Resoconto Manifestazioni Regionali
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Bologna
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CONTRO GLI
ACCORDI SUL WELFARE
E LE
PENSIONE
IL
PRECARIATO E L'ECONOMIA DI GUERRA
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CONTRO IL LORO "WELFARE"
SCIOPERO GENERALE - 9 novembre 2007
Gli accordi di
luglio sono l'ennesimo attacco alle condizioni di vita di
lavoratori, giovani, precari e pensionati. Aumento dell'età
pensionabile (anche rispetto alla famigerata proposta Maroni),
diminuzione dei rendimenti per il calcolo delle nuove pensioni,
quasi nessun riconoscimento dei lavori nocivi e usuranti,
perpetuazione del precariato, e via discorrendo.
Nessuna delle timide e insufficienti promesse elettorali della
banda Prodi è stata mantenuta, anzi, si procede sulla strada del
peggioramento delle condizioni delle classi lavoratrici. Dopo la
finanziaria del 2007 che ha "risanato" prendendo i soldi dalle
tasche dei lavoratori (ticket sanitari, imposte locali, ecc.),
dopo il tentato scippo dei fondi pensione (respinto nei fatti
dalla grande maggioranza dei lavoratori) e con l'attuale
finanziaria, continua a svilupparsi la politica di sfruttamento e
di rapina a lavoratori e ceti popolari. La banda di truffatori che
ci governa, acquiescente alle esigenze degli industriali, ha
trovato in ciò sponda amica in altri malfattori, CGIL-CISL-UIL, la
cui complicità interessata è stata e sarà ricompensata (come è
stato fatto con la spartizione dei fondi pensione).
Il referendum truffa sull'accordo c'è stato. La farsa della
consultazione democratica non poteva che finire così, ma i
risultati seppur truccati non riescono a nascondere che la grande
maggioranza dei lavoratori e degli interessati (circa il 90 % dei
36 milioni di potenziali votanti) - votando no, boicottando la
consultazione o comunque non andando a votare - è contraria o
comunque ben lontana dal condividere l'accordo di luglio.
Si tratta ora di passare dalla protesta e dal rifiuto a fatti
concreti, a forme di lotta e di mobilitazione generale,
all'iniziativa, in prima persona, dei lavoratori.
Lo sciopero generale, indetto per il 9 novembre da tutti i
sindacati di base, contro gli accordi del 23 luglio è un'occasione
importantissima per ripartire con un movimento di lotta che non
sia solo difensivo. E' necessario rendere ben chiaro che non ci
sono "compatibilità" di sorta da rispettare. Perché con questo
termine che teoricamente significa punto di mediazione tra gli
interessi e le rivendicazioni dei lavoratori e la loro
sostenibilità a fronte di un supposto interesse "collettivo", si è
sempre nascosta la subordinazione dei primi ai profitti del
capitale, ai privilegi delle classi dominanti e dei loro apparati
politici. Questa logica deve essere combattuta e rovesciata,
riportando nel bagaglio culturale dei lavoratori un fatto tanto
semplice quanto ormai spesso dimenticato: se di interessi
"collettivi" si parla, la centralità deve essere quella dei
bisogni e delle esigenze delle classi subalterne. Il problema
della "compatibilità", intesa come sopravvivenza, deve diventare
un carico di altri: padroni e ceti politici e sindacali
parassitari.
E' un percorso
complesso, lungo e difficile, ma lo sciopero del 9 novembre può
concretamente segnare l'inizio di un grande movimento di lotta.
- contro gli
accordi di luglio,
- per l'innalzamento di stipendi e pensioni,
- per l'abolizione del precariato,
- per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro,
- contro le spese per le forze armate e i corpi di polizia,
contro la guerra
- per i diritti dei migranti
-
USI-AIT
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