Alla ricerca di un nuovo treno.
Analisi degli attori protagonisti del periodo aperto dal Patto di Lizarra e successivamente terminato con la rottura della tregua da parte dell'ETA. Un punto di vista della sinistra nazionalista basca critico verso il nazionalismo moderato. Da Paso a Paso n.21, Servizio Informativo di Askapena, proposto e tradotto da Arco Iris. Settembre 2000.

Quando venne firmata la Dichiarazione di Lizarra qualcuno la definì come "Il Treno" che si metteva in moto. La metafora ebbe molto successo. Anche noi vogliamo usare questa allegoria in questo Servizio per cercare di riassumere con la maggiore chiarezza possibile quello che è successo e quello che stà accadendo in questo confuso momento.

Il Treno di Lizarra continua attendendo il segnale della partenza.

Il "treno" di Lizarra venne messo in marcia con la pretesa di diventare un treno di lunga percorrenza, ma in realtà non è mai riuscito nemmeno a percorrere le immediate vicinanze; anzi di più, non è stato nemmeno capace di uscire dal perimetro della stazione. Nonostante il suo brevissimo percorso, tutto sembra indicare che molti dei suoi passeggeri stanno in questo momento "cambiandosi di treno".

Questo è stato l'atteggiamento dei diversi protagonisti:

EUSKADI TA ASKATASUNA, ETA: Si è ritirata dallo scenario politico nel settembre del 1998, lasciando il via libera ad un processo di ricostruzione nazionale che potesse scorrere attraverso percorsi esclusivamente politici. Nel riscontrare un forte ostruzionismo ha rinfacciato al nazionalismo moderato la propria debolezza e la mancanza di impegno (estate del 1999). Di fronte alla mancata reazione di questi e all'atteggiamento demolitore degli unionisti decide di colpire coloro che
si trovavano sulla prima linea di fuoco, distruggendo il treno: l'apparato militare spagnolo (attentato di gennaio a Madrid contro l'esercito), il partito socialista (attentato di febbraio a Vitoria contro Fernando Buesa), la guardia civile (auto-bomba del 6 marzo a Intxaurrondo), i mezzi di comunicazione belligeranti (pacchetto bomba del 27 marzo, contro il giornalista Carlos Herrera), il Foro de Ermua (attentato di maggio a Andoain, contro López de Lacalle), il Partito Popolare (attentato di giugno a Durango, contro il consigliere Pedrosa) e l'oligarchia basca (auto-bomba del 25 giugno contro il quartiere residenziale di Getxo).

SINISTRA ABERTZALE: EUSKAL HERRITARROK e ABERTZALE BATASUNA: Sebbene non facesse parte
dei firmatari degli accordi previi, si incorpora con entusiasmo al progetto, con l'illusione di poter portare avanti la propria attività politica senza il condizionamento della lotta armata. In questa prima tappa commette un importante errore: si rilassa. Beneficia di un grande miglioramento della propria situazione, dal momento che smette di soffrire la pressione che, fino ad allora, aveva sofferto: la solitudine. Prende comodamente posto nel treno, ammira il paesaggio dai finestrini ed attende che il treno parta. Non si rende conto che la macchina sono in realtà tutti i passeggeri e, soprattutto, quelli che da tanti anni si muovono in opposta direzione. Dovranno passare varii mesi prima che si renda conto del proprio errore, si rimetta in piedi ed inizi ad attivare tutte le proprie potenzialità per cercare che il treno si metta in moto. Quando ETA riprende la lotta armata insiste disperatamente sulla necessità che il treno parta. Questo avrebbe lasciato indietro gli aggressori che si sarebbero visti buttati fuori dalla rapidità degli eventi e avrebbe reso innecessaria l'attività di ETA. Quasi nessun passeggero condivide la sua attuale preoccupazione.

