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Da "Umanità Nova" n. 1 del 12 gennaio 2003

XXIV Congresso della FAI: le mozioni/2
Ruoli e obiettivi della FAI nel contesto dell'evoluzione del movimento libertario e sociale

 

In questi ultimi anni, le piazze di tutto il mondo hanno visto una sempre più massiccia presenza degli anarchici, in particolare all'interno delle lotte dei lavoratori, nel movimento cosiddetto "no-global", nell'opposizione alla guerra ed al militarismo, nelle lotte antirazziste, animaliste, ambientalistiche ed antisessiste. Ciò è il segnale inequivocabile della rinnovata capacità di radicamento di un anarchismo comunista e sociale che si rappresenta, nelle piazze, con quello che possiamo definire un "blocco rosso e nero".

Gli anarchici e le anarchiche federate riunite a Congresso ad Imola il 4, 5 e 6 Gennaio 2003 ribadiscono l'impostazione strategica del gradualismo rivoluzionario, nel senso definito da Errico Malatesta, che non è affatto strategia riformista, ma meccanismo di crescita dell'opzione rivoluzionaria e delle capacità autogestionarie attraverso obbiettivi parziali nella quotidianità delle lotte contro il dominio.

Di fronte all'attuale situazione di scontro sociale e politico, che vede il potere politico, economico e culturale impegnato in una lotta spietata contro le condizioni più elementari di vita delle classi subalterne, ribadiscono altresì la validità degli strumenti di analisi e di lotta dell'anarchismo comunista e sociale contro il potere: l'autogestione, il rifiuto della logica e della pratica gerarchica, l'autoorganizzazione sindacale e sociale, la solidarietà militante tra tutti gli sfruttati e gli oppressi del mondo, la prefigurazione, sin da ora, di una società diversa, anche attraverso progetti di cooperazione sociale autogestita. Tutto ciò deve servire al collegamento immediato tra destrutturazione del potere ed un altro mondo possibile.

Di fronte allo stato di guerra permanente ed alla militarizzazione della società e delle coscienze, affermano l'importanza di un costante impegno antimilitarista e rilanciano l'idea dello sciopero generale contro la guerra, valutando in tal senso positivamente la scelta operata dal Sindacalismo di Base. In particolare, di fronte alla probabile imminente guerra in Iraq gli anarchici federati auspicano la proclamazione di uno sciopero generale europeo contro questo ennesimo massacro bellico.

Sul piano della guerra interna contro i migranti, ribadiscono il loro impegno antirazzista avverso le leggi liberticide in questo campo: Opporsi alla politiche razziste è uno dei principali compiti che ci attendono nei prossimi anni. Il Coordinamento antirazzista della FAI ha lavorato per coordinare le varie iniziative, facendo circolare notizie e intessendo relazioni tra le varie situazioni di lotta.

Occorre a nostro avviso intensificare l'impegno su questo terreno. I principali assi di intervento sono:

1. la lotta per la chiusura dei lager per immigrati

2. la lotta per contrastare la legislazione razzista

3. l'impegno per impedire o, quantomeno ostacolare, le espulsioni

4. la costruzione di ponti di concreta solidarietà tra lavoratori "indigeni" e lavoratori immigrati.

A nostro avviso l'ultimo punto è di cruciale importanza perché per fermare le politiche razziste non basta l'opposizione di principio ma occorre costruire un terreno di lotta comune sui temi della casa, dei servizi, delle libertà, del reddito che, in quanto lavoratori, sfruttati, oppressi, sia i migranti che gli indigeni hanno in comune. Superare il razzismo significa rintracciare e rivitalizzare le ragioni dell'internazionalismo proletario, di chi, oltre gli Stati e oltre le frontiere, riconosce il proprio compagno di lotta in ogni sfruttato. Senza Stati né frontiere nessuno è clandestino.

