Manifesto

prova  a maledirgli il server questo sito non e' completo in tutti i suoi link ai contributi, risorse e progetti. Dopo essere stato oscurato dal Comune di Roma, sul cui server risiedeva, lo abbiamo temporaneamente uploadato su geocities. diffondete e mirrorate .

This web-site is not complete in all its pages. It was on the city server of Rome and it was obscured by the city council member responsible of Civic networks. Read the press release and diffond as much as possible.

DOWNLOAD FRD.ZIP
[scaricabile solo dal main mirror su geocities]

Di seguito il comunicato stampa che chiarisce il motivo dell'oscuramento:

COMUNICATO STAMPA

Con preghiera di massima diffusione

L'assessore alle Reti civiche ha chiuso la rete civica.

L'assessore alle Reti civiche Mariella Gramaglia ha chiuso d'autorità e senza preavviso tutti gli spazi internet che negli ultimi anni aveva fornito ai cittadini ed alle associazioni all'interno dei Progetti sperimentali.

Abbiamo avuto adesso il caso di Isole Nella Rete: sequestro del server e conseguente blocco dell'attivita' di numerose associazioni senza fini di lucro. Nonostante due intepellanze parlamentari e l'unanime giudizio dei cittadini della rete circa la "stupidita'" dell'atto, ancora una volta per censurare una sola pagina web (operazione di per se deprecabile) viene chiuso un intero sito comprendente anche informazioni che nulla hanno a che vedere con la pagina in questione.

L'atto sconsiderato danneggia il lavoro di tutte le persone ed i gruppi che gratuitamente hanno prestato la loro opera e che sono stati il motore reale della rete civica.

Non si può infatti non notare che l'assessore con questo atto ha semplicemente distrutto la rete civica. I progetti sperimentali erano infatti la parte di maggior successo della rete civica romana, l'unico punto di espressione libera delle associazioni e dei cittadini romani.

Attualmente dopo l'atto sconsiderato dell'assessore rimane solo il sito web istituzionale del Comune di Roma. Mariella Gramaglia non sembra comprendere che un sito istituzionale non è una rete civica.

Il motivo dell'atto e' poi risibile: don Fortunato Noto che ad Avola (Siracusa) ha aperto l'associazione Telefono Arcobaleno impegnata con metodi talvolata preoccupanti (roghi di libri, campagne stampa contro produttori di giocattoli e trasmissioni televisive) nella battaglia alla pedofilia, generando pero' piu' spesso isterismo che pacata attenzione, ha deciso di presentare denuncia nei confronti del comune per una pagina presente sul server. La pagina "incriminata" è la citazione di un brano letterario pubblicato su una rivista a distribuzione nazionale e acquistabile in tutte le librerie. Sarebbe come dire che andrebbero censurati tutti i testi di critica letteraria che citano opere "sconvenienti" e chiuse tutte le librerie e biblioteche. La citazione è all'interno del progetto "Femminile nella fantascienza: modelli di scrittura" che è anche una tesi di laurea discussa con successo alla Facolta' di Lettere di Roma".

La pagina era all'interno di uno dei progetti attivi di FRD (Foro Fomano Digitale) area a disposizione degli artisti e dei brain workers, dotata di un'ampia rete di rapporti internazionali.

E' stato disprezzato il lavoro di decine di associazioni e cittadini (compresa un'associazione dell'arma dei carabinieri e i vigili del fuoco) e gli impegni presi dall'assessorato sono stato traditi. Da cio' si deduce il comportamento inaffidabile del Comune di Roma che prima offre spazi di libera espressione ai suoi cittadini e poi senza preavviso li toglie. Basta saperlo.

Riassumendo: - il comune di Roma ha interrotto a tempo indeterminato un pubblico servizio tradendo i suoi impegni con i cittadini romani - la motivazione di questo appare risibile dal punto di vista legale e si presenta come un atto autocratico di un assessore che decide di cambiare senza preavviso la politica aperta e rispettosa del diritto all'espressione dei cittadini che il precedente assessore aveva tenuto. - si pone anche un grave problema di competenza dell'assessore che non sembra conoscere, dopo mesi di mandato, il funzionamento e il senso della Rete internet in generale (lo si evince da alcune dichiarazioni date alla stampa), e neppure il funzionamento di una rete civica.

Chiediamo pertanto l'immediata riapertura di tutti i servizi della rete civica romana e un incontro tra le associazioni e i cittadini che partecipano al progetto della Rete Civica Romana con l'assessore Gramaglia ed una serena, ma seria valutanzione delle competenze necessarie al funzionamento dell'assessorato.

I partecipanti al progetto Foro Romano Digitale
Associazione Culturale IperAudio
Associazione culturale Edu.Co.
Associazione culturale Matrix
rivista Simultaneita'
sciattoproduzie
Luther Blisset
Associazione culturaleVirtualMondo
Complesso per/forma
Associazione culturale oikos
Lega Italiana Protezione Uccelli - Sezione di Roma
rivista Torazine
Associazione Girotondo





PRESS RELEASE

Please spread as much as possible

The city council member responsible for the Civic networks has closed down the Civic network in Rome.

Mariella Gramaglia, alderman responsible of the Civic net- works, has used her authority to close without any warning all internet spaces that had been given out over the past years to citizens and associations within the section Experimental Projects.

