Lo streaming in Rete è diventato ormai una necessità per ogni organizzazione che sia pratica di Internet -- l'imperativo è inviare, o ancor meglio "streamare", tanti contenuti audio e video quanto è possibile. L'obiettivo massimo è quello di trasmettere contenuti multimediali e raggiungere un pubblico globale, facendo arrivare un messaggio attraverso un suono pulito o un video fluido, naturalmente al costo minimo.
Chiunque e qualsiasi cosa è allo stesso tempo soggetto, medium o creatore di contenuti streaming. Schermi dei computers, abiti e anche grattacieli ... ogni oggetto pixelato o produttore di suono è soggetto - adesso o in futuro - al contenuto streaming.
Le organizzazioni no-profit e di media indipendenti hanno dovuto così affrontare un problema molto concreto: lo sviluppo di Internet si è evoluto verso lo streaming e il multimedia, mentre pochissime di queste organizzazioni hanno l'esperienza o le risorse per implementare lo streaming audio/video di alta qualità. Esse risentono spesso di un'ampiezza di banda insufficiente, necessaria a fornire il numero e la qualità di streams richiesti dagli utenti di Internet. Allacciare networks e alleanze e condividere le risorse è il solo modo in cui le organizzazioni no-profit possono affrontare il problema.
Multicast: da Protocollo di Distribuzione a Canale di Dominio Pubblico
Il reticolo di server streaming, diffuso a livello mondiale, potrebbe mettere a disposizione delle organizzazioni no profit e delle singole persone, un canale di pubblico dominio che scambi gli streams attraverso la tecnologia multicast e di suddivisione (=split). Questo canale potrebbe essere effettivo per lo streaming globale, senza interruzioni ed errori da "congestione di rete". L'idea è molto semplice: quando un utente richiede un contenuto da uno dei server del network, viene ridiretto al server più vicino nella topografia di Internet. Così, per esempio, un utente di New Yok che vuole ascoltare una radio da Belgrado viene connesso a un server statunitense, che dall'altro lato richiede uno stream al server di Amsterdam, rifornito a sua volta da uno stream proveniente di Belgrado. In questo modo, gli utenti degli Stati Uniti non creano connessioni multiple che intasano la piccola banda del server, situato oltre la cortina di terrore infrastrutturale in Serbia. Gli esempi sono numerosi, ma l'idea di base è chiara, generare il minimo del traffico ridondante per il protocollo di streaming, e consentire agli ambienti con una banda ristretta di contare sulla solidarietà deli streaming provenienti dai siti meglio posizionati.
La cooperazione a livello globale attraverso i canali multicast, può creare una diversità di contenuti e favorire un'accessibilità globale a tutte le voci.
Le grandi società pubblicitarie hanno già colto la necessità di diffondere i loro messaggi simultaneamente alle metropoli dell'economia di mercato, come nei villaggi sperduti dei paesi sottosviluppati. Per cui, le tecniche e le agenzie locali di diffusione si stanno espandendo orizzontalmente in tutto il mondo, e verticalmente nella scala delle ricchezze.
Uno dei più attivi e diffusi networks di trasmissione del multimedia è il Real Broadcast Network, che unifica un fascio reticolare di servers Real Media e i maggiori fornitori planetari delle telecomunicazioni. L'implementazione funziona molto bene a livello puramente tecnico, ma... dipende dallo standard Real Media, specifiche e dettagli sono patentati da Real Networks, per cui sconosciuti al resto del mondo. Nel testo promozionale, RN afferma: "La nostra sofisticata tecnologia e capacità di gestione del network, assicura alta qualità e affidabilità, consentendoti di concentrarti su ciò che è importante per il tuo sito e i suoi contenuti".
