L’amore vuole tutto il tempo, tutto lo spazio. Non tollera l’esistenza di pratiche che lo limitino. Esige la totalità e si pone sempre in essere come una potenza che tende alla pienezza del vivere. Ecco il motivo per cui è sempre stato relegato in una sfera privata separandolo funzionalmente dall’ambito politico ed economico.
Quando non è asservito alla riproduzione della specie, l’amore carnale viene visto come una turbativa, un eccesso, una mera dissipazione di forze, risultando un intralcio alla produttività e un potenziale pericolo per la stabilità del sistema.
Non essendo mai del tutto assoggettabile alla produzione e al consumo dei valori sociali, l’amore mette in gioco l’unicità dei viventi aprendola ogni volta alla possibilità di una Comune ingovernabile, creando cioè uno spazio dove può affermarsi un’intesa senza padroni e che non è cartografabile a partire dai luoghi comuni della società.
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