per il blocco della vendita di armi
e tecnologie belliche alla Turchia
marzo 1999


L'arresto del presidente Abdullah Ocalan ha riproposto l'urgenza della questione kurda all'opinione pubblica internazionale.

Il tentativo del presidente Ocalan di portare all'attenzione dell'Europa il dramma del popolo kurdo ha incontrato lo sbarramento degli interessi economici, politici, strategici e militari dei paesi occidentali, i quali si sono rifiutati di riconoscere l'esistenza del conflitto in atto in Turchia tra il regime di Ankara ed il movimento di liberazione kurdo, negandogli l'asilo politico.

Come è noto la Legge italiana vieta il commercio di armamenti verso i Paesi nei quali è in atto una guerra.
Tuttavia, l'abile espediente per poter continuare il lucroso commercio di armamenti con la Turchia, funzionale agli interessi economici occidentali, è semplicemente quello di negare il genocidio del popolo kurdo.

Industrie come la ex Piaggio Aeronautica producono tecnologie belliche, velivoli da ricognizione e motori per aerei ed elicotteri da combattimento, che vanno ad alimentare l'arsenale del regime turco, il secondo esercito della NATO.
Ciò anche in virtù delle commesse per 160 miliardi che il Governo italiano, ha garantito all'industria aeronautica di Genova e Finale Ligure per la fornitura di dodici bimotori turboelica P180 prima ancora del perfezionamento della vendita del pacchetto azionario di maggioranza della Piaggio alla "cordata" Tushav, fondazione turca legata all'aeronautica militare di Ankara.

L'italiana Agusta, d'altro canto, sta per fornire all'Aeronautica militare turca ben 128 elicotteri da combattimento "Mangusta" i quali, con il pretesto della lotta al "terrorismo" del PKK, andranno a bombardare il sud est della Turchia ed il nord dell'Irak, distruggendo i villaggi del Kurdistan e massacrando i civili kurdi.

Riconoscere l'esistenza dello stato di guerra nella Turchia sud orientale è indispensabile affinché vengano bloccate immediatamente le commesse militari con Ankara e le esportazioni di armamenti e di tecnologie belliche che quel regime utilizza per reprimere il popolo kurdo.

Per questo pensiamo che sia importante mobilitarsi a Genova, sede della Piaggio Aeroindustries, proprio nel momento in cui viene formalmente definito il prezzo di vendita della società alla cordata guidata dalla Tushav, per chiedere il blocco immediato del commercio di armi con la Turchia e la convocazione di una conferenza internazionale per la pace in Kurdistan.

Genova, 6 marzo 1999

concentramento in Piazza De Ferrari ore 15.30

Coordinamento ligure per la libertà del popolo kurdo Info: 010-2428239 | 010-267877


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IL NOSTRO KURDISTAN
di Dario Fo e Franca Rame