This occurred only a few days after the seizure of the "Is- lands in the Net" server (Isole Nella Rete) in Bologna, which abruptly blocked all activities of many nonprofit associati- ons. In spite of two interpellations in Parliament and the unani- mous disapproval by netizens of the action as "foolishness", once again in order to censor just one page a whole web site was taken down, which contained also much information in no way related to the "offensive" page.

This thoughtless action damages the work of all people and groups who have contributed their time for free and form the true force behind the civic net.

It should be noticed that with this action Mariella Gramaglia simply destroyed the Civic network. Actually, the Experimen- tal Projects section was the most popular of the Civic network in Rome, the only spot for free expression open to roman associations and citizens.

At the moment only the institutional web site of the Rome administration remains online. Mrs. Gramaglia does not seem to understand that an institutional site by itself does not form a civic network.

Besides, the reason for her action is ridiculous: the priest Don Fortunato Noto, who started an association called "Telefo- no Arcobaleno" (Rainbow Telephone) in Avola (near Siracusa on Sicily), fighting pedophilia in sometimes worrisome ways (burning books, press campaigns against toy manufacturers and tv shows), and often producing more hysteria than calm atten- tion, decided to file a charge against the city administration over a page stored on the server. The "indicted" page is a quotation from a text published in a nation-wide distributed magazine purchasable in every bookstore. This is equivalent to censoring literary criticism that quotes "unseemly" works or to closing all libraries and bookstores. The text is quoted within a project called "Feminine and science fiction: writing patterns", and was originally quoted within a graduation thesis successfully defended at the University "La Sapienza" in Rome.

The web page was part of an active project on the FRD (Roman Digital Forum). The FRD is an area arranged by and for artists and brainworkers, and also has a wide network of international contacts.

The work of dozens of associations and citizens (including an association of the Carabinieri police force and another rela- ted to the firemen) has been disregarded and the commitments taken by the councillor department have been betrayed. From that we infer the unreliable behaviour of the city council, which at first offers for free space to its citizens to ex- press themselves and then removes it without even warning them. Draw your own conclusions.

Summarizing: - the city administration interrupted for an indefinite time a public service betraying its commitments with roman citizens - the reason behind this action is ridiculous from a legal point of view and is as an autocratic act of a city officer who has decided to change without warning the open policy of the previous administration, which was more respectful of the right to expression of the citi- zens. - there is also the question whether Mrs. Gramaglia is competent as an alderman of the Civic networks, since after months in her office she still does not seem to understand the working and the concepts of the internet and civic networks (as can also be easily understood from her statements to the press)

We therefore demand the immediate reopening of all services of the roman civic network, a meeting with Mrs. Gramaglia and all associations and citizens that participate in the network, and a calm but serious evaluation of the competencies that are needed to administrate the network.

The participants of the Civic network in Rome
Associazione culturale Edu.Co.
Associazione culturale Matrix
rivista Simultaneita'
Associazione Culturale IperAudio
sciattoproduzie
Luther Blisset
Associazione culturaleVirtualMondo
Complesso per/forma
Associazione culturale oikos
Lega Italiana Protezione Uccelli - Sezione di Roma
rivista Torazine
Associazione Girotondo


Mirror attivi


le vignette di valerio


Rassegna stampa


Per una lettura critica


da: Il Giorno di sabato 11 luglio ' 98

Odore di zolfo sul web del comune

di Andrea Natella

Deve essere stato un colpo di sole, cosi' avranno pensato le decine di associazioni ospiti del sito Internet del Comune di Roma, quando l'assessore Mariella Gramaglia ha deciso di chiudere de facto la rete civica a tutti i partecipanti esterni alla giunta: associazioni di Carabinieri, di Vigili del Fuoco, comitati di quartiere, e una serie di realta' che avevano accolto la proposta del Comune di rendere viva la Rete Civica con sperimentazioni comunicative di vario genere.

E' accaduto tutto molto rapidamente, quando il solerte don Fortunato Noto della Parrocchia Madonna del Carmine di Avola scopre nelle pagine del Foro Romano Digitale, uno dei progetti sperimentali ospitati, una tesi di laurea su fantascienza e femminismo che cita un articolo di sapore satanista "La loggia nera: una via satanica alla conoscenza" gia' apparso sulla rivista Torazine, regolarmente distribuita nelle librerie Feltrinelli.

Cosi' Don Fortunato, che ha aperto Telefono Arcobaleno per dare la caccia ai pedofili su Internet, dopo iniziative spettacolari come roghi di libri, amuleti e bambole, dopo campagne stampa contro giocattoli giapponesi come il Tamagochi e la bambola Sailor Moon, ha deciso di passare alle vie legali ai danni del Comune di Roma, giudicato colpevole di ospitare satanisti.

Una situazione difficile da gestire a pochi mesi dal Giubileo, cosi' Mariella Gramaglia, che all'assessorato alle Reti Civiche sembra essere capitata per puro caso, ha deciso di chiudere tutto: non la pagina incriminata, non la tesi che la richiamava, non il sito del Foro Romano Digitale, ma tutta la rete civica, togliendo voce almeno per qualche tempo, a quelle realta' variegate che costituiscono la ricchezza digitale della citta'. Il web comunale e' stato cosi' trasformato in semplice depliant delle attivita' della Giunta e cancellato quel cammino verso la democrazia elettronica che sembrava essere stato intrapreso.

Un vero peccato...


