Fino a questo momento, sono state scoperte e utilizzate centinaia di piante psicoattive. Piante allucinogene, afrodisiache, sedative, eccitanti, le cui foglie, fiori o radici, contengono principi attivi largamente conosciuti e apprezzati in ogni latitudine e cultura. Parte integrante nei rituali di molti culti e religioni, utilizzate per curare malattie e lenire sofferenze, le piante psicoattive sono state determinanti nello sviluppo culturale, sociale e materiale del genere umano. Anche il territorio italiano è ricco di questa flora. In passato queste piante venivano ampiamente studiate e usate da medici, guaritori, gente comune; su di esse sono nati miti, imposti tabù, fiorite leggende, innalzati roghi. Oggi si utilizzano per lo più per estrarne i principi attivi o sono state soppiantate da sostanze chimiche più efficaci, diffuse e gestite diversamente di un tempo. Alcune sono molto note - belladonna, stramonio - altre come la lattuga o la ninfea molto meno, altre ancora, data la bassissima presenza in esse di principi psicoattivi del tutto sconosciute; in ogni caso sempre meno fanno parte del bagaglio di conoscenze diffuse.
In questo erbario sono catalogate e descritte le specie vegetali spontanee riconosciute come psicoattive, o potenzialmente tali, presenti in Italia; sono state tralasciate quelle appositamente coltivate allo scopo. Le piante considerate comprendono specie con effetto psicoattivo dimostrato (sulla base di dati etnobotanici, fitochimici e farmacologici), specie di possibile psicoattività (non ancora completamente dimostrata) e specie più o meno dubbie, per le quali generalmente non vi sono dati etnobotanici significativi, o la cui fitochimica e farmacologia è ancora scarsamente studiata.
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