Riteniamo che sia di fondamentale importanza che la FAI rafforzi l'attività della Commissione Antimilitarista perché siamo convinti che la lotta al militarismo sia uno dei terreni cruciali in cui si gioca la lotta allo stato ed al capitalismo. Va contestualmente assunto da parte di tutti i compagni una più approfondita riflessione sul tema del militarismo e una più puntuale azione sul territorio. A tal proposito, oltre a quanto è già nella nostra prassi, facciamo nostre le seguenti proposte:

1. l'azione diretta contro tutte le basi e le strutture militari presenti sul nostro territorio

2. una campagna per la diserzione e l'obiezione agli obblighi permanenti da parte di chi ha già svolto il servizio militare

3. boicottaggio di banche ed aziende coinvolte nella produzione e commercio di armi, nonché nelle attività di ricostruzione post-bellica

4. sostegno all'obiezione fiscale alle spese militari

5. una campagna di denuncia della propaganda militare nelle scuole

6. la critica della pretesa di spacciare per emancipazione femminile l'ingresso delle donne nell'esercito

7. la denuncia dei privilegi riservati agli ex militari in servizio volontario per almeno tre anni per l'assegnazione dei posti nella pubblica amministrazione

8. adesione alla manifestazione antimilitarista di La Spezia promossa dall'Assemblea Antimilitarista ed Antiautoritaria per il 25 gennaio 2003

Riteniamo fondamentale un costante lavoro di controinformazione sulle tematiche del militarismo, della guerra, della produzione e dello smercio di armi sia sul piano locale che su scala nazionale.

Riteniamo altresì importante che la scelta del sindacalismo di base di assumere l'opposizione alla guerra tra le proprie tematiche di fondo vada sostenuta e stimolata.

Occorre inoltre intensificare lo sforzo per contrastare la costante propaganda bellicista del governo e di parte dell'opposizione attraverso manifestazioni, convegni, pubblicazioni, manifesti.

Sul piano della guerra interna contro le generali condizioni di vita delle classi subalterne, si impegna ad operare nel movimento dei lavoratori per diffondere le idee di solidarietà, di autogestione, di critica ad ogni burocrazia, dello sciopero generale come strumento di lotta per trasformare in modo radicale la società. Nello specifico, si impegnano a creare comitati d'appoggio alle situazioni di lotta in difesa delle proprie condizioni di vita e di lavoro. A questo proposito come indicazione immediata il congresso valuta la necessità di costituire una cassa di resistenza in favore degli operai della Fiat in lotta, incaricando la Commissione La Questione Sociale di adoperarsi concretamente per questo obbiettivo. In generale il congresso da indicazione a cercare di rinnovare i tradizionali strumenti di autodifesa positiva del movimento operaio (casse di solidarietà e, in generale, le diverse strutture di mutuo appoggio, che sono, tra l'altro, un esempio paradigmatico di ciò che gli anarchici intendono per "pubblico non statale"). Ribadisce inoltre la centralità della lotta salariale come meccanismo di (parziale) riequilibrio delle differenze gerarchiche all'interno della società capitalistica. Per tutto ciò, infine, ribadisce la necessità dell'unità del movimento operaio, a partire dalle strutture del sindacalismo di base, che hanno mostrato con lo sciopero generale del 15 febbraio 2002 quello che possono fare, una volta che si riesca a superare l'attuale frazionamento. Il congresso valuta positivamente il percorso di coordinamento dei lavoratori anarchici e libertari cominciato a Bologna il 22 settembre del 2002, invitando i compagni federati ad impegnarsi nello sviluppo futuro di tale percorso.

La Federazione Anarchica Italiana individua nelle mobilitazioni dei lavoratori in difesa del salario, di migliori condizioni di lavoro, dei servizi sociali, del reddito un terreno di azione centrale per gli anarchici in genere e, a maggior ragione, per gli anarchici federati.

Nel conflitto sociale gli anarchici devono e possono operare in quanto autonomo soggetto politico portatore di proprie proposte su tutti i più rilevanti temi politici e sociali. Nello stesso tempo, a differenza delle forze che vogliono dirigere il movimento dei lavoratori, gli anarchici valorizzano le forme di autorganizzazione sociale che si sviluppano nel corso delle lotte e si pongono come lavoratori fra i lavoratori nei momenti di discussione e di definizione delle lotte.

Siamo consapevoli che queste due esigenze, entrambe essenziali, sono in tensione dialettica fra di loro e che si tratta, nelle singole occasioni, di individuare le modalità più opportune per la loro piena realizzazione.