Corriere Roma (Edizione romana del Corriere della Sera) cronaca/sport/spettacoli 9.07.998

Spuntano Satana e i pedofili nel sito Internet del Comune. Colpa di un intruso.

IL CASO / Il delirante messaggio è stato subito cancellato. Mariella Gramaglia: "Purtroppo è sfuggito al nostro controllo"

Il titolo non lascia spazio a dubbi: "La Loggia Nera Una - via satanica alla conoscenza". E poi giù con 150 righe fittissime di un delirante messaggio inneggiante alla dissoluzione della cultura cristiana attraver-so la vera santificazione senza tempo: il godimento" Il tutto dopo aver paragonato la Chiesa al nazismo e accusato i sacerdoti di pedofilia e pratiche sadomaso. E annunciato che "il cor-po di Satana è composto dall'erotizzazione latente degli es-seri umani", che può "dare vita ad una nuova preghiera". Nei giorni scorsi più di un utente Internet ha fatto un sal-to sulla poltroncina piazzata davanti al suo computer scopren-do questo testo all'interno del sito ufficiale del Comune di Roma, fra informazioni sugli uffici capitolini e indicazioni sugli orari di musei e monumenti. Un sito che viene "visitato" da 750 mila persone ogni mese, di cui un terzo sono stranieri. Non è romano neanche don Fortuna-to Di Noto, parroco siciliano e presidente di "Telefono arcoba-leno", che ha denunciato il Co-mune dopo aver letto quel te-sto. Furente e scandalizzata anche Mariella Gramaglia, respon-sabile del sito e delle reti infor-matiche del Campidoglio: "Una cosa gravissima, che è sfuggita al controllo dei nostri funziona-ri. Me ne scuso con tutti gli utenti e i cittadini". E spiega che il brano incriminato si trovava (perché è stato immedia-tamente cancellato) nella sezione "Oltre il confine", che racco-glie contributi di varie associazioni no profit oltre che di gruppi giovanili e di centri sociali. "Finora non era mai successo nulla, abbiamo dato spazio a chi ce lo ha chiesto sulla base di una certa fiducia reciproca, che ora scopro mal riposta. Tan-to più che gli autori di questa grave scorrettezza hanno usato un sistema di aggiramento del-le regole ufficiali di navigazione in rete, che rendevano più diffi-cile l'accesso al testo da parte degli utenti, ma diminuivano anche le possibilità di scoprirlo per i nostri operatori". "La Loggia Nera" si trovava sul sito del Foro romano digitale, il cui responsabile e Fabrizio Fassio, che del satanista non ha proprio nulla: 54 anni di cui 25 passati all'Ibm, coordinato-re di progetti informatici inter-nazionali sui turismo, lavora per l'associazione Civita. Secon-do lui quel testo faceva parte di una tesi di laurea in Lettere sul "Femminile nella fantascienza: modelli di scrittura", unico con-tributo al Foro di un gruppo creativo, "Machina": e il brano che ha scandalizzato i responsabili del sito capitolino è tratto dalla rivista di cultura under-ground e tecnologia "Torazi-ne", distribuita in molte librerie italiane. "Il Foro funziona come un ma-gazzino di progetti sui beni cul-turali romani, e quel lavoro uni-versitario mi sembrava interes-sante - spiega Fassio - Certo, non posso controllare tutto: si tratta di migliaia di pagine e quella parte mi era sfuggita. Mi dispiace dei riflessi anche politi-ci di quest'episodio. Ma invito il Comune a rafforzare la rete di rapporti con i creativi romani. Magari definendo più rigidamente gli ambiti di intervento. La rete però per la sua stessa natura è incontrollabile". Non è certamente d'accordo Mariella Gramaglia: "D'ora in poi faremo molta più attenzione alla scelta delle associazioni cui concedere spazio, saremo più selettivi. L'amministrazione comunale è aperta a tutti i contributi ma sempre nell'ambito della civiltà e della correttezza. Non è possibile, non sarà più possibile usare certi toni e certe frasi nel sito del Comune: si possono avere le proprie opinioni, ma non e questa la sede in cui esprimere tesi tanto strampalate"

Il Foro romano digitale è stato già da ieri sera scollegato dal sito comunale.

Ester Palma


Corriere Roma
Il Caso/ Dopo l'intrusione degli occultisti, revocato l'accesso ai gruppi esterni

"MAI PIU' SATANA SUL SITO INTERNET DEL COMUNE"

