PUNTO DI PARTENZA:
SEMINARIO CON LE DONNE DELLE ISTITUZIONI A LUCCA, IL 12 OTTOBRE
2002, DONNE IMMIGRATE E ITALIANE HANNO FORMULATO PROPOSTE PUNTUALI
CHE SPAZIANO DAGLI ENTI LOCALI ALLA CARTA EUROPEA DEI DIRITTI
GLI
ALTRI MATERIALI DEL PERCORSO PUNTO DI PARTENZA PUBBLICATI NEI
PRECEDENTI NUMERI 1,2,3
novembre 2002, dalle associazioni
promotrici
Le domande e le proposte per le donne e gli uomini nelle istituzioni che sono uscite dal nostro percorso, dal lavoro al campus delle culture delle donne del 2000, al libro "Prendiamo la parola" pubblicato nel 2001, ai Seminari di Punto di partenza: con le Associazioni interculturali delle donne e le Associazioni delle donne immigrate (Bigallo, Firenze, 21 e 22 giugno 2002) e con le donne dei/nei movimenti (Empoli, 21 e 22 settembre 2002):
- Riconvertire la spesa pubblica degli enti locali a sostegno delle scelte di autonomia e di responsabilità: ad esempio i soldi che oggi vengono dati agli istituti o alle famiglie italiane affidatarie vengano riconvertiti in sostegno economico alle madri.
- Richiesta di estensione del permesso di soggiorno per tutta la durata di corsi professionali, in genere di sei mesi, per cui sia previsto l'accesso a disoccupati (oggi se un immigrato è disoccupato perde il permesso di soggiorno, se lavora non può partecipare al corso professionale!).
- Possibilità di accesso ai concorsi pubblici anche per chi non è cittadino/a italiano/a ma è in possesso degli altri titoli; la stessa cosa per l'accesso alle pensioni di invalidità ora riservate ai cittadini italiani anche in presenza degli altri titoli.
- Attuare la reversibilità della motivazione del permesso di soggiorno da "motivi umanitari" a "motivi di lavoro", visto che la legge prevede soltanto la conversione per motivi di studio.
- Che le istituzioni si facciano carico di riconoscere maggiormente il servizio di sostegno e di accompagnamento come un prodotto necessario per affrontare in modo corretto le politiche dell'immigrazione. Riteniamo che questo lavoro possa anche servire alla formazione del personale che opera nelle istituzioni per rafforzare interventi basati sui diritti e non a carattere assistenziale. Richiesta anche di formazione degli operatori e delle operatrici italiani agli sportelli (posta, asl, ecc.).
- Sui diritti di cittadinanza: il gruppo di lavoro del seminario di settembre propone la ridefinizione di cittadinanza nei termini di "chi vive sul territorio nazionale" o "chi è presente sul territorio nazionale" (in questo caso consegue la proposta di riconvertire il denaro utilizzato per la politica di repressione degli/delle immigrate per strutturare politiche di accoglienza); il gruppo propone anche che venga riconosciuto come cittadino/a italiano/a chi nasce sul territorio nazionale.
- Sulla Carta europea dei diritti: si propongono modifiche e integrazioni come dall'allegato che presenta le proposte uscite dal gruppo di lavoro "Fortezza Europa e carta europea dei diritti" del Seminario di Punto di partenza del 21 e 22 giugno a Bigallo.
Allegato
Proposte uscite dal Seminario di Punto di partenza del 21 e 22 giugno a Bigallo.
Attualmente la cittadinanza nell'ambito dell'Unione europea è concepita come appartenenza ad uno Stato-nazione, come possesso della cittadinanza di uno Stato membro.
Sul piano dei contenuti del concetto di cittadinanza, la tendenza in atto va sempre più in direzione della frammentazione: si individuano categorie e figure giuridiche differenziate cui corrisponde un diverso livello di accesso ai diritti, secondo una scala progressiva che vede al suo vertice la cittadinanza europea vera e propria.
Sulla base di queste differenziazioni, la libera circolazione è garantita alle merci, ai servizi, ai capitali, ma solo ad una parte della popolazione, in maniera funzionale alle esigenze dell'economia. Le regole del mercato determinano non soltanto la politica commerciale, ma anche la politica migratoria e quelle ad essa connesse (politiche di cooperazione).Questa impostazione è da invertirsi secondo i seguenti punti fermi:
- Ogni individuo ha il diritto di spostarsi liberamente e di decidere il luogo dove risiedere, indipendentemente dalla sua origine e dalla sua cittadinanza (comunitaria o non).