La nostra azione nel movimento dei lavoratori deve porre l'accento sulla necessità che le mobilitazioni leghino l'azione sulle questioni immediate, e la definizione "immediate" non ha alcun valore riduttivo perché sappiamo bene quanto sia importante agire nelle concrete condizioni che viviamo in quanto lavoratori, alla crescita di una critica anticapitalistica ed antistatale. Per fare degli esempi concreti:

1. la rivendicazione di una pratica e di una prospettiva antimilitarista si lega alla denuncia del taglio della spesa sociale, degli investimenti in armamenti, del legame fra guerra all'esterno e guerra interna come riduzione delle libertà e dei diritti;

2. l'internazionalismo si concretizza, per un verso, nella rivendicazione della parità dei diritti per i lavoratori immigrati rispetto a quelli italiani e, per l'altro, nella costruzione di reti internazionali di lotta, solidarietà, informazione anche sul terreno immediatamente sociale e sindacale;

3. il federalismo va sperimentato nella valorizzazione della partecipazione diretta dei lavoratori alle decisioni, nell'opposizione alle burocrazie vecchie e nuove, nella dimostrazione che solo un'organizzazione non gerarchica della lotta e della quotidiana resistenza dei lavoratori è efficace al fine di opporsi ai padroni ed allo stato,

4. l'autonomia dai padroni, dai partiti, dallo stato va rivendicata non come uno slogan ma come una condizione necessaria dell'autocostituzione dei lavoratori in soggetto politico e sociale non subalterno all'avversario di classe e della conduzione di lotte e di campagne efficaci.

Su questi e su altri terreni, l'azione e la proposta anarchiche specifiche non possono essere delegate ad altri e vanno compiutamente rivendicate. La nostra presenza alle mobilitazioni e l'azione quotidiana dei compagni impegnati sul terreno sociale e sindacale devono valorizzare questa dimensione evitando sia l'astratta propaganda ideologica che l'appiattimento su, pur legittime, rivendicazioni sindacali della nostra azione.

È, altresì, essenziale che l'azione dei compagni impegnati sul terreno sociale e sindacale sia sempre meglio coordinata su base locale, categoriale, nazionale ed internazionale.

Per ciò che concerne la lotta antistatalista e, in generale, antigerarchica, ribadiscono il loro rifiuto sia delle logiche statali sia delle logiche privatistiche, in nome della creazione, sin da ora, di momenti sempre più estesi di autogestione in ogni aspetto della vita. L'insurrezione reale - la trasformazione radicale dello stato presente delle cose in senso egualitario e libertario - si costruisce, si è sempre costruita, a partire dai processi di autoorganizzazione delle masse popolari, nell'essere radicali ma radicati.

Riconfermano l'adesione all'Internazionale delle Federazioni Anarchiche e si impegnano affinché il suo prossimo congresso rappresenti un momento di rilancio dell'iniziativa anarchica, sia su scala continentale, favorendo soprattutto in Europa il coordinamento delle sezioni esistenti ed il coinvolgimento delle altre realtà organizzate, sia su scala mondiale nello sviluppo della solidarietà con i movimenti anarchici e libertari alle prese con gli aspetti più aggressivi ed autoritari della dominazione capitalistica e statale.

Aderiscono all'invito dei compagni della Federazione Anarchica di lingua francese ad essere presenti e partecipi al "blocco rosso e nero" che si terrà durante la manifestazione internazionale contro il G8 di Evian (Francia).

Di fronte alla campagna antianarchica emersa negli ultimi tempi, invitano i compagni, di là delle differenze di opzione politica, alla solidarietà militante ed alla vigilanza.

Riteniamo importante la lotta contro il revanchismo culturale che, sulla retorica della famiglia, vuole tornare ad imporre modelli patriarcali, e che, sul ripristino delle case chiuse, vuole tornare ad imporre una sessualità controllata e certificata dai poteri di Stato e Chiesa.

Danno infine mandato ad uno specifico Gruppo di Lavoro di organizzare un Convegno Internazionale Anarchico su "Anarchici e Globalizzazione", già deliberato dai precedenti Convegni Nazionali.

[Prima parte della mozione]

 

 


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