"Qualcuno purtroppo ha fatto un uso improprio delle opportunita' offerte dal Comune abusando della nostra fiducia. Per questo siamo costretti almeno temporaneamente a revocare la concessione degli spazi." Dopo l'intrusione satanica nel sito Internet del Campidoglio, con un brano che inneggiava al diavolo e al sesso di gruppo, il Comune azzera i contributi di gruppi e associazioni alla sua sezione web oltre il confine. Con una lettera anzi un'e-mail, di poche righe Mariella Gramaglia, responsabile del site del Campidoglio, ha informato tutti i titolari degli spazi che prima di riprendere le trasmissioni saranno richieste maggiore severita' nell'uso delle password, l'individuazione dei responsabili dei gruppi e dei campi di intervento delle associazioni". "Dobbiamo sapere a chi diamo spazio, anche se i gruppi sono quasi tutti corretti - spiega Mariella Gramaglia -. Dalla prossima settimana rimanderemo in rete chi ci dara' garanzie di affidabilita', episodi del genere non devono piu' accadere. Siamo andati ben oltre i limiti della liberta' di espressione". Anche perche', come spiega don Fortunato Di Noto presidente del Telefono Arcobaleno, che dal '96 lavora su Internet per difendere i bambini da occultismo e pedofilia, dalla pagina incriminata si accedeva direttamente a siti su incesto, sesso con minori, satanismo. "Serve maggiore controllo sulla Rete - commenta -, il rischio e' che su quei siti finiscano dei bambini". Ma anche sul sito del Comune di Bologna ci sarebbero gruppi di discussione che hanno come tema Satana e tutto l'armamentario pseudo-ideologico gia' espresso nel brano "romano". Ma la decisione della Gramaglia ha gia' scatenato le polemiche degli organizzatori del Foro Romano Digitale, il sito che ospitava "la via satanica": "Non e' giusto cancellare tutto, Il Comune ha data spazio ai cittadini e non puo' riprenderselo se non approva quanto viene scritto", si lamenta Fabrizio Fassio. "La Gramaglia dovrebbe difendere la liberta' dei romani di dire quello che vogliono", aggiunge un altro organizzatore del Foro, Stefano Lotti. Stefano Diana pensa invece agli Usa: "Se una cosa del gene re fosse successa in America ci sarebbe stata una sollevazione popolare". E gli fa eco Maurizio Mazzoneschi: "Quella del Comune e' stata una grave scorrettezza, un fatto antidemocratico senza precedenti". Ester Palma


da "Liberazione" mercoledi' 15 luglio 1998

Rete Civica Romana

Per una pagina incriminata chiuso l'intero sito delle associazioni

di Monica Castoldi

Il Comune di Roma a meno di due anni dal giubileo, ha deciso di chiudere tutte le pagine dei cittadini e delle associazioni romane presenti sulla locale rete civica perche' al suo interno e' stato rinvenuto un messaggio ritenuto offensivo della morale cattolica. L'Assessora alle reti civiche Mariella Gramaglia he infatti chiuso di autorita' e senza preavviso tutti gli spazi Internet che negli ultimi anni avevano fornito ai cittadini e alle associazioni all'interno dei Progetti sperimentali. Il motivo dell'atto e' una denuncia nei confronti del Comune di Roma per aver ospitato sul suo server frasi dai "contenuti satanisti" da parte di don Fortunato Noto che ad Avola (Siracusa) ha aperto l'associazione Telefono Arcobaleno, impegnata contro quella che definisce la battaglia antipedofilia. In seguito alla denuncia il Comune ha deciso di sospendere a tempo indeterminato i servizi web offerti alle associazioni. I metodi perpetrati dall'Associazione arcobaleno vanno dai roghi di libri, alle campagne stampa contro produttori di giocattoli e trasmissioni televisive. Riguardo alla comunicazione digitale questo brano, tratto dal sito Arcobaleno, parla da se':"Spesso soggetti animati da intenzioni criminali e ripugnanti hanno utilizzato Internet per i loro fini piu' immorali e inconfessabili (...) con il rischio di vedere esporre una quantita' di adolescenti, e perfino bambini, alle sempre piu' esplicite e pertanto pericololossisime strumentalizzazioni perpetrate per via telematica". La pagina "incriminata" e' la citazione di un brano tratto da una tesi di laurea dal titolo: "Femminile nella Fantascienza: Modelli di scrittura" discussa con successo alla facolta' di Lettere di Roma, e pubblicato anche dalla rivista "Torazine", distribuita in molte librerie italiane. La tesi tratta, tra l'altro, di alcune autrici di fiction cyberfemministe che professano il loro anticattolicesimo e recuperano i culti perseguitati dall'inquisizione. Dunque, a pochi giorni dal dissequestro del server di Isole nella Rete, un altro atto di censura telematica. In modo analogo infatti, per censurare una sola pagina web (operazione di per se' quantomeno discutibile) viene chiuso un intero sito comprrendente anche informazioni che nulla hanno a che vedere con la pagina in questione. Cosi', attualmente non esiste piu' la rete civica romana ma soltanto il sito web istituzionale del Comune di Roma. In un comunicato i partecipanti al Foro Romano Digitale (area a disposizione di artisti e brain workers) chiedono l'immediata riapertura di tutti i servizi della Rete Civica romana, un incontro tra le associazioni e i cittadini che partecipano al progetto con l'assessora, oltre a "una serena ma seria valutazione delle competenze necessarie a ricoprire l'incarico attualmente svolto dall'assessore Gramaglia", mentre Peacelink, associazione pacifista di volontariato telematico esprime "perplessita sui metodi utilizzati dal Comune di Roma".


da "il manifesto" 23.07.98

La Censura del Comune di Roma

Arturo di Corinto

Le politiche della comunicazione si fanno sempre piu` complesse e gli attori di questa scena assumono un ruolo sempre piu` centrale. Le reti civiche con la loro promessa di essere interfaccia fra cittadini e amministratori, rete di saperi e conoscenze, punto di incontro fra lavoro e non-lavoro, ne rappresentano una preziosa estensione. In questo scenario, la rete civica del comune di Roma e` stata e forse tornera` ad essere una delle esperienze piu` avanzate di cooperazione fra cittadini e amministrazioni, sia per le modalita` attraverso cui si e` sviluppata sia per le finalita` che aveva provato a darsi. Ed ha rappresentato uno strordinario canale di comunicazione fra i cittadini e le istituzioni.

