IL NOSTRO KURDISTAN di Dario Fo e Franca Rame Il Kurdistan esiste, ma da 70 anni è negato, smembrato e colonizzato dagli interessi di potenza europei e planetari: questo ha documentato il sociologo ISMAIL BESIKCI, e per questo l'hanno condannato all'ergastolo. Il Kurdistan esiste, ha una sua lingua, cultura e storia: questo ha gridato la parlamentare kurda che vestita nel costume tradizionale dal momento del suo insediamento al parlamento è stata condannata a 15 anni di prigione. Il Kurdistan esiste e brucia nella carne di ognuno dei 35 milioni di esseri umani privati della loro identità, trasformati in profughi in Turchia, Iraq, Europa.Brucia e vive nei fuochi in Nawroz e nelle carceri in cui stanno seppellendo nell'isolamento 12.000 prigioneri politici, nella memoria dei Kayiplar (scomparsi) e nelle piaghe delle torture. Brucia e vive nelle montagne della Resistenza, chiamata in occidente terrorismo. E' una vergogna che il nostro paese fornisca al regime turco le armi del massacro. E' una vergogna che ogni anno centinaia di migliaia di turisti anche italiani approfittino dell'inflazione di guerra per fare turismo a buon mercato a due passi dal massacro. E' una vergogna che i nostri imprenditori facciano del genocidio un affare. Ci vergognamo, come italiani, del trattamento che la nostra polizia riserva, alle frontiere, ai profughi, vittime della stessa mafia turca che collabora con l'esercito al massacro. Noi siamo teatranti. Per il nostro lavoro abbiamo avuto qualche guaio e qualche persecuzione. Ma è ben poca cosa rispetto a ciò che, per fare teatro, musica o cinema in kurdo e sui Kurdi, affrontano gli operatori del Centro Culturale della Mesopotamia. Sapere che esistono e resistono ci fa pensare che c'è ancora speranza e senso per il nostro mestiere. Esprimiamo la nostra solidarietà alle vittime della repressione in Turchia, Iraq, Iran, ai pacifisti europei, turchi e kurdi sotto processo, a chi sta in prigione per lo stesso impegno che è la nostra vita. novembre 1997 <<back |