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Appello per la liberazione dei compagni arrestati il 1° maggio a Parigi

A tutti i sindacati, associazioni, partiti, collettivi, centri sociali, parlamentari, consiglieri comunali, provinciali e regionali, singoli.

Il primo maggio a Parigi e' stato un giorno di festa.
Tutto il movimento europeo si e' dato appuntamento per festeggiare la vittoria contro il Cpe e per rilanciare la lotta contro la precarieta'. Ma il governo francese di Dominique de Villepin ha pensato bene di rovinare la festa. Con un operazione di polizia di stampo fascista, un gruppo di italiani, a corteo finito, viene fermato, perquisito ed ammanettato con fascette da cantiere e portato infine in caserma.
Nel corso del fermo due di questi manifestanti, uno di Modena e l'altro di Bologna sono stati allontanati dal gruppo, obbligati a indossare cappucci e capi di abbigliamento che portavano con se', fatti mettere in posa schernendoli, al fine di giungere ad un arbitrario riconoscimento basato su un presunto filmato a disposizione della polizia.

Dal primo maggio sono detenuti nelle carceri parigine accusati di violenza a pubblico ufficiale e danneggiamento.

Le accuse, gravissime, sanno di montatura politica.
Due poliziotti affermano di aver visto in un video commettere reati di danneggiamento. Non ci sarebbero testimonianze dirette, il video stesso non e' stato depositato nel dossier e durante il fermo non c'e' stato un riconoscimento effettuato dai poliziotti che li accusano. Dopo essere stati portati e detenuti per due giorni in un commissariato del 10° arrondissement, senza che ci fosse alcuna possibilita' ne' di nominare un avvocato di fiducia ne' di dare o ricevere informazioni dall'esterno, sono stati sottoposti ad una prima udienza nella giornata di ieri, 4 maggio 2006. Nel corso di questa udienza, una corte infervorata e un procuratore determinato a non concedere loro nessuna facilitazione, necessaria vista la loro non conoscenza della lingua francese e la lontananza dei loro familiari, hanno emanato un verdetto che fissa la data del processo per il 29 Maggio, rifiutando perfino la richiesta di scarcerazione in attesa di giudizio avanzata dalla difesa nonostante tutte le garanzie di reperibilita' (i loro contratti di lavoro, la disponibilita' di un domicilio a Parigi fino alla data del processo, la loro domiciliazione e residenza in Italia) fornite.
Inquietanti segnali marcano la volonta' di procedere ad una stigmatizzazione di questi due manifestanti: a partire da un post-it attaccato sul dossier presentato al giudice dall'accusa con scritto "individui pericolosi"; passando per il video utilizzato per il loro riconoscimento che non e' mai stato presentato nel dossier e che non e' mai stato visionato dalla difesa; attraverso l'utilizzo, come prove, di fotografie in bianco e nero e decisamente sfuocate; tramite le ripetute frasi dal tono "e i vincitori sono" pronunciate nel momento del loro arresto da parte di alcuni agenti della gendarmerie; fino ad arrivare alla completa militarizzazione del Palazzo di Giustizia nel momento dell'emissione del verdetto, con l'aula del tribunale presidiata da una ventina di agenti e il pubblico dell'udienza circondato dalla polizia e scortato fino all'uscita del tribunale.

A noi tutto questo sa di risposta vendicativa nei confronti delle vittorie che le lotte sociali hanno ottenuto negli ultimi mesi in Francia.
Ci troviamo quindi a fare appello a tutt* coloro che in Europa si muovono per l'ottenimento di nuovi diritti e contro la precarizzazione delle esistenze a sostenere, aderendo a questo appello e creando reti di sostegno ai detenuti, la necessita' di un'immediata liberazione di Federico e Nicola rinnovando la richiesta di una scarcerazione immediata per tutte e tutti gli arrestati durante le mobilitazioni che in questi ultimi mesi hanno attraversato la Francia e il resto d'Europa.

Per la loro immediata liberazione!

Liberta' immediata per Federico e Nicola
e per la fine della persecuzione giudiziaria.

Studenti e precari dalle facolta' e scuole ribelli

 

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