- I diritti di cittadinanza non devono più essere legati alla cittadinanza, bensì alla residenza, intesa come presenza effettiva sul territorio e non ridotta a mera pratica burocratico-amministrativa.
- Il mantenimento del diritto all'asilo non è in contraddizione con quanto sopra, perché trova il suo fondamento specifico nella condizione di particolare pericolo e rischio della persona richiedente asilo cui deve corrispondere il diritto ad un trattamento particolarmente di favore, di protezione umanitaria.Sulla base di questi principi, il gruppo ha proposto la riformulazione di alcuni articoli della carta europea.
Art. 15 (versione attuale)
Libertà professionale e diritto di lavorare
1. Ogni individuo ha il diritto di lavorare e di esercitare una professione liberamente scelta o accettata.
2. Ogni cittadino dell'Unione ha la libertà di cercare un lavoro, di lavorare, di stabilirsi o di prestare servizi in qualunque Stato membro.
3. I cittadini dei paesi terzi che sono autorizzati a lavorare nel territorio degli Stati membri hanno diritto a condizioni di lavoro equivalenti a quelle di cui godono i cittadini dell'Unione.Art. 15 (versione proposta)
Libertà professionale e diritto di lavorare
1. Ogni individuo che risiede nell'Unione ha il diritto di lavorare e di esercitare una professione liberamente scelta o accettata.
2. Ogni individuo che risiede nell'Unione ha la libertà di cercare un lavoro, di lavorare, di stabilirsi o di prestare servizi in qualunque Stato membro.
3. I cittadini dei paesi terzi che lavorano nel territorio degli Stati membri hanno diritto a condizioni di lavoro equivalenti a quelle di cui godono i cittadini dell'Unione.Art. 18 (versione attuale)
Diritto di asilo
Il diritto di asilo è garantito nel rispetto delle norme stabilite dalla convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951 e dal protocollo del 31 gennaio 1967, relativi allo status dei rifugiati, e a norma del trattato che istituisce la Comunità europea.Art. 18 (Proposta di riformulazione)
Pur non avendo riscritto in maniera compiuta l'articolo, il gruppo ha condiviso la necessità di prevedere una norma che garantisca effettivamente il diritto di asilo, individuando alcune situazioni a cui deve corrispondere una protezione particolare. Il diritto di asilo deve essere garantito nei casi di provenienza da Stati che si trovino in condizione di violenza generalizzata di oppressione sessuale o religiosa, di ambiente ecologicamente non sostenibile dal punto di vista delle vivibilità.Art. 40 (versione attuale)
Diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni comunali
Ogni cittadino dell'Unione ha il diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni comunali nello Stato membro in cui risiede, alle stesse condizioni dei cittadini di detto Stato.Art. 40 (versione proposta)
Diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni comunali
Ogni individuo che risiede nell'Unione ha il diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni comunali nello Stato membro in cui risiede, alle stesse condizioni dei cittadini di detto Stato.Art. 45 (versione attuale)
Libertà di circolazione e di soggiorno
1. Ogni cittadino dell'Unione ha il diritto di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri.
2. La libertà di circolazione e di soggiorno può essere accordata, conformemente al trattato che istituisce la Comunità europea, ai cittadini dei paesi terzi che risiedono legalmente nel territorio di uno Stato membro.Art. 45 (versione proposta)
Libertà di circolazione e di soggiorno
1. Ogni individuo che risiede nell'Unione ha il diritto di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri.
2. (soppresso).
Nel corso della breve discussione che è seguita alla presentazione in plenaria del lavoro del gruppo sono emerse alcune osservazioni, in particolare:
- occorrerebbe cercare di far emergere maggiormente le contraddizioni derivanti dall'attribuzione del diritto degli italiani all'estero e della filosofia che ci sta dietro;
- da un punto di vista politico occorrerebbe "puntare al massimo", applicando il principio della residenza al posto della cittadinanza anche all'articolo 39 sul voto al Parlamento Europeo;
- tra le cause di chiusura della Fortezza Europea a qualcuno sembrava meglio parlare di "conservazione dei privilegi", di "difesa dello sviluppo" piuttosto che di paura.