Uno schiaffo alla ragione.
Brani di articoli di José Ramòn Castaños, rappresentante della Carta dei Diritti Sociali, che analizza la fase aperta dalla rottura della tregua e i risultati elettorali nei Paesi Baschi. Un punto di vista interessante, anche se da noi non totalmente condiviso. Da Inprecor. Febbraio-Marzo 2000.

Dopo la rottura della tregua militare da parte dell'ETA le organizzazioni firmatarie del patto di Lizarra hanno adottato una quarta risoluzione, l'11 febbraio, che denuncia l'atteggiamento di José Maria Aznar e Lionel Jospin che hanno scelto la via poliziesa, e allo stesso tempo dichiara di non sostenere nè giustificare qualsiasi azione violenta. Si conclude poi con l'impegno a battersi perché i Paesi Baschi costruiscano il proprio avvenire liberamente. Qualche giorno dopo un nuovo attentato dell'ETA ha di nuovo cambiato la situazione politica nei Paesi Baschi e fatto saltare il Forum di Lizarra.

Più di un mese é passato dopo l'assassinio da parte dell'ETA del tenente colonnello dell'esercito spagnolo Pedro Antonio Garcia Blanco e la manifestazione di 100.000 persone che ha percorso le strade di Bilbao per domandare allo stesso tempo la tregua militare, la liberazione dei prigionieri politici e il ritorno del governo spagnolo al tavolo dei negoziati politici con l'ETA. Ma nessuno sembra oggi ascoltare questo messaggio maggioritario del popolo basco. L'ETA ha messo in esecuzione la sua minaccia di rottura delle tregua mettendo fine almeno temporaneamente alle attese create dopo 18 mesi di cessate il fuoco. All'opposto si assiste ad una radicalizzazione senza precedenti del nazionalismo spagnolo che sta creando un clima di cospirazione politica insopportabile nella società basca. Ciò che colpisce è l'assenza totale di incrinature tra la destra e la sinistra, tra i sindacati e i padroni in questa unione sacra nazionalista. L'unità d'azione tra il PSOE e la IU, il PP e la Conferenza Episcopale spagnola, le associazione padronali e i sindacati CCOO e UGT, è stata totale nella grande manifestazione contro la violenza a Madrid a fine gennaio. Questo "fronte nazionale" passa attraverso la criminalizzazione del nazionalismo basco e delle aspirazioni legittime alla sovranità politica. L'apparizione di questo fenomeno di odio nazionale è stato così forte che nel corso delle manifestazioni realizzate da questo "fronte" in Euskadi, i vecchi gridi di guerra del franchismo (morte ai baschi) sono riapparsi. Alcuni domandano che sia l'esercito a ristabilire l'ordine nei Paesi Baschi. Del resto il programma di governo PSOE -IU non devia da un millimetro dalla legalità costituzionale e dalla via poliziesca. Si identifica la sinistra basca (EH) on Haider... Come conseguenza di questa enorme pressione mediatica IU ha obbigato la sua sezione locale a rompere con il Patto di Lizarra.

L'assassinio di Fernando Buesa, portavoce socialista al parlamento basco il 22 febbraio, ha portato al massimo grado l'odio e le passioni politiche. Le conseguenze degli atti dell'ETA qualsiasi sia la ragione che l'ha portata a rompere la tregua sono visibili a tutti. La prima conseguenza è essere riuscita a mobilitare la maggioranza della società basca contro di lei. E' una sorta di suicidio politico, che distrugge i progressi politici realizzati nel corso dei 18 mesi di tregua. Le rivendicazioni di sovranità politica avevano conquistato una legittimità politica come non mai ed è andato tutto perduto a causa della repulsione morale, condivisa dalla maggioranza, nei confronti dell'omicidio politico come mezzo per difendere un'idea politica. Così la rottura della tregua rende ormai impossibile l'alleanza democratica di Lizarra. E' possibile che il PNV non ritorni più alle vechie alleanze dei patti antiterrorismo, ma nemmeno nel forum di Lizarra se l'ETA non offrirà delle garanzie di dissoluzione. Nemmeno i sindacati baschi e i movimenti sociali non torneranno a Lizarra se la lotta armata proseguirà. L'ETA é di troppo, un ostaolo al processo di conquista della sovranità nazionale. Non si può proclamare il rispetto della decisione dei baschi quando si rivendica il diritto all'autodeterminazione e negare poi loro lo stesso rispetto quando domandano la fine della violenza e degli attentati terroristi.

La memoria storica ci dice che in questi ultimi quindici anni l'ETA ha ogni volta risolto le sue crisi politiche nella stessa maniera: mettendo un morto sul tavolo, e obbligando così le organizzazioni civili della sinistra basca a scegliere tra loro e il caos, tra la fedeltà e il tradimento, tra la critica e la denuncia. Tutti sperano in una distanza critica dei dirigenti di HB, ma questi non condanneranno l'attentato, anche se non faranno come in passato l'apologia della violenza. Contrariamente a ieri però l'opposizone del sindacato LAB (l'organizzazione più solida della sinistra nazionalista) alla lotta armata è ormai pubblica.