Tutto e` cominciato all`incirca tre anni fa. L`amministrazione, col ricambio politico e generazionale che stava vivendo, sotto la pressione delle sfide che la citta` avrebbe incontrato negli anni a venire, cominciava a realizzare l`idea che non era possibile governare una citta` come Roma senza la partecipazione attiva dei cittadini. Dall`altra parte, il mondo dell`attivismo sociale cercava un differente protagonismo nei processi politici piu` ampi, e voleva intervenire direttamente nei processi decsionali che avrebbero portato la citta` al Giubileo, forse alle Olimpiadi e ad altri appuntamenti. Fu allora proposto di costituire uno strumento che rispondesse a queste esigenze. Gli attivisti della telematica di base e gli amministratori decisero di fare un patto per la costituzione di una rete telematica cittadina. L`amministrazione avrebbe fornito le infrastrutture (connessioni internet gratuite), ed i cittadini telematici le competenze, l`hardware e la vastissima rete di connessioni con la societa` civile di cui all`epoca le bulletin board systems romane erano capaci. Le bbs si impegnavano a replicare nelle loro messaggerie elettroniche le conferenze cibernetiche del comune di Roma su handicap, volontariato, trasporti, centri sociali, lavoro etc. etc. Uno scambio contrattato fra tante posizioni e soggettivita` differenti come erano i primi partecipanti all`esperimento -circa 30 bbs condotte da singoli e associazioni-.

Uno scambio quindi che riconosceva implicitamente ed esplicitamente il diritto, il valore, la competenza dei cittadini a partecipare ad un esperimento di Autogoverno della citta`. Processo non facile, ma necessario per confrontarsi efficacemente con le sfide portate dalle nuove economie materiali e culturali portate dalla diffusione delle tecnologie dell`informazione e della comunicazione di cui all`epoca la citta` era uno dei poli nazionali in declino.

Una scelta che vedeva nella condivisione dei problemi e delle soluzioni relativi al rapporto fra tecnologie, lavoro e gestione del territorio, partecipazione e cittadinanza, le espressioni politiche piu` generali dell`apertura di una orizzontalita` inedita fra i soggetti sociali e le esigenze della burocrazia e della politica. L`amministrazione riconosceva che l`accentramento amministrativo e la eccessiva burocratizzazione dei processi gestionali non potevano farvi fronte efficacemente. La struttura decentrata, rizomatica a-gerarchica delle associazioni e delle bbs, si`.

Difficile fu stabilire le regole. Grazie al pressing delle associazioni coinvolte fu stilata una policy d`uso della rete civica che garantiva il diritto alla riservatezza delle comunicazioni per garantire ai cittadini la stessa privacy di cui godono le comuni lettere postali, come pure il diritto all`anonimato, scelta estetica o necessita` per i gruppi raccolti sotto un nome collettivo, che non volevano o non potevano esprimere rappresentanti e gerarchie. Anonimato anche per i cittadini a rischio di partecipazione pubblica, come le vittime di aggressioni o i malati terminali che non vogliono esporre la propria identita`. Insomma non veniva richiesta nessuna identificazione burocratica ed anagrafica ai cittadini, affinche` potessero esprimersi liberamente. Il comune dimostrava di aver capito quale era lo scenario comunicativo che l`avvento della telematica reappresentava, Fu anche garantita assistenza legale del comune in caso di eventuali controversie e un gateway UUCP consentiva inoltre lo scambio di posta internet fra le bbs (la tecnologia povera della telematica fatta a casa), ed Internet (quella che usa i servers delle universita` e delle aziende).

Nel frattempo si sono contate defezioni e sgambetti, incomprensioni e calo fisiologico di interesse, diminuiva il fascino della comunicazione uno a uno delle bbs e trionfava il modello Internet mentre infuriava la battaglia contro la Tassazione Urbana a Tempo (TUT). Si apriva cosi` ai cittadini l`uso degli spazi web del comune il cui libero uso si basava su un rapprto fiduciario fra cittadini e una amministrazione che ricambiava l`impegno degli attivisti per l`opera di diffusione dell`esperimento di "democrazia elettronica" e per il loro apprezzabilissimo lavoro di alfabetizzazione telematica presso centri sociali e biblioteche comunali.

Altri progetti e proposte erano tuttavia in corso. Creare all`interno della rete civica e sugli spazi comunali delle banche del software cui attingere per attivita` ricreative e produttive e non dover scegliere fra la spada di damocle della copiatura illegale o l`impossibile costo per le licenze individuali del software.

L`Agenzia del Lavoro Immateriale e il Teatro Virtuale erano altri due progetti. L`Agenzia era stata pensata come luogo d`incontro fra i lavoratori "immateriali", analisti software come artisti di strada e tecnici del suono, che avrebbero usato gli strumenti dell`informatica delle comunicazioni per scegliersi e cooperare, in maniera orizzontale e senza mediazioni. L`uso di un mezzo relativamente poco costoso, soprattutto quando gestito collettivamente, e piu` o meno facilmente accessibile attraverso le bbs, i centri sociali, le circoscrizioni o i laboratori di quartiere - altra idea abortita di centri multimediali seguiti da tutors volontari e retribuiti, per la connessione in rete e l`insegnamento informatico- era un nuovo straordinario strumento per mettere in rete competenze, esperienze e saperi. Mentre il teatro virtuale voleva essere botteghino elettronico e bacheca degli appuntamenti culturali con aree di connessione all`interno dei foyer dei teatri stessi (CyberFoyer), da usare per conoscere la scaletta degli appuntamenti teatrali, le biografie degli artisti e cosi` via.

