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HORST FANTAZZINI: Biografia minima

 

Bologna primi anni venti.
In tutta l’Emilia, le squadre fasciste scorazzano a loro piacimento; obiettivi principali sono le cooperative, le camere del lavoro ed il partito socialista. Raffaele, nonno di Horst Fantazzini, è un vecchio militante dello PSI, ala massimalista. Spesso torna a casa gonfio di botte o imbottito di olio di ricino. Alfonso, padre di Horst nasce il 14 gennaio 1906 a Bologna. Manovale edile, ha frequentato le scuole elementari; appena adolescente s’iscrive ad un circolo anarchico e diventa Libero: questo, da allora, sarà il suo nome. La sua militanza si fa più intensa, ma anche più rischiosa, con il Partito Nazionale Fascista padrone d’Italia non si scherza. Nell’ennesimo scontro tra anarchici e fascisti, un fascista viene ucciso. Sono gli ultimi mesi del 1922. Libero, per sottrarsi al carcere, sceglie prima la clandestinità, poi l’espatrio.
Fugge in Francia. Il 10 gennaio 1924 è condannato dalle autorità Francesi a sei mesi di prigione per furto ed è espulso. Ma rimane in Francia sotto il falso nome di Libero Sisti, dimorando a Parigi e a Metz. Conosce Berta Heinz, figlia di minatori d’origine tedesca. Nel gennaio 1932 rapina una tabaccheria a Bezons in Francia; arrestato, il 25 gennaio riesce ad evadere dal carcere di Versailles, ma nel giugno successivo viene fermato dalla polizia svizzera per aver commesso un furto in una chiesa di Basilea e per uso di passaporto falso. In agosto è riconsegnato alle autorità francesi; viene condannato a 18 mesi per il furto nella tabaccheria e ad un anno per evasione. Durante la detenzione spedisce a Bologna, presso i genitori, la compagna Berta e la figlia Pauline di due anni. Nel 1934 esce dal carcere e si trasferisce nella Saar, regione allora contesa da Francia e Germania e sotto l’amministrazione di una speciale commissione del Consiglio della Società delle Nazioni. Ad Altenkessel, un villaggio a pochi chilometri da Saarbrücken, trova lavoro come muratore e sposa Berta. Nel 1935, il referendum popolare previsto dai trattati di Versailles stabilisce la sovranità tedesca sulla Saar. A Berlino i nazionalsocialisti governano da due anni. Per Libero cominciano i guai, perde la condizione di rifugiato politico ed è tenuto sotto controllo dalla polizia nazista.
Horst nasce il 4 marzo 1939.
Nel 1945 la guerra finisce e la famiglia Fantazzini può tornare a Bologna ed Horst può finalmente conoscere la sorella Pauline.
Gli anni del dopoguerra non sono facili, si regolano vecchi conti, saltano in aria negozi di ex fascisti ed alcuni vengono uccisi. Alla Bolognina nasce la leggenda dell’“uomo dal mantello nero”, un misterioso giustiziere che in bicicletta, la notte, spunta dal buio, tira fuori un mitra da una specie di coperta che ha arrotolato sopra le spalle e fa fuoco contro il fascista di turno.
Nel 1948 Libero è accusato d’omicidi, ferimenti e attentati contro ex seguaci di Mussolini. Finisce in carcere. Un anno dopo, al processo è assolto e scarcerato.
Horst, terminate le scuole medie, trova occupazione prima in una fabbrica di motociclette e poi come impiegato in una ditta di spedizioni. Sulle orme di Libero diventa anarchico.
Nella primavera del 1956 conosce Anna, che ha sedici anni e fa l’operaia. Si sposano l’anno dopo.
Nel 1959 Horst è internato per un breve periodo nel manicomio di Aversa.
Nel 1960 decide di portare la moglie Anna ed il figlio di pochi mesi al mare; ma al mare non arrivano mai. La polizia li ferma lungo la strada, la macchina è rubata, i soldi che Fantazzini tiene in tasca sono il frutto della sua prima rapina alla cassa dell’ufficio postale di Corticella. Viene condannato a cinque anni di galera. Esce in libertà vigilata.
Horst continua a svaligiare banche e uffici postali, e lo fa da solo, con uno stile tutto suo, usa sempre una pistola giocattolo. Le sue sono rapine da due-trecentomila lire, in sportelli periferici sempre poco controllati. Va pure in trasferta e mette a segno vari colpi in Germania ed in Francia.
Il 27 luglio del 1968, Fantazzini è arrestato grazie allo sgambetto di un gendarme dopo una rapina in una banca di Saint Tropez. Dopo quattro anni in un penitenziario d’Oltralpe, viene estradato in Italia, dove i giudici di Bologna decidono per il cumulo della pena anziché accettare la tesi difensiva della continuità del reato: sono 11 anni di carcere da scontare a Fossano.
Il 23 luglio del 1973, impugnando una pistola che è riuscito a ricevere in prigione nascosta in una torta, Horst tenta la fuga, ferisce gravemente la guardia al cancello ed un graduato e viene crivellato di colpi da cinque tiratori scelti appostati sui tetti. Viene miracolosamente salvato dai chirurghi. Classificato come detenuto pericoloso, è spedito in carceri bunker o speciali. L’esperienza più dura la fa in Sardegna, prima all’Asinara e poi a Nuoro.
Agosto 1978: è il periodo delle rivolte. L’isolamento duro voluto dal direttore Cardullo all’Asinara fa scoppiare un’estate di rivolte. Inizia con la distruzione dei citofoni ai colloqui ed il rifiuto di tutti i prigionieri di rientrare nelle loro celle. Finisce con il massacro di una settantina di prigionieri. Horst finisce in coma e viene portato in elicottero all’ospedale di Sassari; ritorna all’Asinara dopo due giorni. Qualche giorno dopo vengono distrutte le due sezioni speciali e poco alla volta i detenuti politici vengono trasferiti. Il diario di queste lotte, grazie a Fantazzini, è pubblicato dalle Edizioni Anarchismo nel libretto “Speciale Asinara”.
Horst è trasferito a Palmi, nuovamente all’Asinara e poi a Nuoro, dove è rinchiuso nel braccio di massima sicurezza di Badu e Carros con i brigatisti rossi.
Il 27 ottobre 1980 partecipa ad una rivolta contro il regime d’isolamento e per la separazione tra detenuti politici e boss mafiosi. Rivolta sanguinosa, diverse guardie ferite e due detenuti uccisi.
Prima del trasferimento ad Alessandria, nel 1989 Horst, approfittando di un permesso, evade riprendendosi un po’ della sua vita. Viene nuovamente arrestato nell’estate del 1991, in un’operazione che ha dato il via alle montature antianarchiche degli anni ‘90. Per i magistrati fa parte di Azione Rivoluzionaria.
Alla fine degli anni novanta Horst vince un premio letterario con la poesia “L’uomo cancellato”.
Frequenta l’università di Bologna e diventa un esperto di grafica al computer; con l’opera “L’uovo di Dalì” va in finale ad un importante concorso di grafica.
Nel 2001, dopo altri permessi, arriva la semilibertà. Ha un lavoro a Bologna all’Alter Coop, che si occupa di carta riciclata. Esce dal carcere alle sei del mattino e rientra alle dieci di sera.
Il 19 dicembre 2001 viene arrestato con un complice per aver tentato una rapina in banca.
Horst Fantazzini muore il 24 dicembre 2001, intorno alle ore 20.00, a causa di un aneurisma addominale.

 

 

 

 

 
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