La mancanza di una leadership nazionale
18 marzo 2000

Le elezioni spagnole del marzo 2000 trasmettono una immagine opposta a quella delle elezioni del 1998 e del 1999. Là si poteva osservare una progressione dei partiti baschi in rapporto a quelli "spagnolisti", nel corso delle ultime elezioni questo rapporto si é invertito a favore dei secondi. Si è determinato così:

a) la progressione del PP-UPN (organizzazione del PP nei Paesi Baschi)
b) regressione contenuta del del PSOE
c) la sparizione della IU come referente elettorale nei Paesi Baschi
d) la sconfitta della politica astensionista della sinistra nazionalista, che ha dato la maggioranza elettorale alla destra "spagnolista" e che è stata disattesa dalla società e seguita solo dal 7% del suo stesso elettorato.

Il PNV è riuscito ad affermare la propria leadership politica sul Patto di Lizarra in ragione del numero di voti proveniente dalla sinistra nazionalista. Dalla tabella riassuntiva che segue si vede bene come durante le elezioni basche la tendenza al voto utile premia il nazionalismo basco perchè è in gioco la definizione del potere politico nazionale (cioé basco), mentre in quelle spagnole dove si regola la questione del potere dello stato, le tendenze al voto utile si spostano verso i partiti "spagnolisti" (PSOE, IU, PP).

risultati elettorali in Navarra e Paesi Baschi espressi in migliaia di voti

elezioni spagnole, risultati nei Paesi Baschi e in Navarra

elezioni autonome basche

elezioni autonome navarresi
   1993 1996 2000   1994 1998   1995 1999
PNV 292 319 352 PNV 304 350 PNV 15 17
EA 130 116 101 EA 104 108 EA 14 16
HB 174 154 asten. HB-EH 165 222 EH  25 47
totale 596 589 ? totale 573 680 totale 54 80
PSOE  291 295 347 PSOE 175 220 PSOE 248 275
PP-UPN 191 311 472 PP 174 266 UPN 240 346
totale 482 606 819 totale 349 486 totale 488 621
IU 103 165 85 IU 93 70 IU  121 75

La società basca è divisa in due blocchi politici non conciliabili: il progetto del patto di Lizarra e quello nazionalista spagnolo. La novità é la radicalizzazione dei due blocchi dove lo stato spagolo è deciso a seguire la via poliziesca e l'ETA è decisa a dimostrare con le armi che si dovrà trattare con lei. La sinistra spagnola non difende i diritti democritici delle nazionalità ma si é convertita in uno dei pilastri dello stato centralista. La sua campagna contro il nazionalismo basco ha contribuito a mobilitare l'opinione pubblica spagnola contro il diritto delle nazionalità in generale, provocando dunque l'idebolimento della dichiarazione di Barcellona che legava baschi, catalani e galiziani e che ora si limitano a qualche comunicato evitando di intraprendere azioni solidali per l'autodeterminazione.

L'ETA ha dilapidato la credibilità del Patto di Lizarra, e ha diminuito la credibilità della sinistra basca perché nessuna delle sue componenti gode della autorevolezza sufficiente per imporre il silenzio delle armi. E' stato brutalmemte interrotto anche il processo di rifondazione della sinistra basca. L'autonomia politica delle organizzazioni come EH, il sindacato LAB, ecc. è stata "congelata" radicalmente dalla "solidarietà" che domanda la lotta armata. Il peso che rappresenta per la sinistra nazionalista la repressione poliziesca (500 prigionieri e 2600 esiliati) spinge all'unità tra le organizzazioni civili e l'organizzazione militare nonostante le enormi divergenze politiche che esistono tra loro. Gli strateghi dell'ETA giocano su questo ricatto emotivo, disfano di notte la tela delle alleanze e della rigenerazione delle idee che queste organizzazioni tentano di portare avanti di giorno. Finché esisterà questa relazione di tutela, quasi di vassallaggio non ci sarà futuro per la sinistra basca.
La ripresa delle azioni dell'ETA hanno mobilitato una parte spoliticizzata dell'elettorato normalmente astensionista, ma che respinge l'omicidio come mezzo di lotta politica e non è motivato necessariamente da nazionalismo antibasco. Perché questo voto non è andato al PSOE? Si deve cercare l'origine della sconfitta del PSOE nel cambiamento di alleanze politiche promosse dall'equipe di Fernando Busa (assassinato dall'ETA in piena campagna elettorale) e da Nicolas Redondo che a differenza di suo padre, il carismatico leader dell'UGT radicalmente opposto al liberalsocialismo di Gonzales, ha cancellato la continuità storica del socialismo basco e della sua alleanza politica con il nazionalismo democratico. La coabitazione PSOE-PNV risale al Patto di San Sebastian del 1931 per la proclamazione della seconda repubblica spagnola durante la guerra civile e nei venti anni di autonomia basca; con tutti i suoi limiti questa alleanza ha permesso comunque l'integrazione del 50% della popolazione basca di origine non basca. Così la gente ha preferito l'originale alla copia, la fermezza di una destra che si conosce allo zelo di una sinistra che la imita. Anche IU ha perso il suo unico deputato. Storicamente aperta al dialogo IU si é trasformata anche lei in una organizzazione che non aspira ad altro che ad una risoluzione del conflitto per via dell'imposizione, dell'assimilazione forzata nazionale e della repressione poliziesca.