IL NAZIONALISMO MODERATO (PNV ed EA): Si inseriscono nel convoglio con sufficienti aspettative. Assumendo nuovi impegni, ottengono che ETA dichiari la tregua unilaterale ed indefinita, qualcosa che mai era accaduto prima. Questa conquista li colloca in una posizione privilegiata di fronte alla nuova tappa che si apre e conferma le loro tesi sulla pace di fronte alla soluzione militare, sostenuta dal governo di Madrid. Si attendono che quest'ultimo risponda con un altro gesto simile di distensione, che permetterebbe di avanzare lungo il cammino del dialogo. Vedono la possibilità di realizzare riforme nel quadro politico, superando lo statuto. Commettono, però, due gravi errori di calcolo. Si sbagliano rispetto al governo spagnolo dal momento che quest'ultimo non solo non facilita ildialogo, ma anche lo rende difficile, incrementando la repressione. Si sbagliano rispetto ad ETA. L'organizzazione armata rispetta e sviluppa il proprio impegno, dal momento che la tregua si prolunga per dieci mesi in più a quanto accordato (nonostante gli attacchi subiti). Però, al contrario di quanto credevano i nazionalisti moderati, riprende le armi quando considera che l'accordo non è stato rispettato. Di fronte alla nuova situazione i nazionalisti moderati spengono il motore della macchina e pretendono rimanere con le chiavi di accensione in mano, per condizionare Euskal Herritarrok (e per mezzo di questi ETA) che erano impegnati nel tentativo di accelerarla. Cresce tra loro la convinzione che questo treno non sia il loro.

FORZE CENTRALISTE: Tanto il partito Popolare come il Partito Socialista si dedicano ad attaccare il treno fin dall'inizio. Il loro obiettivo è farlo deragliare perché non possa realizzare il proprio percorso. Una simile reazione confonde e impaurisce il nazionalismo moderato. Questi ultimi non l'attendevano dal momento che non erano abituati alla ferocia dei loro antichi compagni di viaggio del Patto di Ajuria Enea. Quando gli aggressori comprovano il successo della loro strategia, la intensificano, concentrando gli attacchi ai vagoni dove osservano maggior smarrimento e ripiegamento. Quando soffrono attacchi di ETA rafforzano i loro contrattacchi, appellandosi al vittimismo. Coloro che da due anni stanno attaccando il treno si presentano ora come vittime innocenti ed esigono ai "democratici" che abbandonino il treno, per schierarsi dalla loro parte...

IZQUIERDA UNIDA DELLA COMUNITA' AUTONOMA: Salgono sul treno contro la volontà degli organismi federali a livello nazionale. Quest'ultimi accettano con mala voglia la decisione dei loro compagni di Euskadi però, d'altra parte, vogliono anch'essi stare ben accomodati qualora il treno dovesse partire con forza. Quando si rendono conto che il treno non cammina e che la pioggia di pietre che si tirano contro di questo coinvolge IU a livello nazionale, il malessere si sviluppa. Ogni volta si esige con più forza ai compagni baschi che abbandonino il treno. IU della Navarra chiede la non partecipazione. IU della Comunità Autonoma lo abbandona, invece, il 26 gennaio.

Tanto Zutik come Batzarre, sebbene in modo molto critico, continuano invece sul treno.

Un nuovo treno parcheggiato su una via morta.

In giornate di tanta confusione appare nelle banchine un nuovo convoglio introdotto dal Partito Socialista (PSOE), un treno di grande utilità tanto per questo partito come per il Partito Nazionalista Basco (PNV).

Il PSOE non può continuare per altro tempo ancora ad accumulare ostali nei confronti del Partito Popolare. Stà perdendo la propria identità e si è convertito in una mera comparsa tra i conservatori. Il PNV - almeno il settore più legato al governo - ha bisogno di un altro treno per poter scendere da quello attuale senza rimanere al palo. Questo supporrebbe il riconoscimento della propria impossibilità di fare qualcosa e la necessità di lasciare nelle mani di altri il protragonismo.

Entrambi i partiti sono da tempo occupati in conversazioni segrete cercando qualche soluzione di mutua utilità. Il PSOE ha fatto la prima mossa introducendo il nuovo treno sulla via (Proposta di pace che riunisca coloro che rifiutano la violenza). Il PNV era andato preparando il terreno con reiterati messaggi che "la tappa precedente era finita e che bisognava pensare a qualcosa di diverso".

La sessione del Parlamento in cui si è discussa la proposta socialista (venerdì 16 giugno) è stata la sceneggiatura del trasbordo. Il PNV ha sommato i propri voti a quelli dei socialisti sebbene questi ultimi non accettassero né continuano ad accettare il carattere basco della decisione. Eusko Alkartasuna (EA), per ora sufficientemente più coerente, non ha seguito il PNV.

