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maggio 2001: elezioni nei Paesi Baschi.
Analisi del voto. A cura del Comitato
Euskadi di Bari. Giugno 2001.
Innanzitutto,
una premessa. Fatta
questa importante premessa, passiamo ai risultati elettorali. I
partiti baschi patriottici di vario orientamento conquistano ancora una volta
la maggioranza assoluta dei seggi disponibili, raggiungendo insieme il 52,8%
così diviso: I
partiti nazionalisti spagnoli in coalizione raggiungono insieme solamente
il 40,0% così diviso: Ezker
Batua, sezione basca della coalizione promossa dal Partito comunista spagnolo
Izquierda Unida, conquista il 5,5% dei voti. Questi
risultati mostrano ancora una volta che i partiti baschi patriottici, EAJ,
EA, EH, sono la maggioranza assoluta con il 52,8% e che i partiti che firmarono
l'Accordo di Lizarra (i partiti baschi più Ezker Batua), che prevedeva
negoziazione ed autodeterminazione, hanno raggiunto il 58,3%. I
partiti unionisti spagnolisti PP, UA e PSOE sono ancora una volta minoranza,
più o meno fermi ai risultati delle precedenti consultazioni, nonostante
la tambureggiante campagna mass-mediatica che sosteneva una presa del potere
nel governo locale per riportare l'ordine "costituzionale" e riaffermare
la fedeltà al Regno di Spagna. Per portare a termine questo progetto
era sceso in campo direttamente il governo di Madrid con la candidatura del
Ministro degli Interni Mayor Oreja, che non si può certo dire sia molto
popolare ed amato nei Paesi Baschi. La ricetta di questi partiti e del governo
di quasi unità nazionale che essi sostengono è sempre la stessa:
repressione indiscriminata, guerra sporca, tortura, negazione del diritto
all'autodeterminazione, negazione di qualsiasi forma di dialogo fra le parti,
arroccamento sui valori di una costituzione che invece i cittadini baschi
rifiutarono in maggioranza.
Queste
elezioni, che i mezzi di comunicazione hanno presentato come le elezioni del
parlamento autonomo basco, in realtà non sono le elezioni basche perché
non tutti i baschi possono parteciparvi; essi non hanno alcuna possibilità
di esprimere il proprio voto in quanto cittadini baschi, ma solo come cittadini
spagnoli o francesi, in modo che come popolo sono privati non solo del diritto
all'autodeterminazione, ma anche dei più elementari diritti politici
a civili in merito alla libera espressione del diritto di voto.
Le consultazioni appena svoltesi riguardano solo quella che nell'ordinamento
dello Stato spagnolo si chiama CAV (ovvero, Comunità Autonoma Basca)
e che comprende solo tre delle sette province basche, ovvero Araba, Bizkaia
e Gipuzkoa; la Nafarroa, sempre parte dello Stato spagnolo, è divisa
da queste tre e forma un'altra comunità autonoma, e tutte insieme sono
a loro volta divise dalle province di Lapurdi, Behenafarroa e Zuberoa, da
un innaturale ed assurdo confine tra Spagna e Francia, spesso presidiato da
ingenti forze di polizia ed esercito come si ci si trovasse in zona di guerra.
La CAV gode effettivamente di considerevoli autonomie ma, pur mostrandone
l'intenzione, non ha alcuna possibilità di esercitare il diritto all'autodeterminazione
poiché sottomessa alle leggi spagnole che sanciscono la "sacra
ed inviolabile unità del Regno di Spagna". L'unica istituzione
nazionale di tutti i baschi, di tutta Euskal Herria, è Udalbiltza,
l'assemblea dei municipi baschi e, pur essendo riconosciuta da alcuni organismi
dell'ONU e da alcune ONG, è vista da Madrid e Parigi come una pericolosa
minaccia alla propria "indissolubile unità" ed una emanazione
diretta dei progetti dell'ETA.
- coalizione moderata EAJ-EA, 42,7%
- coalizione radicale di sinistra Euskal Herritarrok, 10,1%
- Partido Popular-Unidad Alavesa (neo-franchisti), 23,0%
- PSOE (socialdemocratici), 17,0%
Va sottolineata la perdita del -7% dei voti di EH che evidentemente soffre
in maniera pesante della spirale repressione-lotta armata-repressione e della
sua escalation da quando ETA ha ritirato la tregua unilaterale 14 mesi fa.
In vari modi, la ricetta dei partiti baschi è dialogo, negoziazione,
autodeterminazione e libera decisione per tutte le province basche e per tutti
i 3 milioni di cittadini baschi una volta per tutte.
Questi partiti potranno costituire una maggioranza nel parlamento locale per
sostenere la disobbedienza civile e la lotta per l'autodeterminazione, ma
una possibilità di stretta collaborazione sembra comunque essere difficile
in una situazione di forte scontro.
Gli ultimi atti della magistratura alle dipendenze dell'esecutivo spagnolo
sono stati l'illegalizzazione dell'organizzazione giovanile indipendentista
di sinistra HAIKA e la chiusura del mensile basco antigovernativo di investigazione
ed inchiesta Ardi Beltza (pecora nera).
Questi partiti avevano costituito un vero e proprio fronte nazionalista ed
avevano goduto del totale appoggio di una comunità internazionale che
dovrebbe cominciare a guardare alla questione basca non con gli occhi di Madrid
e Parigi, ma con quelli dell'obiettività e del rispetto del diritto
internazionale.