Insomma grosse progettualita` e partecipazione. Ora sembra tutto finito. Gli spazi web dell`associazionismo telematico romano sono stati chiusi con un intervento intempestivo e autoritario del nuovo vicedirettore generale del comune di Roma sig. Mariella Gramaglia. Il motivo? La presenza su uno degli spazi web delle associazioni partecipanti ai progetti sperimentali del comune di Roma di un rimando ipertestuale (link), ad una pagina fisicamente esterna ai computer del comune, che conteneva materiale giudicato indecente e blasfemo da un parroco di Avola che si e` curato di denunciarne l`esistenza presso il Comune di Roma. La guerra santa del prete, che si e` gia` distinto in crociate contro libri "indecenti" e i giochi elettronici, ha quindi apparentemente motivato la decisione del comune di chiudere lo spazio a quelli che sono additati come satanisti. In realta` la pagina "maledetta" era un brano letterario presentato come parte di un percosro di ricerca e studio relativo ai modelli di scrittura al femminile () e presentato all`Univesita` di Roma.

La chiusura degli spazi web e` stato un errore di metodo. Perche` si e` scelta la via autoritaria ad una soluzione negoziale della controversia derivante dall`esistenza della pagina incriminata. Un errore di merito in quanto si trattava di un brano letterario col linguaggio proprio di certe tendenze della critica politica e della fiction letteraria.

Tuttora la richiesta dei cittadini di avere un incontro pubblico con l`assessore rimane disattesa. Allo stesso momento alcune delle pagine oscurate sono state riaperte al pubblico, senza che tale atto fosse preceduto da una discussione chiara, pubblica e collettiva sul motivo della discriminazione rispetto alle associazioni che sono ancora oscurate. Dato questo modo di procedere e siccome per la sconsiderata censura non possiamo invocare la non competenza tecnica dell`assessore che ha validi collaboratori, possiamo solo pensare che si e` trattato di una scelta politica. Una scelta politica per ricontrattare ad un livello autoritario la presenza sugli spazi comunali di quelle stesse associazioni che avevano dato via alla rete civica ed ai progetti sperimentali.

Ora, come cittadini, quello che vogliamo e` la riapertura di tutte le aree dei progetti sperimentali e l`avvio di una discussionepubblica sull`accaduto. Ricordando che la rete civica e gli spazi web non sono proprieta` dell`amministrazione ma dei cittadini che li hanno creati e che li "pagano" con le tasse ed il lavoro volontario in cui si impegnano per proseguire l`esperimento. La rete civica non e` stata una concessione del Comune ai cittadini, e` il risultato di una contrattazione fra parti ugualmente legittimate ad intervenire sui processi politici relativi alla gestione del territorio che abitano e che la rete civica, per le progettualita` ancora ha, all`interno dell`economia dei flussi comunicativi e` una forma di reddito indiretto per i soggetti che attraverso di essa svolgono le proprie attivita` didattiche, comunicative e produttive. Insomma uno scenario in cui e` ormai doveroso riconoscere che il diritto alla Comunicazione come si configura nelle attese della societa` digitale e` ormai da considerarsi non mero chiacchiericcio ma come "diritto all`esercizio della Cittadinanza".


da [hackmeeting] 13.07.998

from [: robin :]

Riflessioni sulle 150 righe sataniche

Grazie! Sono andato a leggerlo... Il testo esprime opinioni condivisibili, non nuove, e ripetute anche nella psicologia orgonica di Wilhelm Reich. Inoltre, nulla di nuovo anche per i lettori di romanzi horror e fan del black metal. Nella variante soprannaturale. Infatti, si cita Aleister Crowley. Il linguaggio di Crowley si ritrova nei racconti di H.P Lovecraft, il quale lo leggeva volentieri. Il Don brucia pure quelli? No, no... li pubblica Mondadori...

Qualche considerazione. Il testo della "Loggia" si basa sul rifiuto dello scambio simbolico fondato dal cattolicesimo. Non per caso, come esergo c'è la frase “jesus died for his own sins not mine”. E' un testo dall'alta intertestualità. Non mi stupisce che si trovasse all'interno di una tesi di laurea sulla fantascienza femminile. Non sono poche, in America, le autrici di fiction, le cyberfemministe che professano il loro anticattolicesimo e recuperano i culti perseguitati dall'inquisizione. Non solo panteismo, ma femminilizzazione e naturalizzazione di dio e deità.

Questo mi fa riflettere sugli aspetti comunicativi dei linguaggi antagonisti. Non rispecchiano l'ordine degli scambi sociali, relativi alla sessualità, al lavoro, alla religione, ma si sedimentano sul rimosso. Come, appunto quello dei culti "non cristiani". Mentre quello del Don rispecchia il topic retorico della "scoperta" e dell'"ubiquità del male".

