, Vesna Jancovic, Christine Tréguier,
Nell Tenhaaf, Sara Diamond e Marie Ringler. In ogni caso il CAE ha
scritto un saggio insieme a Faith Wilding -- intitolato "Note sulla
condizione politica del cyberfemminismo" -- che è disponibile
sul nostro sito web.
Snafu: L'ultima domanda riguarda il vostro ultimo libro, "The Flesh Machine",
in procinto di essere tradotto dalla Shake Edizioni. In questo testo il CAE inquadra
lo sviluppo dell'integrazione corpo-macchina e dei progressi
dell'eugenetica all'interno di un processo di progressiva
razionalizzazione delle funzione corporee e di quegli elementi
"irrazionali" dell'uomo, non facilmente economicizzabili. In questo
contesto lo sviluppo del cyborg ad esempio, è visto più
come un progetto di dominio finale, una sorta di distopia, che come una
possibilità per migliorare determinate condizioni storiche ed
ideologiche.
CAE:In Flesh Machine noi parliamo soprattutto di quello che sta succedendo
nel presente e non di speculazioni utopiche. Lo sviluppo in cyborg
degli esseri umani (il potenziamento tecnologico generalizzato degli esseri
umani) è controllato dal capitale, non da chi si oppone. Il
capitale decide quello che deve essere potenziato e soprattutto
ciò che costituisce un fattore di potenziamento. Ciò a cui ci
troviamo di fronte oggi è che gli individui vengono progettati
per fornire delle prestazioni ottimali nelle attività
orientate a beneficio del capitale. Quello che non trovi è un cyborg
potenziato ed autonomo. Il CAE non crede nel cyborg utopico allo
stesso modo in cui non crediamo che la rete rappresenti una nuova
forma di coscienza universale.
Snafu: La macchina di carne è una terza macchina, che interseca e
potenzia quelle "da vista" (lo spettacolo) e da guerra. Se lo
sviluppo tecnologico è interamente controllato dal capitale quali
sono gli strumenti che ci rimangono per combatterle? Quali sono, se
ci sono, i buchi nel meccanismo?
CAE:Il CAE non lo sa. Abbiamo impegnato tutte le nostre energie per
più di un anno solo per sviluppare un'analisi e realizzare un
progetto su questo soggetto. In questo momento stiamo cercando di
iniziare un discorso pubblico che vada oltre il linguaggio impoverente
dell'etica. La rivoluzione della carne è veramente sovversiva.
Viene tenuta nascosta al pubblico e le sue applicazioni vengono diffuse in
modo molto lento e disciplinato. Gli errori del primo capitalismo nel
cercare di istituire una legge eugenetica (riferimento
all'esperimento eugenetico della Germania nazista, N.d.T.) non verrano
ripetuti dal tardo-capitalismo, poiché questa volta il progetto
verrà guidato attraverso il mercato anziché attraverso
l'iniziativa militare. Il primo passo è l'esposizione. Per il
secondo dobbiamo aspettare fino a che non sarà maturo il
tempo.
Snafu: Quali progetti avete in cantiere al momento?
CAE:Il più avanzato è la Società per la Riproduzione
Anacronistica (SRA). Con questo evento il CAE spera di espandere il
suo modello di teatro ricombinante, intrecciando l'arte informativa del
cyberspazio con l'esperienza autonoma diretta del teatro di strada.
In termini di contenuti, il CAE spera di continuare la sua critica
delle pratiche eugenetiche che stanno riemergendo nelle procedure e
negli interventi medici riproduttivi contemporanei. Abbiamo iniziato
creando una falsa organizzazione di attivisti, l'SRA, che si pone
l'obiettivo primario di interrompere tutti gli interventi medici sulla
riproduzione umana. Se l'SRA avrà il suo sito web, essa
crede anche che sia importante portare il messaggio "al
popolo" e per questo si rende nota per l''allestimento di computer a scopo
dimostrativo negli spazi pubblici. Il problema dell'SRA è che
non concepisce la natura come un costrutto culturale e che è
convinta che gli esseri umani si riproducano al meglio attraverso
"metodi naturali". Infatti questa certezza la porta a dare dei
consigli notevolmente inusuali in termini di cura della salute
personale, contraccezione e tecniche riproduttive. Il CAE spera che
questi elementi di eccesso possano agire come meccanismo seduttivo per
attrarre soggetti del pubblico a interagire con i personaggi dell'SRA
in modo da creare un discorso pubblico critico.
Il secondo progetto riguarda la robotica contestativa. Il CAE sta
sviluppando robots a basso costo insieme al roboticista Richard Pell;
la loro funzione è quella di occupare spazi pubblici pesantemente
fortificati con lo scopo di esprimere contestazione. Abbiamo
sviluppato una serie di sabotatori robotici, disegnatori di graffiti,
e diffusori di volantini che possono essere inviati in luoghi dove una
persona verrebbe certamente arrestata. E' tempo che i robot lavorino
al nostro servizio. Il CAE non sopravvaluta la situazione; stiamo
solo realizzando robot giocattolo, ma sono effettivamente
funzionanti. Un articolo sulla robotica di contestazione si trova sul
nostro sito Web.
back