Il significato di questa affermazione è che gli utenti dovrebbero essere affrancati dalle noiose complicazioni tecniche, lasciando che L'Unico e Il Solo Broadcaster distribuisca i loro contenuti, senza riguardo per il metodo e i costi. Il che ci porta alla seconda dolorosa questione che riguarda Real Broadcast Network -- il costo. Senza riflessioni aggiuntive, cito soltanto la pagina dell'Offerta Speciale che esordisce con: "Unisciti al Webcasting, libero da preoccupazioni, a RBN, per la piccola cifra di 9,995 dollari". L'esempio di RBN rivela la strategia di base:
- standard chiuso, proprietario;
- distribuzione libera ai clienti finali;
- costosi strumenti per la creazione di contenuti, servers e meccanismi di networking
La soluzione alternativa praticabile è quella di stabilire un'Alleanza Open Source di centri e siti Internet che si scambieranno links e streams utilizzando l'Open Source e/o soluzioni streaming. Le premesse di base dovrebbero essere:
- Creazione di strumenti e meccanismi di distribuzione di contenuti, Open Source
- Membership completamente volontaria e gratuita, senza contratti o corpi centralizzanti
- Consivisione delle risorse tecniche ed infra-strutturali, e utlizzo dell'intelligenza collettiva per risolvere i problemi locali di ogni membro dell'Alleanza Streaming
Esempi Recenti
Un esempio, almeno per la distribuzione di contenuti audio è già disponibile e non molto difficile da concettualizzare. Lo standard MP3 ha raggiunto un incredibile popolarità, combinando la qualità del suono e dell'approccio open source. L'intelligenza collettiva dei creatori del codice a livello mondiale, ha prodotto numerosi strumenti: encoders, rippers e servers streaming -- per lo più freeware, disponibili a tutti gratuitamente. Inoltre lo standard open source ha messo l'MP3 in una posizione perfetta, di totale indipendenza dalla piattaforma; ogni macchina che ha un chip da computer può suonare un file MP3: dai palmari ai mainframes, grazie a strumenti appositi. Anche i servers sono disponibili, considerando ad esempio Icecast e Shoutcast.
Le radio Internet ad usare l'MP3 sono numerose, e stanno rendendo i propri networks semplici, scambiando contenuti e streams. Networks globali temporanei vengono creati tutti i giorni, in varie occasioni. I tentativi recenti dell'industria del broadcast di contenere la distribuzione di files MP3, hanno prodotto il risultato di aumentare la popolarità dei networks di distribuzione tra singoli utenti e gruppi no-profit, ma anche tra i pianificatori strategici nei quartieri generali delle transnazionali delle telecomunicazioni.
I recenti sviluppi dimostrano che lo streaming del video non è più complicato dell'audio. Gli ostacoli tradizionali, quali costose apparecchiature e costosi strumenti per la creazione dei contenuti o una banda insufficiente, stanno per rimanere alle nostre spalle. In questa direzione, è molto importante il Progetto Open Sourcedella Apple. I server Darwin per lo streaming hanno provato di essere molto stabili, sofisticati e capaci di una tecnologia relativamente semplice per lo scambio degli streams. Soprattutto, i servers Darwin per il Quick Time sono disponibili per tutti i sistemi operativi, offrendo una piena adattabilità. Gli strumenti per la creazione di contenuti sono altresì disponibili
come Open Source insieme al freeware Mbone. Gli strumenti Mbone di videoconferenza, sviluppati nei laboratori di ricerca nei tardi anni '90, offrono strumenti Open Source per l'encoding dal vivo, inviando streams unicast verso i servers Darwin, per una trasmissione ulteriore. Una descrizione dettagliata dei tools Mbone per l'encoding dal vivo e il collegamento con i servers Darwin attraverso tecniche di divisione degli streams è qui disponibile.
Sul versante dell'infra-struttura, le cose non sono meno positive. Numerosi sono i gruppi no-profit e gli individui che hanno impiantato servers Internet con un'ampiezza di banda significativa - o meglio, sufficiente - per creare un forte network di servers streaming (per la distribuzione globale del traffico e della banda di Internet consulta Internet Traffic Report). La tecnologia Multicast è disponibile globalmente in molti Internet Service Provider, mentre tutti i maggior rivenditori offrono routers e la relativa apparecchiatura in grado di supportare multicast. I providers, d'altro canto, non sono ancora consapevoli dei vantaggi di multicast, così alcuni di loro impongono tariffe aggiuntive ai clienti che vogliono usare multicast. Ma la convenienza commerciale costringerà certamente gli ISP a realizzare che multicast in realtà risparmia banda e riduce i loro costi.
In conclusione, c'è un solo passo ancora necessario: la consapevolezza e la volontà di creare un network globale e flessibile di streaming servers diffusi. I servers potrebbero concordare nello scambiarsi gli stream e nello stabilire un protocollo per il ridirezionamento degli utenti. E' solo necessario un esempio funzionante di siti e servers che si accordino per questo scambio e installino softwares e puntatori l'uno verso l'altro. Il primo passo è già stato compiuto: una mailing list chiamata OpenStreamingNetwork, ed è certo che il gruppo formato dai centri iscritti creerà il network molto presto. Adesso?
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