Allora, se il linguaggio dei satanisti appartiene al rimosso storico e si scontra con le pratiche manipolatorie che cancellano le "diversità" storiche, che sorvegliano l'identità della verità, può essere che esso riguardi anche le intelligenze non omologate. Basta analizzare la nascita dell'universo gutemberghiano e l'appropriazione di questo mezzo fatta la chiesa cattolica. E' risaputo: il passaggio dalla cultura manoscritta alla stampa corrispose alla eliminazione di testi considerati eretici, ecc. Non si tratta semplicemente del "credere", ma di come si fonda socialmente la verità del credere. Nel senso di rispecchiamento in un valore extracomunicativo.

La concezione del linguaggio sostenuta dal Don e i suoi amici di AN è repressiva perchè si fonda su valori extracomunicativi. Vede Internet come un tutto e non come rizoma di comunità in grado di stabilire liberamente i linguaggi e le forme di esistenza. La semantica dovrebbe viaggiare in rete con la cintura di castità. Infatti, sono andato a visitare il sito dell'associazione Arcobaleno. Si parte con: "E la prima volta alla Camera si parla di Internet" (1997). Si professa un approccio comunicativo "trasparente". Il che significa maggior controllo. Assolutamente ovvia - per loro - l'indifferenza per gli aspetti finzionali della comunicazione. In lista, si parlava di McLuhan. E questi signori (AN, FI, CCD, Lega Nord, Ulivo) identificano in continuazione l'uso della tecnologia con il fine, il canale con il messaggio. Come se nella vita off-line non esistessero maschere, finzioni, complicità, segreti, latenze, differenze, spostamenti del senso, multiidentità... Come se il contenuto di un atto comunicativo non cambiasse valore, in base al contesto in cui avviene, in base al diritto (acquisito per il fatto stesso di parlare) dei partecipanti alla comunicazione.

Ho l'impressione che per tali poliziotti del senso sia proprio l'"apertura semantica", il nomadismo della verità, il problema. Ciò che prospettano è una forma di comunicazione "referenziale" e "protocollare". La comunicazione enunciata da x a y, n... sarebbe valutabile secondo dei protocolli di "legalizzazione" e identità morale, estetica, comportamentale z che naturalmente sono garantiti dallo sguardo della sorveglianza (extracominicativa). La loro argomentazione si fonda su presunti casi di "pedofilia", e di "satanismo", ma incide sulla possibilità di formare patti comunicativi (credenze, opinioni, valori) estranei allo sguardo della sorveglianza. Non è solo un attacco alla libertà di enunciazione, ma anche alla libertà d'interpretazione. Alla definizione intersoggettiva di ciò che consensualmente i partecipanti di una "società comunicativa" riconoscono come verità contestuale.

Questo brano, tratto dal sito Arcobaleno, è a dir poco "allucinante":

"spesso soggetti animati da intenzioni criminali e ripugnanti hanno utilizzato Internet per i loro fini più immorali e inconfessabili; il ricorso a Internet non conosce confini né territoriali, né tantomeno anagrafici, con il rischio di vedere esporre una quantità sempre crescente di adolescenti, e perfino bambini, alle sempre più esplicite e, pertanto pericolosissime strumentalizzazioni perpetrate per via telematica;"

A prima vista, credo, si tratta del meccanismo di legalizzazione "sociale" della repressione. Per cui, come nelle varie forme storiche di fascismo, il signor Bravo Cittadino, con la delega simbolica del potere, si attribuisce il diritto di indicizzare la "devianza comunicativa" (perché di parole e rappresentazioni si tratta) e di escluderla dall'ordine degli scambi sociali. Il fenomeno va di pari passo con l'icona mediatica del "mostro" in cui si rispecchia il Bravo Cittadino per purificare la propria identità sociale. Quando i media, le norme, creano le streghe, si attaccano le basi di esistenza delle diversità.

Inutile l'ironia... Meglio Oliver Stone. Quando, nella prefazione al romanzo "Assassini nati", dice: "Una volta che si siano create categorie di soggetti da considerare politicamente corretti, si inizia - e si è già iniziato - un processo di indebolimento delle nostre libertà fondamentali."

Queste le ragioni per cui, da stasera, il testo "La Loggia Nera. Una via satanica alla conoscenza" sarà reperibile anche sul sito di Fortunecity:


da hackmeeting 15.07.998. messaggio di Harry

L'atto di forza che in questi giorni ha leso ingiustamente la libertà di espressione dei terminali di informazione e comunicazione ospitati nella Rete Civica di Roma, appare tanto sconclusionato e inutile quanto quello che recentemente ha condotto al sequestro preventivo del server di E.C.N., per via di un volantino diffuso dall'associazione *Isole nella Rete* percepito come "diffamatorio" da un'agenzia di viaggi.

A) La procedura è stata dissennata:

Chiudere senza preavviso e a tempo indeterminato oltre 60 spazi estranei alla vicenda (per di più orientati al sociale e svincolati da fini di lucro, tra cui Peacelink, Wwf, Lipu e Croce Rossa) è un atto inqualificabile, che danneggia la collettività più di quanto si ipotizzava potessero fare le fantomatiche "150 righe sataniche" contestate.

B) Il merito è risibile:

Mariella Gramaglia, responsabile comunale del progetto, in un'intervista riportata dai giornali esplicita in questi termini i motivi dell'atto censorio:

1) "E' un testo di una violenza terribile"

Affermazione discutibile... ma se anche fosse? Dov'è il "reato"? Si trova di molto "peggio" nelle comuni biblioteche: libri accessibili a chiunque, pubblicati dalle maggiori case editrici italiane.

