Il testo di Debord, preparato nel 1971 per il tredicesimo numero dell'Internationale Situationniste, e pubblicato soltanto nel 2004, vede la luce in un contesto storico che gli conferisce tutto il suo peso, e si presenta come una sorta di verifica empirica delle analisi dell'autore. Tutto quello che questo libro enuncia come riflessioni riguardanti l'inquinamento in quanto risultato della "crescita automatica delle forze produttive alienate della società di classe" merita perciò di essere preso sul serio più che mai, in quanto dà un giudizio netto sull'insieme dei discorsi che oggi ci affliggono: discorso tecnocratico sull'inquinamento da affrontare come una sfida; rivelazioni pseudo-ontologiche sull'essenza della tecnica; negazioni interessate delle distruzioni in corso; proclami in favore di un ritorno a una povertà programmatica, alla trazione animale e alla produzione artigianale delle merci.
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