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Guy Debord:RAPPORTO sulla costruzione delle situazioni e sulle condizioni dell’organizzazione e dell’azione della tendenza situazionista internazionale.Pagine 46 € 2,50

Rapporto sulla costruzione delle situazioni

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Il Rapporto sulla costruzione delle situazioni di G.-E. Debord nasce come premessa alla fondazione dell’Internazionale Situazionista, ne rappresenta il documento preparatorio e conserva, a cinquant’anni dalla sua stesura, elementi di profeticità che ancora rendono valide le sue considerazioni. Viene proposto in una versione tradotta a suo tempo ma integrata nelle parti mancanti e rivista e corretta laddove abbiamo ritenuto necessario per una maggiore comprensione dell’insieme.
Il valore di questo testo si esplicita fra gli altri sul tema del tempo libero di cui si intravedeva con certezza il “continuo e rapido aumento” e la valenza rivoluzionaria che poteva rappresentare se sottratto all’industria del consumo e del divertimento passivo che il potere cominciava allora ad allestire sul suo scenario.
“Lo scopo generale dev’essere quello di ampliare la parte non mediocre della vita, di diminuirne, per quanto possibile, i momenti nulli.” “… sotto i nostri occhi si svolge una battaglia del tempo libero, la cui importanza nella lotta di classe non è stata sufficientemente analizzata.”
In un periodo come il nostro dove il vuoto lavorativo prodotto dal capitale lascia ancora sgomenti e disorientati giovani e meno giovani che aspettano un improbabile canonico inserimento nel mondo del lavoro e dunque nella società, riflettere su queste parole e tentare di occupare finalmente la vita con i propri desideri e le proprie passioni offre uno spunto molto attuale per prefiguare altri scenari e trovare possibili soluzioni. “Devono profilarsi nuovi desideri, in rapporto con le possibilità attuali.”
Anche il tema della pubblicità affonda ancora i denti nella critica attuale quando si dice, ad esempio, che “si è giunti ad un punto di assenza ideologica in cui ad esclusione di ogni preliminare giudizio critico, agisce la sola attività pubblicitaria…”.
Il testo passa attraverso la disamina dei movimenti che hanno fatto da preludio a questo ultimo atto che rappresenta il superamento delle fasi precedenti legate all’avanguardia artistica ovverosia al futurismo, al dadaismo, al surrealismo, al lettrismo: l’I.S. nascerà quindi dalla fusione dell’Internazionale Lettrista, del Movimento per una Bauhaus immaginista e del Comitato psicogeografico di Londra. Prosegue con riferimenti legati strettamente all’epoca in cui è stato scritto sugli stati operai, riflette sulla cultura dell’epoca usando termini oggi desueti come proletariato e borghesia e delinea quelle che saranno i primi passi dell’I.S. sui temi dell’urbanismo unitario, della deriva e del détournement per la creazione e l’attivazione di quelle situazioni senza avvenire di cui gli uomini smettendo i panni da spettatori cominceranno ad agire come protagonisti della loro vita.
“Il principale dramma affettivo della vita, dopo il conflitto perpetuo tra il desiderio e la realtà ostile al desiderio, sembra essere proprio la sensazione dello scorrere del tempo. L’atteggiamento situazionista consiste nel puntare sulla fuga del tempo, contrariamente ai processi estetici che tendevano alla fissazione dell’emozione. La sfida situazionista al passaggio delle emozioni e del tempo sarebbe la scommessa di guadagnare sempre sul cambiamento, andando sempre più lontano nel gioco e nella moltiplicazione dei periodi coinvolgenti. Non è evidentemente facile per noi, in questo momento, fare una tale scommessa. Tuttavia dovessimo perderla mille volte, non abbiamo la scelta di un altro atteggiamento progressista”.
I _periodi emozionanti’ come vengono designati dai situazionisti non sono adesso assolutamente legati alla matrice artistica da cui, allora, partivano e verso la quale sviluppavano la prima critica e, dopo essere passati attraverso la critica radicale degli anni settanta, si sono proiettati verso situazioni di vita altra nate da movimenti ora di lotta ora di rifiuto ora di rivolta ma la scommessa rimane forse sempre la stessa come il primo impulso da cui traggono la loro forza.

 

 

 

 
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