In questo paese c'è la libertà di pensiero e di stampa. E per favore non venitemi a ripetere che l'avete fatto per proteggere i minori, paventando assurdi rischi di "contaminazione": a un bambino non capita di accedere a un sito internet per sbaglio, né legge di questa roba.

Se poi si volesse cominciare a togliere dalla circolazione tutto ciò che non piace al Vaticano, sulla rete italiana non vi potrà più essere alcuna libertà di parola.

2) "Nella colonna di sinistra c'erano tra l'altro simboli e formule magiche che, secondo gli esperti, servono all'organizzazione di messe nere."

Incommentabile: il Comune di Roma si fa carico di provvedimenti che limitano con arbitrio la libertà di espressione facendo leva su un revival di superstizioni ancestrali. Ci manca solo che domani il sindaco Rutelli ricorra alle sedute spiritiche per risolvere il problema della disoccupazione.

La mitica (nel senso di "oggetto di mitologia") Costituzione della Repubblica Italiana sancisce tra l'altro che in materia di culto lo Stato ha l'obbligo di essere imparziale e *LAICO*: non può arrogarsi a nessun titolo il diritto di censurare uno scritto in base a credenze religiose particolari. Le limitazioni poste dalla norma costituzionale che richiama ad atti "contrari al buon costume" non si pongono, trattandosi di materiale ad ampia e secolare diffusione liberamente acquistabile nelle librerie.

Personalmente non credo nella nomenclatura "satanica" di derivazione cristiana, tra esorcismi e possessioni diaboliche da operetta: le "gesta di Satana" non mi toccano minimamente, e ritengo in aggiunta di avere gli stessi diritti dei soggetti di religione cattolica. Ergo, io voglio poter leggere quel cazzo che mi pare e piace, senza tutori che decidano al mio posto. CHIARO?

Il contenuto della pagina incriminata, qualsiasi esso sia, appare assolutamente irrilevante: è una questione di principio, di libertà di scelta. Se si continua di questo passo, dopo aver censurato le pagine più appariscenti si passerà a rastrellare e smussare tutto il resto. Pensateci bene prima di dire che non vi riguarda.

3) "Mi dicono inoltre che cliccando sulla figura dell'Anticristo che campeggiava sulla pagina si andava direttamente su siti di pedofilia"

"Mi dicono" non va bene: le "autorità competenti" non dovrebbero assumere posizioni vincolanti pesantemente discriminatorie nei confronti della libertà altrui e di per sé infamanti sulla base di un "sentito dire".

Se quello citato, per quanto "scomodo" possa apparire, è davvero un sito dove si "violentano i bambini", ovvero legato a traffici e prostituzione, io allora sono Elisabetta la Regina d'Inghilterra.

C) Il querelante è tutto un programma:

Il firmatario della denuncia è un prete della diocesi di Siracusa, tale don Fortunato, il quale ha istituito tempo addietro il *Telefono Arcobaleno*, gruppo che si prefigge di proteggere la collettività dall'invasione marziana di "pedofili" e "satanisti", in particolare quanti operano su Internet.

Le azioni legali rivendicate con orgoglio (si parla di "battaglie vinte") nelle pagine del sito ufficiale dell'associazione concernono mobilitazioni contro (cito) "giochi e giocattoli diseducativi" come il *Tamagotchi*, il *Prof. Horribilus* e la bambola *Tanya Luna park*. Tra le più importanti iniziative intraprese a scapito di "maghi e truffe": "digiunano 2000 fedeli della Parrocchia" e "un falò contro superstizione e magia. Oggetti bruciati: Bambola Tanya Luna Park, talismani, amuleti, fatture di magia nera, libri dell'occulto". Il tutto condito da esposti, ingiunzioni, petizioni, denunce, querele.

Questo l'interlocutore del Comune di Roma. Questo il clima.

A proposito di giocattoli: chi traumatizza chi?

A proposito di "falò contro la superstizione": da che pulpito?

Insomma, va bene l'intento di proteggere il "consumatore" dai raggiri dei ciarlatani di professione e i minori dalla violenza propriamente detta. Va bene anche fare opera di proselitismo professando liberamente le proprie credenze religiose e amministrando in pubblico bizzarri rituali al fine di esorcizzare "Il Maligno".

Tuttavia, quando si richiede con successo l'intervento censorio dello Stato laico, forti della presunzione di "ragione morale" conferita dalla propria militanza attiva nella confessione maggioritaria, allora forse si esagera.

Specie di questi tempi, dove tra "pedofili" e "satanisti" tutto fa brodo. Vedi il clamoroso caso dei *Bambini di Satana*: oltre un anno di ingiusto e brutale carcere preventivo frutto di una tentacolare montatura coadiuvata da isteria collettiva e pregiudizi che si sperava fossero stati accantonati per sempre (Dimitri e compagni sono stati assolti con formula piena perché i numerosi reati contestati - dallo stupro all'omicidio - semplicemente "non sussistono", ma non prima di aver subito un'agghiacciante caccia alle streghe forcaiola a mezzo stampa).

Non si scherza con il carcere e non si scherza con la libertà di parola.

"Probabilmente questo comunicato non verrà diffuso. Non tutti si possono permettere di diffondere l'opinione di uno psicopatico, pedofilo, stupratore, assassino, mafioso, peggio di un terrorista libico e quant'altro mi si vuole ancora appioppare"

(Marco Dimitri, in un comunicato stampa datato 23 Marzo di quest'anno)

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