Una volta istallatisi sul nuovo treno, la questione era attuare con grande rapidità e mettere il treno in marcia (cosa che non hanno mai provato a fare con l'anteriore treno). Lunedì 19, Ibarrtexe (il Presidente del Parlamento della Comunità Autonoma) ha svolto un giro di conversazioni con tutti i partiti che hanno accettato (ad eccezione del Partito Popolare) "per compiere il mandato parlamentare del giorno 16".

Il giorno 22 si è riunito quindi con Aznar per fare loro conoscere "l'accordo parlamentare" e la disponibilità dei partiti. Però qual è questa disponibilità?

PARTITO SOCIALISTA SPAGNOLO (PSOE): E' molto soddisfatto perché considera che la sessione del giorno 16 abbia sepolto Lizarra. Ha quindi un nuovo treno che mette di nuovo il PNV "sulla via della Costituzione e dello statuto".

Una volta ottenuto il proprio proposito, sono rimaste allo scoperto le sue reali intenzioni e necessità (riunione di Ibarretxe con Chaves il giorno 23): Se il PNV vuole avere compagni nel nuovo treno deve impedire l'accesso a Euskal Herritarrok e dare la propria mano al Partito Popolare perché quest'ultimo si incorpori.

Se i conservatori non salgono sul treno, i socialisti scendono. E se sale il PP potranno invece ristabilire la vecchia armonia e proteggersi da ETA (Patto di Ajuria Enea, 1988). Nonostante questo, il treno non uscirà mai dalla Stazione-Costituzione.

PARTITO POPOLARE (PP): E' abbastanza contrariato dal PSOE, dal momento che percepisce gli smacchi alla unità monolitica che si è mantenuta fino ad ora. Osserva poi che i socialisti hanno acquisito in pochi giorni un notevole protagonismo. Però, soprattutto, è molto impegnato ad affrontare il PNV, dal momento che quest'ultimo non rinuncia a muoversi. Per continuare nella stazione della Spagna, non manca nessun treno.

La riunione del giorno 22 alla Moncloa è stata la sceneggiatura di un importante disaccordo carico di rimproveri. Aznar non ha flessibilizzato la propria posizione però nemmeno ha potuto fermare la claudicazione di Ibarrtexe.

EUSKO ALKARTASUNA, EA: Si è sganciata dai propri soci di governo. Considera che bisogna mantenere il treno anteriore e che bisogna utilizzarlo bene. Coincide come posizione a quella di un settore del PNV.

PARTITO NAZIONALISTA BASCO, PNV: Lancia simultaneamente tre messaggi diversi:

· Il settore più legato allo statuto considera, allo stesso modo del Partito Polare, che non c'è bisogno di nessun treno e che si stà comodi in Spagna. Dopo che Arzallus (ndr: Presidente del Partito Nazionalista Basco) li ha squalificati come peso morto, si muovono in modo molto nascosto.

· Il settore più legato al governo si sente più comodo nel nuovo treno, dal momento che ha incorporato ad uno degli ex aggressori e ciò garantisce loro la governabilità. Ibarrtexe ha approfittato della grande udienza che aveva a Madrid, per condannare la violenza, per rimproverare ad Aznar il suo immobilismo e per riaffermare l'esistenza in Euskadi di un conflitto
politico che bisogna risolvere. Atteggiamento coraggioso però poco costruttivo. Ha permesso di confrontare le tesi del proprio partito con quelle del governo centrale. Ancora una volta è risultato evidente l'immobisimo di quest'ultimo, però nemmeno l'ipotesi di Euskal Herría avanza. Questo settore del partito e il partito sono usciti rafforzati dalla visita a Madrid.

· Il settore che ha sottoscritto Lizarra vuole che l'Accordo continui anche se è stato sospeso. Avrà utilità, credono, quando cessi l'attività di ETA ed adesso, come misura di pressione perché si ritorni alla tregua: se Lizarra prosegue con il motore spento, l'organizzazione avrà posizioni meno dure per ottenere che si ritorni ad attivare il contatto (questa stessa posizione la difende anche Eusko Alkartasuna).

LA SINISTRA ABERTZALE: Crede che Lizarra continui ad avere pieno valore perché è il metodo più democratico per risolvere il conflitto. Esige che si riuniscano con carattere urgente gli organi firmatari di Lizarra perché riaffermino la sua esistenza e disegnino la strategia del futuro.